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CIE DI GRADISCA: ultimi giorni per la connecting people

Messaggero Veneto

 

GIOVEDÌ, 19 MAGGIO 2011

Pagina 46 – Provincia
GRADISCA
Dipendenti del Cie senza stipendio
Monta la protesta: «La Connecitng-People non ci paga»

GRADISCA Ancora lamentele, da parte dei dipendenti in servizio al Cie di via Udine, per il mancato pagamento degli stipendi da parte dell’ente gestore della struttura, il consorzio trapanese Connecting People. Il grido d’allarme arriva tramite una nota che illustra la delicata situazione: «Già da dieci giorni, attraverso i sindacati o i suoi delegati, abbiamo cercato di contattare il rappresentante per la ditta, il signor Mauro Maurino, per carpire qualcosa in merito ai pagamenti degli stipendi. Lo stesso, giorno per giorno dava a noi dipendenti appuntamenti telefonici che non rispettava. Fino ad oggi, giorno nel quale avrebbero dovuto essere accreditate le nostre retribuzioni. Il signor Maurino ha dato come ipotetica data di pagamento il 22 maggio, domenica!». Il personale in servizio al Cie è ormai in preda allo sconforto: «Siamo stufi di lottare ogni mese per la paga, e neanche il sindacato di dà certezze, ma anzi, conferma e supporta l’ipotesi del referente Maurino». Lamentate, inoltre, condizioni lavorative inaccettabili: «Al Cie si continua a lavorare tra l’assenza di sicurezza, le prese in giro e i ripetuti ricatti e rivendicazioni da parte dei rappresentanti del consorzio». La gestione del Cie da parte di Connecting People è ormai in scadenza: all’ente siciliano è stata concessa una proroga sino a fine maggio. A subentrargli sarà il consorzio temporaneo d’impresa fra la francese Gepsa e tre soggetti italiani (Cofely Italia e le coop Acuarinto di Agrigento e Synergasia di Roma), sempre che ricorsi sulla gara d’appalto non “congelino” ulteriormente il passaggio di consegne. (g.p.)

CIE DI GRADISCA: anche i vigili urbani!

da Il Messaggero Veneto

 

La polizia municipale vigilerà anche sul Cie

Gradisca: quasi pronta la nuova sede che sarà più vicina ai centri d’accoglienza

Seganti: serve il massimo impegno per garantire la sicurezza dei cittadini

GRADISCA

Lavori in corso all’ex asilo di via Garibaldi. Ha preso il via l’operazione di restyling della struttura destinata a ospitare la nuova sede della polizia municipale e resa possibile dal contributo regionale di 50mila euro erogato nello scorso autunno dall’assessore alla Sicurezza della Regione, Federica Seganti.

L’opera prevede la ristrutturazione dei servizi igienici e dell’impiantistica, la manutenzione dei pavimenti e la riverniciatura delle pareti e si dovrebbe concludere nel giro di un paio di mesi, dando quindi la possibilità alla polizia municipale gradiscana di entrare nella nuova sede entro la fine dell’estate.

L’operazione è finalizzata a garantire alla polizia municipale una postazione più vicina alla struttura governativa Cie-Cara, vista la riconosciuta necessità di provvedimenti che garantiscano alla comunità una vita sociale tranquilla. «Il Centro di via Udine accoglie un elevato numero di extracomunitari, di cui alcuni in attesa di espulsione – ha affermato la Seganti –, ed è quindi indispensabile il massimo impegno per garantire ai cittadini la maggior sicurezza possibile, consentendo alle forze dell’ordine di attuare un costante lavoro di presidio».

Da ricordare, inoltre, il contributo di 150 mila euro concesso dalla Regione, sempre nell’ambito del pacchetto Seganti per la sicurezza cittadina, per il potenziamento dell’illuminazione pubblica nel cuore di Gradisca. La priorità sarà data alla spianata di piazza Unità, dove saranno collocati circa 35 dei 50 nuovi lampioni previsti dal progetto, una quindicina invece i nuovi punti luce in viale Regina Elena.

Per i vigili urbani di Gradisca, insomma, si avvicina il momento di rifare i bagagli: a fine estate si troveranno ad affrontare il secondo trasloco nel giro di un anno. Nel 2010, infatti, hanno dovuto lasciare, al pari della delegazione dell’Aci, gli uffici situati al piano terra di palazzo Torriani per fare posto al nuovo ingresso della Galleria d’arte moderna Luigi Spazzapan, inaugurata a metà ottobre.

La sede temporanea della municipale è attualmente situata al secondo piano del palazzo comunale, nei locali a fianco della sala consiliare. Da segnalare che l’ex asilo di via Garibaldi, per lunghi anni sede del circolo Zorutti, è destinato a ospitare in futuro anche l’ufficio dell’assistente sociale d’ambito “Alto Isontino”, sito al primo piano del palazzo municipale ma decisamente scomodo da raggiungere per la presenza di barriere architettoniche.

Giuseppe Pisano

CIE DI GRADISCA: non ci sarà il ridimensionamento

Da Il Piccolo del 30/11/10

«Non ci sarà il ridimensionamento del Cie»

 

GRADISCA Nessun ridimensionamento del Cie. E tantomeno una chiusura. Non hanno regalato false illusioni ai gradiscani il prefetto Maria Augusta Marrosu e l’assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti, intervenute all’inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione a beneficio della periferia cittadina, finanziato dal Viminale con 640mila euro. «Un segnale importante di vicinanza parte del Governo – ha affermato la Marrosu nel corso della cerimonia – che conosce e capisce il disagio dei gradiscani, dimostratisi peraltro maturi nel convivere con questa struttura. Ma purtroppo non ho buone notizie da dare loro: il Cie esiste ed esisterà ancora, contiamo allora sulla comprensione della popolazione». Sulla stessa linea anche l’assessore Seganti, che ha portato il saluto del governatore Renzo Tondo: «La sicurezza del territorio gradiscano è al centro della nostra attenzione – ha affermato – come dimostrano i recenti finanziamenti per il potenziamento dell’illuminazione anche in centro e per la nuova sede operativa della Polizia municipale». Secondo la Seganti «il Cie non è stato calato dall’alto sulla testa dei gradiscani. Non va dimenticato, infatti, che a suo tempo il Comune si era espresso favorevolmente sull’apertura del centro. Adesso si tratta di gestire in maniera seria la convivenza con questa struttura e di intervenire ove possibile. Ad ogni modo – ha concluso – la soppressione nel 2008 dell’ala di prima accoglienza (Cpa, ndr) ha già costituito un significativo miglioramento, trattandosi della struttura maggiormente impattante per il territorio». Alla cerimonia di accensione delle luci ha presenziato un fitto parterre di autorità: oltre alla Seganti e al prefetto Marrosu, fra gli altri i consiglieri regionali Brandolin e Brussa, la vicepresidente provinciale Demartin, il questore Piovesana. Al parroco don Maurizio Qualizza il compito di impartire la benedizione al nuovo impianto. Sono in tutto 314 i punti luce installati nelle borgate gradiscane, fra potenziamento dei lampioni esistenti e collocazioni ex novo. «Quello venuto dal ministero dell’Interno è un segnale importante di attenzione, anche se non basta a risolvere i problemi. Il Cie ha sconquassato la nostra cittadina, oscurando la sua vitalità culturale e ricreativa. Di certo– ha precisato il sindaco – quello odierno non è un risarcimento a Gradisca. Qualcuno ci ha accusati di avere mercanteggiato l’esistenza del Cie con il nuovo impianto di illuminazione, ma si tratta di sterili polemiche. Noi siamo contrari da sempre al Cie, per la sua filosofia e il suo impatto, ma dobbiamo essere realisti. Il centro non verrà chiuso, ma come amministratori dobbiamo fare tutto quanto nelle nostre possibilità per attutirne l’impatto sulla cittadinanza». Luigi Marciano

 

e intanto da dentro continuano a filtrare notizie drammatiche, questo è tratto da indymedia nordest

Gradisca d’Isonzo. Proprio mentre l’assessore regionale alla Polizia locale e alla Sicurezza, la leghista Federica Seganti, stava inaugurando i nuovi lampioni istallati con i soldi del ministero dell’Interno per far luce intorno al Cie di Gradisca, dentro al Centro un recluso si è tagliato le vene. Da cinque giorni era in sciopero della fame ignorato dal personale sanitario del Centro, e pure quando ha cominciato ad urlare pieno di sangue i soccorsi si sono fatti attendere: quando alla fine si sono accorti di lui, gli operatori di Connecting People l’hanno fatto portare via in tutta fretta. Ora è all’ospedale di Gorizia, in gravi condizioni. All’interno del Centro, anche altri reclusi stanno portando avanti uno sciopero della fame: ma non sappiamo quanti siano, e da quanti giorni non mangino.

CIE DI GRADISCA: scritta sul comune

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Sviluppiamo la campagna per la chiusura del CPT-CIE di Gradisca d’Isonzo

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CIE DI GRADISCA: mistero sull’avvio dei lavori

Come sempre è avvenuto nessuno sa niente, tutto è segreto, la nebbia continua ad avvolgere il CIE e chi ci mangia sopra…staranno ancora vedendo quanto possono lucrarci?Oppure i soldi non ci sono?

 

Piccolo del 13/12/10

Mistero sull avvio dei lavori all interno del Cie

 

di LUIGI MURCIANO GRADISCA Rinviato l’inizio dei lavori di ristrutturazione e deroga in vista anche per la nuova gestione. Slittamenti su tutta la linea e sempre tanta incertezza attorno al Cie di Gradisca. Difficilmente l’atteso intervento di potenziamento della sicurezza interna al centro immigrati inizierà, infatti, entro l’anno. Secondo indiscrezioni vi sarebbe stato un brusco rallentamento nella procedura d’appalto indetta dalla Prefettura di Gorizia. La gara di fatto non ha ancora un vincitore: in lizza c’erano tre ditte, tutte trivenete o comunque in associazione temporanea d’impresa con soggetti del Nordest come nel caso della Cerasi, il colosso romano dell’edilizia che il Cie lo aveva realizzato negli anni dal 2001 al 2006. A quanto trapela, la Prefettura sarebbe ora in attesa di disposizioni dal Viminale su come procedere. Disposizioni che tardano ad arrivare: e sino ad allora non solo sarà impossibile prevedere la data di inizio dei lavori, ma anche le modalità di svolgimento, leggasi l’ipotizzato e temporaneo svuotamento della struttura per immigrati. E ancora: il Siulp, sindacato autonomo di polizia, starebbe esaminando i capitolati d’intervento dai quali emergerebbe che non tutte le richieste avanzate sul potenziamento della sicurezza sarebbero state incluse nei lavori. Per finire, il clima d’incertezza è alimentato dal più che probabile slittamento di una seconda gara d’appalto riguardante il centro, quella relativa alla gestione: il 31 dicembre scade infatti la convenzione biennale con cui i servizi interni di Cie e Cara sono affidati al consorzio trapanese Connecting People. Si va verso una proroga della gestione di almeno un paio di mesi. Intanto una delegazione del sindacato Ugl della Polizia di Stato, composta dal vicesegretario nazional Raffaele PAdrone e dal segretario provinciale Mario De Marco ha effettuato una visita alla struttura. Sono emerse le diverse problematiche che devono affrontare gli agenti operanti nel centro. Ugl ha avanzato alcune proposte per migliorare la sicurezza degli operatori di polizia e degli addetti civili dell’ente gestore. Padrone si è impegnato a seguire personalmente la situazione, ed in particolare i lavori di “ristrutturazione”. Dal canto suo De Marco ha ricordato la recente conquista ottenuta dalla Ugl Polizia di far assegnare le tute da ordine pubblico ai colleghi. La richiesta delle tute era stata motivata dal fatto che al centro, a fronte di numerosi interventi di ordine pubblico anche con conseguenze pesanti, non è sicuro intervenire con la divisa ordinaria “basti pensare semplicemente ai tagli con le lamette o altri corpi contundenti artigianali usati durante le sommosse che spesso avvengono all’interno del centro” ha spiegato. Dopo la visita la segreteria provinciale Ugl Polizia di Gorizia ha provveduto ad inviare una dettagliata relazione alla segreteria nazionale e nel contempo ha inviato una nota al questore di Gorizia per chiedere urgentemente l’assegnazione di rinforzi del reparto celere e chiedendo l’assegnazione di un reparto cinofilo da impiegare nella provincia di Gorizia.

 

Messaggero veneto del 12/12/10

Ugl Polizia, sollecitati rinforzi ma anche un reparto cinofilo

 

La segreteria provinciale della Ugl Polizia di Stato comunica che una delegazione del sindacato composta dal vicesegretario nazionale, Raffaele Padrone e dal segretario provinciale di Gorizia, Mario De Marco, ha effettuato una visita al Cie di Gradisca (limitata agli ambienti ad uso della Polizia) durante la quale ha avuto anche un incontro con un rappresentante dell’ente gestore. Dall’incontro, che si è svolto in un clima di cordiale confronto, sono emerse diverse problematiche che devono affrontare i colleghi della Polizia che operano nel centro. Sono state evidenziate, da parte della Ugl, alcune proposte per migliorare la sicurezza degli operatori di Polizia e degli addetti civili dell’ente gestore. Padrone si è impegnato a seguire personalmente la situazione e, in particolare, i nuovi lavori di “ristrutturazione” che dovrebbero essere effettuati a breve. De Marco, nell’occasione, ha ricordato la recente conquista ottenuta dalla Ugl Polizia di far assegnare le tute da Op (ordine pubblico) ai colleghi. Nella recente riunione della commissione vestiario, che si è tenuta a Roma il 2 dicembre, è stato deciso di assegnare al momento le vecchie tute da Op denominate “Italia 90”. La richiesta delle tute era stata motivata dal fatto che al centro, a fronte di numerosi interventi di ordine pubblico anche con conseguenze pesanti, non è sicuro intervenire con la divisa ordinaria: basti pensare semplicemente ai tagli con le lamette o altri strumenti artigianali usati durante le sommosse che spesso avvengono all’interno del Cie. Dopo la visita la segreteria provinciale della Ugl ha provveduto ad inviare una dettagliata relazione alla segreteria nazionale e nel contempo ha inviato una nota al questore di Gorizia per chiedere urgentemente l’assegnazione di rinforzi del reparto celere e chiedendo l’assegnazione di un reparto cinofilo da impiegare in provincia. «La Ugl Polizia crede sia necessario fare tutto il possibile affinché sia gli operatori di Polizia che lavorano all’interno del centro siano in condizioni di lavoro ottimali anche per il bene degli stessi ospiti del Cie».

CIE DI GRADISCA: continua tensione

Messaggero Veneto del 14/12/10

Cie, nuova aggressione a un operatore

 

GRADISCA D’ISONZO. Non c’è pace al Cie di Gradisca. L’ultimo episodio si è verificato l’altro pomeriggio: alcuni immigrati hanno dato vita a una protesta nell’ambito della quale uno di essi ha appiccato un incendio, peraltro di modeste dimensioni. Nel trambusto uno degli operatori è stato minacciato da un immigrato con una lametta. Intanto la Prefettura ha chiesto al Ministero una proroga di due mesi per quanto riguarda l’iter del nuovo appalto di gestione della struttura. Quella verificatasi lo scorso pomeriggio costituisce la quarta aggressione subita nell’arco di venti giorni da un operatore nel Centro di identificazione ed espulsione gradiscano. Secondo quanto si è potuto apprendere, un immigrato ha intimidito l’operatore con una lametta rivolgendogli poi delle minacce verbali. L’episodio si inquadra nel più ampio scenario di tensione che spesso caratterizza la struttura e rende decisamente delicato il compito degli operatori che si trovano a dover fra fronte alle intemperanze, a volte imprevedibili, degli immigrati. Scenario nel quale sempre l’altro giorno è stata segnalata anche, come detto, la protesta di alcuni immigrati inscenata con il solito pretesto delle medicine e un tentativo di innescare un incendio, limitato poi a poche fiammelle appiccate a due fogli di carta. Per cercare di riportare la calma sono intervenuti almeno quattro operatori. A quanto pare, almeno, nessuno è rimasto ferito e l’operatore minacciato con la lametta ha preferito lasciar correre e non presentare denunciare per l’episodio. Nel frattempo si avvicina la scadenza dell’appalto per la gestione dei servizi della struttura, Cie e Centro di accoglienza per richiedenti asilo, affidato alla cooperativa Connecting people. Il contratto d’appalto è in scadenza a fine dicembre ma secondo quanto si è potuto apprendere l’iter per l’avvio della nuova gara non è ancora giunto a compimento. Pertanto la Prefettura di Gorizia – la notizia è stata confermata ieri – ha chiesto ufficialmente al Ministero una proroga di due mesi. A questo punto, dunque, la gestione dovrebbe continuare ad essere affidata a Connecting people almeno sino alla fine di febbraio. Quanto alla tempistica per l’avvio della nuova gara d’appalto, non è ancora stata resa nota. Da sottolineare, peraltro, che recentemente il Ministero ha già finanziato, per una somma che ammonta ad oltre un milione e mezzo di euro, un intervento finalizzato alla messa in sicurezza della struttura gradiscana, intervento che prevede un adeguamento della sezione superiore delle recinzioni, in modo da scoraggiare i tentativi di fuga degli immigrati. In questo caso il bando di gara per l’affidamento dell’appalto risulta già esserci. Intanto ieri il consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà Stefano Pustetto ha visitato il Centro. Con una punta di polemica, poiché il permesso è arrivato quasi un mese dopo la richiesta. «Il controllo democratico – ha detto Pustetto – deve poter essere esercitato in tempi brevi, non a distanza di settimane. Quella in cui ci troviamo è una situazione inquietante, perché accettare questa discrezionalità vuol dire rendersi corresponsabili di quanto accade tra quelle mura sigillate. In democrazia non è pensabile che esista un luogo di detenzione sottratto al controllo democratico delle istituzioni». Piero Tallandini

CIE DI GRADISCA: «Nel Cie regole poco chiare»

Le cose “scoperte” da Pustetto sono già da tempo stranote e, nonostante siano passati ben 20 giorni da quando ha fatto la richiesta di entrare alla visita vera e propria, la situazione che ha trovato è pesantissima.

Chissà quante cose hanno “coperto” o nascosto in questi giorni.

 

 

Dal Piccolo del 15/12/10

Pustetto: «Nel Cie regole poco chiare»

 

GRADISCA Una richiesta formale al governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo «affinchè ogni singolo consigliere regionale si rechi in visita al Cie». È l’iniziativa che sarà intrapresa nelle prossime settimane dal consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Stefano Pustetto. L’esponente vendoliano ha visitato il centro immigrati di Gradisca, a oltre 20 giorni dalla sua prima domanda di ingresso seguita ai gravi episodi di autolesionismo riportati dal Piccolo. Nel suo sopralluogo, durato quasi cinque ore, Pustetto è stato accompagnato da funzionari di Questura e Prefettura e dalla direzione del Cie. Al termine della visita, il giudizio del consigliere regionale sulla struttura è durissimo. «Un luogo non degno di un Paese democratico – le sue prime parole – dove un reato amministrativo è punito con un trattamento che non si vuole definire carcerario, ma che nella pratica è persino peggio della detenzione. Se non altro i penitenziari sono tranquillamente visitabili, mentre dei Cie pare non si possa sapere nulla. Nonostante le mie richieste non ho potuto visionare un regolamento interno o i capitolati dell’appalto». «Già il palleggio di responsabilità fra Viminale e Prefettura di Gorizia sulla mia visita o quella dei giornalisti – prosegue Pustetto – non faceva presagire niente di buono, ma l’impressione è che nei Cie le regole non esistano o siano volutamente poco chiare». Il consigliere nelle sue verifiche dichiara di avere avuto conferma «dell’effettivo verificarsi di almeno due gravi episodi di autolesionismo, i cui protagonisti (i tunisini che si erano cuciti le labbra ndr) sono però stati per tempo trasferiti altrove. Quello che è grave – così ancora Pustetto – è che la funzione stessa del Cie è una contraddizione. Qual è il senso di una struttura definita “di identificazione ed espulsione” se l’80% dei trattenuti proviene dal circuito carcerario e quindi già noto alle autorità? E se hanno scontato già la propria condanna, come si giustifica il supplemento di pena (il trattenimento sino a 6 mesi del decreto Maroni ndr) cui queste persone sono sottoposte? Sorvolando poi – continua Pustetto – sulla assurdità della forzata convivenza fra persone che hanno commesso reati e altre la cui unica colpa è non avere più un posto di lavoro e quindi un documento di soggiorno valido. La verità è che i Cie sono un sistema ipocrita, uno spot elettorale da milioni di euro per chi sui temi della sicurezza ci marcia anzichè risolverli». Pustetto ha posto l’accento sulla qualità dei servizi interni: «Nessuna attività è svolta all’interno, neppure un corso base di italiano. Gli operatori non sono formati, ma imparano il mestiere direttamente sul campo»; le condizioni di assoluta promiscuità «sia al Cie che al Cara, ove vi sono anche famiglie, si dorme in 8 in una stanza», la qualità del cibo, il servizio sanitario: «Ci sono persone che dichiarano di essere stati assistiti da Centri di salute mentale. Posto che possa anche trattarsi di una messa in scena, trovo gravissimo che possano essere imbottite di psicofarmaci anzichè venire verificata la loro condizione in strutture adeguate. È necessario un osservatorio permanente sul Cie di Gradisca e un pressing dei colleghi consiglieri. Li inviterò a visitare uno per uno la struttura – conclude Pustetto – cercando di mettere sabbia negli ingranaggi di un sistema che sfugge a ogni regola democratica propria di un Paese civile» (l.m.)

Lampioni e chiarezza/ Tratto da Macerie+Senza Frontiere

Facciamo il punto sul CIE di Gradisca

Completamente condivisibile l’intervento di Macerie che di seguito pubblichiamo integralmente. E’ come se fosse la pubblicazione della serrata critica che stiamo conducendo per evitare la deriva istituzionale e lo snaturamento di quella che è stata la lotta contro il CPT di Gradisca che ha visto impegnato per alcuni anni un movimento variegato composto da varie anime, compresa quella cattolica. E’ proprio per tale motivo che già questa estate siamo ritornati in Piazza a Gradisca a fare un nuovo ulteriore presidio-volantinaggio, dopo che, nel 2004-5-6 ne abbiamo fatti numerosi. E’ grazie ad una mobilitazione capillare ed insistente che a Gradisca e nell’isontino, la percezione dell’ex-CPT, ora CIE, c’è e si è sedimentata come negativa, in larga parte della popolazione. (continua)

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Nuovo appalto CIE/CARA: gli antirazzisti prendono la parola

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Si è svolta questa mattina in prefettura a Gorizia l’apertura delle buste delle offerte per il nuovo appalto per il CIE e il CARA per i prossimi tre anni. Una torta da 15 milioni di euro e ben otto le offerte presentate (Coop. Minerva, Connecting People, Ordine di Malta e l’ass. cult. Acuarinto di Agrigento  sono quattro le altre ancora non le sappiamo). Una decina di antirazzisti/e (anarchici e pacifisti) ha deciso che era l’occasione giusta per ricordare cos’è il luogo per cui in tanti si affannano per averne la gestione. Come scritto sul sito della prefettura l’apertura delle buste era pubblica , peccato che…

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