Ma cosa aspettano a dire al Ministero che bocci il progetto 2010?
mv 24 gennaio 2014
I sindaci sulla Tav merci e passeggeri su due linee diverse
Latisana, le prime da Mestre sarebbero dirottate sulla Treviso-Pordenone-Udine. Per i viaggiatori da potenziare l’attuale via San Donà-Portogruaro-Cervignano LATISANA. Separare la linea merci da quella passeggeri, mantenendo quest’ultima sulla linea “bassa” da Mestre a Cervignano-via Portogruaro e spostando l’altra sulla linea “alta”, via Treviso-Pordenone-Udine. E’ questa la proposta elaborata dai sindaci di Latisana, Ronchis, Precenicco, Porpetto, Palazzolo dello Stella e Pocenia, al termine di un incontro che li ha visti riuniti, l’altra sera, per esprimere ancora una volta parere contrario al quadruplicamento della linea ferroviaria esistente per adattarla all’alta velocità/alta capacità e, allo stesso tempo, formulare un’ipotesi, «senza la necessità di creare una nuova linea ferroviaria – precisano in una nota – puntando invece sulla possibilità di utilizzare i binari esistenti adattandoli alle tecnologie Ertms 1 per l´alta capacità e dell´Ertms 2 per l’alta velocità, più altri interventi tecnologici sulle stazioni ferroviarie». «L’idea – spiega il sindaco di Latisana, Salvatore Benigno, anche a nome dei colleghi, Vanni Biasutti per Ronchis, Massimo Occhilupo per Precenicco, Pietro Dri per Porpetto, Mauro Bordin per Palazzolo e Danilo Bernardis per Pocenia – è quella di separare le merci dai passeggeri all’altezza di Mestre, per poi ricongiungerle a Cervignano in direzione Trieste. In questo modo occorrerà adeguare l’infrastruttura esistente tra Mestre e Cervignano-via Portogruaro e renderla operabile per l’alta velocità passeggeri, prevedendo per le merci il passaggio via Treviso-Pordenone-Udine sfruttando la linea esistente. Inoltre, il collegamento degli interporti di Pordenone e Cervignano sarebbe garantito e farebbe uscire queste infrastrutture dall’attuale marginalità». L’idea, definita dai sindaci «maggiormente sostenibile sotto il profilo dell’impatto ambientale e dai molti vantaggi in un’ottima di sviluppo delle reti infrastrutturali», verrà sottoposta all’attenzione degli enti locali, della Provincia, della Regione e del ministero delle Infrastrutture, sottolineando anche il fatto che questa ipotesi «avrebbe il pregio di non devastare il territorio e recuperare il carattere di sostenibilità dell’intervento, anche da un punto anche economico – spiega ancora Benigno -. L’opera, a questo punto, diventerebbe fattibile perché da 7,4 miliardi di euro di spesa prevista si passerebbe a circa 1 miliardo». Una proposta, quella formulata dai sindaci della Bassa che per loro stessa ammissione va ulteriormente approfondita, ma che tuttavia ha l’obiettivo di stimolare una discussione con la Regione in particolare con la presidente Serrachiani «per scongiurare il pesante vincolo urbanistico del tracciato Illy-Sonego (progetto del 2010, ndr) – dice ancora Benigno – e al contempo rappresenta una occasione utile per migliorare le attuali reti ferroviarie, senza quadruplicamento». |