STUDENTI TRIESTE: nuovo tentativo di occupazione all’Oberdan

LA PROTESTA NON SI ARRESTA!
Comunicato stampa di alcuni studenti dell’oberdan:

Noi studenti del “Liceo Scientifico Guglielmo Oberdan” abbiamo deciso durante un’assemblea, di occupare l’edificio scolastico al fine di proseguire la protesta nei confronti della politica attuata ai danni dell’istruzione da parte dei governi locali e nazionali che nel corso degli anni si sono succeduti. Abbiamo dovuto scegliere questo metodo di lotta data l’impossibilità di continuare la protesta, assieme ai professori, vista l’assenza della loro collaborazione con un percorso condiviso da entrambe le parti.

La politica riguardo alla quale lottiamo ruota intorno ai seguenti punti:

– Finanziaria regionale
Nella finanziaria regionale per il 2013 sono previsti tagli del 40% ai fondi per l’istruzione e la ricerca. Tali fondi che sono destinati ai progetti didattici ma sopratutto all’edilizia scolastica e al diritto allo studio (comodato d’uso dei libri, trasporti, borse di studio), già ora sono carenti: nelle nostre scuole ogni anno si verificano crolli e allagamenti e l’accesso alla cultura, indipendentemente dalla condizione economica, non è affatto garantito. La stessa legge finanziaria stanzia altri quattrocento mila euro di fondi agli studenti delle scuole private per borse di studio che si vanno a sommare ai circa 12 mln di euro già previsti per finanziamenti diretti e indiretti alle scuole private, e all’esenzione IMU per le scuole confessionali paventata dal Governo nazionale.

– Edilizia scolastica
Lo stato dell’edilizia scolastica nella nostra Provincia è totalmente inadeguato rispetto alle norme di sicurezza. Richiediamo che gli accordi per la commissione sull’edilizia siano rispettati e vengano effettuati periodici controlli nelle scuole.
Inoltre riteniamo scandaloso che Provincia e Comune abbiano recentemente rinunciato a partecipare alla spartizione di un fondo regionale per l’edilizia scolastica di 10 mln di euro: crediamo che serva un reale coordinamento tra le istituzioni locali e un fondo nazionale straordinario per l’edilizia scolastica, da finanziare con gli stanziamenti per le grandi opere.
Siamo abituati ormai al silenzio delle istituzioni alle nostre richieste, per questo avevamo intenzione, in questi giorni in cui saremmo stati a scuola , di svolgere i lavori di risistemazione dell’edificio che noi studenti, con le nostre competenze, siamo in grado a fare.

– Legge di stabilità
La legge di stabilità, che prevedeva inizialmente un’aumento delle ore lavorative da parte del corpo docente pari a 6 ore, continuando una politica di riduzione nei confronti dei costi della scuola e del numero del personale, stando alle dichiarazioni del ministro Profumo, taglierà di circa 400 mln il MOF, ovvero il fondo ministeriale per l’offerta formativa che finanzia le attività extracurricolari, i corsi di recupero, l’apertura pomeridiana delle scuole.

– Spazi studenteschi, spazi di partecipazione
Abbiamo deciso di occupare la scuola per sottolineare la drammatica assenza di spazi adatti a noi studenti in questa città: i nostri diritti non sono rispettati anche perché nelle scuole mancano aule autogestite completamente a disposizione di noi studenti, previste per legge dal DPR 567, e addirittura la concessione temporanea di spazi dove studiare non è garantita. Tutto questo è dovuto anche ai frequenti tagli al diritto allo studio e all’istruzione, che fanno diventare sempre più inadeguato il Pof.
Durante la mattina di oggi, 4 dicembre, davanti alla scuola occupata si sono presentati Preside, Digos e Polizia. La scuola era stata già barricata dall’interno da noi studenti, stanchi di non essere ascoltati e pronti a lottare per il nostro futuro.
Dopo un’ispezione attorno all’edificio, le Forze dell’Ordine sono riuscite ad aprire leggermente una porta antincendio; successivamente la Digos, impossibilitata ad entrare grazie alle barricate di banchi, ha spaccato il vetro di una porta ed è entrata nell’edificio scolastico. Questo episodio è avvenuto mentre alcuni studenti erano nelle vicinanze immediate della finestra e hanno rischiato il ferimento a causa delle schegge. A quel punto, noi studenti siamo saliti al terzo piano e ci siamo seduti sul pavimento, dimostrando di non volere altro che lottare per i nostri diritti. Gli agenti della Digos hanno poi preso tutti i documenti di noi studenti e ci hanno minacciato e intimidito. Ci hanno poi portati in un’aula della scuola dove abbiamo incontrato la Preside, che ci ha apostrofato con parole dure e pesanti.

I fatti di oggi dimostrano ancora una volta come sia difficile, in questo sistema, manifestare e lottare democraticamente per i propri diritti evitando di essere denunciati e identificati come criminali.
Ribadiamo che occupare la propria scuola, oltre a non essere un atto illegittimo, non è nemmeno punibile come reato: la sentenza del 30 marzo 2000 della Corte di Cassazione prevede la non applicabilità dell’art. 633 C.P. in quanto gli studenti non sono semplici frequentatori degli spazi scolastici, ma soggetti attivi della comunità scolastica.
Se le Forze dell’Ordine e la Dirigenza scolastica avevano intenzione di fermarci con le loro intimidazioni, minacce e con i loro abusi, non riusciranno nei loro intenti: noi non ci arrenderemo, e non ci fermeremo sicuramente alla prima denuncia illegittima, al primo sgombero, al primo poliziotto. Oggi come già nel passato abbiamo dimostrato chi è che si preoccupa veramente della scuola e chi invece vuole danneggiarla, materialmente o meno. Noi continueremo a sottolineare e a far capire a chi di dovere che i diritti degli studenti sono una cosa importante, e non vanno toccati. Il futuro è nostro!

Dal Piccolo

MERCOLEDÌ, 05 DICEMBRE 2012

Oberdan occupato, blitz della Digos

Studenti entrati nella scuola la scorsa notte, al mattino l’intervento della polizia sfondando un vetro. Identificati 30 ragazzi

I giovani: «Volevamo riverniciare l’istituto» La preside: «A rischio la loro incolumità»

Il liceo scientifico di via Veronese è in fermento da una decina di giorni. Molteplici le motivazioni della protesta: i tagli previsti dalla finanziaria regionale, lo stato inadeguato dell’edilizia scolastica, la legge di stabilità. Piero Facchin, rappresentante degli studenti dell’Oberdan, spiega il perché dell’occupazione: «In un’assemblea svolta lunedì avevamo deciso di prenderci la scuola per due giorni per rimetterla a posto riverniciando porte e muri. Avevamo proposto alla preside Rocco di dedicarci a questi lavori ma ci ha detto che per motivi di sicurezza non potevamo farli». Ieri Rocco ha spiegato perché ha chiamato la Polizia: «Rispetto alla scorsa settimana i ragazzi non volevano trattare e poiché non c’era una situazione tale da garantire l’incolumità dei studenti, oltre che lo svolgimento delle lezioni, sono stata costretta a far intervenire le forze dell’ordine». Rocco non ha poi sciolto riserve se denunciare i ragazzi identificati: «Ci rifletterò sopra». (ri.to.)

Una trentina di studenti identificati dalla Digos, una porta a vetri sfondata e lezioni nuovamente sospese. E’ il bilancio della seconda occupazione andata in scena ieri al liceo scientifico “Oberdan”. Un tentativo questa volta stroncato praticamente sul nascere dall’intervento della Polizia chiamata sul posto dalla preside Maria Cristina Rocco. Stando alle indiscrezioni raccolte ieri i primi occupanti (in tutto una cinquantina) sono riusciti a penetrare nell’edificio di via Veronese attorno alla mezzanotte di lunedì attraverso una porta secondaria tenuta aperta con il nastro adesivo. Alle 5.30 è entrato poi il secondo gruppo di studenti. «Noi siamo stati contattati attorno alle 7 dal dirigente scolastico (Maria Cristina Rocco, ndr) che non riusciva ad entrare a scuola: poco dopo siamo dovuti intervenire», spiega un funzionario della Digos. Alle 7.45 ha luogo il blitz dei poliziotti che sfondano il vetro della porta antincendio sita vicino ad uno degli ingressi principali (quello del cortile interno). «Da lì c’è stato un fuggi fuggi dei ragazzi: qualcuno è scappato fuori dalla scuola, altri si sono rifugiati al terzo piano», racconta il funzionario. Circa una trentina gli studenti identificati. Quasi tutti minorenni. Per loro potrebbe scattare la denuncia? «Dipenderà dal dirigente scolastico. Da parte nostra non c’è alcuna volontà repressiva«, precisa il funzionario della Questura. All’irruzione della Digos sono seguite polemiche da parte degli studenti che hanno evidenziato come al momento dello sfondamento del vetro ci fosse un ragazzo (forse due) proprio dietro la porta. «Non posso dire se ci sia stato o meno il rischio a terzi in seguito alla rottura del vetro, sicuramente non mi risulta ci siano stati contusi o feriti», aggiunge il funzionario. Dopo l’identificazione dei giovani la preside Rocco ha dichiarato inagibile la scuola ordinando la sospensione delle lezioni. La motivazione è stata attribuita al fatto che la maggior parte delle aule erano state svuotate dei banchi, utilizzati per ostruire internamente gli ingressi principali all’istituto. La preside ha convocato successivamente un incontro con i genitori degli studenti identificati dalla Polizia. Alcuni studenti dell’Oberdan invece hanno redatto un lungo documento spiegando i perché della protesta e un’analisi su quanto accaduto. «I fatti di oggi dimostrano ancora una volta come sia difficile, in questo sistema, manifestare e lottare per i propri diritti evitando di essere denunciati e identificati come criminali – spiegano gli studenti -. Ribadiamo che occupare la propria scuola, oltre a non essere un atto illegittimo, non è nemmeno punibile come reato (…). Se le forze dell’ordine e la Dirigenza scolastica avevano intenzione di fermarci con le loro intimidazioni, minacce e con i loro abusi, non riusciranno nei loro intenti». Il messaggio è chiaro: la protesta non si arresta. Riccardo Tosques