UDINE/ Foto 25 aprile

Il nostro 25 aprile 2013. Rassegna fotografica | Rassegna stampa e volantino |

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25 APRILE PORDENONE: Report + foto

25aprilepn2013Un 25 aprile lungo un’intera giornata quello del Coordinamento Antifascista Pordenonese. Un bilancio più che positivo grazie alla fatica delle decine di compagni e compagne che ne hanno consentito l’organizzazione e lo svolgimento culminato nel concerto finale con la maratona di 5 gruppi musicali al motto “Ama la musica, odia il fascismo”, accompagnando ben oltre 200 persone sotto il sole pomeridiano fino alla brezza della sera.

Tutto è cominciato la mattina, alle 9.30. Almeno una sessantina di persone hanno partecipato all’ALLERTA ANTIFA” indetto dal Coordinamento, contribuendo a tappare la bocca al vice-presidente della Provincia E. Grizzo. Il solito discorso fatto di retorica ipocrita iniziale che al momento del passaggio sulla “pacificazione” ha fatto scattare una corale Bella Ciao oscurando la parte conclusiva, durata sorprendentemente pochissimo e lasciando la canzone nel bel mezzo della sua durata.

La cosa ci ha lasciati sorpresi e col senno di poi non può che essere letta come il tentativo da parte del leghista di sbarazzarsi quanto prima dell’ingrato compito istituzionale sapendo cosa gli spettava…incommentabile.

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UDINE/ 25 aprile rassegna stampa e nostro volantino

Incredibile, scandaloso articolo del Messaggero Veneto.

Ma Michela Zanutto è forse simpatizzante di Casapound???

Dal sottotitolo dell’articolo sembra che ci fossero anche i fascisti in  Piazza. Poi sembra che abbia sfruttato la cosa per fare un ennesimo articolo di propaganda per i fascisti. Ancora ha completamente ribaltato il senso del volantino del CSA che esprimeva ovviamente entusiasmo per l’astensionismo al 50%

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MV VENERDÌ, 26 APRILE 2013 Pagina 19 – Cronache
 
Lo striscione: no alla sede di CasaPound
 
A colpi di slogan i movimenti di destra e di sinistra si sono dati battaglia in piazza Libertà
 
 
 
 
La celebrazione del 25 aprile in piazza Libertà si è trasformata anche in una battaglia a suon di volantini e striscioni. In questa cornice, ieri, ha debuttato con una specifica richiesta la Nuova autonomia udinese (Nau), il collettivo antifascista e apartitico: «Nessuno spazio ai fascisti nella nostra città: chiudiamo CasaPound». Questo perché, tra qualche giorno, una quarantina di “fascisti del Terzo millennio” inaugurerà la prima sede del gruppo di estrema destra in città, CasaPound appunto. Un ex negozio in piazzale Cella, 60 metri quadrati dedicati all’eroe dei cieli Francesco Baracca. «Il 25 aprile noi militanti del Nau siamo orgogliosi di celebrare il 68.mo anniversario della Liberazione italiana dal nazifascismo – scrive il collettivo nel volantino –, ma siamo costretti a denunciare alla popolazione che ancora oggi il concetto fondamentale di libertà viene messo in discussione dalla recente proliferazione di partiti neo fascisti, riconosciuti benché anticostituzionali. In questo contesto denunciamo la nascita della sezione locale di CasaPound». In piazza sono scesi anche i ragazzi del Centro sociale autogestito (Csa) di via Scalo nuovo, «in esilio» – come hanno sottolineato – dopo la confisca della palazzina occupata che li ospitava, resa alle Ferrovie dello Stato. I ragazzi del Csa hanno puntato il dito contro l’astensionismo alle recenti elezioni che ha segnato «la totale delegittimazione del sistema politico – scrivono nel volantino –. La Repubblica nata dalla Resistenza sta miseramente crollando, dobbiamo salvare l’antifascismo che è un valore popolare». In mezzo a bandiere No Tav e sindacali, la Resistenza è stata paragonata anche alla battaglia del Comitato per la vita del Friuli rurale. «Bagnata dal sangue dei martiri e dal sudore di generazioni è la nostra terra, l’unica che abbiamo – si legge a caratteri cubitali sul volantino distribuito in piazza». Nello stesso volontino si fa riferimento ai costi della politica, in particolare al rimborso spese dei consiglieri regionali che ha provocato «sfiducia e la diserzione dai seggi di un elettore su due. La Resistenza non è finita». Michela Zanutto

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Volantino distribuito i 500 copie

 

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1 maggio: appuntamenti

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TRIESTE: spezzone libertario per

l’autogestione

 

CERVIGNANO: presenza NO TAV

RIGASSIFICATORE: nuova sospensione dell’iter

Dal Piccolo del 30/04/13

Dal Ministero dello sviluppo altro “no” al rigassificatore

 

La notizia è arrivata inattesa (e gradita) all’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni: sospesa anche dallo Sviluppo economico l’autorizzazione al rigassificatore. «Il ministero – è il commento – ha preso atto del precedente decreto del ministero dell’Ambiente. Atto estremamente importante. Se non si troveranno altri siti, o non si modificherà il piano industriale del porto, credo che la sospensione diventerà definitiva». E adesso? Sei mesi di tempo. «Faremo una riflessione con gli enti locali, con l’Autorità portuale che è l’elemento decisivo. Con la Regione e col governo dove in pochi giorni il quadro è completamente cambiato. Parleremo coi nuovi ministri, col nuovo governatore. Comincia per Trieste un lavoro molto duro». di Gabriella Ziani All’ultimo minuto prima di chiudere l’ufficio, quando la lista dei nuovi ministri del governo Letta era forse già scritta, il ministero dello Sviluppo economico retto da Corrado Passera ha sospeso l’autorizzazione già concessa al rigassificatore di Gas Natural. Un secondo stop dopo quello, di 6 mesi, decretato dal ministero dell’Ambiente e controfirmato dal ministero dei Beni culturali. Questo ne è la diretta conseguenza e rimanda l’esame del problema altrettanto a fra 6 mesi. A quella data o si sarà trovata un’altra collocazione all’impianto per non impedire lo sviluppo dei traffici in porto (come dimostrato dall’Autorità portuale che ha dato determinante parere negativo all’insediamento), oppure al contrario il porto tornerà sui propri passi ridimensionando il piano industriale di ampliamento, e riaprendo così la porta alle navi gasiere. Se nessuna di queste condizioni alternative verrà soddisfatta, il rigassificatore si troverà definitivamente espulso dalla baia di Muggia per manifesta impossibilità. Un colpo di scena dopo l’altro, dunque, proprio nell’attimo in cui si chiude l’esperienza del governo Monti, con l’evidente dissenso tra i due ministri: Clini disposto ad ascoltare i “no” del territorio e della Slovenia, con coraggiosi atti conseguenti, e Passera incrollabilmente deciso a insediare il rigassificatore a Trieste, anche in ultimo con una sortita a Bruxelles per far inserire il progetto nel piano strategico europeo. Ma è stato Clini a condurre la partita. Prima riaprendo la procedura di Valutazione d’impatto ambientale già concessa nel 2009, alla luce dei nuovi dati previsionali del porto, quindi negando di fatto l’autorizzazione, anche se “pro tempore”, per lasciare spazio all’esame delle due opzioni: o meno porto, o un altro posto (ma quale?). Non solo, Clini subito dopo ha dato semaforo rosso anche al secondo rigassificatore, quello al largo di Fossalon proposto dalla tedesca E.On. E questo lascia a Trieste nel suo breve ma intenso periodo da ministro, oltre alla soluzione del “dramma bonifiche” e a un percorso avviato per la bonifica della Ferriera. Intanto non solo allo Sviluppo economico c’è adesso Flavio Zanonato, l’ex sindaco Pd di Padova, ma è cambiata anche la guida della Regione, con la Pd Debora Serracchiani contraria, mentre il governatore Pdl Renzo Tondo era stato favorevole, salvo poi assecondare in ultimo il vertice del porto. La nota spedita a Trieste comunica l’avvenuta «sospensione del procedimento di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del terminale di rigassificazione di Gnl localizzato nel posto di Trieste, località Zaule, in attesa della realizzazione delle condizioni risolutive della sospensione di efficacia previste dal decreto di sospensione del 18 aprile 2013».

 

NO TAV/ Foto 1° maggio a Cervignano del Friuli

Cervignano del Friuli 1* Maggio 2013

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Primo maggio a Trieste: foto e materiali

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Monfalcone: sentenza processo amianto slitta ancora

da Il Piccolo del 29 aprile 2013

vedove e orfani al maxi-processo

In pullman a Gorizia il giorno del verdetto

Davanti al tribunale di Gorizia le mogli, i figli delle vittime dell’amianto, gli esposti incosapevolmente al minerale killer sul posto di lavoro ci sono andati spesso negli ultimi anni.

 

Davanti al tribunale di Gorizia le mogli, i figli delle vittime dell’amianto, gli esposti incosapevolmente al minerale killer sul posto di lavoro ci sono andati spesso negli ultimi anni. Lo hanno fatto per sollecitare un’accelerazione delle indagini e quindi dell’accertamento della responsabilità di morti ritenute evitabili, per chiedere giustizia. Quella che sperano di poter vedere riconosciute a fine giugno, quando sarà emessa la sentenza al maxi-processo per le morti da amianto. Ecco perché gli esponenti dell’Associazione esposti amianto ieri, davanti al monumento che ricorda le vittime del minerale, hanno annunciato l’organizzazione di una serie di pullman per portare familiari, amici, altri esposti a Gorizia per ascoltare la sentenza. Un atto che pare dovuto per un’associazione da sempre impegnata nel sostenere i diritti di chi è stato esposto e delle famiglie di quanti non ci sono più a causa dell’amianto.

L’appuntamento a Gorizia è comunque tra un paio di mesi. Al termine delle arringhe dei difensori, il giudice monocratico Matteo Trotta ha fissato al 25 e 26 giugno prossimi le udienze per le repliche, già annunciate dei pubblici ministeri, delle parti civili e della difesa. Al termine il giudice entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza. Sarà questo probabilmente l’ultimo atto di Trotta, che da luglio, come già annunciato, lascerà la presidenza del tribunale di Gorizia per assumere quella del tribunale di Trieste. Nell’ultima udienza, intanto, il 24 aprile, si sono conclude le arringhe della difesa. A chiudere questo capitolo è stato l’avvocato Giovanni Borgna, difensore di Vittorio Fanfani, già presidente dell’ex Italcantieri, sul quale pende una richiesta di condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione, la più alta tra quelle avanzate dai pubblici ministeri Luigi Leghissa e Valentina Bossi.

UDINE/ Foto Kalashnikov + Minoranza di Uno

Udine venerdì 3 maggio Nuovo Spazio Sociale

 

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Minoranza di Uno

 

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TAV: Via al Polo intermodale di Ronchi

da Il Piccolo del 4 maggio 2013

Via al Polo intermodale di Ronchi

Conclusi gli iter autorizzativi. Due i lotti di lavori previsti nei prossimi mesi

RONCHI DEI LEGIONARI. Si sono conclusi favorevolmente i due procedimenti autorizzativi previsti per la realizzazione del polo intermodale dei trasporti all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, a certificazione della coerenza dell’opera con gli strumenti di pianificazione e della verifica dell’impatto sulle risorse naturali e sull’assetto del territorio. Il primo prevedeva l’assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica del piano attuativo comunale relativamente all’intervento di realizzazione della struttura, al fine di valutare e garantire la sostenibilità ambientale delle scelte progettuali e delle azioni previste nel piano. Il secondo l’assoggettabilità alla procedura di Via del progetto preliminare. La giunta di Ronchi, prendendo atto dei conformi pareri espressi da Arpa, Azienda sanitaria, Provincia di Gorizia e Regione, s’è espressa sulla non assoggettabilità a Vas del piano attuativo comunale, giudicato in linea con i principi della sostenibilità ambientale, con particolare riferimento al miglioramento complessivo delle condizioni dell’ambiente.

Il provvedimento di esclusione è divenuto efficace a seguito della condivisione da parte del consiglio comunale. Per quanto riguarda le altre attività in corso, da segnalare che è prevista a giorni la conclusione di un altro essenziale adempimento, la determinazione dell’indennità provvisoria di esproprio nell’ambito del procedimento di acquisizione delle aree necessarie alla realizzazione del polo intermodale. Questo ulteriore elemento permetterà di delineare con maggiore precisione il quadro documentale, a corredo dei contenuti oggetto dell’accordo di programma fra le amministrazioni coinvolte nella realizzazione dell’opera. Due lotti quelli che si svilupperanno nei prossimi mesi. Il primo riguarda la fermata ferroviaria, la stazione dei bus, i parcheggi ed il collegamento con lo scalo. I tempi di realizzazione sono stati fissati in 17 mesi. Successivamente tutto andrà rendicontato alla Comunità europea, che ha concesso un finanziamento di 6 milioni di euro. Il resto sono fondi regionali e quelli messi a disposizione dalla Spa aeroportuale.(lu.pe.)