Non sapendo come etichettarci la Questura di Udine ha adottato questa definizione arzigogolata e ridondante: “Gruppo Anarchico del sodalizio libertario friulano”.
La cosa interessante appunto è che in Friul, Alc si mof ancje senze vì une sigle, un timbro, une etichette di tacasi in tor.
Come dire “io troverò sempre qualcun* dispost* a lottare insieme a me senza prestare giuramento alla mia bandiera”
W lo spontaneismo anarchico quindi. Siamo da sempre anti-organizzatori, ma molto più organizzati di certi burocrati pseudo rivoluzionari che oramai hanno stretto alleanza con partiti “comunisti” e varie associazioni legalizzate, non disdegnando di firmare volantini con il Pd, e l’ARCI che poi infama gli antifascisti militanti e spontanei (chi si è sorpreso delle infamate di antonellafiore o è un coglione o è in malafede).
No sigle, ma autogestione reale!!
PS. Piuttosto che con Franzil, che usa l’antifascismo per farsi la campagna elettorale, preferiamo di gran lunga stare in compagnia degli anarco-insurrezionalisti.
F.to
Il Gruppo Anarchico del sodalizio libertario friulano 🙂
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Anonymous saccheggia anche la polizia di Udine
Sul sito del movimento di hacker un’ordinanza trafugata alla Questura friulana. Nel documento i servizi di ordine pubblico per una manifestazione di Tolmezzo
UDINE. Hanno pescato negli archivi on-line della polizia, hanno selezionato qualcosa come 3 mila 500 file e li hanno pubblicati su internet. Alla mercè di tutti. E in barba alla privacy di centinaia di agenti e alla segretezza di non poche e delicate indagini. L’ultimo “assalto” di Anonymous Italia risale alla notte scorsa e, questa volta, a tremare è anche il Friuli. Perchè tra i database finiti nel mirino dei cyberattivisti c’è pure quello della Questura di Udine.
Server “bucati”. Due le possibili porte d’ingresso degli hacker: il sito www.poliziadistato.it. o il portale riservato Doppia Vela. Sfruttando la vulnerabilità dell’uno o dell’altro sistema, Anonymous è riuscito ad accedere anche ad alcune caselle di posta elettronica, a “saccheggiare” una mole enorme di documenti e comunicazioni private (1,3 Gb) e a squadernarli sul web.
E, per l’esattezza, sullo stesso blog del movimento italiano e sul sito internazionale di area “anonima” Paranoia, alla voce “operazione AntiSec”, che in gergo si riferisce appunto alle azioni rivolte contro forze dell’ordine, intelligence e security. «Il livello di sicurezza dei vostri sistemi – si legge sul blog – è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta».
I segreti della polizia. Nella marea di “leaks”, cioè di dati trafugati, compaiono sia documenti di routine, sia materiale coperto da segreto. Ma anche informazioni “sensibili” relative ad agenti e dirigenti: stipendi, permessi, scambi di mail, attività sotto copertura, spostamenti e trasferimenti di detenuti.
Tra i file più “scottanti”, invece, intercettazioni, la relazione sull’incidente al valsusino Luca Abbà, caduto da un traliccio mentre veniva inseguito da un poliziotto, durante una manifestazione No Tav, le informative sui movimenti antagonisti attivi a Torino. E, ancora, gli ordini dei lacrimogeni, i verbali sugli scontri nelle manifestazioni studentesche, con tanto di nomi e cognomi, e un documento di protesta del Sialp al ministro degli Interni.
Le “rivelazioni” su Udine. L’ordinanza porta la data del 7 settembre scorso ed è indirizzata dal questore Antonio Tozzi a un lungo elenco di dirigenti di polizia e, per conoscenza, al prefetto, al sindaco di Tolmezzo, alla Stradale e al comandante della Compagnia carabinieri.
Niente di particolarmente riservato, per la verità: tre paginette in tutto, per informare colleghi, responsabili delle altre forze dell’ordine e autorità sui servizi di ordine e sicurezza pubblica previsti per il giorno successivo, in occasione del presidio di solidarietà organizzato dal gruppo anarchico del sodalizio libertario friulano e dal gruppo anarco-insurrezionalista del Trentino, davanti alla casa circondariale del capoluogo carnico.
Il questore: siamo tranquilli. «Si è verificata una violazione del sito della Polizia di Stato, ma, almeno per quel che ci riguarda, quella trafugata e pubblicata è un’ordinanza assolutamente accessibile. Non per niente, tra i destinatari, figurano anche enti istituzionali». Il questore di Udine, Antonio Tozzi, getta acqua sul fuoco. «I documenti riservati – spiega – viaggiano con posta certificata e quella non mi risulta sia stata lambita da Anonymous. Nè sul sito è possibile trovare i rapporti di polizia».
A infastidire, piuttosto, potrebbe essere il fatto che, su quell’ordinanza, fossero riportati anche i numeri di cellulare di un paio di dirigenti. «Ormai, di cose inaccessibili al cento per cento – commenta il questore – ce ne sono ben poche. Siamo tutti in qualche modo “noti”, poliziotti compresi. Anonymous non mi preoccupa: penso si tratti di un’esibizione di capacità informatiche, a loro modo pericolose, ma non certo pregiudizievoli per la sicurezza. Tanto meno per quella della provincia di Udine».