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Assemblea Pubblica a San Giorgio di Nogaro giovedì 9 agosto

Report. Articolo del Piccolo del 10 agosto che parla contemporaneamente dell’assemblea di San Giorgio di Nogaro del 9 agosto e quella di Bagnaria Arsa del 3 agosto

 

ilpiccolo10agosto

 

ass_sgn-9_agosto-2012

 

testo

 

San Giorgio di Nogaro
Giovedì 9 agosto ore 21.00
Piazza del Municipio

Assemblea Pubblica
Su:

* TAV, nuovi scenari: che truffa!
* Acqua, bollette, rimborsi, allacciamenti: che truffa!
* Viabilità e doppio accesso alla ZIAC: che truffa!
* Sito Inquinato/Bonifiche: che truffa!

Novità sulla TAV
Anche il terzo progetto, formulato nel 2010 è MORTO!
Il Movimento NO TAV aveva ragione!
Adesso il Commissario Governativo, per l’Asse ferroviario Venezia –Trieste, tale Arch. Bortolo Mainardi, si sta “impegnando” per fare un nuovo progetto, in affiancamento alla ferrovia esistente. Mainardi ha finalmente ammesso che i costi dei vecchi progetti (7 miliardi e 400 milioni) erano eccessivi; che la ferrovia esistente è ben lontana dalla saturazione e che con interventi di ammodernamento si possono raggiungere notevoli risultati. OK e fin qui va bene.
Solo che il Sior Bortolo, in un futuro vorrebbe anche fare il “quadruplicamento” dei binari!
Allora sarà bene che i Sindaci della bassa friulana stiano attenti a quello che sta avanzando …
Noi diciamo SI all’ammodernamento, NO a nuovi binari!

Partecipate!!

A cura del Coordinamento Difesa Ambientale

OPICINA: ancora sulla centrale a biomasse

Dal Piccolo del 05/08/12

Nell’agriturismo la “vera” centrale a biomasse

 

SGONICO «Non facciamo passare per bio ciò che bio non è. Si sta confondendo l’energia a biomasse con quella che potrebbe essere definita una raffineria… ». Non ci stanno Andrej e Bernarda Milic, proprietari dell’omonimo noto agriturismo di Sagrado e seguaci della cultura energetica di natura ecologica e rinnovabile, e attaccano: «Non raccontiamo falsità per far passare un progetto, quello del megaimpianto di Opicina, che di sostenibile ha davvero poco. Parlarne come di una centrale a biomasse corrisponde a mentire alla gente tenendo nascosta una risorsa energetica naturale e a fare danno a chi davvero usa l’energia biologica, con grandi spese iniziali e al fine di ridurre l’inquinamento». La famiglia Milic, dal 2006, ha deciso di affrontare i consumi energetici delle grandi proprietà di cui si avvale attraverso una caldaia a biomasse. Una spesa iniziale di 70 mila euro, sostenuta grazie ad un contributo regionale pari al 40 per cento dell’investimento, ha consentito l’acquisto e l’installazione di una caldaia ibrida (con alimentazione a legna e, in più, pannello solare termico integrato) per fornire acqua sanitaria nel locale agrituristico, nelle cinque camere per i forestieri e in due case ad uso personale. «Non abbiamo più usato nè gas nè nafta. Delle cinque caldaie precedenti non ne abbiamo salvata una», spiega Andrej Milic. «Il nostro impianto a biomassa richiede un combustibile a base di legna sminuzzata, il cippato, che otteniamo dalle potature delle vigne, ad esempio. E non produce residui ingombranti o nocivi: una quantità minima di cenere finissima. E oltre agli scarti dell’agricoltura non vi si può inserire nient’altro: l’impianto auto-analizza i propri fumi costantemente e nel caso si trovi a bruciare della plastica o dell’olio raffinato si blocca e rimane inutilizzabile fino all’avvenuta ripulitura». Informazioni che ben si distanziano dal quadro tecnico presentato per l’“ecomostro” di Opicina: «Il principio dell’energia a biomasse è il territorio circostante, la pulizia del bosco e il suo ritorno energetico – continua Bernarda Milic – e si caratterizza per la riduzione al minimo di emissioni di CO2 e per lo smaltimento di rifiuti totalmente ecologici. L’olio di palma africano trasportato via mare o ferrovia e fatto ardere poi nella centrale (già peraltro tolto dalla lista dei combustibili ecologici, ndr) non corrisponde certo a questa descrizione…» La caldaia a biocombustibili consente inoltre di stabilire una rete di teleriscaldamento per un paese intero. «Il nostro timore è che presentino la centrale di Opicina come una tecnologia alimentata a biomasse per avere gli incentivi statali per l’energia rinnovabile che, in Italia, sono i più alti d’Europa». Vanessa Maggi

CIE DI GRADISCA: di nuovo tensione

Messaggero Veneto del 06/08/12

Intemperanze al Cie: immigrati sul tetto ma l?allarme rientra

 

GRADISCA Nella giornata di ieri è tornato a “riscaldarsi” il clima nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Gradisca. Verso le 17 è risuonato infatti l’allarme per le intemperanze messe in atto da un gruppo di immigrati trattenuti nella struttura di via Udine. Sono riusciti a salire sul tetto e lì sono rimasti per qualche minuto mentre nel frattempo venivano messe in allarme anche le altre forze dell’ordine, Carabinieri compresi, oltre al presidio già presente nella struttura. Nel giro di poco tempo l’allarme è rientrato e nel centro per immigrati gradiscano è tornata nuovamente, almeno in apparenza, la calma. Un improvviso aumento della tensione, quello che si è registrato ieri nella struttura di via Udine, che va in controtendenza rispetto alle ultime settimane, caratterizzate da una certa tranquillità. In questi giorni, tra l’altro, gli immigrati di religione islamica osservano il Ramadam e non potendo mangiare fino al tramonto non sono certo nelle migliori condizioni fisiche per inscenare intemperanze o atti di protesta. Inoltre, in questo periodo il Cie ospita non più di una settantina di immigrati. Da ricordare però che la scorsa settimana un immigrato trattenuto nel Cie gradiscano era riuscito a fuggire facendo perdere le proprie tracce nei campi retrostanti la struttura. Ad attuare il piano di fuga erano stati due immigrati ma uno di essi era stato bloccato prima che riuscisse a raggiungere l’esterno del centro. Tre giorni prima, un altro immigrato del Cie, che era stato portato in ospedale per aver ingoiato volontariamente dei pezzi di vetro, aveva approfittato del breve ricovero per allontanarsi dal nosocomio. (pi.ta.)

Incontro Internazionale Anarchico a St.Imier

Incontro Internazionale Anarchico a St-Imier 2012

Dal 8 al 12 agosto 2012 a St-Imier (Giura Bernese, CH) si terrà un incontro internazionale tra libertari di ogni genere ma anche gente qualsiasi interessata a fare conoscenza o conoscere meglio i differenti movimenti anarchici.

Questo “Mondiale dell’Anarchismo” sarà una commemorazione della prima internazionale anti-autoritaria che fu organizzata nel 1872 in risposta all’internazionale di Marx.

Il mondo nel frattempo è cambiato notevolmente, per lo meno sotto certi aspetti, le correnti libertarie si sono evolute nel tempo e questo incontro ne sarà rappresentativo. Una cosa però è certa: il tempo non ha diminuito in nessun modo l’oppressione dei potenti sui più deboli. Questo incontro esporrà metodi di resistenza molteplici sotto forme variate e diverse.

La Federazione Giurassiana

L’Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIT) è stata fondata nel 1864. Delle sezioni si sviluppano rapidamente alla Chaux-De-Fonds, al Locle, a St-Imier e nel resto del Giura Svizzero. Molti degli e delle operai/ie che aderiscono sono ancora dei/delle lavoratori/trici a domicilio. Hanno il gusto della lettura e dell’indipendenza. All’arrivo di Bakounine nella regione nel 1869 il loro incontro non sarà senza conseguenze. La convergenza di idee che essi/esse scoprono fanno della Federazione Giurassiana il polo libertario dell’AIT in opposizione alla tendenza marxista. Sopraffatto da questa opposizione, Marx fa tutto in suo potere per eliminare questa corrente. Nel 1872 crede di essere riuscito nel suo intento. Al congresso dell’Aia, riesce a far partecipare il massimo di delegati/e che gli sono concessi, dei quali alcuni/e si presentano come rappresentanti di sezioni che si riveleranno poi inesistenti. Grazie a questa maggioranza fittizia fa votare l’esclusione di Bakounine, di James Guillaume e manca per un pugno di voti quella di Adhémar Schwitzgübel, tutti delegati del Giura. Scandalizzate, le sezioni di tendenza anti-autoritaria dell’AIT, tra cui quella della Spagna, dell’Italia, della Francia, del Belgio e degli Stati Uniti, organizzano un congresso a St-Imier dove le risoluzioni prese sono chiaramente libertarie. L’AIT anti-autoritaria sopravvive alla branca marxista fino alla fine del secolo.140 anni dopo il congresso di St-Imier, lo sfruttamento e l’alienazione dei lavoratori e delle lavoratrici sono sempre brutali. L’illusione marxista si è dissipata in seguito alle dittature comuniste. Il capitalismo vive di crisi in crisi, crisi sociale, crisi politica, alle quali si aggiunge oramai anche la crisi ecologica.

E il movimento anarchico?

Questi incontri internazionali d’agosto 2012 saranno l’occasione di fare il bilancio della storia del movimento anarchico, le sue idee, le sue realizzazioni, i suoi desideri, le sue sconfitte; quello che ne resta oggi; le lotte che sono le sue e quelle che condivide con altri movimenti: antimilitarismo, antirazzismo, antisessismo, autogestione, decrescita, educazione, femmismo, internazionalismo, non violenza, ecc.

Un certo numero di atelier e di manifestazioni sono previste già fin d’ora: conferenze storiche, conferenze tematiche, teatri, concerti, esposizioni, cinema, saloni del libro, radio, campeggi libertari, fiere dell’autogestione e dei prodotti biologici, atelier pratici, ristorazione, ecc.

Questa manifestazione internazionale sarà pubblica ed aperta all’insieme del movimento anarchico internazionale, ma anche all’insieme della popolazione senza discriminazioni. Le zone gratuite e a prezzo libero saranno privilegiate per permettere a tutte e tutti di poter partecipare.

Il comitato organizzatore si riserva il diritto di accogliere tale o tale partecipante. Le decisioni saranno prese in funzione delle idee e delle pratiche che ci sono proprie, ossia quelle dell’Internazionale anti-autoritaria. Espressioni e manifestazioni di razzismo, di sessismo, di xenofobia, di omofobia e di ogni forma di violenza e di discriminazione di, non saranno tollerate.

Sulla base di quanto detto, tutte le persone, strutture o organizzazioni possono chiedere di associarsi a questa iniziativa e proporre luoghi di esposizione, di dibattito, di conferenze, degli spettacoli, degli interventi, degli atelier e altro ancora. Siamo anche alla ricerca di volontari!

Il Comitato d’organizzazione degli Incontri Internazionali dell’Anarchismo di St-Imier 2012.

 

Qui tutto il programma:

http://www.anarchisme2012.ch/

NO TAV/ Quarto d’Altino ha detto NO al tracciato litoraneo ed anche al quadruplicamento

Il Gazzettino di giovedì 9 agosto 2012

(ingrandisci immagine)

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Tepee in Tal Parco 2012

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Foto e report della festa

Nuovi orari per  i concerti

Venerdì ARBE GARBE dalle  21.00 alle 24.00

Sabato “i Coop essere L”; Aldo Sbadiglio e la famiglia Ananas”; Fabian Riz e la sua Orchestra
dalle 21.00 alle 01.00

Domenica gli Hoosh dalle 21.00 alle 24.00

Nota. Il posto quest’anno è un po’ più difficile da raggiungere perché ci sono lavori in corso in Via Aquileia. Per cui, necessariamente, prendere il cavalcavia e girare al primo svincolo a destra.

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Per gli indiani di ogni dove

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TERRITORIO/ Sauris manifestazione contro il poligono del Bivera

Manifestazione contro il poligono del Bivera

 

 

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Bivera, nuova protesta
contro il poligono militare

di Gino Grillo

A Sauris un centinaio di persone appartenenti ai comitati a difesa dei monti. Le critiche: crisi devastante e loro vogliono sparare pallottole da mille euro l’una

 

 

SAURIS. Ritorna sul pianoro di Casera Razzo, fra Carnia e Cadore, la protesta contro il poligono militare del Bivera. Non una partecipazione di massa come negli anni ’80, ma un centinaio di persone aderenti ai vari comitati carnici e friulani per la salvaguardia della montagna carnica, Wwf compreso.

Gli organizzatori non hanno sollecitato cittadini e comitati del Cadore, che pure è proprietario di parte del pianoro conteso ai militari, ieri italiani, oggi Nato. Non si sono notati manifestanti provenienti dal Veneto, fatti salvi dei turisti che si erano recati sul pianoro in quota per una giornata di festa o per acquistare i saporiti prodotti di malga, che hanno solidarizzato con i manifestanti. A controllare il corteo, molto discretamente, Digos, polizia e carabinieri provenienti da entrambe le regioni sui cui territori giace la zona: Veneto e Fvg.

Alle 9 un piccolo gruppo di manifestanti si è ammassato, con slogan e bandiere, nei pressi di Casera Razzo per muovere, assieme a quanti nel frattempo erano giunti in ritardo, mezz’ora più tardi verso Casera Mediana. Un’escursione durata sino alle 11, poi il cambio di programma, con l’intento di rendere partecipi di quanto succede e potrebbe succedere a questa splendida vallata che ha come sfondo il Monte Bivera. Si è deciso così di effettuare i comizi non a Malga Mediana, ma nella Casera di Casera Razzo dove nel frattempo confluivano molti turisti come pure il comitato veneto Del Molin che è divenuta una base importante per l’esercito Nato.

Che ha concentrato alla caserma Ederle e all’aeroporto Dal Molin la 173^ Brigata di Fanteria Aviotrasportata dell’Us Army forte di sei battaglioni, con 4000 militari che necessitano, entro la fine del 2013, di una rete di poligoni da porre a disposizione delle unità militari. Fra queste anche il Monte Bivera, sito di interesse comunitario (Sic) che è stato mappato. L’avvento dei soldati Usa in zona sarebbe devastante, in quanto la 173^ Brigata, costituita da battaglioni di paracadutisti, utilizza armi leggere, e obici Howitzer, armi di 2 tonnellate di peso e con bocca di fuoco da 105 millimetri che richiedono vaste aree per gli addestramenti.

La presenza dei militari, hanno sostenuto i manifestanti, cozza contro i progetti di sviluppo della Carnia che piuttosto si basa su natura e Sic, ma cozza anche contro la crisi che impone restrizioni economiche e finanziarie «mentre i militari sparano proiettili di 1000 euro cadauno, contro le misere pensioni e assegni familiari della maggioranza della gente». Criticato pure il sistema militare italiano che vanta “troppi ufficiali e sottufficiali, con salari milionari, che vogliono portare la pace nel mondo, però dall’Afganistan vediamo rientrare solo debiti e morti.”

NO TAV/ Le nostre osservazioni al Ministero

Sono scaricabili sul sito del Collettivo per la Difesa del Litorale Carsico le osservazioni (e gli allegati) inviate al Ministero dell’Ambiente sul progetto AV/AV Venezia-Trieste e fatte proprie dai NO TAV del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.

Saranno la piattaforma per la campagna autunnale contro la TAV Venezia-Trieste


TESTO DELLE OSSERVAZIONI

Min_Am_19_agosto_def.pdf


ALLEGATI

  • Allegato n.1

01_Verbale_Provincia_di_Venezia_23_04_2012.pdf

 

  • Allegato n.2

02_Lettera_No_Tav_ai_Comuni_del_FVG_18_07_2012.pdf

 

  • Allegato n.3

03_Lettera_No_Tav_ai_Comuni_del_Veneto_26_07_2012.pdf

 

  • Allegato n.4

04_Delibera_QdA_n_30_Vecchia_Tav_07_08_2012.pdf

 

  • Allegato n.5

05_Delibera_QdA_n_31_Nuova_Tav_07_08_2012.pdf

 

  • Allegato n.6

06_Lettera_Mainardi_ai_Sindaci_del_Veneto_13_07_2012.pdf

 

  • Allegato n.7

07_Parere_Min_Amb_sulla_Ronchi_Ts_01_03_2005.pdf

 

  • Allegato n.8

08_Documento_unitario_sindaci_bassa_friulana_23_07_2012.pdf

Neurolandia

La fine dell’euro si avvicina?

CIE DI GRADISCA: rassegna stampa 11-23 agosto

da IlPiccolo

23/08

 

«Inchiesta Cie, vedute divergenti tra i pm»

Sono stati i pubblici ministeri Valentina Bossi e Luigi Luigi Leghissa di loro iniziativa, con due distinte istanze, a chiedere al Procuratore capo della Repubblica l’assegnazione ad altro collega dell’inchiesta sugli appalti al Cie, che vede indagata la vice prefetto vicario Allegretto assieme a due funzionari della Prefettura e due responsabili della cooperativa che gestisce il Cie. Una decisione scaturita da una non omogenea veduta dei due pubblici ministeri nella gestione del processo. Lo afferma il Procuratore della Repubblica Caterina Ajello in una nota, che è stata controfirmata anche dai cinque sostituti in servizio alla Procura goriziana. «Preso atto di ciò – afferma la Ajello – ho designato secondo i criteri tabellari gli unici due restanti sostituto facenti parte del Gruppo reati contro la pubblica amministrazione, cioè i dottori Enrico Pavone e Michele Martorelli». L’inchiesta sul Cie riguarda la gestione e gli appalti al centro di identificazione ed espulsione di Gradisca. In un primo momento l’accusa ipotizzata era di falso ideologico e negli ultimi mesi mesi era stata ventilata anche l’ipotesi della corruzione. Inoltre la Ajello, come avevamo anche scritto, ricorda che in autunno i pm Leghissa e Bossi saranno impegnati a sostenere l’accusa nelle ultime battute del maxi processo per le morti da amianto – la preparazione della requisitoria richiederà uno sforzo non indifferente per la necessità di effettuare la sintesi e la raccolta di tutti i dati processuali – e quindi «la riassegnazione dell’inchiesta Cie ad altri magistrati ben si concilia temporalmente e logicamente con lo sgravio di lavoro riguardante quest’ultimo procedimento». La Procuratrice coglie anche l’occasione nel sottolineare che grazie al suo interessamento «da un anno e mezzo quattro finanzieri e un esponente della Digos si dedicano quotidianamente ed esclusivamente a queste indagini, venendo supportati in alternanza da altri esponenti delle forze dell’ordine. Vale a dire che non sono mai stati risparmiati uomini e iniziative investigative dell’Ufficio della Procura per approdare alla reale verità dei fatti, e alla scoperta di illeciti di rilievo penale».

 

22/08

Ospite del Cie fugge dall’ospedale

È durata poco la fuga di un immigrato ospite del Cie di Gradisca. È stato fermato dai carabinieri dopo essere fuggito dall’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia. Un giovane tunisino di 27 anni, ospite del centro immigrati di via Udine, era stato ricoverato all’ospedale civile di Gorizia per accertamenti. Ieri mattina, eludendo l’attenzione del personale sanitario, il giovane nordafricano si era arbitrariamente allontanato dal nosocomio del capoluogo isontino. La sua assenza è stata notata subito dai medici, che contattavano il “112”. In breve una pattuglia del Nucleo radiomobile in servizio perlustrativo in città rintracciava il giovane magrebino che, in fase di accertamento dell’identità, declinava ai militari operanti generalità false. Accompagnato al Comando Carabinieri di corso Verdi per espletare le formalità di rito, il giovane veniva denunciato a piede libero alla locale Procura della Repubblica per false dichiarazioni sulla identità personale e riaccompagnato al Centro di identificazione ed espulsione della città della fortezza. Non è la prima volta che extracomunitari che si trovano al Cie si fanno ricoverare all’ospedale, magari dopo gesti di autolesionismo, per cercare poi di fuggire eludendo la sorveglianza del personale. Un sistema che in qualche occasione ha anche funzionato.

 

12/08

Appalti al Cie, escono di scena i pm “storici”

GORIZIA Da falso ideologico a corruzione: l’inchiesta sui due centri migranti di Gradisca, il Cie e il Cara, imbocca una nuova strada. Indagata con l’ipotesi di corruzione è il viceprefetto vicario di Gorizia Gloria Allegretto, implicata nella vicenda già dal marzo scorso ma con l’ipotesi meno grave di falso ideologico. Ma su questa linea dura, intrapresa dal pm Valentina Bossi, non tutti sono d’accordo in Procura a cominciare dal capo dell’ufficio, la dottoressa Caterina Ajello, che conferma l’indagine per corruzione, ma non è convinta ed esprime qualche dubbio che questa accusa possa reggere. E forse questa identità di vedute diverse che ha spinto Bossi, dopo un’indagine condotta per un anno e mezzo, ad abbandonare l’inchiesta. Ajello sostiene che l’avvicendamento è dovuto per Bossi e per il collega Leghissa, che pure indaga sul Cie, perché impegnati in altri processi. I due pm infatti seguono le inchieste sulle morti da amianto: sono impegnati nel maxiprocesso che è alle battute conclusive, ma stanno arrivando a giudizio altri quattro filoni legati sempre ai decessi per asbestosi. Così Ajello ha affidato l’inchiesta sul Cie ad altri due pm che seguono i reati contro la pubblica amministrazione. Ma gli spifferi che giungono dal secondo piano del Palazzo di giustizia danno una versione diversa dei motivi che hanno portato alla rinuncia da parte della Bossi, convinta invece nel portare avanti con decisione l’ipotesi di corruzione nel giro di soldi, 1,5 milioni, avvenuto per la gestione del Cie e del Cara. Il pm ha ipotizzato che parte dei soldi che dal ministero dell’Interno giunge alla Prefettura per la gestione dei centri immigrati sia finito in tasca a qualche privato. Un’indagine, che tocca la Prefettura, e quindi scomoda. Da prendere con le pinze. Non è solo Gloria Allegretto ad essere indagata, ci sono anche tre dipendenti della stessa prefettura ma con ipotesi diverse che vanno dal falso ideologico al favoreggiamento. A questi vanno aggiunti due esponenti della Connecting people, il consorzio di Trapani che gestisce da 4 anni Cie e Cara di Gradisca. Sono accusati di falso e truffa per aver dichiarato più presenze di immigrati di quelle effettive intascando così più soldi di quanti dovuti con il visto della Prefettura. Secondo l’appalto il gestore riceve 42 euro al giorno per ogni immigrati al quale deve fornire pasti, medicinali, vestiario e quanto di altro necessario. (fra. Fem.)

 

11/08

I posti disponibili scendono a 70 per colpa dei danni

I Cie di Gradisca continua a rimanere a basso regime. Nella struttura per migranti le presenze si attestano appena sulle 70 unità, a fronte di una capienza reale (mai toccata) di 248 posti. “Colpa” degli infiniti lavori di ristrutturazione delle sezioni danneggiate in questi anni. All’appello manca la zona verde e una parte della zona blu, quella danneggiata nel giugno scorso dopo che era stata appena resa nuovamente agibile. Lavori attesi anche nella zona rossa e nell’area esterna: a settembre sarà dotata di teloni per impedire agli immigrati d’issarsi sui tetti e saltare fuori fuggendo.

 

11/08

Lo chiudono al Cie, ingoia pezzi di vetro

di Luigi Murciano GORIZIA Ha ingoiato uno dopo l’altro 15 pezzi di vetro infrangibile per protestare contro il proprio trattenimento al Cie di Gradisca. Oggi è ricoverato in Chirurgia del nosocomio di Cattinara dopo un delicato intervento al ventre. Quella di Hatem (il nome è di fantasia) è una storia come tante nascoste dietro al muro dell’ex Caserma Polonio di Gradisca d’Isonzo. Ma è una storia che per una volta riesce a scavalcare quell’invalicabile recinzione ed arrivare all’opinione pubblica. Hatem, 43 anni, è un cittadino tunisino. Lavorava nel nostro Paese ormai da anni – «perfettamente in regola», avrebbe assicurato – ma il suo permesso di soggiorno è scaduto. E non è più stato possibile rinnovarlo. E così, da un giorno all’altro, la vita di Hatem è cambiata. È stato disposto il suo fermo amministrativo e la sua traduzione nel Cie di Gradisca d’Isonzo in attesa di espulsione. Si è trovato a dividere la camerata con altri immigrati maghrebini: alcuni con alle spalle storie molto simili alla sua, altri invece provenienti dal circuito carcerario e in attesa di rimpatrio dopo avere scontato la pena. Proprio questo, pare, ha fatto perdere la testa ad Hatem. «Io non ho fatto nulla, non ho reati alle spalle, perchè mi trovo rinchiuso con queste persone? Non sono un delinquente» si sarebbe sfogato prima di passare alle vie di fatto. Qualche compagno gli deve avere suggerito di fare come tanti altri: ingoiare qualche bullone o qualche pezzo di vetro per tentare la strada del ricovero in ospedale. Per molti, l’unica vera possibilità di fuga: una volta al nosocomio, infatti, gli immigrati vengono piantonati solo in caso di esami di routine; in caso di ricovero le forze dell’ordine non sono tenute a sorvegliarli. Chissà se Hatem voleva davvero tentare la corsa verso la libertà o solamente inscenare una protesta: fatto sta che i dolori lancinanti hanno indotto il personale sanitario del Cie a decidere per il ricovero all’ospedale di Gorizia, dove la situazione è sembrata grave al punto da disporre il trasferimento dell’uomo a Cattinara per l’intervento chirurgico di rimozione dei frammenti ingoiati. Una storia come quella di Hatem, assicurano i sindacati di polizia, è ormai all’ordine del giorno. Prova ne sia che è stato disposto un servizio, garantito da Carabinieri e Guardia di finanza, per il trasporto all’ospedale degli immigrati. Prassi ormai quasi quotidiana. «Praticare atti di autolesionismo per ottenere il ricovero in ospedale è un comportamento sempre più diffuso fra i trattenuti al Cie – riflette Angelo Obit, segretario provinciale Sap -. Senza volere generalizzare su questo caso, la pratica d’ingerire vetri e bulloni è l’unica reale possibilità di fuga a disposizione di queste persone. Spesso funziona pure». L’ultimo caso qualche settimana fa, quando un ospite del Centro è riuscito a darsi alla macchia dopo avere ottenuto il trasferimento al nosocomio di Gorizia. «Alcuni arrotondano i pezzi di plexiglass in modo che non s’infilzino sugli organi interni – svela Obit -. Insomma, esistono anche tecniche piuttosto affinate. Ma quello che bisogna chiedersi è come sia possibile che le persone trattenute riescano a procurarsi questo genere di materiali da ingerire». Un aspetto del Cie che continua a fare discutere, comunque, è la pericolosa promiscuità fra tipologie di immigrato troppo diverse fra loro per convivere sino a sei mesi. Nella stessa cella convivono migranti come Hatem, che si sono ritrovati clandestini da un giorno all’altro per un documento scaduto o per essere stati pizzicati dopo anni di sfruttamento sul mercato nero del lavoro; e soggetti pericolosi che hanno sì saldato il loro debito con la giustizia, ma ai quali viene affibbiato un supplemento di pena (il trattenimento al Cie, appunto) in attesa che il Paese d’origine li riprenda indietro. Un mix esplosivo.