Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Il PD “scopre” che il CIE è un lager mentre il PDL da fiato alla bocca.
Dal Piccolo del 05/09/13
Il Pd interroga sul caso del Cie di Gradisca
UDINE Sottolineano il rispetto dei diritti delle persone, la cura della loro salute e della loro sicurezza, il supporto legale. Lo fanno presentando un’interrogazione e chiedendo un intervento urgente da parte della giunta regionale. L’iniziativa è dei consiglieri regionali del Pd Silvana Cremaschi, Franco Codega e Mauro Travanut, oltre che del consigliere di Sel Stefano Pustetto, dopo una visita al Cie di Gradisca. «Le condizioni di vita delle persone trattenute e le condizioni di lavoro di quanti operano all’interno della struttura – affermano – non ci sono apparse tali da far ritenere garantito il pieno rispetto della dignità e dei diritti delle persone, con l’insorgere di problemi di natura umanitaria, di diritto e di efficacia. Per questo ci rivolgiamo alla giunta Serracchiani – precisano – affinché verifichi le condizioni di vita delle persone trattenute e di quanti operano all’interno del Cie, facendosi carico, nei confronti del Ministero, di accertare in primis la costituzionalità delle leggi attuate in questi anni, attivandosi per l’abrogazione di eventuali norme non rispettose dei diritti dell’uomo ai sensi della Costituzione e della Carta dei Diritti umani». I consiglieri regionali si rivolgono alla Regione auspicando anche che si impegni con il ministero competente affinché «non lasci soli i Comuni che si trovano nelle condizioni di rispondere a un problema umanitario di interesse nazionale e internazionale, nel caso del Fvg il Comune di Gradisca». I consiglieri regionali, durante la loro visita, hanno potuto rendersi conto personalmente dell’eterogeneità di chi è ospitato nel Cie: immigrati clandestini, persone che vivono da decenni in Italia e che hanno famiglia e figli nati in Italia ma senza un lavoro regolare o con un permesso di soggiorno scaduto. Un’altra visita alla struttura è in programma per domani. Alessandro Cesare
Novelli (Pdl): il finto buonismo nuoce all?Italia
UDINE «Siamo alle solite: si esprime un pensiero ed ecco che puntualmente viene strumentalizzato in maniera ideologica e demagogica da un certo tipo di sinistra». Così il consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli replica alla lettera aperta che gli esponenti del Pd di Cividale gli hanno inviato. «Sono ben consapevole – rileva Novelli – che il mio pensiero non può essere condiviso da tutti e rispetto (come ho sempre fatto) le obiezioni che sono state avanzate». «Mi pare, però, che ci siano molte altre persone di Cividale, ma anche dell’intero FVG, per non citare gli innumerevoli italiani, che la pensano come me. Personalmente ho cercato di esporre in maniera chiara e non offensiva quella che era la mia posizione in merito alle politiche che sta portando avanti il Ministero dell’Integrazione. Politiche che non possono trovare la mia condivisione, né la condivisione di tanti altri cittadini». «Ci sono immigrati, bravissime persone – prosegue l’esponente del Pdl – che vengono nel nostro Paese per avere una vita migliore, che trovano un lavoro, che si integrano nella nostra comunità e che sono anche indispensabili per la crescita economica dell’Italia, sia nella vita di ognuno di noi. Persone come quegli italiani che negli anni Venti hanno abbandonato l’Italia in cerca di fortuna, che facevano dignitosamente i lavori più umili, ma onestamente, e che la sinistra vuole equiparare ai clandestini nel nostro Paese». «Un altro discorso vale, invece, per quegli immigrati che vengono in Italia clandestinamente che non hanno nessuno intenzione di integrarsi e che delinquono. Non passa giorno, infatti, in cui non si sfogli un giornale, o si ascolti un telegiornale, e ci si imbatta in notizie di stupri (sì anche nel nostro tranquillo Friuli Venezia Giulia), aggressioni, furti, rapine, scontri ad opera di immigrati irregolari anche all’interno delle nostre strutture di accoglienza come il Cie di Gradisca. Struttura dove le nostre Forze dell’Ordine sono quotidianamente sottoposte ad insulti, ingiurie, aggressioni». «Mi dispiace per chi non la pensa come me – conclude Novelli – ma è una situazione che non può più essere accettata e che fa soltanto il gioco a quel finto buonismo che, alla fine, va a nuocere alle persone che arrivano nel nostro Paese costrette, spesso, a vivere ai margini della società e ad essere sfruttate dalla malavita per poter sopravvivere».
Marzo 17th, 2017 — General, Grandi Opere
Marzo 17th, 2017 — Carceri, General
Mobilitazione nazionale dei detenuti
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Marzo 17th, 2017 — General, No OGM
Dal Messaggero Veneto 09/09/13
Pazza domenica alla Pn pedala
Bloccata dalla processione della Vergine a Grizzo, invasa dai volantini No-Ogm a Montereale Valcellina, tre capitomboli, alcuni feriti lievi e 100 ritiri. Ma alla fine avanti tutta per la Pordenone pedala 2013 più pazza e allegra di sempre. Un altro successo per il patron Demetrio Moras che ha messo in scacco anche il meteo, con il sole prenotato proprio alla vigilia delle prime piogge pre-autunnali. Edizione numero 41 con oltre 5 mila persone in sella dirette sull’anello della Pedemontana. Percorso di 50 chilometri e “pit-stop” a Montereale. Circa 100 ritiri, causa polpacci sotto stress, qualcuno si è fermato per tirare la bici a mano nei saliscendi e festa grande al traguardo, nel parco Galvani. Pace e preghiere. La benedizione apostolica del vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini allo start della Pordenonepedala ha fatto eco a Papa Francesco. «Invochiamo il Signore – ha detto il presule, affiancato da Moras, il sindaco sanvitese Antonio Di Bisceglie e l’onorevole Manlio Contento – perché questa sia un’occasione di pace e solidarietà». Fanfara dei bersaglieri e via, con in testa gli assessori comunali Bruno Zille, Nicola Conficoni, Flavio Moro, il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, Maurizio Salvador, l’ex sindaco Pasini & C e un plotone di gente. A Montereale il sindaco Pieromano Anselmi ha sbandierato il drappo a scacchi. Drone e fotovoltaico. Volo radente sulla folla dei ciclisti e videocamera in cielo: 5 mila in sella col naso all’insù, in piazza Risorgimento alle 8, per sorridere al drone del nostro fotografo Michele Missinato. Sperimentata una nuova tecnica nelle fotogallery del sito www.messaggeroveneto.it, con il quadricottero dotato di Go-Pro telecomandato. La Pordenone pedala è stata anche “hi-tech”, con la bici che fa il pieno di sole con tre pannelli fotovoltaici di Alessandro Gennaro, una “ibrida” con un’autonomia elettrica di circa 20 chilometri. Tra le curiosità, anche la bici spaziale F16 del Gruppo 31Atsg. Rino, Stefano, David, Daniel Antoniazzi, che fanno i pendolari da San Fior a ogni edizione della cicloturistica. «Tutto bene – è arrivato rilassato Marcello Nardini 89 anni -. Il segreto è l’allenamento». Imprevisti. Scivoloni e tre cadute sul percorso: due bambini che se la sono cavata con paura, sbucciature e contusioni per Eleonora, di Orcenico di Zoppola, che ha tamponato la bici dell’amica. Soccorsa, è stata portata dall’ambulanza nell’ospedale civile, a Pordenone. «Niente di grave» ha detto Demetrio Moras. Sorprese nella sosta a Montereale: Gino Segatti e Oscar Missero del Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg hanno volantinato e alzato gli striscioni no-Ogm. «Manifesteremo anche a Pordenonelegge». La prima parte del percorso Comina – San Quirino – San Martino di Campagna – Montereale è filata liscia: a Grizzo, la processione ei fedeli della devozione mariana ha, però, bloccato per una manciata di minuti la pedalata. Dopo il tour per Malnisio, Giais, Marsure e Aviano, il serpentone è arrivato a parco Galvani a Pordenone. Sul podio. Palco affollato da aspiranti miss e mister Pordenonepedala 2011: l’hanno spuntata Valentina De Simone (26 anni, di Torre) e Tomas Piccin (neo-geometra di Pordenone). Miss Tulipano Giorgia Buzzitta (studentessa classe 1992 di Cordenons) e miss Skatting club Anna Faggian (di Aviano, classe 1985). Il pasta-party Tomadini è stato cucinato al dente nella cambusa doc della Brigata Ariete: rancio servito in 6 mila piatti bio-degradabili. Chiara Benotti
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Oltre allo striscione contro il CIE esposto dalla Tenda della Pace a Staranzano, c’è stato anche un volantinaggio sabato pomeriggio e sera a Gradisca da parte di compagn* triestini e dell’isontino.
QUI IL VOLANTINO
Dal Piccolo del 07/09/13
In 5mila ad ascoltare Roy Paci e la sua band
STARANZANO Successo annunciato giovedì sera per il grande Roy Paci e Aretuska, celebre band di livello internazionale, uno dei complessi più solari nel panorama musicale italiano, di orientamento ska/jazz (musica popolare giamaicana) e formato da musicisti con diverse esperienze musicali. L’immensa platea di oltre cinquemila spettatori di tutte le età, ma soprattutto giovanissimi, si è fatta trascinare dal ritmo travolgente della musica al quale è difficile resistere. E’ stata una notte indimenticabile per tanti, tiepida e sotto un cielo stellato, dove piazza Dante, presa d’assalto già qualche ora prima del concerto, è diventata come uno stadio dove una parete del municipio è diventata un megaschermo per la proiezione di immagini. Da una finestra è comparso anche uno striscione: “Cie di Gradisca, non te regghe più. Chiuso subito”. Il concerto, finito quasi a mezzanotte, è stato un coinvolgimento totale con il pubblico senza barriere con gli artisti. «Grazie di cuore – ha spesso ripetuto Roy Paci al termine di ogni canzone – siete meravigliosi. E’ proprio nei paesi come questi che si sente di più il calore delle comunità». La serata, inserita nella “Sagra de le raze” è stata organizzata un appassionato di musica della Compagnia del Carro, Thomas Peres soddisfatto per il risultato, che ha bissato il successo dello scorso anno con i Modena City Ramblers. «Da sempre – ha dichiarato – ho avuto come idea di far crescere la sagra anche dal punto di vista dei concerti. E’ il secondo anno che facciamo centro portando in piazza a Staranzano un altro grande artista». Tanti applausi, dunque, per uno scatenato e bravissimo Roy Paci (voce e tromba), si è imposto nei suoi concerti una missione. Ha suonato, scritto, arrangiato e collaborato con numerosi artisti. Tra gli italiani, Negrita, Vinicio Capossela, Piero Pelù, Subsonica e 99 Posse. Tra quelli stranieri, Manu Chao. «Ho creato questa band bravissimi musicisti nel 1998 – ci ha dichiarato Paci – non tanto per fare solo le canzoni, ma esprimere quello che di bello che ha la nostra terra, la Sicilia, che l’hanno fatto diventare sinonimo della mafia. Contro queste persone che la credono solo così abbiamo scritto una canzone di successo “Malarazza” che li condanna senza appello. Con la musica – continua Roy Paci – nel nostro piccolo combattiamo la mafia e il malaffare che hanno esteso le radici dappertutto ai danni la povera gente». «Inoltre – afferma Paci – lancio un messaggio: ogni paese deve le proprie tradizioni popolari i dialetti dappertutto nonostante le varie contaminazioni». Ciro Vitiello
«Le Ass monitorino le condizioni al Cie»
GRADISCA Più trasparenza al Cie. La Regione starebbe compiendo dei passi formali per ottenere che personale Ass possa monitorare regolarmente le condizioni di vita degli immigrati trattenuti. Lo hanno rivelato i consiglieri regionali Giulio Lauri (Sel) e Silvana Cremaschi (Pd) che ieri hanno visitato la struttura a qualche giorno dalle recenti tensioni e proteste. Lauri e Cremaschi, che hanno incontrato gli ospiti, la direzione del centro e i funzionari di Prefettura e Questura, nel loro sopralluogo sono stati accompagnati dal medico Angelo Righetti, responsabile Psichiatria della Regione. «Il Cie è meno umano del carcere – hanno affermato -. Una gabbia in cui abbondano lamiere e plexiglass e non vi sono spazi di socializzazione: niente mensa, niente campo di calcio. Chiunque potrebbe impazzire se vivesse per un anno e mezzo dentro a una gabbia, figuriamoci se è un uomo libero e l’unico ‘reato’ che ha commesso è quello della clandestinità, o se pur avendone commessi (secondo la Questura sarebbero 41 sui 42 ospiti attualmente presenti ndr) ha comunque già scontato la sua pena». Secondo Lauri e Cremaschi «i Cie devono chiudere, e Gradisca per primo». Ma fino ad allora «lo Stato deve garantire alla Regione di fare il suo mestiere: garantire attraverso i suoi tecnici l’assistenza sanitaria e verificare le caratteristiche urbanistiche di abitabilità e di dignità degli spazi. Oltre a questo, anche i consiglieri regionali devono poter entrare regolarmente nei Cie come i parlamentari». Secondo Lauri «in questa fase di emergenza le forze di polizia sono ancora all’interno della struttura, e ciò non può che alimentare la tensione». Versioni discordanti sulle conseguenze ai recenti tentativi di fuga. A detta dell’esponente Sel «per le forze dell’ordine non ci sarebbero stati scontri fisici, ma i trattenuti sostengono di essere stati malmenati una volta ripresi e riportati al Cie». (l.m.)
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
- CRONACA La protesta organizzata in concomitanza con la visita a Trieste del ministro Moavero e della commissaria europea Reding
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10.9.2013 | 14.00 – Nuova mobilitazione contro il discusso rigassificatore di Trieste-Zaule, il cui progetto non è morto, bensì più vivo che mai. E questo nonostante numerosi ambienti politici locali, nei mesi scorsi, lo abbiano dato per tramontato. Lunedì 16 settembre, in concomitanza con la visita a Trieste della commissaria europea Viviane Reding e del ministro per gli affari europei Enzo Moavero, Wwf, Legambiente, Italia Nostra e il Comitato “Trieste dice no al rigassificatore” hanno organizzato (a partire dalle 14,30 davanti alla Stazione Marittima) una nuova mobilitazione per ribadire la contrarietà al progetto.
Sono infatti note e documentate le conseguenze negative che l’impianto produrrebbe sull’ambiente marino, sulla sicurezza della popolazione e sui traffici portuali. Nonostante ciò il governo italiano insiste nel dichiarare il progetto della spagnola Gas Natural “strategico”, tanto da averlo inserito nell’elenco delle infrastrutture “prioritarie” della Commissione Europea. Commissione che ha successivamente invitato l’Italia ad accordarsi con Slovenia e Croazia per superare le loro obiezioni.
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal Piccolo del 10/09/13
Ronchi dice no alla Tav: troppi danni all?ambiente
di Luca Perrino RONCHI DEI LEGIONARI Sarà un giudizio del tutto negativo quello che l’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari fornirà domani trattando, in occasione del Consiglio convocato alle 18, la questione dell’alta velocità ferroviaria. Ancora una volta, è la quinta da dieci anni a questa parte, la massima assise cittadina è chiamata a esprimersi nei confronti della Regione sul progetto stesso e sulla valutazione di impatto ambientale che l’opera comporterà se venisse realizzata. «L’indicazione che viene offerta dalla giunta – spiega il sindaco Roberto Fontanot – appare negativa per tutta una serie di motivi. Il primo è che ci troviamo a trattare un argomento senza che ci sia stata messa a disposizione tutta la documentazione richiesta, ma anche per il fatto che ravvisiamo alcune inadempienze su tutto l’iter procedurale. A nostro avviso, poi, riteniamo che l’alta velocità abbia un senso ed un costo se realizzata sino alla stazione di Ronchi dei Legionari sud, o meglio sino all’altezza dell’aeroporto. Pensare di sacrificare poi chilometri e chilometri di Carso per mastodontici scavi in galleria è qualcosa di improponibile e di troppo impegnativo per una nazione che è nelle condizioni in cui si trova la nostra». Dunque la municipalità ronchese pone dei paletti su tutta l’opera e la ritiene utile solo se legata alle possibilità di crescita dello scalo aereo regionale. «Da Ronchi dei Legionari a Trieste – continua il primo cittadino ronchese – dobbiamo pensare a migliorare l’esistente, a ottimizzare le risorse ed i costi, senza buttar via i soldi dalla finestra». In dieci anni, esattamente dal giugno del 2003, come detto, è la quinta volta che si chiede ai soggetti coinvolti di presentare le osservazioni. Quest’ultimo progetto non presenta sostanziali modifiche rispetto a quello depositato nel dicembre 2010 se non nell’unificazione delle quattro tratte di progetto in una sola ovvero la Venezia–Trieste. Il documento elaborato dagli uffici comunali competenti elenca le criticità emerse riguardo all’impianto progettuale della linea ferroviaria, in particolar modo nel transito lungo l’area carsica e l’intollerabile gravità degli impatti segnalati. E domani in aula approdano anche alcune interrogazioni. Come quelle elaborate dal consigliere pidiellino Battista Tarantino che propone di realizzare anche a Ronchi dei Legionari una “casa del latte” e del detersivo e che si aggiunge a quella di Mauro Benvenuto (Insieme per Ronchi) sulla “casa dell’acqua”. E sarà il consigliere di CittàComune, Umberto Miniussi, a chiedete lumi sul sistema di videosorveglianza installato sul territorio cittadino e che, a dir suo, presenta non poche lacune.
DAL pICCOLO DEL 20/09/13
«Costi ingiustificabili, no alla Tav»
RONCHI DEI LEGIONARI Nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Ronchi dei Legionari maggioranza e opposizione si sono espresse quasi all’unanimità contro il progetto dell’alta velocità ferroviaria, che, così come prospettato, sconvolgerebbe il nostro territorio in maniera definitiva. Il consigliere Fabio Damonte di “Città Comune per Ronchi” è intervenuto nel dibattito in aula mettendo in luce l’assurdità del progetto e snocciolando una serie di dati economici, sociali ed ambientali a sostegno di questa tesi. Un’opera che egli stesso ha reputato faraonica e che presenta una chiara insostenibilità economica, ovvero quasi 8 miliardi di euro per la tratta Mestre-Trieste e che devasterebbe il territorio con cantieri che si prevede durino fino ad oltre il 2040. «Proporre simili opere mentre si richiedono sacrifici ai cittadini e non ci sono soldi neanche per i servizi più basilari – afferma – appare ingiustificabile anche e soprattutto dal punto di vista morale. Lo stesso commissario governativo per la Tav, Bortolo Mainardi, si è chiaramente espresso sull’insostenibilità economica del progetto e ha proposto come alternativa la sistemazione delle linee esistenti, che attualmente sono utilizzate solamente al 50%». In seguito alla disponibilità espressa dalla maggioranza, Damonte ha ritirato il proprio emendamento, che richiedeva di esprimere un no deciso al progetto e non solo alle integrazioni sulla Via, cosa invece richiesta dall’emendamento del consigliere Bon, per trasformarlo in ordine del giorno da approvare in maniera unanime da maggioranza e opposizione in occasione di uno dei prossimi consigli comunali. Il consigliere Umberto Miniussi, sempre per “Città Comune”, ha espresso l’auspicio che tale ordine del giorno venga condiviso dai comuni contermini, per far emergere con forza il no alla Tav da parte di tutto il territorio bisiaco. (lu.pe.)
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Fuori dal CIE era presente anche un piccolo gruppo di antirazzisti con lo striscione “Chiudiamo i lager di stato. Nè a gradisca nè altrove”.
Quando la delegazione è arrivata è stato scandito il coro “Libertà” e “Liberi tutti” ed è stato ribadito che tutti i CIE vanno chiusi. E’ stato importante essere presenti anche a questa scandenza per testimoniare e ribadire la lotta contro questo lager che dura dal 2004, portata avanti dai movimenti antirazzisti, e che è costata botte e denunce. Vedremo se alle dichiarazioni di Manconi seguiranno fatti concreti, in questi anni di dichiarazioni di intenti ne abbiamo sentite tantissime ma mai sono seguiti fatti concreti. Di sicuro continueranno le iniziative di denuncia e di lotta.
SERVIZIO DELLA RAI REGIONALE (DAL MINUTO 8.22)
ARTICOLO SU SENZAFRONTIERE
COMUNICATO E RIFLESSIONI DELLA TENDA PER LA PACE E I DIRITTI
Dal Piccolo
MERCOLEDÌ, 11 SETTEMBRE 2013
«Cie di Gradisca tra i peggiori d’Italia»
Il presidente della Commissione diritti umani del Senato Manconi in visita all’ex Polonio. Pressing sul governo per la chiusura
Russo solidarizza con le forze dell’ordine Pellegrino critica l’assenza della Regione
Piena condivisione del messaggio lanciato da Luigi Manconi e del suo forte richiamo alla revisione delle norme sull’immigrazione. Ad esprimerlo è il senatore Pd Francesco Russo. «Compito del Parlamento è vigilare affinché siano garantite le migliori condizioni possibili all’interno di queste strutture, che assomigliano a delle prigioni pur senza esserlo e che funzionano male a causa di una legge, la Bossi-Fini, non all’altezza di Paese civile. La nostra visita è stata, comunque, anche un modo per dimostrare vicinanza alle forze dell’ordine cui tocca un compito ingrato di vigilanza e, al tempo stesso, per rassicurare gli abitanti di Gradisca che la politica non si dimentica del territorio». Dalla deputata Sel, infine, una stoccata agli esponenti della giunta Serracchiani e della sua maggioranza. «Alla visita hanno partecipato autorità militari e amministratori locali. Non ho visto invece i protagonisti della politica regionale».
di Luigi Murciano GRADISCA D’ISONZO «Il Cie di Gradisca, in queste condizioni, va chiuso. Se sinora il problema non è stato affrontato e governato è anche per una gravissima sottovalutazione da parte delle autorità statuali». Non ha badato troppo ai giri di parole il parlamentare Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani del Senato. Manconi e alcuni membri della commissione ieri hanno visitato la struttura di Gradisca accompagnati dal prefetto e dal questore di Gorizia, dai parlamentari Serena Pellegrino e Francesco Russo, dall’assessore provinciale Ilaria Cecot, e infine da delegati di varie associazioni e movimenti, tra cui Tenda per la pace, Asg e A buon diritto. «Oggi al Cie di Gradisca ci sono 44 persone che vivono in gabbia peggio dei carcerati. È illegale, qualcosa di indegno per un Paese civile. Non dimentichiamoci che una persona è tuttora in coma per avere cercato di sfuggire ad una situazione inumana. Un fatto che deve interrogarci e che da solo dovrebbe aprire una crisi istituzionale su questi temi» ha affermato Manconi, sostenendo che «i Cie sono in generale strumenti gravemente deficitari per la tutela dei diritti umani, inefficaci rispetto il raggiungimento dei loro obiettivi, e inutilmente dispendiosi. E quello di Gradisca – ha dichiarato Manconi, che ha successivamente incontrato la giunta comunale della cittadina isontina – è in condizioni più critiche di altri che ho visitato». Secondo il senatore Pd la Commissione «deve discutere l’intero sistema dei Cie, che va riformato. Intendo sostenere una mozione per far chiudere il Cie di Gradisca. Sostengo e condivido la richiesta elaborata dal governatore della Regione Serracchiani e dal sindaco Tommasini». Manconi ha invece esortato a fare «un distinguo tra Cie e Cara» nel dibattito attorno all’ex caserma Polonio. «La prossimità è un grave limite ed un errore, ma la struttura per richiedenti asilo presenta problematiche che, seppure impattino sulla cittadina di Gradisca, sono risolvibili. Apprezzo l’atteggiamento del sindaco e dei suoi concittadini che mai hanno dato vita a sterili invettive dimostrando grande civiltà e senso di responsabilità». Il tutto mentre a pochi chilometri di distanza il ministro della Difesa, Mario Mauro (Pdl) sul tema tagliava corto: «Non sono qui per parlare del Cie». Soddisfatto il commento sulla visita ispettiva di ieri da parte do Serena Pellegrino: «Manconi ha rilevato esattamente quanto avevo denunciato un mese fa: tutela dei diritti civili e principi umanitari non stanno di casa al Cie di Gradisca. La struttura così com’è va chiusa, a tutela delle persone trattenute e di tutti coloro che per ragioni di lavoro varcano i cancelli dei centri. L’intero sistema va ripensato».
Il Messaggero Veneto dell’11/09/13
«Se non mutano le condizioni il Cie va chiuso»
GRADISCA Tre ore di ispezione, accompagnati dai vertici di Prefettura e Questura. E una sentenza non scritta, pronunciata davanti al sindaco di Gradisca, Franco Tommasini: «Questo Cie, se permangono queste condizioni, va chiuso». Un parere personale, quello espresso dal presidente della commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, Luigi Manconi (Pd), che probabilmente sarà appena accennato nella relazione conclusiva che raccoglierà le risultanze delle visite che i membri del consesso stanno effettuando nei centri che accolgono gli immigrati irregolari sparsi per lo Stivale. Con Manconi c’erano la parlamentare del Sel, Serena Pellegrino, il prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, il questore Pier Riccardo Piovesana, l’assessore comunale gradiscano Linda Tomasinsig, l’assessore provinciale Ilaria Cecot, e i referenti delle associazioni pacifiste che da tempo si battono contro la chiusura del centro di via Udine. All’esterno della struttura, un drappello di manifestanti ha ribadito la richiesta di porre fine alla detenzione dei clandestini, che a loro volta hanno alzato la voce per chiedere la revisione delle leggi sull’immigrazione e la concessione di alcune deroghe sull’utilizzo degli spazi comuni del centro. Secondo Manconi «il problema del Cie può essere affrontato e governato, anche se non è stato fatto finora in alcun modo, complice una gravissima sottovalutazione da parte delle autorità statuali. È necessario distinguere poi il ragionamento tra Cie e Cara – ha detto il parlamentare democratico –. La prossimità tra i due centri a Gradisca è elemento critico ed errore, con una promiscuità che costituisce un grave limite». Per la deputata di Sel Pellegrino, «le conclusioni di Manconi sono quelle che auspicavo fossero: questa struttura così com’è va chiusa, a tutela delle persone trattenute e di tutti coloro che per ragioni di lavoro varcano i cancelli dei centri. E l’intero sistema dei centri va ripensato». Risoluto anche il sindaco della città isontina: «Dopo anni di silenzi da parte dell’amministrazione regionale, la presidente Serracchiani si è finalmente interessata al problema».(chr.s.)
Dalla Tenda per la Pace:
Alla conferenza stampa in seguito alla visita al CIE di Gradisca il Senatore Manconi ha ripetuto che il CIE di Gradisca, nelle condizioni in cui si trova attualmente, va chiuso. Ha inoltre ricordato che quella dell’uomo che si trova in coma ormai da un mese è una questione istituzionale, perchè la struttura in cui l’incidente è avvenuto è una struttura dello stato.
“Le persone vivono nelle gabbie 24 ore su 24, qui i diritti umani sono costantemente violati”.
dal Piccolo On line del 10/09/13
Il ministro Mauro a Redipuglia mentre al Cie di Gradisca c’è il caos (nota di INFOACTION è un bufala del piccolo dentro il CIE attualmente non è in corso nessuna rivolta)
Il titolare del dicastero della Difesa in visita al Sacrario: “Non sono qui per parlare degli immigrati” . Pochi chilometri più in là protesta esterna e rivolta interna
“Non sono qui per parlare del Cie di Gradisca d’Isonzo”. Così il ministro della Difesa, Mario Mauro appena giunto al Sacrario di Redipuglia, prima tappa di una serie di visite programmate in Friuli Venezia Giulia.
A pochi chilometri dal Sacrario si sta tenendo una manifestazione di protesta davanti al Centro identificazione espulsione di Gradisca in occasione della visita di Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato. Anche all’interno del Centro sale la tensione e i clandestini minacciano l’ennesima rivolta.
Sulla Siria il ministro Mauro ha ribadito che l’Italia auspica una soluzione politica della crisi e che le 33 missioni internazionali a cui stanno partecipanto le nostre Forze armate dimostrano l’impegno del nostro governo per la pace.
Ancora, Mauro ha confermato nuovi stanziamenti per la sistemazione del Sacrario di Redipuglia e del Colle di Sant’Elia. Il precedente governo aveva stanziato 500mila euro.
http://bora.la/2013/09/10/situazione-al-cie-illegale-lo-afferma-il-sen-luigi-mancone/
Situazione al CIE illegale: lo afferma il sen.Luigi Mancone
di Martina Luciani
“ Oggi al Cie di Gradisca d’Isonzo ci sono 44 persone che
vivono peggio dei carcerati. E’ illegale.”
L’ha dichiarato il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (nella foto), al termina della sua visita al centro di Gradisca, questa mattina, 10 settembre.
“I Cie sono in generale strumenti gravemente deficitari per la tutela dei diritti umani, inefficaci rispetto il raggiungimento degli obiettivi che dovrebbero esser loro propri, inutilmente dispendiosi.”
” Quello di Gradisca – ha dichiarato ancora Manconi – è in condizioni più critiche degli altri che ho visitati. Le rivolte che ci sono state hanno causato danni e la struttura denuncia gravi difficoltà di funzionamento.
La Commissione che presiedo deve discutere l’intero sistema dei Cie, che va riformato. Ma intendo sostenere una mozione per far chiudere il CIE di Gradisca.
Attualmente questa struttura non è in grado di funzionare. E nel momento in cui sono violati i diritti dei trattenuti, non sono tutelati neanche i diritti di tutte le altre persone coinvolte.”
Manconi è stato accompagnato nella sua visita dal prefetto e dal questore di Gorizia, con i rispettivi vicari, dal comandante dei Carabinieri e dal comandante della Guardia di Finanza, dall’on Serena Pellegrino, che tra i primi aveva riferito proprio a Manconi delle inaccettabili condizioni di vita dei trattenuti, dal sen. Francesco Russo, dall’assessore provinciale Ilaria Cecot, da delegati di varie associazioni e movimenti., tra cui la Tenda per la pace e i diritti, l’Asgi, e A buon diritto.
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Con il rigassificatore le bollette energetiche aumenteranno
Con il rigassificatore, grazie al “guadagno garantito” le bollette energetiche aumentano, non diminuiscono. Qui a Trieste si sono invano sgolati per mesi a dirlo i tecnici che hanno presentato documentate argomentazioni contro il progetto del terminal.
omaggio di Geo a Jose
Ora il dato è ufficiale: ne scrivono Repubblica e Corriere della Sera, cioé i due massimi quotidiani italiani.
A Trieste politici e media non trovano l’argomento degno d’attenzione. Un dato preoccupante, se lo si coniuga con le dichiarazioni rese a Bled dal premier Gianni Letta, il quale in sintesi ha detto che l’impianto è necessario, che la Slovenia deve lasciarlo costruire, che è ferma intenzione dell’Italia “investire” nel Nord Adriatico (grazie, siamo già stati abbastanza investiti, verrebbe da rispondere).
Non si sbandierano più gli straordinari risparmi che l’Acega avrebbe potuto applicare ai cittadini. Non è possibile, perché Gas Natural si è rifiutata di confermare le dichiarazioni rese da tanti politici locali. Si tacciono però le pesanti ricadute economiche negative, di cui, parlano, appunto, Corrierone e Repubblica (in coda a questa nota, i link per i pezzi originali).
I fatti: esiste una norma italiana, il “fattore di garanzia”, che garantisce a chi costruisce o amplia un impianto di rigassificazione ricavi pari all’80% della produzione anche se non viene richiesto e conseguentemente erogato un mc di gas. Tale garanzia ha la durata di vent’anni (con una lieve riduzione nel tempo del il ricavo certo), e a pagare è la Snam, società pubblica (ergo le tasche dei cittadini italiani).
Per un’esemplificazione banale, come se un imprenditore aprisse un ristorante sapendo che, per i 100 coperti a disposizione, dallo stato gli saranno riconosciuti quasi tre quarti di pranzi e cene, anche se nel locale non entrerà nessuno.
Un anno fa il governo Monti ha “congelato” la misura, sia perché l’Italia non ha bisogno di gas, sia perché di soldi da regalare alle multinazionali oggi in cassa ce ne sono pochi.
L’Autorità italiana per l’energia si è conseguentemente rifiutata di riconoscere corresponsioni economiche alla società che ha costruito il rigassificatore di Livorno (Olt, una joint venture italo-tedesca) quantificate dalla stessa Autorità «dai 110 ai 90 milioni all’anno per 20 anni (a decrescere) fino a pagamento dei 900 milioni dell’investimento» (secondo quanto riferito da Repubblica).
Olt si è appellata al Tar della Lombardia, sostenendo che le erano state cambiate le regole in corsa, si era mossa, cioé, alla luce della garazia in atto. E la magistratura amministrativa le ha dato ragione.
«Il mercato dell’energia si è ribaltato: con la crisi la domanda è crollata e i prezzi sono drasticamente scesi. Il gas è diventato abbondante, anche per il progressivo affermarsi della rivoluzione dello shale gas», aggiunge il Corriere della Sera (titolando «Il conto del rigassificatore – un altro aumento in bolletta»), e spiega che «alla fine, a risolvere la questione, potrebbe essere il Ministero per lo sviluppo economico, con un decreto che dichiarerebbe Olt “strategica” e le darebbe una “garanzia depotenziata”. Il caso però resta: Olt sarebbe la prima azienda ad aver deciso di rimettersi sotto l’ala del mercato regolato. Cioè dell’“aiutino” delle bollette dei consumatori».
La “strategicità” – a quanto di dice – la si cerca di ottenere anche per l’impianto di Trieste, a livello europeo (i rappresentanti triestini grandi e piccoli, così silenziosi, di questi giorni, avrebbero gioco facile poi nel sostenere: ce l’ha imposto la UE).
Da ricordare che l’impianto di Livorno ha una potenzialità di 3,7 miliardi di mc annui, Trieste è sui 6 miliardi (con proporzionale aumento del “fattore di garanzia” che però verrebbe pagato solo dagli italiani, non dalla UE).
Insomma questo impianto che avvelena il golfo, rischia di compromettere l’operatività portuale, e mette a repentaglio la sicurezza della città, lo finanzieremmo con bollette Acega più care.
Per chi volesse verificare, i due pezzi sono disponibili sul web ai seguenti indirizzi. Digitate, gente, digitate…
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2013/09/06/news/authority_contro_rigassificatore_di_livorno_troppi_oneri_sulle_bollette_dei_cittadini-66040198/
http://www.corriere.it/economia/13_agosto_03/rigassificatore-livorno-bolletta-conto-energia_f8e6cc96-fbf5-11e2-a7f2-259c2a3938e8.shtml
Lunedì 16 settembre, alla Stazione Marittima, ci sarà Citizens’ dialogue, la giornata d’ascolto europea che lunedì 16 settembre vedrà a Trieste la vicepresidente della Commissione Viviane Reding. E’ un’iniziativa europea di “ascolto” della città, di cui pochi sanno perché c’è stato un lack di comunicazione (perché? Come mai un’occasione del genere rischia di passare letteralmente sotto silenzio?).
E’ importante che si attivi il passaparola, e che, se sull’argomento latiteranno quanti sono stati votati per rappresentare Trieste, i cittadini siano presenti, con civiltà ma anche con forza e decisione, per far conoscere alla Reding il loro no al rigassificatore.
http://bora.la/2013/09/10/con-il-rigassificatore-le-bollette-energetiche-aumenteranno/
Marzo 17th, 2017 — General, Ultime
Da domani fino a domenica tre giorni pieni di iniziative promosse dalle realtà anarchiche di Pordenone, Friuli e Trieste. Di seguito il calendario completo con i links:
VENERDI Pordenone: inizio della seconda edizione della tre giorni sull’autogestione
Udine: proiezione di “Affari sporchi” e cena vegan
SABATO Pordenone: seconda giornata sull’autogestione
Udine: presidio sotto il carcere
Trieste: concerto di Alessio Lega a San Giacomo IN PIAZZA PUECHER
DOMENICA Pordenone: terza e ultima giornata sull’autogestione