ANTIFA/ Bilancio iniziativa e rassegna stampa su Gelindo Citossi (Romano il Manzin)

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Un bel colpo messo a segno!

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Troppo facile fare solo commemorazioni “fuori casa” senza aggancio con la realtà e le sue contraddizioni e senza disturbare gli equilibri politici, generali e, soprattutto, locali. Il Manzìn ha trovato ora, in loco, un riferimento irriducibile dove depositare la sua eredità ideale e politica. Staremo a vedere se prevarrà ancora il miserabile opportunismo di Pietro Del Frate, sindaco ex comunista (sostenuto da lega e udc), al terzo mandato,  che ha dedicato la “casa del mutilato” ad un ex segretario dell’ MSI e trema solo all’idea di dover trattare la questione del Manzin a San Giorgio di Nogaro.

Paolo De Toni

San Giorgio di Nogaro 15 ottobre 2013

 

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Anche sull’on-line

 

«Citossi, eroe della Liberazione: San Giorgio gli dedichi una via»

«Citossi, eroe della Liberazione:
San Giorgio gli dedichi una via»

di Francesca Artico

Lo chiede il Coordinamento antifascista in occasione dei cent’anni della nascita di “Romano il Manzìn”. Con i suoi Diavoli rossi Gelindo si rese protagonista di un temerario assalto alle carceri di Udine nel ’45
 
 
 
 

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 15 OTTOBRE 2013 Pagina 45 – Provincia

Il ricordo

La figura rievocata dalla Kersevan e da “Arno”, 90 anni

  

SAN GIORGIO DI NOGARO Il Coordinamento antifascista friulano ha commemorato con una serata il centenario della nascita di Gelindo Citossi, noto come “Romano il Manzìn”. La serata è stata aperta da Paolo De Toni a nome del Coordinamento che ha promosso l’iniziativa e ha contestualmente ricordato anche l’autore del libro “Romano il Mancino e i Diavoli rossi”, Pierluigi Visintin, e il partigiano sangiorgino Marcello Volponi, “Tito” , recentemente scomparso, che faceva pure parte dei “Diavoli rossi”. La figura di “Romano il Manzìn” è stata tracciata dalla storica Alessandra Kersevan della casa Editrice Kappavu che ha pubblicato il libro, uscito nel 2002 e recentemente ristampato. Sono intervenuti nel dibattito Giorgio Coianiz, ex presidente dell’Anpi di San Giorgio, che ogni anno organizza la commemorazione per il comandante Romano al cimitero di Pisino in Croazia, dov’è sepolto dal 1976, e Giorgio Milan, ex consigliere comunale del Pci e della lista Fontane. Molto emozionante l’intervento del partigiano novantenne Antonio Burba detto “Arno”, che ha ricordato molti episodi del “Manzìn” e della Resistenza in generale. Il dibattito ha anche toccato il tema del revisionismo storico e dell’attualità dell’antifascismo. (f.a.)

 

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 15 OTTOBRE 2013 Pagina 45 – Provincia

 

«Citossi, eroe della Liberazione:

 

San Giorgio gli dedichi una via»

 

Lo chiede il Coordinamento antifascista in occasione dei cent’anni della nascita di “Romano il Manzìn” Con i suoi Diavoli rossi Gelindo si rese protagonista di un temerario assalto alle carceri di Udine nel ’45

 

SAN GIORGIO DI NOGARO La straordinaria figura di Gelindo Citossi, conosciuto come “Romano il Manzìn”, fa ancora discutere: eroe o «esecutore spietato», per il Coordinamento antifascista friulano decisamente un eroe. È stato ribadito in occasione della celebrazione del centenario della nascita, il 7 ottobre 1913, quando è stato ricordato il leggendario protagonista assieme agli altrettanto leggendari “Diavoli rossi”, di cui era il comandante, della Liberazione fascista in Friuli. Scatta, però, la polemica: il Coordinamento antifascista friulano “accusa” l’amministrazione comunale di San Giorgio di Nogaro di non aver ancora dedicato una via o una piazza a questo «eroico sangiorgino che tanto ha fatto per la “Liberazione”» e sfida il sindaco Pietro Del Frate a farlo. Gelindo Citossi, sesto di nove figli, nasce a Zellina: è un ragazzo irrequieto, scappa spesso di casa e sta settimane senza andare a scuola. Lo definiscono ingenuo e idealista, testardo e determinato, uno che vuole sempre avere ragione, ma anche uno che non ama le ingiustizie. È un bel ragazzo, sempre di buon umore e sempre pronto allo scherzo. Iniziano i conflitti del fascismo che gli portano via due fratelli, uno disperso in Russia e uno morto in combattimento in Grecia, e allora Gelindo simpatizzante della sinistra, ma con “fede” anarchica, fa il suo ingresso nella Resistenza prima in Carnia e poi con i Gap in pianura. Entra a far parte dell’Intendenza Montes, costituitasi dopo l’8 settembre 1943. E’ un uomo forte, eppur privo dell’uso di un braccio, entra nel battaglione di “Franz” che lo incarica di un’azione nella caserma della Guardia di finanza di Latisana, che conclude brillantemente disarmando sentinelle e militari di guardia, impossessandosi delle armi. Tante le azioni compiute da Romano e dai suoi “Diavoli rossi”, ma la più leggendaria resta quella del temerario assalto alle carceri di Udine, a fine gennaio 1945, per liberare i patrioti condannati a morte o alla deportazione nei Lager tedeschi. Partono in camion con i partigiani a bordo e alla periferia di Udine incocciano una colonna tedesca che procedeva nella stessa direzione. Romano riflette sul da farsi e improvvisa, non potendo attaccare la colonna: perché non accodarsi? Fa vestire gli uomini da tedeschi e il gruppo si accoda alla colonna. Giungono in città e mentre i tedeschi entrano alla “Spaccamela” loro si dirigono in via Spalato. Alle 18.30 sono davanti all’ingresso delle carceri, dal camion scende un partigiano vestito da capitano nazista, bussa al portone spiegando che ha dei “banditi” da consegnare: uno è Romano e l’altro è Ape. Le guardie aprono e i Diavoli con il Mancino entrano, si fanno consegnare le chiavi e liberano un’ottantina di prigionieri, poi si danno a una fuga avventurosa irta di pericoli, ma ce la fanno. Francesca Artico

 

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Coraggio Pieri, par parati ll cul,  tu podis simpri disi che ancje Cinti al ere a favor dal Manzin … 

 

1978 delegazione pisino 141

 

A sinistre Desiderio Gigante (Nesto Zigant), consejer comunal dal  PCI  .

Lucio Cinti al’è chel cu lis mostacis … tal 1978 al’ere sindic cul PSI