NO CIE / L’anomalia gradiscana

da senza frontiere

 

Che il CIE  di Gradisca fosse particolare rispetto agli altri lager lo abbiamo detto più volte negli articoli di questo blog. Due recenti novità non fanno che rafforzare questa convinzione.

Iniziamo dalle novità sulla gestione. E’ quasi un anno infatti che la gestione affidata alla Connecting People viene continuamente prorogata senza che ci si capisca una granchè. Quello che è certo è che in corso una “guerra” all’ultima carta bollata per aggiudicarsi la grossa torta in palio che vede in campo la Connecting People, la Gepsa (il colosso transalpino che aveva vinto in prima istanza la gara d’appalto per la gestione delle due strutture sino al 2014, salvo però vedersi congelare l’aggiudicazione definitiva per alcuni elementi di irregolarità emersi nelle credenziali delle imprese italiane a esso collegate (le romane Cofely Italia e Sinergasia e la siciliana Acquarinto) e la Cooperativa Minerva (il vecchio gestore della struttura). La gestione alla Connecting è stata prorogata fino a fine febbraio, per un totale di un anno di proroga. Non ci risulta che una cambio di gestione in un Cie sia mai stato più sofferto, senza contare che periodicamente vengono fuori problemi legati al ritardo nel pagamento degli stipendi dei dipendenti che lavorano all’interno.

L’altra anomalia è legata all’entrata dei giornalisti. Come forse alcuni sanno è stato reitrodotto il permesso a visitare i CIE per i giornalisti. Questa possibilità è però a discrezione dei prefetti e, guarda caso, il prefetto di Gorizia ha deciso di non far entrare i giornalisti in quello di Gradisca.
Tempo fa ci chiedevamo “cosa nascondono?” dietro quelle mura, oggi ce lo chiediamo con ancora più preoccupazione e rabbia.