A Pordenone, nel Prefabbrikato di Villanova, si sono concluse due giornate intense di incontri, confronti, scambi, mangiate, bevute e musiche: le giornate dell’Autogestione dei territori e dei saperi.
Un esperimento, un primo tassello di un mosaico tutto da costruire, un tentativo di mettere in gioco percorsi individuali e collettivi facendo incontrare in carne ed ossa i protagonisti di storie diverse, storie di lotta ma anche di progettualità sia come immaginario di un mondo nuovo ma soprattutto come metodo di condivisione, decisione e costruzione di questo mondo.
Come abbiamo premesso nella presentazione di queste giornate “l’intento è quello di mettere assieme l’agire e il pensare libertario, ecologista e solidale attraverso l’incontro, il confronto e la condivisione di esperienze e saperi sul/del territorio. Territorio che diventa plurale, perché “i territori” sono luoghi di vita dove la natura e la storia di uomini e donne cambiano e determinano la società a 360”.
Così siamo partiti da un quartiere, popolare, inserito in una città piena di contraddizioni che ha storicamente legami sia con il vicinissimo Veneto orientale sia con il Friuli di cui è “istituzionalmente” parte.
Il risultato è stato positivo, sono passate circa 200 persone, chi per poco e chi per molto e anche chi non s’è perso nulla partecipando a tutto e in prima persona.
C’è chi s’è fatto ore di viaggio da Bergamo, da Padova, da Oderzo ma anche da Udine, Monfalcone e Trieste e questo ci ha fatto molto piacere, segno che le proposte erano significative.
Va detto che il tempo non ci hai aiutato, il Mercatino delle autoproduzioni e del baratto avrebbe trovato migliore collocazione nell’area esterna ed invece la pioggia ha fatto subito rientrare nel “piano B” la dislocazione delle bancherelle. Una decina sono stati i tavoli pieni di prodotti fatti con le proprie mani, dai formaggi e le ricotte ai maglioni e altro abbigliamento, dai saponi naturali all’oggettistica, dal miele alle marmellate, dall’olio del Salento al caffè delle comunità zapatiste oltre a banchetti informativi.
La Citical Mass contro i tagli alla sanità e per la riapertura dell’ambulatorio per clandestini è stata rinviata causa maltempo mentre alle 14.30 l’appuntamento inaugurale delle giornate s’è svolto in orario con Francesco Orini redattore di Pietre Colorate, rivista interamente autoprodotta che narra di vino, vignaioli, terra, lavoro e scelte radicali di produttori coraggiosi.
Un intervento e poi un dibattito intesressanti che ha fatto emergere un mondo sommerso fatto di scelte controcorrente e che possono trovare anche quì in Friuli riferimenti importanti a cui attingere. Subito dopo il dibattito i Celtic Pixie hanno cominciato a suonare ai ritmi acustici delle ballate bretoni, iralndesi e friulane e ci hanno accompagnato per tutto il pomeriggio fino alla sera.
Alle 17.30 abbiamo avuto il piacere di conoscere e ascoltare la storia passata e presente della Federazione Municaple di Base di Spezzano Albanese grazie alle 13 ore d’auto che i compagni della comunità arbëreshë, una delle molte comunità albanesi della calabria, hanno impiegato per venirci a trovare.
Un dibattito fatto più di riflessioni che di domande che ha evidenziato i temi di questa esperienza in rapporto a noi, alle nostre pratiche e al senso di comunità così come si da nei nostri territori. La capacità di radicarsi in un lavoro costante di conflitto ma anche di sottrazione di potere è il segno che ci hanno lasciato, la progettualità del “comunalismo” in un ottica ecologista sociale è una proposta che può permettere all’anarchismo sociale di essere sempre più protagonista.
La cena sociale allietata dai virtuosismi dei Flamenco Sketches ha concluso una serata ricca di cibi, discussioni e bambini scorazzanti ben oltre la mezzanotte.
La domenica s’è animata già dale 9.30 con il mercatino pieno di curiosi e con la presentazione del Caffè Malatesta, con la degustazione dello stesso e le parole di Luigi di Trieste, un progetto di sostegno concreto alle comunità zapatiste che lo producono e non solo, fuori da circuiti commerciali.
Puntualmente alle 11.00 è cominciato il dibattito con Emilio e Maria, attivisti da vent’anni del/nel movimento NO TAV della Val Susa. Un racconto lungo e appassionato ed un dibattito altrettanto vivace dove si è fatto il piunto anche della situazione TAV in friuli.
Il sistema “grandi Opere” è di fatto la nuova tangentopoli legalizzata, un circuito “virtuoso” di soldi pubblici a privati e politici, un sistema che nulla c’entra con il progresso nè con la circolazione di persone e merci. Un esposizione chiara e ricca di fonti e avvenimenti ha poi messo in chiaro quali e di chi sono le responsabilità autoritarie e le scelte di un’intera valle per difendersi e dare un futuro alle nuove generazioni.
E dopo un pranzo sociale molto partecipato verso le 16.00 Colby di Modena ha concluso i dibattiti in programma raccontandoci dell’esperienza di autogestione degli auti ai terremotati emiliani a cui anche noi, grazie al contributo di gente da tutta la regione, abbiamo partecipato portandoli nei mesi estivi direttamente alle popolazioni colpite.
Anche per questo incontro molte le domande sulla situazione attuale e sulla gestione della “protezione civile” dell’emergenza. Riferimenti al terremoto dell’Aquila e del Friuli sono stati fatti e frutto di una discussione a più voci.
Alle 18.00 abbiamo alzato i boccali di birra a conclusione delle giornate con i compagni di Parma dell’USI/AIT che han partecipato al Mercatino delle autoproduzioni con la loro birra “Gallo Rosso” in 3 varianti, degustata dai presenti tra le parole di presentazione del birrificio autogestito.
Durante queste giornate sono state allestite le tinozze con acqua calda per lavarsi piatti, bicchieri e stoviglie (bandita la plastica) dopo aver mangiato, nessuna tassa è stata chiesta per allestire banchetti e gazebi, nessun soldo è stato chiesto alle istituzioni, tutto autofinanziato.
Una piccola goccia d’autogestione possible in mezzo ad una crisi che attanaglia sempre più vite e a cui bisogna cominciare a dare una risposta davvero alternativa e radicale. Alla prossima edizione sicuramente migliore e speriamo più partecipata: diffondere saperi senza creare poteri!
Nestor