Dal Piccolo
04/12/12
Gradisca, i lavoratori del Cie danno l?ultimatum all?azienda
GRADISCA Giovedì alle 12. È questa la “deadline” fissata dai dipendenti del Cie e del Cara di Gradisca per avere notizie sui propri stipendi. I lavoratori della Connecting people si sono riuniti in un locale pubblico per urlare la propria esasperazione. Erano in tanti, circa 40, in rappresentanza di tutti i settori: operatori, magazzinieri, lavoratori della mensa, personale sanitario, amministrativi e direzione. Gli altri (in tutto sono una settantina) hanno continuato a garantire il servizio nei due centri. Una riunione spontanea, un confronto sul da farsi “partito dal basso”, come hanno voluto definirlo: senza colori politici e senza coinvolgere i sindacati, perlomeno in questa fase. Qualcuno, anzi, ne denuncia la “totale assenza”. E almeno in due ci raccontano di essersi sentiti caldamente sconsigliare la presenza alla riunione, se non addirittura “di essersi sentiti minacciati” del rischio di perdere il lavoro. I fatti sono noti: la coop è in ritardo di tre mensilità. La mancanza di liquidità deriva dal fatto che, a sua volta, il consorzio di Trapani avanza dei crediti dalla Prefettura per la gestione del centro. Emergono storie di grave disagio: «C’è chi non mangia da tre giorni», come un ragazzo straniero che se ne sta triste in disparte. E c’è chi non può permettersi l’assicurazione dell’auto «e viene a lavorare rischiando quotidianamente il sequestro del mezzo». «Sul mio conto ho 90 centesimi e una famiglia da mantenere». E ancora: «Questo è un lavoro logorante, non possono trattarci come fantasmi». I dipendenti ricevono la visita del direttore della Caritas diocesana, don Paolo Zuttion. «Gli sono vicino – dice – Moltissimi ci contattano quotidianamente per le loro necessità. Soprattutto i tanti dipendenti stranieri che non hanno una rete familiare cui affidarsi». Per ora si chiedono risposte. Poi si vedrà se lo stato di agitazione diventerà qualcos’altro. Un documento è stato inviato al cda della Connecting People per ottenere spiegazioni entro giovedì. Il giorno dopo i lavoratori si riaggiorneranno per capire quali iniziative intraprendere in caso di risposte negative. Lo sciopero sembra strada ostica: si configurerebbe come interruzione di servizio. Compare un documento, che certifica un mandato di pagamento da 1 milione circa, datato 28 novembre. Con quei soldi potrebbe essere garantita ai lavoratori almeno una mensilità. Ma è una consolazione che non basta a nessuno. «È più o meno il 20% di quanto ci spetta, 4 volte meno di quanto ci era stato prospettato dopo un incontro fra azienda e Prefettura». Luigi Murciano
03/12/12
Sciopero dei lavoratori del Cie «Vogliamo i nostri stipendi»
Cie di Gradisca nel caos. E oggi scatta una manifestazione per dire basta ai continui ritardi nel pagamento degli stipendi, alle scarse condizioni di sicurezza, alle incertezze sulla gestione. Niente colori politici, niente rappresentanze sindacali. I lavoratori si troveranno spontaneamente per denunciare una situazione divenuta insostenibile. «Senza un centesimo in tasca a fronte di ore e ore di straordinari – si legge in una nota – e dopo aver visto passare in rassegna politici, amministratori e funzionari dello Stato e delle organizzazioni sindacali viviamo ora la prospettiva che i tempi si possano allungare considerato anche che ci sono in corso scontri giudiziari e proroghe sulla gestione di Cie e Cara. Incertezze che ormai toccano i due anni tra lungaggini e pastoie burocratiche che coinvolgono persino le ditte che dovrebbero metterere in sicurezza una struttura che fa acqua da tutte le parti». Alle 14.30 i lavoratori si incontreranno nel parcheggio del centro commerciale “La Fortezza” di via Udine. «Vogliamo i nostri stipendi e li vogliamo tutti – conclude la nota – Questo è il nostro unico fine. Non vogliamo più promesse e peggio imposizioni rasenti i ricatti che subiamo ogni giorno». Il ritardo nel pagamento dei salari agli operatori delle due strutture per migranti di Gradisca ha toccato ormai i 4 mesi. Una situazione del tutto nuova – sinora il differimento al massimo era stato di qualche settimana – che ha gettato nello sconforto i già esasperati dipendenti della Connecting People, la coop trapanese che gestisce il Cie dal 2008 e il Cara dall’anno seguente. Oltre alle difficoltà di un lavoro logorante e a volte estremamente pericoloso, gli operatori si sono spesso trovati a fare i conti con un’enorme incertezza sul proprio futuro. Connecting People aveva motivato la mancata erogazione degli stipendi con la mancanza di liquidità derivante dai ritardi nei trasferimenti del denaro dovuto dallo Stato (via Prefettura) per i servizi previsti dal contratto di appalto. A tentare di riportare il sereno è un comunicato della stessa Connecting People, che due settimane fa ha informato i dipendenti dell’esito di un vertice tenutosi fra il Prefetto Marrosu, e il presidente del consorzio Giuseppe Scozzari. Il periodo dei mancati trasferimenti sarebbe, quello compreso fra l’aprile del 2011 e l’ottobre di quest’anno. Ciò avrebbe generato alla società «la sofferenza finanziaria e il conseguente ritardo nel pagamento a fornitori e dipendenti». Le parti avrebbero convenuto sull’indifferibilità della messa a dispisizione di almeno l’80% del credito maturato da Connecting People. (l.m.)