TERRITORIO/ Cervignano: marcia indietro del CAFC

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 19 MARZO 2013 Pagina 38 – Provincia

Marcia indietro del Cafc case riallacciate al pozzo

Cervignano: sarà tolto il collegamento con l’acquedotto del Friuli centrale La decisione maturata dopo un incontro tra sindaco e presidente del Consorzio

CERVIGNANO I cittadini hanno vinto la loro battaglia. Il Cafc, nei prossimi giorni, forse già oggi, tempo permettendo, allaccerà nuovamente le abitazioni di via Montale e via Calvino, che erano state scollegate dall’acquedotto di quartiere per essere allacciate all’acquedotto del Friuli centrale, al pozzo artesiano. Lo ha annunciato ieri il presidente del Cafc, Eddi Gomboso, al termine di un colloquio con il sindaco, Gianluigi Savino, il quale, nei giorni scorsi, si era schierato pubblicamente con i residenti e aveva chiesto all’ente gestore della rete idrica locale di ripristinare la situazione originaria. La questione era stata sollevata dal consigliere della civica “Le Fontane”, Roberto Zorzenon. «I cittadini saranno riallacciati al pozzo artesiano, come prima – dice il primo cittadino –. La lista Il Ponte ha sempre dichiarato di avere a cuore la tutela dei pozzi artesiani». Gomboso aggiunge: «Il Comune era al corrente dell’allacciamento alla rete idrica del Calf. Era un’attività da esercitarsi in tempi provvisori. Dai riscontri effettuati abbiamo appurato che la rete necessita di un miglioramento nei collegamenti. Ad ogni modo domani (oggi ndr), se il tempo lo consentirà, sarà ripristinato l’allacciamento al pozzo artesiano. Questi interventi sono finalizzati a garantire agli utenti l’acqua potabile. Non è nostra intenzione modificare le tradizioni del luogo». Anche Gianpaolo Chendi, membro del Comitato di difesa delle fontane e delle falde acquifere del Cervignanese e del Sanvitese, ha scritto al sindaco e al Cafc. «L’operazione che è stata fatta dal Cafc è grave – si lamenta -. Il Comune deve sapere ciò che accade sul suo territorio, soprattutto quando si tratta di acqua potabile erogata ai cittadini. Allacciare persone che dopo anni di approvvigionamento di acqua potabile di falda sono passate all’acqua clorata, può mettere a repentaglio la salute di alcuni, soprattutto bambini, che potrebbero essere allergici al cloro». Conclude Chendi: «Tutto ciò accade mentre in Regione si sta predisponendo una nuova legge sulla gestione delle acque. Ne abbiamo avuto un’anticipazione a Fiumicello, durante un incontro organizzato dal Comune sull’acqua dei pozzi. Abbiamo scoperto che la nostra acqua è in generale di buona qualità e che le falde hanno una buona ricarica. I tecnici regionali ci hanno assicurato che si terrà conto della tradizione e della cultura del “popolo delle fontane”. La gente desidera continuare ad approvvigionarsi tramite i pozzi artesiani e per potere continuare a fare questo è anche disposta a fare sacrifici, ma non a bere acqua clorata». Elisa Michellut