News/News/News/NewsNews/News si fa un unico presidio /// REPORT Udine, venerdì 28 settembre dalle ore 15.00 alle ore 20.00 in Piazzale della Repubblica Presidio antifascista No a Forza Nuova No a tutti i fascismi L’antifascismo non si fa solo il 25 aprile |
ANTIFASCISMO/ UDINE: No al ritorno in Piazza di Fogna Nuova, No a tutti i fascismi (Fiore = Fiorito)
Marzo 17th, 2017 — Fascisti carogne, General
CIE DI GRADISCA: i giovani del PD senza vergogna!
Marzo 17th, 2017 — CIE = Lager, General
Putroppo si è saputo dell’incontro solo all’ultimo. Sarebbe stato il caso di fargli sapere con forza cosa pensiamo di loro e dei lager che hanno contribuito a edificare e sostenere.
Dal Piccolo del 25/09/12
Giovani Pd: il Cie ha fallito troppi sprechi di risorse
GRADISCA Trattenimento ed espulsione hanno fallito. Il Cie si dimostra un gigante dai piedi d’argilla non solo dal punto di vista economico, con uno spreco costante delle risorse, ma anche dal punto di vista dei risultati. I concetti sono emersi nel corso dell’incontro “Cosa Cie dietro quel portone”, organizzato dai Giovani democratici di Gradisca sul tema delle due strutture per immigrati presenti nella cittadina della Fortezza. Sono intervenuti il segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp Giovanni Sammito e l’avvocato Andrea Guadagnini per spiegare ai gradiscani (e non) presentì alla Casa del Popolo chi e perché vive dietro quel muro quasi invalicabile. Sammito ha spiegato ai presenti – non tutti a conoscenza di questo aspetto – che la doppia struttura di Gradisca per persone ospitate è la più grande d’Italia situata nel centro più piccolo fra quelle sede di altri centri immigrati. All’incontro non sono mancati alcuni ospiti del Cara, tra i quali Massud Latifi, che ha raccontato la sua difficile storia e il suo travagliato viaggio dall’Afghanistan all’Italia. dignità delle persone migrate. (l.m.)
TRIESTE: e vai di privatizzazione dell’acqua
Marzo 17th, 2017 — General, Privatizzazione
Dal Piccolo del 26/09/12
Trieste, via libera del Consiglio comunale alla fusione AcegasAps-Hera
Il centrosinistra blinda la delibera alle 4 del mattino. Presente il sindaco Cosolini e i consiglieri di Un’Altra Trieste. Contrari Pdl, grillini, il leghista De Gioia e il presidente del Consiglio Furlanic (Fds)
di Matteo Unterweger
Si è chiusa che erano le 4.10 del mattino la seduta fiume del Consiglio comunale dedicata alla fusione AcegasAps-Hera.
Il centrosinistra con una delibera blindata, da cui si è sfilato solo il presidente del Consiglio Furlanic (Fds), è riuscita incassare la maggioranza dei voti dei 32 consiglieri presenti in aula (era presente il sindaco Roberto Cosolini, tra gli assenti i due consiglieri di Un’Altra Trieste). Questo l’esito della votazione: 23 sì, 8 no (Bertoli, Camber, Giacomelli, Rovis del Pdl; Patuanelli e Menis del MoVimento 5 stelle; De Gioia della Lega; Furlanic, FdS; un astenuto, Lobianco diFli).
Il confronto in aula non è stato certo una passeggiata per l’amministrazione Cosolini, messa sotto pressione dagli attacchi dell’opposizione. Specie di Pdl e MoVimento 5 Stelle. I “grillini” hanno chiesto di non votare la delibera perché non in linea «con le linee programmatiche del sindaco» (Paolo Menis) e per «tutelare la volontà dei cittadini espressa con il referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011» (Stefano Patuanelli). Dal fronte pidiellino, primo affondo firmato con una pregiudiziale da Claudio Giacomelli, con citazione dell’articolo 78 del Testo unico degli enti locali (Tuel), poi contestualizzato: «Chi detiene azioni AcegasAps o ha parenti sino al quarto grado che le posseggono, non può partecipare al voto», in sintesi il messaggio. Il segretario generale del Comune, Filomena Falabella, ha confermato l’obbligo di astenersi dal voto o dalla discussione per i consiglieri in presenza di un interesse privato. Poi l’outing di Piero Camber: «Ho 200 azioni. Cosa devo fare?». Il presidente dell’assemblea Iztok Furlanic ha ribadito per Falabella. A ruota Menis: «Io ne ho dieci». Nessun altro, con pregiudiziale passata.
A scuotere l’aula ci ha pensato poco dopo Paolo Rovis, sempre Pdl. Citando una lettera d’intenti, frutto di un accordo fra il sindaco di Padova Flavio Zanonato e l’Idv a garanzia del voto favorevole dei “dipietristi” all’integrazione, lettera che Roberto Cosolini ha confermato di aver ricevuto. Il sindaco ha assicurato in prima battuta: «Non contiene niente di modificativo rispetto alla delibera sulla fusione». Cosa include allora? «Impegno a garantire qualità e miglioramento dei servizi – ha specificato il sindaco -, a non potenziare l’impianto di San Lazzaro a Padova, a ridurre dal prossimo mandato i componenti del cda AcegasAps da dieci a cinque e i compensi di presidente e ad». L’opposizione ha chiesto di poterla leggere prima del voto. Molti i consiglieri in collegamento con i colleghi impegnati nel contemporaneo Consiglio comunale a Padova, dove i toni – all’esterno del palazzo – si sono rivelati ben più accesi che a Trieste: le notizie della protesta di alcuni esponenti dei Centri sociali, con successiva mini-carica della polizia, sono rimbalzate sino in piazza Unità.
A sostegno dell’integrazione e dell’azione della giunta Cosolini le parole di Roberto Decarli (Trieste cambia), Giovanni Maria Coloni, Pietro Faraguna, Stefano Ukmar e Manuel Zerjul (Pd). Una «farsa»: così Franco Bandelli (Un’Altra Trieste), ha invece definito il Consiglio. «Il mio gruppo non partecipa a questa seduta. Se si voleva intervenire – ha affermato Bandelli riferendosi implicitamente al Pdl -, allora bisognava far dimettere i vertici della società». Concetto espresso anche da Alessia Rosolen.
La Lega Nord, oltre agli interventi di Roberto De Gioia, ha fatto sentire la sua voce in modo simbolico con un gruppo di militanti presentatosi fra il pubblico, in testa il deputato Massimiliano Fedriga e il segretario provinciale Pierpaolo Roberti, indossando t-shirt con le scritte «No alla vendita di AcegasAps» e «AcegasAps è dei triestini, non del Pd». Maglietta anche per Paolo Polidori, consigliere provinciale del Carroccio e componente del cda di AcegasAps, pure durante all’intervento iniziale del presidente della multiutility triestino-patavina Massimo Paniccia (di cui riferiamo a parte). Tra gli spettatori, inoltre, rappresentanti dei comitati a tutela dell’acqua come bene pubblico, ricevuti dai consiglieri dopo l’audizione di Paniccia.
MONFALCONE: il comitato sulla riconversione della centrale elettrica
Marzo 17th, 2017 — General, Isontino
Riconversione A2a Sel e Collettivo litorale attaccano il sindaco
da Il Piccolo del 25 settembre 2012 Pagina 28 – Gorizia-Monfalcone
Iacono: chiarezza sui piani e coinvolgimento degli abitanti
Il Cdlc: Altran delega a un tavolo tecnico di cui non si sa nulla
SINDACATI: Venerdì l’incontro con l’azienda a Brescia
Gli investimenti di A2a per la centrale saranno al centro di un incontro, venerdì a Brescia, fra i sindacati e il gruppo lombardo. In quella sede Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uilcem Uil si attendono che A2a illustri «un concreto piano di sviluppo debitamente finanziato, che preveda la sostituzione dell’attuale impianto obsoleto». E in caso di risposte elusive o dilatorie sono pronti a proclamare una giornata di sciopero, in base al mandato ricevuto dai lavoratori
Si infiamma la polemica politica sulla “riconversione” a carbone della centrale elettrica di A2a. Dopo la netta presa di posizione del Prc (che siede in giunta con il Pd) che, attraverso il segretario Emiliano Zotti, ha annunciato di «prendere in considerazione solo le proposte avanzate in modo trasparente e con il coinvolgimento della popolazione», anche Sel e il “Collettivo difesa litorale carsico” attaccano il sindaco Altran. Rifacendosi alla comunicazione fatta in aula dal primo cittadino, venerdì scorso, sul tavolo tecnico ambientale da attivare con gli enti deputati alla sorveglianza sulle emissioni, e alla posizione del Prc citata più sopra, il consigliere Giovanni Iacono (Sel) si chiede «qual è la politica della giunta su A2a? C’è un accordo siglato all’improvviso ad agosto, quando da mesi chiediamo di discutere in aula, e se sì cosa prevede? Dovrebbe o no – prosegue Iacono – essere discusso in Consiglio e reso pubblico? O qualcuno già ne ha una copia, e se sì come?». Iacono ricorda che Altran si è presentata ai cittadini con un accordo di coalizione con Rifondazione e Idv. «Ma quale programma su A2a aveva la maggioranza, visto che oggi si leggono notizie surreali di un partito che attacca il suo stesso sindaco?». Sel chiede dunque chiarezza in aula, e che «sia istituito un organismo indipendente di accesso alle rilevazioni di controllo sulle emissioni della centrale, chiarezza sui piani di investimento o meno per il passaggio al gas, un ruolo e un coinvolgimento della popolazione e garanzie per un bilancio ambientale per Monfalcone». «Chiederemo – conclude Iacono – una conferenza straordinaria, aperta al ministero, sul futuro della centrale. Vogliamo chiarezza, e prima della campagna elettorale per le regionali». Ad esprimere contrarietà di merito e metodo rispetto agli orientamenti esposti dal sindaco è poi il Collettivo difesa litorale carsico. «Il tavolo tecnico che il sindaco Altran ha proposto sulla centrale – afferma il Collettivo – è un obbrobrio istituzionale. Il sindaco, responsabile della salute della popolazione, deve rispondere in prima persona, e invece delega a un tavolo tecnico imbastito con modalità e tempi ignoti». Il primo cittadino ha annunciato poi che «i progetti di sviluppo dell’impianto di A2a andranno discussi in un secondo tavolo tecnico – prosegue il Collettivo – da attivare entro dicembre, dimenticando che il piano industriale è alle porte, visto che la dismissione dei gruppi a olio ha come scadenza il 13 febbraio 2013». Seguendo il ragionamento poposto dal sindaco – conclude il Collettivo – mentre il primo tavolo tecnico si perderà in inezie, magari ben scritte, A2a presenterà il piano industriale, previsto per ottobre, che non verrà discusso apertamente».
Presidio Udine/ il mv di oggi
Marzo 17th, 2017 — Fascisti carogne, General
Il messaggero di oggi
alla fine le conclusioni le tireremo …
VENERDÌ, 28 SETTEMBRE 2012
Pagina 26 – Cronache
Presidio antifascista contro Forza Nuova
Arci, Anpi, Sel, Pd e Rc e altri manifesteranno oggi in piazza Repubblica. Il movimento di destra sarà in piazza D’Annunzio
E domani attesi centinaia di ambientalisti Anche un concerto contro la vivisezione
Se oggi sarà la volta delle manifestazioni politiche, domani Udine ospiterà una iniziativa animalista e ambientalista per protestare contro la vivisezione e contro l’azienda Harlan, che ha una sede ad Azzida, a San Pietro al Natisone, e che si occupa di produzione di cibo per animali, ma anche di ricerca. L’appuntamento di domani degli animalisti (sono attesi oltre un migliaio da tutta Italia) avverrà alle 14 col ritrovo dei manifestanti in piazza Primo maggio. Alle 15 partirà il corteo che percorrerà le strade del centro di Udine. Alle 16.30 arrivo in piazza Libertà per un dibattito con Massimo Tettamanti, chimico ambientale e criminologo forense, coordinatore per l’Europa dell’International Center for alternatives in research and education, responsabile nazionale per la riabilitazione di animali da laboratorio, e il filosofo Leonardo Caffo. Alle 18.30 la manifestazione si trasferirà nel piazzale del Castello. Tavoli informativi e concerto di chiusura a ingresso gratuito.
di Federica Barella Sinistra e Destra in piazza oggi pomeriggio a Udine. E, in in mezzo, le forze dell’ordine schierate a garantire l’ordine pubblico e soprattutto a permettere che le diverse parti politiche possano manifestare liberamente. Le polemiche e le proteste sollevatesi a sinistra dopo l’annuncio della manifestazione indetta per questo pomeriggio da parte del gruppo di Forza Nuova, nel giro di poche ore si è tramutata infatti nell’organizzazione di un presidio “antifascista” che si terrà a partire dalle 15 (e fino alle 19) in piazza della Repubblica: parteciperanno Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi-Udine), Rifondazione comunista, Fiom – Cgil, Unione Sindacale Italiana, Arci Comitato territoriale di Udine, Ucai (Unione delle comunità e associazione di immigrati), Giovani comunisti, Falce e martello, Partito democratico di Udine. E anche su Facebook è stata creata una pagina dedicata a questo contro-evento di oggi pomeriggio. «Ci associamo nel ribadire – dice la coordinatrice provinciale di Sel, Roberta Degano – che Udine è stata insignita della medaglia d’oro per la Resistenza. La Resistenza è stata portatrice di alti valori di democrazia ed è il “motore” dal quale è nata la nostra Carta Costituzionale. Non possiamo quindi non esprimere il nostro dissenso sulle motivazioni per le quali Forza Nuova manifesta (ovvero, come annunciato in un comunicato: sovranità monetaria, lavoro e immigrazione), anche a difesa dei diritti di tutti i cittadini e le cittadine italiani e immigrati del nostro Paese». Ma Forza Nuova, riannunciando ieri la manifestazione di oggi, e rinnovando l’invito a tutti i simpatizzanti a trovarsi alle 18 di oggi in piazzale D’Annunzio per un corteo che poi si sposterà fino in piazza Libertà dove si svolgerà il comizio finale, ribadisce anche le linee di questa iniziativa. «I cittadini – si legge in un documento – sono stanchi di questa situazione di crisi e l’unico modo per uscirne è adottare una moneta a sovranità popolare, anziché di proprietà delle banche, e ridare fiato all’economia alleggerendo il carico fiscale delle imprese e tagliando le spese per la politica, a partire dalle Regioni». Tra le forze e le associazioni di sinistra da una parte e Forza Nuova dall’altra, come si è detto, in mezzo ci saranno le forze dell’ordine, a iniziare dai vari agenti della polizia. «Non c’è nessun particolare allerta per il pomeriggio di venerdì – hanno spiegato ieri i vertici della Questura di Udine -. Il nostro compito sarà quello di vigilare affinchè tutto si svolga nel modo più ordinato e tranquillo. Nulla ci fa pensare che possa accadere il contrario».
Report manifestazione Udine Antifa
Marzo 17th, 2017 — Fascisti carogne, General
Guarda il numero delle visite a questa pagina
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Tutto sommato bene, anzi benissimo. Dopo le annunciate presenze istituzionali che in fin dei conti non si sono neanche viste a parte Honsell che come prevedibile ha avuto anche qui un suo momento da Star (però l’uomo sembra un pò depresso forse non gli tornano i conti il che per un matematico è un po’ grave … ), si è riusciti ad andare fino in Piazzale D’Annunzio e quasi ci scappava la carica, ma in realtà si è trattato solo qualche colpo di scudo, dai dati fin qui raccolti; i manganelli stavano per partire, ma San Cristian Franzil deve essere riuscito a fermarli.
Solo che, ecco la sorpresa … un corteo spontaneo, senza bisogno di leaders, si è diretto alla spicciolata in Piazza Libertà ed ha contestato i fasci e praticamente non li ha lasciati parlare, e alla fine si è ripreso la piazza ed è anche salito sul terrapieno.
Report dettagliato su Piazza Libertà
Prima dell’arrivo del corteo dei 53 (contati) fasci di fogna nuova in piazza Libertà, poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa avevano creato due cordoni, uno in piazzetta Belloni e uno proprio all’imboccatura di piazza Libertà di contenimento delle e degli antifascisti, che erano un centinaio e forse più tenendo conto anche di chi è arrivato alla spicciolata e di chi si è posizionato sopra la loggia. In piazza Libertà attendevano anche dei simpatizzanti fascisti della buona borghesia udinese, che però si sono spaventati della cattiveria degli antifascisti e hanno lasciato il campo. Poco prima dell’arrivo del corteo una cinquantina di attiviste/i antifa si sono schierate/i ai piedi della loggia, blindati dalla celere e sono iniziati i canti e le urla di contestazione, durate per almeno mezz’ora, che hanno impedito di fatto che si sentisse la voce dei fascisti in tutta la piazza. Alla fine del comizio fallimentare, i fascisti sono stati scortati dagli sbirri giù dal terrapieno e poi ancora sulla strada del ritorno verso piazzale D’Annunzio, sempre accompagnati dalle urla di contestazione. Presenti e attivi nella contestazione moltissimi giovani. Un particolare sinistro ed inquietante: un provocatorio striscione dei fascisti recitava “Giovani comunisti uniamoci”.
Cespuglio
Post Scriptum del 29 settembre. A scanso di equivoci la precisazione sulle manganellate era stata fatta in conseguenza all’articolo del Messaggero online (che era stato anche linkato nel report) che titolava
Sinistra e destra in piazza
scontri con la polizia a Udine
Manganellate e lanci di lattine durante le due manifestazioni che si stavano svolgendo in contemporanea tra via Aquileia e piazza della Repubblica
ma questo non mi risultava, e nessuno lo aveva rilevato, anche se si sono visti i manganelli roteare ed in effetti è stato quasi un miracolo che gli sbirri non abbiano colpito i compagni più esposti, evidentemente ho pensato che la copertura istituzionale ( la comunicazione alla questura per il presidio credo che l’abbia fatta proprio l’assessore di RC Kristian Franzil) abbia frenato la voglia degli sbirri di manganellare.
Qui il report pubblicato su globalproject il 29 settembre
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le foto che seguono si riferiscono solo a Piazzale della Repubblica e Piazzale D’Annunzio
UDINE ANTIFA/ Rassegna stampa
Marzo 17th, 2017 — Fascisti carogne, General
Manifestazione a Ravenna contro la CMC il 13 ottobre
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Cemento Morte Corruzione. Reports
NO Vivisection/ Rassegna stampa manifestazione Udine
Marzo 17th, 2017 — General, No Vivisezione
MV online 29 settembre
Più di mille animalisti sfilano
in piazza contro la vivisezione
Decine di pullman da tutta Italia e anche dall’estero per partecipare alla manifestazione “No Harlan, no vivisection”. Dopo il corteo si è tenuto un incontro pubblico sulle ragioni del “no” alla vivisezione.
UDINE. Più di mille persone si sono radunate nel centro del capoluogo friulano per dare vita a un corteo con cartelli, striscioni e slogan inneggianti al rispetto della libertà degli animali. Organizzata dal «No Harlan Group» di Udine, raggruppamento spontaneo di associazioni animato da Lav, Animalisti del Friuli Venezia Giulia, Associazione Imperatrice Nuda, Oipa, Enpa e Animalisti Italiani, e patrocinata dal Comune, la manifestazione ha avuto l’obiettivo di chiedere l’immediata chiusura della società Harlan Laboratories, multinazionale con base negli Usa e tre sedi in Italia, tra cui quelle di Correzzana (Monza), Bresso (Milano) e Azzida di San Pietro al Natisone.
Davanti alla sede friulana, temendo possibili blitz, si sono schierati i poliziotti in assetto anti sommossa, ma non si sono verificati incidenti di alcun tipo. Gli animalisti infatti sono rimasti in piazza.
Secondo la portavoce del gruppo locale, Cristina Carignani, «la Harlan alleva, produce e commercia in tutto il mondo ogni tipo di animale da laboratorio, dalle cavie ai cani, vendendoli ad enti pubblici e privati che fanno sperimentazioni su animali vivi. Chiediamo a gran voce che gli animali, i quali provano sentimenti ed emozioni come noi, non siano sottoposti a terribili torture nel nome del profitto».
«Dal punto di vista etico – ha detto il filosofo antispecista Leonardo Caffo, dell’Università di Torino – pensiamo che se anche la sperimentazione funzionasse, si deve essere ugualmente contrari perchè l’animale comunque soffre e muore». Dopo il corteo si è tenuto un incontro pubblico sulle ragioni del “no” alla vivisezione al quale è intervenuto, oltre a Caffo, anche il chimico ambientale e criminologo Massimo Tettamanti, responsabile nazionale della riabilitazione degli animali da laboratorio. La manifestazione si è poi conclusa con un concerto sul piazzale del Castello di Udine. Nell’edizione di domenica il racconto della manifestazione.
DUMBLES / No vivisection
Marzo 17th, 2017 — General, Varie

La sperimentazione animale si fonda su un assunto che è quello che l’organismo animale è buono per essere usato come modello umano; farmaci, alimenti, cosmetici, nuove sostanze, tutto si testa sugli animali in base a questo principio.
In questo caso essere un modello significa essere simile, strutturato allo stesso modo, soggetto agli stessi risultati causa/effetto; ma non passivamente come il semplice manichino che usi per provare il vestito; per essere un buon modello occorre anche che il manichino abbia delle reazioni … insomma che dica “hai!” se lo pungi con lo spillo.
Ma la pratica della sperimentazione animale, per poter essere applicata con serenità di coscienza deve fondarsi anche su un altro assunto, che in realtà rappresenta l’inverso del primo; cioè che il modello è profondamente diverso dall’originale, cioè che l’umano è umano e che l’animale non è umano, e, proprio perchè animale non umano può essere vivisezionato, manipolato, ucciso, come un manichino privo di vita propria.
Evidentemente c’è qualcosa che non quadra, qualcosa che sta lì in quel “quasi” ma non “abbastanza” dell’animale che è umano e non umano allo stesso tempo.
Allora, con quali attrezzi filosofici, biologici ed epistemologici ci apprestiamo a ragionare in questa terra di mezzo che sono le sfumature nel passaggio da un livello di organizzazione ad un altro, in questo sfilacciarsi dell’animale verso l’umano, nei salti e nei percorsi dell’evoluzione di cui il vivente tutto è il risultato?
La sensibilità individuale e l’empatia sono le scialuppe sulle quali possiamo navigare in questo mare di contraddizioni e labirinti che si apre davanti a noi quando affrontiamo questi argomenti.
Eppure, pur essendo anche un nostro sentire, non possiamo non riconoscere quanto talvolta siano molto emozionali e poco razionali, importanti ma non sufficienti.
Ed è sufficiente l’approccio razionale? e sopratutto, su che cosa si fonda? Può essere il livello di sviluppo del sistema nervoso la nostra chiave di lettura?
Nel numero di settembre di una rivista sicuramente non schierata contro la sperimentazione animale come “Le Scienze”, si riportava uno studio di Jaak Panksepp in un articolo con il titolo: “Il topo che rideva”, sottotitolo “Anche gli animali hanno il senso dell’umorismo? Forse sì”. Il topo ride, se sollecitato in certi punti, come noi quando ci fanno il solletico ai piedi…., ride, …con la stessa espressione giocosa di un bambino. E’ evidentemente una modalità di specie che attraverso la giocosità crea coesione fra individui conspecifici ma non solo; “… indurre la risata nei giovani ratti favoriva la formazione del legame ratto/uomo: i ratti solleticati cercavano attivamente le mani umane che li avevano fatti ridere”.
Per suggestione di contiguità emozionale, al ridere si associa il piangere.
Nel mese di luglio di quest’anno c’è stata la Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza; vale la pena riportarne il sunto finale: “Noi dichiariamo quanto segue: L’assenza di neocorteccia non sembra precludere ad un organismo l’esperienza di stati affettivi. Evidenze convergenti indicano che animali non umani hanno substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici che permettono stati di coscienti in base ai quali avere comportamenti intenzionali. Conseguentemente, il peso dell’evidenza indica che gli umani non sono gli unici in possesso di substrati neurologici che generano coscienza. Animali non umani, inclusi mammiferi ed uccelli, e molte altre creature, inclusi i polpi, possiedono questi substrati neurologici”.
E’ ovvio che in questo approccio scientifico subentra un altro paradosso: per poter osservare che il topo ride, devi averlo tenuto in contenzione; ed i neuroscienziati, neurofarmacologi, neurofisiologi ecc di Cambridge per arrivare alla loro dichiarazione ne avranno sezionati di cervelli non umani…
Per prendere coscienza che loro sono coscienti, demolire così il secondo assunto sul quale si regge la sperimentazione animale e dire, usando una perifrasi attuale, che l’animale è “diversamente” umano.
A questo punto, volendo, possiamo anche rovesciare la prospettiva e guardare a noi come specie “diversamente” animale, possiamo guardare all’animale che siamo dal punto di vista bio-ontologico ed evolutivo. Perchè, se non siamo creazionisti e guardiamo all’evoluzione, sappiamo che siamo anche animali, la scimmia nuda, appunto; ma la scimmia che ha imparato a parlare, a creare simboli -come gli orsacchiotti di peluches che davano da stringere quale supporto psicologico ai parenti delle vittime dell’11.09.01, o, per restare all’attualità, le maschere di animale spesso usate a supporto di un’idea -squisitamente umana- di sessualità bestiale (pensate alle teste di maiale di gomma indossate alle feste da basso impero della destra romana…)-, a formulare concetti e, attraverso la scienza, ipotesi e paradigmi…
E siamo la specie che, grazie a queste qualità, si discosta dalle altre per la capacità di infliggersi violenza intraspecifica non necessaria: [ne avevamo accennato qui] guerre, schiavitù, sfruttamento, dominio.
E’ uno scostamento in negativo determinato dall’uso aberrato del substrato neuronale emergente dalla nostra neocorteccia, usato per un’aggressività predatoria ambientale ed extraspecifica senza precedenti, arrivata al punto, paradossale anche questo, di autodistruzione.
La pressione di necessità per mantenere la nostra struttura termodinamica, non è quella dell’animale. Oltre che saper costruire, noi sappiamo anche immaginare: utensili, oggetti, mondi… reali e virtuali. Una parte di questi può aiutarci a vivere anche facendo a meno della violenza oltre che intra, anche extraspecifica di cui la sperimentazione animale è componente….
Allora perchè non connotare il nostro essere “diversamente” animali per un qualcosa in più piuttosto che in meno?
Che ci giova la presenza di neocorteccia se sprechiamo questo tentativo dell’evoluzione incarnato nelle nostre teste, di fare della vita sul pianeta un’avventura unica?