Dal Piccolo dell’08/11/12
Degli avvocati isontini prima ispezione in un Cie
Per la prima volta in Italia una delegazione della Camera penale entra in un centro identificazione espulsione (Cie). Succederà domani dalle 9 alle 10.30 in quello di Gradisca, attualmente a circa metà capienza di ospiti. La delegazione sarà guidata da Riccardo Cattarini, presidente della Camera penale di Gorizia che in collaborazione con l’Unione delle Camere penali italiane ha chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Interno di poter ispezionare il Cie. Un iter non semplice ma il cui positivo coronamento incoraggia Cattarini. «L’iniziativa si colloca nel nostro percorso di verifica di legalità in Italia. Personalmente ritengo che il Cie assomigli troppo a un carcere. Anzi, direi che è un carcere. Solo che in un penitenziario c’è un percorso lineare; si entra e si esce in conseguenza di un’azione penale determinata. Qui invece uomini e donne vengono rinchiusi, e spogliati della libertà, sulla base di provvedimenti amministrativi. Dunque, si evidenzia in modo chiaro un deficit di legalità. Non solo. Le condizioni all’interno di questi centi sono spesso oltre il limite del rispetto umano. Capita che siano immesse improvvisamente decine e decine di immigrati, senza che la struttura sia in grado di accoglierle. Di qui lo sviluppo di azioni di protesta, le cosiddette rivolte, culminanti talvolta con azioni autolesionistiche». Subito dopo la visita gli avvocati che accederanno al Cie relazioneranno pubblicamente sulle condizioni trovate all’interno. Il Cie di Gradisca, al di lùà delle valutazioni sulla effettiva deterrenza all’immigrazione clandestina, rappresenta un “buco nero” anche della politica isontina incapace, all’epoca della sua costruzione, di opporsi in modo efficace a questa scomoda presenza. (r.c.)