Il Piccolo del 06/06/12
«Al Cie siamo in emergenza Il prefetto apra il confronto»
di Luigi Murciano GRADISCA Creare un immediato tavolo di confronto sul Cie di Gradisca. Altrimenti rimarrà una bomba perennemente innescata con il rischio che prima o poi “ci scappi” il morto. A 48 ore dalla pesante rivolta che ha rimesso in ginocchio la struttura isontina per immigrati, l’appello viene dall’ente gestore del centro. Mauro Maurino, membro del cda di Connecting People non ha dubbi: solo ripristinando il dialogo la tensione potrà calare. E quando dice dialogo si riferisce sia al rapporto con gli immigrati che alla collaborazione con le istituzioni: Prefettura e Questura. Qual è il clima in cui lavorano gli operatori di Connecting People? Hanno paura? La situazione è di vera emergenza. I lavoratori sono in prima linea. Ma il personale è sufficientemente esperto per affrontare situazioni molto difficili. Più che la paura prevale lo scoramento, perchè di fatto sono bastati pochi giorni per ripiombare indietro di un anno. Perchè si è ritornati a una tensione alta? Non ci è stato dato il tempo di costruire un rapporto con i nuovi arrivati, che poi hanno generato le sommosse. La decisione di prevedere 80 nuovi arrivi in poche ore credo si commenti da sola per una struttura che fino al giorno prima era a un decimo del suo regime potenziale. Come si costruisce un rapporto coi trattenuti? La questione è molto complessa. Senza volere giustificare le violenze, va detto che spesso gli ospiti nemmeno sanno perchè sono al Cie. Se provengono dal carcere hanno già scontato la pena e potrebbero essere rimpatriati: invece si trovano a fare i conti con una reclusione supplementare. Altri finiscono nel centro per un documento scaduto. Questa coesistenza fra tipologie diverse crea una miscela pericolosissima. E il clima a volte diventa torrido anche fra operatori e agenti. Così non può andare. La tensione andrebbe depotenziata occupando meglio il tempo libero degli ospiti. Ma non dipende solo da noi. I sindacati di polizia continuano a criticare la difformità di regole nei diversi Cie… Sono d’accordo con i poliziotti. La rigidità fine a sè stessa non conduce a niente di buono. Si fissino regole omogenee e le si facciano rispettare. Bisogna punire chi sbaglia ma anche premiare chi si comporta bene. Le restrizioni sul fumo o l’ora d’aria, a esempio, non possono valere per tutti. Pensi poi che il campo da calcio è inutilizzato da tempo. Potrebbe invece svolgere una funzione importantissima. Perchè non è stato fatto? Non sta a me dirlo, nè mi permetto di criticare chi ha la delicata responsabilità di gestire queste strutture. Ma sarebbe già determinante se Prefettura e Questura prendessero atto che l’ente gestore e gli operatori di polizia su questo la pensano alla stessa maniera. Sia aperto un tavolo di confronto sul Cie di Gradisca. Ci ascoltino tutti assieme: ancora non è stato fatto.
Dal Piccolo del 05/06/12
Cie di Gradisca Convalidato l’arresto di un tunisino
GRADISCA Il bilancio delle sommosse al Cie di Gradisca sarà al centro di un vertice convocato per domani alla Questura si Gorizia e al quale parteciperanno, oltre a rappresentanti della Prefettura, anche le forze dell’ordine. Un bilancio comunque pesante. Una tragedia sfiorata. Il Centro per immigrati è nuovamente al collasso (ospita 118 immigrati a fronte di una capienza ridotta a 74), nonostante il centinaio di milioni di euro spesi per renderla un carcere di massima sicurezza. La furia di 60 immigrati ha vanificato un anno di lavori. L’ennesima giornata di follia vissuta all’interno del Cie di Gradisca, con la violenta sommossa di domenica, avrebbe potuto avere conseguenze ben più pesanti. Basta pensare alla cancellata da 5 quintali che i rivoltosi sono riusciti a scardinare e lanciare come un’arma che fortunatamente non ha investito gli agenti. Da tempo al Cie non si rendeva necessario l’utilizzo dei lacrimogeni per sedare una rivolta. Ma non sono un mistero i gravi danneggiamenti alla struttura, alcune camerate appena restaurate al costo di milioni di euro sono già nuovamente inagibili. Un 23enne tunisino si trova in carcere dopo essere stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice ieri ha convalidato l’arresto. Ma non sono esclusi ulteriori arresti nelle prossime ore. Per tutta la giornata di ieri, inoltre, sono continuate le operazioni di perquisizione e bonifica delle stanze: il timore degli agenti è che nel marasma di domenica i più facinorosi fra gli ospiti, per buona parte di etnia maghrebina, possa essere riuscito ad appropriarsi di altri corpi contundenti. Le forze di polizia sono allo stremo delle forze. Ed è polemica. «Non si può continuare a confidare sulla professionalità degli agenti e sulla buona sorte – così Giovanni Sammito del Siulp – perchè qui prima o poi ci scappa il morto». Luigi Marciano
Messaggero Veneto del 05/06/12
Cie, un arresto e capienza ridotta
GRADISCA Rivolta al Cie, un 23enne tunisino è stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale ed è stato condannato nel processo per direttissima. Intanto sono ancora in corso le operazioni di identificazione degli immigrati coinvolti nelle due sommosse che hanno infiammato la giornata di domenica alla ex caserma Polonio di Gradisca. Potrebbero scattare, dunque, altre denunce. Per sedare la rivolta sono arrivati uomini e mezzi delle volanti, della polizia di frontiera, dei carabinieri. Alcuni agenti sono rimasti contusi negli scontri, ma sono stati medicati unicamente sul posto. Nel frattempo si fa la conta dei danni: tre camerate nella zona blu, fresca di ristrutturazione, sono inagibili. I trattenuti hanno distrutto il sistema anti-intrusione, divelto una grata, spaccato vetrate. La capienza del Cie è stata, pertanto, ridotta, da 118 a 74 unità. Al momento, però, a Gradisca ci sono 110 trattenuti, 36 in più, che dovranno quindi essere trasferiti in altre strutture. Il Sindacato autonomo di polizia (Sap) insorge, chiedendo di «attrezzare i Cie per la loro funzione», ovvero il trattenimento coatto. «I fatti di domenica e degli ultimi giorni – osserva il segretario provinciale del Sap, Angelo Obit – dimostrano il fallimento della cosiddetta detenzione amministrativa, priva di regole. È possibile fare i rivoltosi la mattina e nel pomeriggio giocare con i compagni all’esterno della camerata, per poi ritornare a fare i rivoltosi in serata. Si può prendere aria sul tetto o tentare la fuga e poi riposarsi dalla fatica guardando la televisione e magari raccontando ai compagni le imprese della giornata. Si parte con tutti i diritti senza rischiare di perderne nessuno. Così non va bene. Perché a pagare sono lo Stato e quindi i cittadini. Non è pensabile che una struttura di colpo annulli la presenza sul territorio delle forze dell’ordine o che si affrontino “battaglie” come quella di domenica. O ancora che si permetta ai trattenuti di continuare a causare danni che tanto non pagano». Il Sap invita le autorità competenti a prendere provvedimenti per chi viola il regolamento. «In carcere – conclude Obit – la pena ha una funzione rieducativa. Nei Cie, i trattenuti sono all’ultima spiaggia, in attesa del decreto di espulsione, ma dovrebbero essere previste misure per scoraggiarne “l’intraprendenza” e per tutelare gli altri ospiti. Non sta a noi indicarli. Di due cose siamo certi: l’avevamo previsto e così non si può andare avanti». (i.p.)
Il Piccolo del 04/06/12
Al Cie di Gradisca scoppiano due nuove sommosse
di Luigi Murciano GRADISCA Vetri spaccati, lavandini divelti, atti di autolesionismo e lacrimogeni: è allarme costante al Cie di Gradisca. Dopo la “rivolta dei bulloni” di pochi giorni fa, quella di ieri nella struttura isontina di espulsione per immigrati è stata l’ennesima, interminabile giornata di passione Due sommosse in poche ore, una delle quali molto violenta: tanto che per sedarla si è reso necessario l’utilizzo dei lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine, che hanno realizzato un numero imprecisato di arresti. Un paio di agenti negli scontri hanno riportato lievi contusioni. Medicati sul posto invece alcuni ospiti che di proposito si erano procurati dei tagli. I danni all’ex Polonio sono ingenti e già vanificano un anno di lavori di restauro: diverse camerate della zona blu appena ristrutturata sono state rese inagibili dalla furia dei rivoltosi, principalmente soggetti “a rischio” di etnia maghrebina di recente trasferiti da altri Cie. Il primo allarme poco prima delle 13, quando 8 ospiti si sono arrampicati sul tetto. Il pronto intervento degli agenti ha fatto rientrare la situazione piuttosto rapidamente. Ma la tregua è durata poche ore: attorno alle 16 la tensione è tornata a salire, questa volta in maniera drammatica. Gli immigrati sono riusciti a sradicare con una spranga una grata in acciaio. Se la sono poi presa con quel che rimane del sistema anti-fuga. Hanno reperito con facilità bulloni e pezzi di vetro con cui hanno minacciato gli agenti e si sono procurati delle ferite, in maniera da ottenere il ricovero ospedaliero e una chance di fuga. La sommossa è stata sedata alle 19, ma fino a tarda ora gli agenti hanno dovuto perquisire le camerate nel timore che gli stranieri siano riusciti a procurarsi corpi contundenti da utilizzare nelle prossime ore. I sindacati di polizia puntano il dito: anche ieri tutte le volanti del territorio sono state distolte dai servizi per accorrere al Cie.
Messaggero Veneto del 04/06/12
Sommossa al Cie arresti e contusi
di Flavio Nanut GRADISCA Ancora una volta il Cie di Gradisca è stato al centro di un episodio di violenza. Nel tardo pomeriggio di ieri è andata in scena l’ennesima protesta di un gruppo di extracomunitari. Non ne volevano sapere di rimanere nella struttura di via Udine e per manifestare il proprio dissenso sono saliti sul tetto da dove, secondo un piano ripetuto già in precedenti occasioni da altri ospiti, avrebbero tentato di scappare. Ma la protesta non ha fatto altro che provocare l’intervento delle forze dell’ordine: agenti di Polizia e carabinieri sono intervenuti per placare quella che, con il trascorrere dei minuti, ha assunto i contorni di una vera e propria sommossa. Poliziotti e militari hanno cercato di fermare i rivoltosi anche, da quanto si è appreso, facendo uso di lacrimogeni. E, alla fine, le due fazioni sono venute allo scontro: due agenti sono rimasti feriti, per fortuna in maniera lieve. Gli extracomunitari si sono visti costretti a ritornare sui loro propositi, ma alcuni non si sono arresi e, per disperazione, si sono resi protagonisti di gesti di autolesionismo. Il personale sanitario è accorso per medicare ospiti che si sono tagliati le vene. Dopo la confusione iniziale, le forze dell’ordine sono riuscite a prendere in mano la situazione e a sedare la rivolta. Alcuni immigrati sono finiti in manette. Già nei primi giorni della settimana scorsa, tre stranieri erano riusciti a fuggire dal Cie e altri sei avevano ingerito dei bulloni in maniera da poter essere trasferiti in ospedale. E questi sono soltanto gli ultimi di una lunga serie di fatti che si sono accavallati negli ultimi mesi, tutti con lo stesso canovaccio: il tentativo di ribellarsi alla permanenza nella struttura, da cui gli extracomunitari hanno tentato di evadere. Nel bene o nel male. E, in quest’ultimo caso, ricorrendo anche a gesti estremi. Anche sul tentativo di evasione di ieri va registrata la presa di posizione del Sap, il sindacato di Polizia che più volte è intervenuto su episodi analoghi. «Se a Gradisca – ha sottolineato il sindacato – contuinuano a essere dirottati i soggetti più pericolosi di altri Cie disseminati nella Penisola, da questa situazione sarà molto difficile uscire»