ANTIFASCISMO/ Qualcuno era comunista + rassegna stampa marcia del Don

La deriva a destra

di chel badascul 

di Pieri Del Frate,

Sindic di

San Zorz di Nojar

 

del frate digos

L’evoluzione della specie

Da giovane Pieri era comunista, ma poi è stato sempre prontissimo a fare il salto della quaglia; PCI-PdS-DS-PD.

Con il primo mandato come Sindaco di San Giorgio di Nogaro (2003-2008) ha avuto una successiva ed autonoma evoluzione, verso lo stile democristiano.

Con il secondo mandato (2008-2013), assistiamo ad un ulteriore step evolutivo: infatti nel 2008 è stato ri-eletto  anche con i voti della Lega Nord.

Poi si è fatto fare, in Regione, con l’apporto essenziale dei voti della destra, una legge ad hoc per godere del terzo mandato (2013-2018) (se no al veve di tornà a lavorà, puaret) e, per garantirsi la rielezione, ha perfino dedicato una targa, in un edificio pubblico ad un medico dichiaratamete fascista.

Oramai Pietro Del Frate è perfettamente simile ai suoi colleghi destroidi, come quello di Porpetto che ha il suo stesso nome (Pietro Dri) e quello di Gonars che ha il suo stesso cognome (Marino Del Frate).

Si tratta di una singolare coincidenza, ma molto realistica dal punto di vista politico; come dire, oggi come oggi, Pietro Del Frate è proprio una sintesi politico-ideologica fra Pietro Dri (NCD – Comunione e Liberazione) e Marino Del Frate (Alleanza Nazionale o qualcosa di simile) che hanno ideato ed organizzato assieme a lui, la marcia del Don.

Qui lo vediamo

appunto, mentre marcia,

da San Giorgio a Palmanova,

intento a confabulare

con il dirigente della Digos

Dott. Ladislao

Chissà cosa avranno di tanto interessante da dirsi… Mah

 

 

ecco Pieri badascul mentre fa il saluto militare

e mentre canta Fratelli d’Italia

pierimone-02 pierimone-03

 

 

Gli va a pennello la satira di Giorgio Gaber “Qualcuno era comunista”

Clicca Qui

http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ

 

Sberleffi a cura di Paolo De Toni

 

PS. Visto che siamo coetanei posso testimoniare che da giovane Pieri portava perfino l’eskimo.

 

Rassegna stampa marcia del Don

MV 25 gennaio 2015

mv 25 gennaio 2015

La “marcia del Don” commuove

la Bassa

Dopole polemiche i paesi

si sonostretti attorno agli alpini

 

Nessuna polemica ha turbato

l’avvio della “marcia del Don”,

iniziata quasi con mestizia, e

rinfrancatasi via via nell’incontro

con la gente delle contrade

che ha toccato da San Giorgio

di Nogaro a Palmanova. Soltanto

una brevissima schermaglia

verbale, prima dell’inizio della

cerimonia, tra il sindaco di San

Giorgio, Pietro Del Frate, e il

portavoce del Coordinamento

antifascista friulano, Paolo De

Toni, che assieme aunadecina

di aderenti al gruppo, ha distribuito

oltre 400 volantini inneggianti

alla resistenza dove si annuncia

anche, una manifestazione

antifascista di fronte alle

carceri di Udine per il 7 febbraio.

La cerimonia ha vissuto il

momento più significativo

all’alzabandiera, sulle note

dell’inno di Mameli, con schierati

oltre duecento rappresentanti

delle associazioni di combattenti,

i sindaci di diversi Comuni,

Paride Cargnelutti, in

rappresentanza della Regione,

Fabrizio Pitton, per la Provincia,

i comandanti delle caserme

dei carabinieri, guardia di

finanza e capitaneria di porto,

gli alunni delle scuole e gente

comune.

La giornata era iniziata con

l’assembramento delle

“truppe” delle associazioni dei

militari in congedo davanti al

municipio di San Giorgio. A loro

si sono unite una classe di

ragazzi delle medie e una classe

dibambini delle elementari,

accolti al loro arrivo da un

grande applauso ricambiato

agitando le bandierine tricolori

realizzate a scuola. A coordinare

il tutto Mattia Uboldi che

ha ricordato come questa rievocazione

voglia «commemorare

tutti i caduti in Russia, che

hanno fatto il loro dovere».Dopo

l’alzabandiera e la deposizione

della corona al monumento

ai caduti, la marcia è

partita alla volta di Porpetto. Il

paese, tutto imbandierato, ha

accolto il corteo tra lo sventolio

delle bandierine dei bambini

delle scuole.Sono stati proprio

loro ad eseguire l’inno di Mameli,

mentre il locale gruppo

Ana consegnava due riconoscimenti

ai reduci di guerra Miol

e Lesa. Anche qui e a Castello,

deposizione della corona ai

monumentiai caduti.

Le polemiche sulla “marcia del Don”, come noto, sono iniziate con l’attacco del Comitato antifascista friulano alla manifestazione. Si sosteneva, in particolare, che “Italica Virtus” e Associazione nazionale volontari

di guerra, co–ideatori dell’evento organizzato dall’Ana di Palmanova, utilizzassero simbologie fasciste. Ai sindaci, che hanno patrocinato

la marcia, l’Anpi ha chiesto la revoca dell’appoggio. A quel punto le due associazioni sono uscite dalla manifestazione e soltanto l’Ana è rimasta presente.

Nel mentre i sindaci tiravano in ballo la marcia di due anni prima – alla presenza di Furio Honsell – su cui nessuno aveva trovato nulla da dire.

Francesca Artico

 

 

 

 

Dri: «Reso omaggio

all’eroismo italiano

esempio di dignità»

«Il sostegno

dell’amministrazione di Porpetto alla manifestazione promossa dalla sezione Ana di Palmanova, l’associazione Amici della

Fortezza di Osoppo e “Italica Virtus” ha voluto da una parte giudicare le gravi responsabilità storiche del 

fascismo che ha inutilmente 

mandato tanti uomini al massacro, dall’altra rendere onore ai nostri soldati che pur in

condizioni proibitive,

accerchiati e assiderati,

seppero comportarsi da

valorosi combattenti

conservando nel contempo

una dignità umana di esempio

sia per i russi che per i

tedeschi».A dirlo è il sindaco

di Porpetto, Pietro Dri,

evidenziando che «a seguito

delle polemiche l’Ana ha preso la dolorosa decisione di

modificare il programma della marcia: decisione che varispettata perché rappresenta un’ulteriore dimostrazione della volontà di essere super partes e non venir coinvolta in diatribe strumentali e

anacronistiche». (f.a.)

 

 

Passaggi nei Comuni

di Gonars e Bagnaria

E’ proceduta passo dopo passo,

 paese dopo paese,

come da programma,

la “marcia del Don”

pensata per commemorare la

tragedia della ritirata di Russia

dell’allora regio esercito italiano.

Le penne nere hanno compiuto

l’intero tragitto, incontrando nei

vari Comuni altri alpini e

autorità, per onorare la memoria

dei caduti davanti ai monumenti

delle singole comunità. E così,

dopo San Giorgio, Porpetto e

Castello, sono stati toccati anche

Gonars, Fauglis, Bagnaria,

Sevegliano. Presenti anche i

ragazzi delle medie di Gonars. E

proprio a questi ultimo ha voluto

rivolgersi il sindaco di Gonars,

Marino Del Frate. «Questa è

l’occasione – ha spiegato – per

chiarire che l’ignoranza, la

semplificazione, il fanatismo,

l’intolleranza e la miseria sono il

terreno su cui si sviluppa l’odio

che ha portato alle ideologie

totalitarie nazifasciste. Soltanto

la conoscenza approfondita e

laica di questi fatti impedirà il

ripetersi di queste tragedie» E sul

senso più profondo della

manifestazione è intervenuto

anche il sindaco di Bagnaria

Cristiano Tiussi. «Qui, oggi,

ricordiamo tutti i caduti della

campagna di Russia – ha detto –, le cui cause ci sono ben chiare: fu un’aggressione ad uno Stato

sovrano da parte dei nazisti

tedeschi e dei fascisti italiani.

Questa non è una manifestazione nostalgica,maun evento organizzato dall’Ana per

ricordare le vittime di quella

campagna, i soldati italiani, i

morti di tutti gli eserciti

schierati, i civili che perirono

durante il conflitto». (m.d.m.)

 

A Porpetto tripudio di bandieretricolori

 

Una presenza scarna, ma

significativa, degli studenti, ha

presenziato ieri all’alzabandiera

di avvio alla “marcia del Don” di

 

San Giorgio di Nogaro.

I bambini di una classe delle

elementari sono arrivati con le

loro maestre, assistendo seri, per tutta la durata della

manifestazione, alla cerimonia.

Più riservati i ragazzi dell’unica

classe delle medie presente: forse

la defezione va imputata alle

polemiche sorte attorno

all’evento.A Porpetto, invece, la

situazione è stata decisamente

diversa: presenti tutte le classi di

studenti, che hanno sventolato le

loro bandierine con grande

impegno e serietà. (f.a.)

 

 

Cargnelutti si schiera a difesa degli alpini

Solidarietà del consigliere regionale

all’Ana: «Regalate un libro di storia a chi ha voluto contestarvi»

PALMANOVA

Una folla di penne nere è affluita

in piazza Grande a Palmanova

per il momento conclusivo

della “marcia del Don”. Accanto

a loro tanti sindaci del territorio

con la fascia tricolore, i rappresentanti di Provincia e Regione, le autorità militari, quelle

civili, le associazioni combattentistiche

e d’arma e i gruppi

Ana. Dopo l’omaggio ai caduti

reso al cimitero austroungarico

di Palmanova, il corteo si è diretto

verso il centro della città

stellata. Centinaia di penne nere

si sono riunite davanti al sacello

ai caduti per i discorsi ufficiali.

In rappresentanza del comune

di Palmanova, il vicesindaco

Adriana Danielis ha ringraziato

gli alpini per lo spirito con cui hanno organizzato la

manifestazione. «La memoria –

ha detto – è fondamentale in una società democratica. E la

memoria è conoscenza dei fatti e delle scelte che li hanno determinati.

Da questi nasce la convinzioneche

la guerra è sempre fonte di morte, disgrazie, povertà e generatrice di derive di vario tipo».

Sull’importanza della memoria

si è soffermato anche il vicepresidente

del consiglio provinciale

Luca Marzucchi, mentre parole di vicinanza all’Ana sono state espresse dal vicepresidente

del consiglio regionale

Paride Cargnelutti. «E’ una pagina dolorosa

della nostra storia – ha spiegato –, ma da ricordare.

L’Ana ci ha dato una doppia lezione:

ci ha invitato a ricordare

perché senza la memoria non

c’è futuro e ha saputo ingoiare

un’ingiustizia per conservare il

senso di questa manifestazione.

A chi vi ha contestato (Anpi

e Coordinamento antifascista

friulano ndR), regalate un libro

di storia». A ribadire il senso della

marcia, il presidente della sezione

Ana di Palmanova, Luigi

Ronutti. «La Sezione ha agito

sempre in buona fede – ha sostenuto

– nell’intento di ricordare

la tragedia della campagna

di Russia e onorare tutti coloro

che in essa ebbero a patire

e morire». Ronutti ha precisato

che la presenza di rievocatori in

divisa d’epoca era stata prevista

con l’intento di «attirare l’interesse

della cittadinanza sui fatti

ricordati». Un aspetto da precisare,

questo, voluto «non per

scusarci o cercare giustificazioni, maper ribadire lo spirito e le ragioni dell’iniziativa». La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte del locale gruppo Ana del proprio gagliardetto

al reduce Sereno  Lesa.

Monica DelMondo