ANTIFASCISMO/ Volantinaggio ad Udine

Sabato pomeriggio nel quartiere di Piazzale Cella è stato distribuito questo volantino
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Agli abitanti di piazzale Cella e dintorni…

ATTENZIONE: PICCHIATORI A SPASSO

 

I fatti. Il 19 gennaio il centro sociale Dordoni a Cremona è stato assaltato dai militanti cremonesi di Casapound aiutati da una quarantina di fascisti di altre città vicine. Armati di spranghe, si sono accaniti su Emilio, che in quel momento si trovava fuori dalla porta del centro sociale, e hanno continuato a colpirlo in testa anche quando si è accasciato a terra, fino a che è stato portato in sicurezza all’interno.

Casapound sostiene che siano stati quelli del centro sociale ad aggredire, loro casualmente avevano dietro un set di spranghe ben fornito e si sono solo difesi. Già, però il finale resta lo stesso con Emilio in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa. Le sue condizioni ora sono stabili, ma ancora molto gravi.

Alcune considerazioni. Potremmo considerare quanto accaduto come una scaramuccia tra opposti estremismi. Ma questa lettura, anche se può risultare confortante per molti, non corrisponde al vero.

Non corrisponde al vero perchè Casapound è una organizzazione fascista (loro stesso si definiscono “fascisti del terzo millennio”) e come tale violenta. I loro riferimenti, anche se ammiccanti e ambigui, non mancano mai di includere il Duce e di rispolverare il ventennio.

La sede di Casapound Cremona si chiama “Lo stoccafisso”, per i grossi e duri pezzi di baccalà usati come bastoni sulla fine del biennio rosso per eludere il divieto di utilizzare manganelli. La sede di Udine in piazzale Cella porta il nome di “Francesco Baracca”, aviatore della prima guerra mondiale, mitizzato dalla propaganda fascista.

Ma Casapound non si limita a teorizzare la violenza, la pratica con costanza, appena numeri e clima sociale glielo permettono. Così nel kit di make-up i camerati tengono pronti tirapugni, coltelli, cinghie e, nelle serate importanti, anche le spranghe.

In ogni città l’iter è lo stesso: prima gli antifascisti (nessuno ci baderà, “perchè quelli si sinistra un po’ se le cercano”), poi extracomunitari, barboni e prostitute (e anche questo verrà tollerato, in fondo stiamo parlando di “persone di serie b”). Ma quando Casapound si è ben stabilita ogni pretesto è buono: basta essere giornalisti critici nei loro confronti (Filippo Rossi, Viterbo 2012) o un barista che cerca di allontanare avventori molesti (Verona bar Malacarne, 2014), basta fotografarli da una finestra (Terni, 2014) o rifiutare i loro volantini davanti all’entrata di un liceo (liceo Mamiani Roma, 2014). E nemmeno i bambini vengono risparmiati, Casapound Roma a novembre 2014 ha impedito l’ingresso a scuola ai bambini rom.

Epilogo. A meno che, prima di uscire di casa, non ricordiamo a noi stessi e ai nostri figli di indossare il paraocchi, di prestare sempre l’accendino (Nicola Tommasoli, Verona 2008, ucciso da Forza Nuova), di non andare a manifestazioni, di prendere sempre i loro volantini, di non diventare gay o lesbica, di non fare pernacchie (Alberto Bonanni, Roma 2011, ucciso da neofascisti)… A meno che non ci ricordiamo tutto ciò e ci teniamo aggiornati su cosa da fastidio ai picchiatori per modificare la nostra vita a loro piacere, presto o tardi anche a Udine arriverà il nostro turno, e saremo noi ad averglielo permesso.

Prima che chiudano la tua libertà, chiudiamo Casapound!

Nessuno spazio a razzisti e a fascisti nella nostra città!

 

Antifascisti Udine                                                            FIP via Spalato, 20