Entries Tagged 'Mare' ↓
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 16/11/12
Rigassificatore, contrario anche il parere del Porto
L’Authority vota “no” al Rapporto di sicurezza presentato da Gas Natural La decisione sull’Autorizzazione integrata ambientale spetterà alla Regione
di Silvio Maranzana Anche l’Autorità portuale è contraria al rigassificatore di Zaule. Lo ha esplicitato per la prima volta con il voto contrario del dirigente alla Sicurezza Fabio Rizzi (che evidentemente ha agito anche su input della presidente Marina Monassi) sul rapporto di sicurezza presentato da Gas Natural per quanto riguarda i rischi rilevanti, cioé i pericoli per le persone e l’ambiente circostante, esclusi quelli derivabili da ipotetici attacchi terroristici dal momento che qui si tratta solo di safety e non di security. Il voto contrario dell’Authority è stato espresso nell’ambito della pronuncia da parte del Comitato tecnico regionale (Ctr) ed è andato ad aggiungersi a quelli anch’essi negativi, ma già preannunciati, da parte di Comune e Provincia. Ma sono stati gli unici tre “no” all’interno del Comitato presieduto dal Comandante regionale dei vigili del fuoco e di cui fanno parte anche gli stessi pompieri, la Regione, l’Arpa, la Capitaneria di porto, l’Ispettorato del lavoro e l’Inail, tutti favorevoli. Di conseguenza il rapporto di Gas natural ha avuto l’assenso a maggioranza. Nel comitato sono presenti soltanto tecnici e in queste veste dice di avervi partecipato per il Comune anche l’ingegner Umberto Laureni che pure è anche assessore all’Ambiente. Il voto favorevole per la Regione è stato espresso dall’ingegner Pierpaolo Gubertini, il dirigente responsabile del settore Tutela dall’inquinamento. Sarà lo stesso Gubertini giovedì 22 a presiedere la Conferenza dei servizi che dovrà decidere sull’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) al rigassficatore di Zaule. Il parere, favorevole a maggioranza come si è visto, del Ctr non è vincolante ma, come ha preannunciato lo stesso Gubertini, sarà comunque acquisito dalla Conferenza dei servizi. L’esito in quest’ultima sede è già prevedibile. In base alla legge infatti per la concessione dell’Aia in prima battuta è necessaria l’unanimità. Ma questa non ci sarà perché Comune e Provincia e, a questo punto si potrebbe supporre anche Autorità portuale, voteranno contro. La palla allora in base al regolamento passerà alla giunta regionale presideduta dal governatore Tondo che si è sempre detto favorevole. «Ma di fronte alla contrarietà di Comune, Provincia e Autorità portuale – sottolinea ora Laureni – con quale coraggio la giunta regionale potrà date l’autorizzazione?»
Marzo 17th, 2017 — Mare
Da Il Piccolo del 18/11/12
Mille in corteo per dire no al rigassificatore
Manifestazione con corteo ieri mattina lungo le vie del centro, organizzata dal movimento indipendentista Trieste Libera. Obiettivo della manifestazione, esprimere un secco no al rigassificatore: «Cancellare questo progetto assurdo – si legge nel sito web del movimento nell’ambito della presentazione del corteo – e concentrarsi su un porto commerciale e libero, su una Free Zone che è una risorsa insostituibile» per Trieste. Il gruppo si è ritrovato in piazza della Borsa e da lì è partito percorrendo corso Italia per arrivare a piazza Goldoni, e ancora imboccare via Carducci che è stata percorsa tutta fino ad arrivare a largo Santos, davanti alla Sala Tripcovich. La manifestazione, che secondo la Questura ha avuto un’adesione di un migliaio di persone, ha visto in piazza striscioni, bandiere con l’alabarda, cartelli e anche una banda che ha suonato lungo tutto il percorso. Tanti gli slogan di protesta scanditi. Sul sito del movimento compaiono accese critiche a Gas Natural, la società spagnola che ha progettato l’impianto gnl a Zaule: la società viene accusata di «arroganza direttamente proporzionale allo spiegamento di mezzi messo in campo a Trieste nel cocciuto tentativo di convincere “una volta per tutte” i triestini dell’assoluta necessità di installare il rigassificatore nei bassi fondali di Zaule». Secondo Trieste Libera invece «il destino di Trieste e del porto commerciale e libero dev’essere riaccomunato quanto prima ai destini delle Free Zones mondiali», essendo «risorsa insostituibile per città e Territorio». La manifestazione di Trieste Libera è arrivata dopo che il Comitato tecnico regionale per la sicurezza ha fatto proprio a maggioranza (contrari però il Comune, la Provincia e l’Autorità portuale) il giudizio tecnico del Gruppo di lavoro a sua volta formato da Vigili del fuoco, Arpa, Inail, Comune e Capitaneria di porto sul rapporto di sicurezza aggiornato da Gas Natural. Giovedì la Conferenza dei servizi dovrà decidere sull’Autorizzazione integrata ambientale al rigassificatore.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo
VENERDÌ, 23 NOVEMBRE 2012
Conferenza dei servizi, ok al rigassificatore
I dirigenti della Regione giudicano inconferenti i no ribaditi da Comune e Provincia e decretano il via libera «all’unanimità»
PROGETTO»IL PARERE
L’ALLARME del municipio Laureni: c’è il rischio che in due mesi si decida tutto. Oggi legali al lavoro per valutare il da farsi. Il sindaco: grossa forzatura, ci si rivede al Tar
L’INCREDULITÀ DI ZOLLIA Mai visto nulla di simile in 35 anni di pubblica amministrazione: pareri negativi trasformati in positivi con un colpo di bacchetta magica
di Silvio Maranzana Due contrari su tre eppure l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per il rigassificatore di Zaule è passata ieri alla Conferenza dei servizi, dopo una riunione protrattasi per sei ore, «all’unanimità». Le opposizioni chiaramente manifestate dall’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni e dal dirigente dell’area Ambiente e mobilità della Provincia Fabio Cella sono state giudicate inconferenti o comunque ipotizzanti rischi non comprovati. A decidere in questo senso è stato Pietro Giust, vicedirettore centrale e direttore del servizio Energia della Regione che ha condotto la seduta assieme a Pierpaolo Gubertini, il dirigente responsabile del settore Tutela dall’inquinamento. L’assenso all’unanimità era l’unico modo per non far ricadere la responsabilità dell’Aia sulla giunta regionale che sarebbe stata chiamata a decidere in caso di pareri discordanti. «Abbiamo chiesto che si votasse per rendere palese la maggioranza di voti contrari, ma i tecnici della Regione hanno ribattuto che non si poteva farlo perché la contrarietà risultava immotivata», ha riferito Laureni. «Ci vorrebbe una bella faccia tosta da parte della giunta regionale ad approvare l’Aia sapendo che tutto il territorio è contrario – aveva affermato nei giorni scorsi l’assessore alla Programmazione Sandra Savino – ma allora chi non vuole il rigassificatore proponga da subito delle alternative». Ma tutto questo dopo il “colpo di mano” di ieri non sarà necessario. «È accaduto qualcosa di sconvolgente che in 35 anni che mi occupo di pubblica amministrazione non ho mai visto – ha commentato l’assessore provinciale Vittorio Zollia – la Regione con un colpo di bacchetta magica ha trasformato due pareri negativi in positivi». «È stato lo stratagemma per far sì che sui politici della Regione non possa ricadere alcuna responsabilità – ha aggiunto Laureni – a questo punto potranno dire: noi non abbiamo alcuna colpa, sono stati i tecnici a decidere». E ora l’iter per il rigassificatore di Gas Natural sta assumendo un’accelerazione innaturale. «C’è il rischio che prima di due mesi tutto sia già stato fatto e deciso», lancia l’allarme Laureni. Perché le amministrazioni locali sono state chiamate al ministero delle Attività produttive per l’Autorizzazione unica, atto finale prima del via ai lavori, già per mercoledì prossimo, 28 novembre. «Siamo riusciti a ottenere che quella non sia la seduta finale – rivela Laureni – perché noi abbiamo bisogno di un altro passaggio in Consiglio comunale per un altro pronunciamento dopo le ultime modifiche al progetto, ma comunque il governo è fortemente intenzionato a chiudere tutto entro due mesi». Prima delle elezioni dunque. «Ci rivedremo non a Filippi, ma al Tar», il commento rilasciato dal sindaco Roberto Cosolini. Che più tardi ha aggiunto: «È stata una grossa forzatura. Non vorrei essere nei panni del dirigente regionale che dovrà firmare quell’atto». E già oggi alle 16 l’assessore Laureni vedrà gli esperti dell’Ufficio legale del Comune per valutare i risvolti giuridici della decisione presa. «Anche la dottoressa Marina Brana dell’Azienda sanitaria – fa rilevare ancora Laureni – ha sostenuto che le preoccupazioni sanitarie espresse dal Comune si basano su motivati sospetti». Ma in particolare sul sostantivo “sospetti” i tecnici della Regione avrebbero trovato un appiglio per destrutturare i timori. All’interno della Conferenza dei servizi di ieri gli unici ad avere il diritto di voto, in realtà mai espresso, erano la Regione, il Comune di Trieste e la Provincia. Va rilevato però anche che nel corso dell’ultima seduta del Comitato tecnico regionale che doveva esprimersi sui rischi rilevanti in base al rapporto di sicurezza presentato da Gas Natural per la prima volta si era espresso contro il progetto dell’impianto, oltre a Comune e Provincia anche l’Autorità portuale attraverso il dirigente alla Sicurezza, Fabio Rizzi che aveva espresso forti perplessità.
«Un assurdo, norme applicate in modo errato»
«Il verbale redatto dai funzionari regionali contiene un’errata ricostruzione della volontà della Provincia e un’errata applicazione della norma riguardante le Conferenze di Servizi». Lo ha affermato il dirigente della Provincia Fabio Cella al termine della seduta sul mrigassificatore. «La Provincia – ha aggiunto – ha espresso il proprio parere per le competenze attribuitele dalla legge: gestione dei rifiuti, emissioni in atmosfera e scarichi idrici sulla base di ampie relazioni tecniche istruttorie che interessavano sia gli aspetti tecnici che procedurali. Dette relazioni avevano supportato la decisione del Consiglio provinciale che all’unanimità ha espresso parere negativo. Le ragioni sono state condivise dal Comune e hanno destato la preoccupazione dell’Azienda Sanitaria che le ha ritenute condivisibili. Nonostante tutto ciò il responsabile del procedimento ha ritenuto le osservazioni tecniche “inconferenti” e quindi è giunto alla assurda conclusione che il parere in via definitiva non fosse stato espresso e quindi fosse da considerarsi un parere positivo».
Marzo 17th, 2017 — Mare
Tratto da Umanità Nova n.35
http://www.umanitanova.org/n-35-anno-92/gnl-saponette-e-dentifrici
GNL, saponette e dentifrici
Trieste, ultime notizie dal fronte rigassificatori
La storia dei progetti degli impianti di rigassificazione a Trieste è costellata di forzature e omissioni.
La vicenda inizia ufficialmente nel marzo 2006, quando la società committente Gas Natural presenta alla commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) il progetto per la costruzione di un rigassificatore nella frazione di Zaule (golfo di Trieste). Quasi in contemporanea viene presentato il progetto di un secondo rigassificatore. Quest’ultimo, previsto off-shore nel mezzo del golfo, fu inizialmente proposto dalla spagnola ENDESA, ma il progetto è stato poi portato avanti dalla tedesca E.On.
Nel corso delle procedure di VIA, sono emerse preoccupanti questioni riguardanti la sicurezza e l’impatto sull’ambiente. Tutte queste questioni sono rimaste irrisolte, e sono state messe in piedi operazioni di propaganda, mistificazioni e vere e proprie falsificazioni volte a far accettare alla popolazione dei progetti tanti inutili quanto dannosi per la salute e la sicurezza degli abitanti nelle zone limitrofe. Nonostante le palesi irregolarità nelle procedure, nel giugno del 2008 la Commissione VIA del ministero dell’ambiente ha espresso parere favorevole alla costruzione del rigassificatore di Zaule. Il 17 luglio 2009, dopo ulteriori pareri e integrazioni che non hanno modificato nulla di sostanziale, è arrivato il decreto finale dei ministri dell’ambiente e dei beni culturali che autorizzava la costruzione dell’impianto. La partita sembrava quindi conclusa. Ora a più di tre anni di distanza, a Trieste spuntano come funghi gazebo della Gas Natural, attraverso i quali la società continua a vendere fumo, senza affrontare i problemi cruciali che comporterebbe la costruzione di questo impianto. Ma andiamo con ordine e analizziamo la vicenda più in dettaglio.
Cattedrali nel deserto: i rigassificatori in Italia.
I rigassificatori sono la parte finale della filiera del GNL (Gas Naturale Liquefatto). Si tratta di strutture di grandi dimensioni, utilizzate per riportare allo stato gassoso il gas ridotto allo stato liquido (circa -161°C) al fine di consentirne il trasporto per mezzo delle navi gasiere. Riportato allo stato gassoso il gas viene quindi immesso nelle reti dei paesi consumatori.
Attualmente nel mondo ci sono una cinquantina di rigassificatori, la maggior parte dei quali situata in Giappone. In Italia sono attualmente in funzione due impianti di rigassificazione, uno a Panigaglia (La Spezia) e uno a Rovigo, uno dovrebbe entrare in funzione nel 2013 a Livorno nonostante la contrarietà degli abitanti (vedi Umanità Nova, n. 11 del 28 marzo 2010, anno 90 e n. 16 del 9 maggio 2010, anno 90) e altri sono in progettazione o in fase di approvazione a Rosignano (LI), Gioia Tauro (RC), Taranto, Porto Empedocle (SR), Rada di Augusta (AG), Ravenna (RA) e Porto Recanati (MC).
Rimando a UN n.16 anno 90 per un resoconto più dettagliato sul business collegato ai rigassificatori. In sintesi si può dire che questi tipi di impianti rimangono in genere sottoutilizzati (lavorano dal 30 al 60% della propria potenzialità) perché nel mondo la capacità di liquefazione è molto inferiore a quella di rigassificazione (meno di 20 impianti di liquefazione funzionanti nel mondo). Inoltre la rete dei gasdotti che porta il gas in Europa si sta ampliando e a causa della crisi i consumi risultano inferiori rispetto alle previsioni.
Allora chi ci guadagna?
Ma allora come mai il mondo politico considera i rigassificatori così essenziali?
In Italia non esiste un vero e proprio piano energetico nazionale, ma si tende a lasciar decidere al mercato, cioè alle multinazionali del settore. Industriali e imprenditori che promettono gas a prezzi agevolati sono indubbiamente consapevoli dell’attuale situazione economica. Per quale motivo quindi stanno spingendo per la costruzione di questi impianti? Senza ombra di dubbio i costruttori dei rigassificatori in Italia non ci rimetterebbero mai. Infatti, in seguito ad una Delibera dell’ Autorità per l’ Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) e a successivi aggiornamenti, è previsto che anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto più della metà dei ricavi sia coperta, a carico delle società che trasportano il gas all’utenza finale attraverso i metanodotti. Questi ovviamente si rivarranno sulle bollette degli utenti. In questo modo le società si sono assicurate gli introiti a scapito dei cittadini.
I rischi per la sicurezza
La pericolosità degli impianti di stoccaggio del gas dovrebbe essere tristemente nota a tutti (o forse in molti hanno già dimenticato la tragedia di Viareggio). Nel caso del rigassificatore i volumi coinvolti sarebbero enormi, e di conseguenza anche gli effetti di un eventuale incidente sarebbero devastanti. Motivo per il quale si tende a non costruire più terminali di GNL vicini ai centri abitati. Il rigassificatore di Zaule non solo sarebbe pericolosamente vicino al centro città ma si andrebbe ad inserire in un’area in cui vi è già una elevata concentrazione di impianti che trattano e immagazzinano sostanze inquinanti e pericolose. C’è quindi il rischio che gli effetti di un eventuale incidente risultino ancora più catastrofici.
L’impatto sull’ambiente
L’impatto di questi impianti sull’ambiente sarebbe devastante. Nel processo di rigassificazione verrebbe impiegato un gran volume di acqua di mare che, transitando attraverso l’impianto, con la combinazione di cloro, choc termico e stress meccanico verrebbe completamente sterilizzata. L’impatto risulta acuito dalla conformazione della baia di Muggia, un bacino semi-chiuso, poco profondo e con scarso ricambio idrico, dove l’acqua fredda e clorata ristagnerebbe a lungo, con effetti devastanti per l’ecosistema marino. A ciò si aggiunge il fatto che durante i lavori verrebbero rimessi in sospensione i metalli pesanti depositati nei sedimenti. Questi, entrando nella la catena alimentale, finirebbero in elevate concentrazioni nei pesci venduti nelle pescherie. Va ricordato che questo problema si verificherebbe soprattutto durante le fasi di costruzione, quindi rimarrebbe sostanziale anche se il progetto non venisse portato a termine o il rigassificatore rimanesse inutilizzato.
La realizzazione del progetto di rigassificatore off-shore comporterebbe analoghi problemi ambientali, e se i rischi per la popolazione risulterebbero minori, data la maggiore distanza dai centri abitati, i problemi per il traffico marittimo risulterebbero peggiori. I problemi ovviamente si moltiplicherebbero se venisse dato il via libera ad entrambi i progetti, con la costruzione di due rigassificatori nel Golfo di Trieste, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro.
L’impatto transfrontaliero
Dato l’impatto transfrontaliero che avrebbe il rigassificatore, l’opinione del governo della confinate Slovenia dovrebbe essere vincolante. Non si può certo dire che il governo sloveno abbia brillato in quanto paladino dell’ambiente negli ultimi anni, ma per quanto riguarda i progetti dei rigassificatori, il Ministero per l’ambiente ha redatto un documento serio, sulla base anche di lavori pubblicati su accreditate riviste scientifiche. Sulla base di questo rapporto le autorità slovene hanno confermato il loro parere negativo, dichiarando che i dati forniti dall’Italia non forniscono adeguate garanzie riguardo alla sicurezza e all’impatto ambientale. Quel che è certo è che questi impianti andrebbero a danneggiare gli abitanti di entrambi i paesi, a prescindere da quali decisioni definitive prenderanno i politici.
Pressioni e falsificazioni
Non ci vuole molto a capire che un tale progetto abbia potuto ricevere pareri favorevoli solo attraverso un mix di pressioni e falsificazioni. Del resto nella documentazione presentata dalla proponente Gas Natural si riscontravano parecchie anomalie. Anomalie che sono state oggetto di una perizia giudiziaria della Guardia di Finanza. Con tale perizia è stato accertato che i dati forniti sulle temperature nella zona di Trieste sono stati falsificati in modo da far credere che l’impatto dello scarico di acque fredde non risulti rilevante (le temperature medie dell’intero alto Adriatico sono state utilizzate al posto di quelle del golfo di Trieste, che sono invece più basse). Inoltre tale relazione in spagnolo è stata tradotta trascurando intenzionalmente alcuni punti e aggiungendone arbitrariamente altri, al fine di nascondere le anomalie e ottenere un parere favorevole. Il procedimento è stato poi archiviato in quanto il Giudice per le indagini preliminari, su proposta del P.M., ha liquidato la questioni scrivendo che, nei reati contestati, persona offesa è soltanto lo Stato, con conseguente impossibilità di considerare il privato denunciante come parte danneggiata dalle false attestazioni. Credo che ogni commenti risulti superfluo.
Le associazioni ambientaliste hanno portato la questione anche al governo sloveno e a livello europeo, denunciando queste ed altre falsificazioni (tra le quali quelle volte a minimizzare il rischio in caso di incidente), lacune nella documentazione e violazioni delle leggi internazionali in materia di sicurezza e impatto ambientale. Finora i responsi sono stati inconsistenti.
Novembre 2012: niente di nuovo sul fronte orientale.
In queste settimane la Gas Natural sta tentando di rifarsi l’immagine, riproponendo le stesse false promesse con cui hanno cercato di convincere la popolazione in questi anni e senza minimamente accennare alle questioni riguardanti la salute e la sicurezza. Con i suoi gazebo sparsi in città (che a detta di alcuni sono più adatti a vendere saponette e dentifrici) Gas Natural si limita a promettere posti di lavoro e bollette meno care. Per quanto riguarda i posti di lavoro, a costruzione terminata sarebbero in realtà pochi, ma forse sufficienti a sedurre gli abitanti di una zona profondamente colpita dalla crisi. Si riproporrà anche qui il ricatto occupazionale, con il quale gli industriali tentano di far passare i progetti più inquinanti e pericolosi per la popolazione e i lavoratori stessi?
Una delle tante cose che la Gas Natural non dice è che il progetto per la costruzione del gasdotto di collegamento tra il terminal e la rete locale non è ancora stato approvato. Senza questo collegamento l’impianto risulterebbe perfettamente inutilizzabile.
E infine rimane il progetto per il secondo rigassificatore off-shore, a 30km da Trieste, approvato dalla commissione VIA nel 2010, e del quale nessuno parla più. Eppure questo progetto comprendeva anche il gasdotto SNAM, che collegherebbe l’impianto alla rete nazionale. A differenza del progetto della Gas Natural, in questo caso il rigassificatore una volta costruito potrebbe entrare in funzione. Come mai nessuno ne parla più? Ci ritroveremo con due rigassificatori nel Golfo di Trieste, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro?
Per quanto riguarda il progetto della Gas Natural al momento il comune di Trieste e quello di Muggia hanno presentato ricorso al Tar del Lazio rispetto alle carenze nelle procedure di autorizzazione, mentre il governo sta accelerando i tempi per arrivare nel più breve tempo possibile all’autorizzazione definitiva.
Valentina
Fonti:
Konrad in pdf: http://www.konradnews.it/pdf_riviste/7_2009.pdf
Sito del comitato per la salvaguardia del golfo: http://amici.golfo.ts.googlepages.com/
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo
MARTEDÌ, 27 NOVEMBRE 2012
Rigassificatore, da Roma i preavvisi di esproprio
Il ministero ha pubblicato l’avvio della procedura per le aree demaniali di Zaule ma anche per altre 311 lungo cui passerà, da Padriciano, l’elettrodotto interrato
La concessione dell’Aia, presentato un esposto alla Procura
IL PROGETTO»L’ITER
Un esposto in relazione alla concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale per il rigassificatore a Gas Natural è stato presentato ieri mattina alla Procura della repubblica dall’avvocato Peter Mocnik. «Nel caso in cui i fatti di cui il sottoscritto è giunto a conoscenza fossero veri – sostiene Mocnik nell’esposto – sarebbero fatti molto gravi in cui si potrebbero rilevare a carico dei funzionari regionali le ipotesi di reato di cui all’articolo 323 (abuso d’ufficio) e 479-480 (falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale)». Mocnik che rappresenta anche Greenaction transnational, il comune di Capodistria e la Repubblica di Slovenia nei ricorsi contro il rigassificatore al Tar, si riferisce alla Conferenza dei servizi in cui i dirigenti regionali Pierpaolo Gubertini e Pietro Giust hanno decretato il via libera all’unanimità nonostante l’opposizione di Comune e Provincia. (s.m.)
di Silvio Maranzana Il rigassificatore avanza a passi da gigante. Ieri il ministero dello Sviluppo economico (Mise), che fa capo a Corrado Passera, ha pubblicato l’avvio della procedura di esproprio non solo delle aree di Zaule, suddivise in 113 particelle catastali all’interno del Demanio portuale dove sarà collocato il terminal di rigassificazione, ma anche di altre 311 aree, in gran parte di cittadini e ditte private come l’Italcementi, ma anche della stessa Autorità portuale, dell’Ezit, del Comune, della Regione, che si trovano sul tracciato dove sarà realizzato il futuro elettrodotto interrato tra Padriciano e Zaule che dovrà portare l’energia all’impianto. Nell’avviso emesso dalla “Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche” si rileva che il 7 novembre il Mise ha comunicato l’avvio del procedimento autorizzativo del progetto del terminal di rigassificazione e lo ha definito opera urgente volta a consentire l’accesso in Italia di una nuova fonte di gas. All’Autorizzazione unica che deve essere data a Gas Natural dal Ministero d’intesa con la Regione, il governo sarebbe voluto arrivare già domani, data in cui è stata convocata a Roma la Conferenza dei servizi; ma, come riferisce l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni, a seguito della pressione da parte delle amministrazioni triestine che hanno detto di aver bisogno di un ulteriore passaggio nei Consigli comunale e provinciale, l’ok definitivo è stato posticipato di 60 giorni. Arriverà a gennaio dunque con i governi Monti e Tondo ancora in sella. E del resto il ministro Passera lo aveva dichiarato al Piccolo già a luglio: «Bisogna puntare a incominciare i lavori al più presto.» Hanno invece un mese di tempo i cittadini che intendono contrapporre all’Avviso osservazioni che vanno corredate da memorie scritte e documenti e presentate all’autorità espropriante, cioé al Mise. L’”Avviso di avvio del procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, all’asservimento e all’occupazione temporanea e di dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione e delle relative opere di interconnessione elettrica” (questa la denominazione tecnica dell’atto), è stato affisso all’Albo pretorio del Comune, pubblicato sul sito informatico della Regione e curiosamente, su indicazione di Gas Natural – a quanto riferisce ancora Laureni – sui quotidiani Messaggero Veneto e La Stampa, che non sono giornali del territorio. Sono riportati gli elenchi dei privati e delle ditte con nome e cognome, ragione sociale, riferimenti catastali e tavolari delle aree da espropriare e/o asservare, e/o occupare temporaneamente, tutte ubicate all’interno del territorio del comune di Trieste. «Nessuno probabilmente a Trieste sa ancora se si tratti esclusivamente di terreni e mi auguro sia effettivamente così – afferma Laureni – o se sul tracciato c’è anche qualche fabbricato. Resta pacifico che, se mai il progetto sarà realizzato, l’elettrodotto sarà interrato, per cui le aree saranno espropriate temporaneamente per essere, dopo i lavori, restituite ai proprietari». Gli atti del progetto del rigassificatore e dell’elettrodotto, con relazioni tecniche e elaborati grafici potranno essere visionati nei prossimi venti giorni al servizio Ambiente ed energia del Comune, passo Costanzi 2, stanza 535, il lunedì e il mercoledì dalle 14.30 alle 15.30 e il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 12 alle 13. Le opere del terminal vero e proprio saranno invece realizzate a Zaule su terreni oggi tutti di competenza esclusiva dell’Autorità portuale
IN PIAZZA UNITà
Domani la protesta contro la Regione
Una manifestazione di protesta per dire ancora “no” al rigassificatore a Zaule è stata indetta per domani dalle 16.30 sotto il municipio in concomitanza con una seduta del Consiglio comunale sulla crisi occupazionale triestina con la prevista audizione del governatore Renzo Tondo. Il Comitato per la salvaguardia del golfo di Trieste invita a parteciparvi i cittadini, i partiti e le associazioni. Hanno garantito la propria presenza i Verdi, «per salutare – sottolinea Rossano Bibalo – l’autore della vergognosa Aia che gli uffici regionali hanno voluto garantire a Gas Natural». Ma anche una seconda iniziativa di protesta è annunciata da “cittadini in rete” e dai frequentatori del Multicultura center di via Valdirivo 30 che sabato alle 17 si raduneranno in piazza Unità per manifestare dinanzi al palazzo della Regione e a quello della Prefettura. E i consiglieri regionali della Sinistra Arcobaleno Igor Kocijancic e Stefano Pustetto informano di aver richiesto la convocazione della Quarta commissione del Consiglio regionale per un’audizione dei dirigenti competenti per il rilascio dell’Aia. Secondo Kocijancic e Pustetto il ministero ha sostanzialmente dato il via libera anche all’elettrodotto Redipuglia-Trieste, «opera almeno altrettanto controversa quanto il rigassificatore». E «in prima fila contro questo disegno perverso», sostiene di essere anche l’Idv tramite Mario Marin, perché «la Regione, il presidente Tondo e questo Stato sconquassato non hanno a cuore la salute e la sicurezza dei triestini.» Infine un altolà al Mise arriva anche dal segretario provinciale della Lega Nord Pierpaolo Roberti: «Il governo rispetti la volontà degli enti locali» perché l’imposizione del rigassificatore sarebbe «un colpo di mano inaccettabile.» (s.m.)
Dal Piccolo online
Rigassificatore Gas Natural a Zaule Partiti gli avvisi di pre-esprorio
Decisa accelerazione dell’iter per realizzazione dell’impianto. Il ministero dello Sviluppo economico lo classifica “opera urgente”
Non bastava il contestato via libera al progetto, dato dai tecnici della Regione nonostante la netta contrarierà degli enti locali. Ora l’iter del rigassificatore di Zaule “targato” Gas Natural subisce un’altra, decisa accelerazione. Il ministero dello Sviluppo economico, che definisce l’impianto “opera urgente e necessaria”, ha pubblicato l’avviso di avvio dei procedimenti di vincolo preordinati agli espropri per la realizzazione del terminal gnl.
Roma, insomma, è sempre più decisa ad accorciare i tempi. Singolari, però, le modalità scelte per dare concreta attuazione a questo disegno. Gli avvisi di pre-esproprio, infatti, sono stati pubblicati oggi sulle pagine de La Stampa e del Messaggero Veneto (oltre che su sul sito della Regione Fvg e all’albo pretorio del Comune di Trieste). Due quotidiani, cioè, che non raggiungono in maniera capillare la popolazione triestina. La comunicazione, insomma, rischia di non raggiungere tutti i cittadini coinvolti e interessati.
L’avviso del Ministero dello Sviluppo economico, che è l’autorità espropriante, riguarda anche la dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione e delle relative opere di interconnessione elettrica. Il 7 novembre scorso – si legge nell’avviso – il ministero ha comunicato l’avvio del procedimento autorizzativo a tutte le amministrazioni competenti e ha qualificato il terminale «opera urgente volta a consentire l’accesso all’Italia di una nuova fonte di gas, anche ai fini e per gli effetti della relativa procedura espropriativa».
È stata convocata la conferenza dei servizi. Le eventuali osservazioni del pubblico sul progetto dovranno essere inoltrate al ministero entro 30 giorni.
Dal piccolo del 24/11/12
Rigassificatore, Comune in guerra
di Silvio Maranzana «Si è trattato di una forzatura molto grave fatta con lo scopo di togliere alla giunta regionale l’obbligo di esprimersi sul rigassificatore a pochi mesi dalle elezioni.» Il giorno dopo il “colpo di mano” con l’Autorizzazione integrale ambientale considerata data all’unanimità dai tenici della Regione nonostante due pareri su tre e cioé quelli di Comune e Provincia fossero esplicitamente negativi, il sindaco Roberto Cosolini è ancora più imbufalito. «È un vulnus pesante sulla pelle delle istituzioni locali – continua Cosolini – oltretutto inferto, a quanto mi è stato riferito, da un dirigente che non era nemmeno il responsabile del procedimento. Ciò non ha fatto che aumentare il malessere, lo sconcerto e anche l’opposizione della città nei confronti di un progetto di cui si è sempre continuato a sapere troppo poco. Eppure la Regione non si è mai sognata di fare spinte e forzature di questo tipo quando si trattava invece di progetti realmente utili per Trieste. Quindi al di là del ricorso al Tar già fatto in appoggio al Comune di Muggia e della lettera che le istituzioni locali hanno inviato al Presidento Monti, stiamo per intraprendere nuove azioni per manifestare appieno l’umore della città». E già ieri pomeriggio l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni ha avuto un dettagliato confronto con i responsabili dell’Ufficio legale del Comune che stanno valutando ora le azioni praticabili in opposizione a quella che è stato definito un golpe. «Non solo l’esito stravolto della Conferenza dei servizi, ma la sua stessa conduzione è sotto la lente dei nostri legali e nel giro di qualche giorno prenderemo iniziative», ha affermato Laureni. È possibile che venga impugnata dinanzi al Tar anche la concessione dell’Aia, mentre il ricorso con cui il Comune di Trieste si è affiancato a quello di Muggia riguarda in particolare l’attraversamento di aree di pregio da parte dell’elettrodotto che da Padriciano dovrebbe collegare l’impianto di Zaule. Suona quasi beffarda invece la nota con cui ieri Gas Natural, la società catalana che dovrebbe realizzare l’impianto, ha dato notizia della conclusione del procedimento di Autorizzazione integrata ambientale. «La Conferenza dei servizi coordinata dalla Regione Friuli Venezia Giulia – si legge – in assenza di argomentazioni pertinenti negative rispetto alle condizioni che devono garantire la conformità e il rispetto dei requisiti previsti in un’istruttoria di questo tipo, si è conclusa con esito positivo». E il presidente di Gas Natural rigassificazione Italia, Javier Hernandez Sinde ha dichiarato: «Il progetto ha superato un’ulteriore tappa fondamentale, la Conferenza dei servizi che non è un luogo dove esprimere opinioni di convenienza ma la sede in cui, sulla base di pareri congrui e pertinenti, si assumono decisioni responsabili su dati di fatto di natura tecnica, circoscritti ad aspetti definiti per legge.» Per Gas Natural si è trattato dunque «dopo l’approvazione del Rapporto di sicurezza, di un altro riscontro positivo a conferma della bontà del progetto.»
E ora si chiedano le dimissioni della giunta regionale
di PAOLO RUMIZ E adesso che la maggioranza civica – non politica – di questa provincia gabbata chieda le dimissioni della giunta regionale. La giunta che, con il “Sì” al rigassificatore, ha consentito a un organo tecnico di calpestare con stupefacente disinvoltura il “No” democratico espresso dagli enti locali, dell’autorità portuale, dalla gente che ci ha scritto su questo giornale, e persino dai vicini di casa, con cui condividiamo questo pezzo di Adriatico. Lo dico, per ora a titolo personale, perché ritengo che mai parere di ente locale sia stato più fondato espresso e più soffertamente costruito con la mobilitazione delle realtà scientifiche – note in tutto il mondo – di questa frontiera. Ne consegue che quel “Sì”, espresso dalla conferenza dei servizi, significa non solo che non contiamo niente in questa regione, ma anche che siamo dei perfetti imbecilli, abbiamo le traveggole quando esprimiamo scientificamente le nostre ragioni. I motivi del mio “No” li ho espressi più volte in articoli che non hanno mai visto alcuna obiezione da parte di Gas Natural, e già questo dovrebbe far pensare. Ora mi limito a suggerire che se il rigassificatore è davvero così innocuo e vantaggioso, noi lo regaliamo volentieri a Portonogaro o ne suggeriamo l’ubicazione davanti alle spiagge di Lignano. E mi chiedo quale sarebbe stato il parere della commissione se il colosso energetico fosse stato ipotizzato in Friuli. Questo atto spacca la regione, segna una frattura insanabile tra chi comanda e chi non conta niente. Mi rifiuto di fare ipotesi su cosa abbia convinto i funzionari seduti a discutere all’ombra di un colosso dell’energia. Ma so con certezza che questo pronunciamento toglie la castagne dal fuoco a tanti. Alla giunta, che si lava le mani come Pilato; a una sinistra ipocrita, ipersensibile ai poteri forti, che per motivi elettorali non si è mai esposta; e soprattutto le toglie al partito trasversale dei tremebondi che, davanti al gas, dicono “tengo famiglia”. Concludo dicendo che, quando eravamo il gioiello di un impero, mai Vienna avrebbe consentito a ciò cui oggi Roma e la Regione acconsentono con un atto notarile e antidemocratico: una macchina energetica che dimezzerebbe il nostro mare, inibirebbe il traffico portuale, renderebbe semi-sterile il golfo, diverrebbe un pericolo mortale nella stagione del terrorismo, e con i rischi che comporta dimezzerebbe il valore degli immobili da Sant’Andrea a Punta Sottile e oltre. Lo dico, ripeto, a titolo personale. Non è mia abitudine fare appelli. Ora penso sia venuto il tempo. Tempo che la gente su questo pezzo di Adriatico si faccia sentire. Tempo che gli utenti del mare, pescatori, marinai, velisti, operatori del turismo e infinite altre categorie prendano atto di cosa significa questa imposizione non solo a livello ecologico, portuale e della sicurezza, ma anche a livello politico. Politico, ripeto: non partitico. E sappiano distinguere tra chi ha taciuto e chi ha avuto il coraggio della verità.
«Un golpe dopo il no di Comune e Provincia»
Dopo che l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per il rigassificatore di Zaule è passata alla Conferenza dei servizi non sono mancate le reazioni molto polemiche della politica triestina. «Ieri c’è stato un vero e proprio golpe politico – afferma il candidato Presidente di Un’Altra Regione e consigliere comunale, Franco Bandelli – vista la contrarietà di Comune e Provincia al progetto del rigassificatore. Con questo ennesimo scempio politico, targato Tondo e Savino, Trieste rischia di avere il rigassificatore, imposto dall’alto e non voluto dall’intero territorio. La Regione, di fatto, calpesta Trieste e i suoi cittadini, ignorando il parere di inequivocabile contrarietà espresso dalle sue istituzioni; lo fa in maniera pilatesca, cercando di nascondere le proprie responsabilità politiche dietro le decisioni degli uffici regionali. L’appello di Un’Altra Regione è rivolto a tutte le forze politiche, ai movimenti e alle associazioni a promuovere la mobilitazione di tutta Trieste per una grande manifestazione, senza colore politico, per dire ancora una volta no al rigassificatore di Zaule. «Semplicemente scandaloso» definiscono il sì al rigassificatore Giovanni Maria Coloni, capogruppo Pd, e Mario Ravalico, presidente Commissione urbanistica/ambiente, in Consiglio comunale. «Con un’audace interpretazione, più da prestigiatore che da burocrate, – sottolineano i due esponenti del Pd – si è trasformato in parere positivo un circostanziato pronunciamento negativo espresso all’unanimità dal Consiglio comunale di Trieste; al massimo, gli uffici regionali avrebbero potuto, per assurdo, considerare il parere comunale come “non reso”, ma non era sufficiente: per togliere il disturbo di decidere alla giunta regionale servivano i pareri positivi e, voilà, così è stato!» «Il Pd di Trieste – aggiungono -, si è sempre dichiarato contrario al rigassificatore di Zaule proposto da GasNatural perché dai relativi elaborati progettuali si evidenziano lacune gravi in riferimento alla mancanza di garanzie per la sicurezza della vita umana, per la tutela dell’ambiente marino nonché per le forti interferenze con l’attività portuale». «L’Aia al rigassificatore mi ricorda quella alla Ferriera. – sottolinea Maurizio Ferrara, capogruppo della Lega Nord in Consiglio -. Ma di fronte a questa schifezza tutti gli assessori regionali contrari al rigassificatore dovrebbero dimettersi dalla Giunta. Non solo, i parlamentari triestini del Pd e del Pdl che sostengono il Governo nazionale, farebbero bene, se realmente contrari, a inviare una nota al presidente Monti per informarlo che, in caso di ok al rigassificatore faranno mancare il sostegno al Governo stesso».
Marzo 17th, 2017 — Mare
|
Nonostante la forte pioggia – diventata poi un vero e proprio nubifragio – varie centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di mercoledì 27 novembre in piazza Unità sotto il comune per protestare contro il vergognoso via libera dato dagli uffici della regione al rigassificatore di Zaule. L’iniziativa era stata indetta per via della presenza in comune del presidente Tondo che ha tenuto un incontro con la giunta comunale sul tema dell’occupazione. Vi erano presenti le realtà più diverse: associazioni ambientaliste, comitati, partiti di sinistra, indipendentisti, aree di movimento e anche un gruppetto di fascisti del partito di Bandelli con i tricolori. Erano presenti anche alcuni NOTAV con un volantinaggio e uno striscione.
|
LUNEDI’ 10 ALLE 19 IN P.UNITA CORTEO
CONTRO L’ARRIVO DEL MINISTRO CLINI
Continue reading →
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo
GIOVEDÌ, 06 DICEMBRE 2012
«Nessun ostacolo, avanti con il rigassificatore»
Passera risponde in Parlamento a Rosato: traffico di gasiere assimilabile a quello delle petroliere. Ma l’iter si chiuderà solo se prevarrà un orientamento favorevole
CONVEGNO
PROGETTO»IL MINISTRO
I possibili riflessi sul valore delle case
Il prospettato insediamento a Zaule del rigassificatore farà scadere anche il valore degli immobili in un’ampia area circostante? È la principale domanda a cui tenterà di rispondere il convegno “Rigassificatore e valore dei beni immobili” che si svolgerà venerdì alle 17.30 a Muggia, nel teatro Verdi di via San Giovanni. Le relazioni saranno svolte da Francesco Longo docente di diritto amministrativo all’università di Udine, Fulvio Rocco consigliere di Stato, Mario Polelli ordinario di Estimo al Politecnico di Milano, Gaetano Russo ordinario di Tecnica delle costruzioni all’università di Udine, Alessandro Brainich agente immobiliare. Interverranno il sindaco di Muggia Nerio Nesladek, il sindaco di San Dorligo della Valle Fulvia Premolin, la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Conclusioni dell’assessore comunale di Muggia Fabio Longo.
di Matteo Unterweger «Allo stato non esistono motivi ostativi alla prosecuzione dell’iter amministrativo». Sul progetto del rigassificatore di Zaule il governo va avanti. Almeno l’intenzione per ora è questa: Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, l’ha affermato ieri a Roma, durante il question time in Parlamento rispondendo a un’interrogazione presentata dal deputato triestino del Pd Ettore Rosato. Più che da “tecnico”, Passera ha parlato da politico consumato, certamente informato delle resistenze compatte del territorio (Comuni e Provincia, ma anche Autorità portuale, oltre a tantissimi cittadini) all’insediamento proposto dalla spagnola Gas Natural. Se prima ha usato il bastone, confermando la linea del governo, un attimo dopo ecco la carota, scelta per certificare che la conclusione dell’iter stesso «potrà avvenire solo dopo l’acquisizione dei pareri espressi da tutti i soggetti interessati e ove prevalga un orientamento favorevole». Una speranza per l’ampio fronte del “no”? «Sono convinto che non ci dobbiamo rassegnare. Sono ottimista sulla possibilità di far ragionare questo governo», dirà Rosato a margine del botta, risposta e contro-osservazione in aula. Oggi l’esecutivo Monti ha in mano l’Autorizzazione integrata ambientale uscita dalla discussa Conferenza dei servizi dello scorso 22 novembre, quando i tecnici della Regione avevano decretato l’approvazione all’unanimità nonostante i pareri contrari di Comune e Provincia di Trieste (due su tre degli enti presenti alla riunione). E proprio a quell’episodio si è agganciato Rosato interrogando Passera: «Sapendo dei vizi di illegittimità negli atti della Regione – ha affermato -, che non ha tenuto conto dei pareri tecnici di Comune e Provincia di Trieste, questo governo intende proseguire con il progetto?». La replica di Passera non ha mancato di ricordare che vi sono «numerosi pareri espressi», sancendo come la decisione del governo arriverà «non a maggioranza» di questi ma basandosi sul «criterio della prevalenza». Punto, questo, su cui Rosato – pochi minuti dopo aver esplicitato al ministro la sua insoddisfazione per la risposta ricevuta – si è soffermato: «Ci attendiamo quindi attenzione sulla prevalenza dell’interesse». Centrale il tema della mobilità portuale rapportata all’eventuale presenza dell’impianto di gnl. Serafico il ministro: «Per il Registro italiano navale e la Capitaneria di porto il traffico delle gasiere è assimilabile a quello delle petroliere». Petroliere che già transitano nel golfo triestino, dirette al terminale della Siot. «Le notizie che ho io non sono quelle che ha il ministro – continua Rosato nelle riflessioni post-question time – sulla compatibilità fra Porto e rigassificatore. L’impianto peraltro non sarebbe ubicato dove oggi c’è la Siot. E inoltre il traffico di navi, nel caso, verrebbe raddoppiato…». Petroliere più gasiere. Ancora in aula, a risposta di Passera archiviata, Rosato aveva definito «illogico il finanziamento, sbloccato da questo governo, al progetto della Piattaforma logistica rispetto all’insediamento del rigassificatore». E citando anche l’emergenza occupazionale che sta vivendo la città, il deputato dei “democratici” ha chiesto con forza al governo «un ragionamento complessivo sullo sviluppo industriale, urbano e marittimo» del territorio triestino. Dal quale giungerà, via Consiglio comunale e assise provinciale, un nuovo “no” da far planare sul tavolo ministeriale in merito alle ultime modifiche apportate al progetto da Gas Natural e che includono anche l’elettrodotto di 9 chilometri che parte da Padriciano. Da un parlamentare all’altro, e da un versante politico all’altro: il leghista Massimiliano Fedriga, vicecapogruppo del Carroccio a Montecitorio chiede intanto «un incontro pubblico che ponga a confronto i sei parlamentari triestini sul rigassificatore». «Posto che i Consigli comunale e provinciale si sono già espressi contro l’impianto di Zaule e che la Conferenza dei servizi, che ricordo essere un tavolo squisitamente tecnico, ha invece emesso parere favorevole allo stesso, la palla è passata ora in mano al governo che, di intesa con la Regione, avrà l’ultima parola – è l’inquadramento di Fedriga -. Ritengo opportuno che anche i deputati e i senatori espressi dal territorio si espongano sull’iniziativa della multinazionale spagnola». Il suggerimento dell’esponente della Lega Nord è di farlo in «un’assemblea pubblica», favorendo «il dialogo con la cittadinanza»
GIOVEDÌ, 06 DICEMBRE 2012
LA INVIERà A ROMA
Pericoli rilevati dai pompieri Uil il Comune allega la relazione
La relazione tecnica sul rigassificatore predisposta dal Coordinamento regionale dei Vigili del fuoco della Uil, arricchita da pareri di esperti e docenti, sarà acquisita dalla Conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale «per essere presentata al Prefetto e al Ministero competente». Lo ha annunciato ieri il presidente della Consiglio comunale, Iztok Furlanic, al termine di una seduta straordinaria convocata su richiesta del coordinatore regionale della Uil per i Vigili del fuoco, Adriano Bevilacqua. «Faremo tutto il possibile per resistere contro questo progetto – ha ribadito Furlanic – e questo documento ci sembra importante in questo senso». L’assessore comunale per l’Ambiente, Umberto Laureni ha spiegato che «la delibera alla quale stiamo lavorando deve fare un passaggio alla Commissione ambiente, perciò c’e tempo per aggiungere elementi. Non accettiamo che in un’area urbana – ha continuato – si realizzi un impianto pericoloso solo perché il rischio di incidenti è basso. Chiederemo anche noi – ha concluso – di inserire gli elementi presentati dai tecnici e dai Vigili del fuoco». «Dal 2010 come Vigili del fuoco siamo in agitazione – ha detto Bevilacqua – perché in caso di emergenza il Corpo non ha mezzi e uomini per intervenire». Il professor Marino Valle ha parlato di «regia occulta, che vuole colonizzare la città. Speriamo che la Slovenia avvii una procedura d’infrazione contro l’Italia, vincerebbe di sicuro». Carlo Franzosini, della Riserva marina di Miramare ha detto che «si vuole trasformare il porto di Trieste in un polo energetico per gli industriali del Friuli». Livio Sirovich, dell’Ogs, ha ricordato che «a Zaule si troverebbero adiacenti una centrale termoelettrica, potenziale detonatore, e un rigassificatore, cioè un serbatoio di esplosivo». Ugo Salvini
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 10/12/12
Trieste, stasera corteo e presidio anti-rigassificatore
Da piazza Unità alla centrale idrodinamica in Porto Vecchio, dove Clini e Tondo sono attesi per la Cattedra di San Giusto
L’occasione offerta è di quelle ghiotte. La tentazione di salire in “cattedra” irresistibile. Il terzo e ultimo incontro della Cattedra di San Giusto, in programma oggi alle 20.30 alla Centrale idrodinamica, in Porto Vecchio, si annuncia particolarmente affollato, dentro e fuori. Non tanto per il tema di questa edizione (“Dentro la crisi … oltre la crisi”) e neppure per quello della serata (“Sviluppo e ambiente: disinquinare Trieste”). L’attrazione fatale è rappresentata dai relatori presenti all’incontro di stasera promosso dalla Diocesi di Trieste: il ministro dell’ambiente Corrado Clini e il presidente della Regione Renzo Tondo ospiti del vescovo Giampaolo Crepaldi. Convitato di pietra: il rigassificatore che Gas Natural vuole realizzare nella baia di Zaule.
A ricordarlo al ministro e al governatore sarà un presidio davanti alla centrale idrodinamica che si annuncia particolarmente affollato. Il “Coordinamento cittadini e associazioni in rete”, che sta raccogliendo firme da tempo, ha organizzato un presidio per per dire «no al rigassificatore», un «progetto antieconomico, antiproduttivo e pericolosissimo per Trieste e per il suo mare». E dà appuntamento a tutti in piazza Unità alle 18, sotto l’albero di Natale. Da lì prenderà il via il corteo che alle 19 farà tappa in piazza della Libertà, davanti alla sala Tripcovich, e alle 20 raggiungerà il piazzale antistante la centrale idrodinamica, in Porto Vecchio, a fianco del Magazzino 26. Alla manifestazione ha aderito il neonato il Comitato “Trieste Gasata” che comprende Legambiente, Wwf, Comitato cittadini in rete, No smog associazione onlus. Il Comitato, che si oppone al rigassificatore, ha fissato il suo ritrovo alle 19 davanti alla sala Tripcovich. Le aspettattive sono enormi. I volantino che invita tutti alla mobilitazione questa sera parla di «una grande manifestazione contro il rigassificatore», «un’occasione da non perdere per Trieste e tutti i triestini». Il programma è semplice. «Mercoledì 28 novembre – scrivono i promotori – il governatore della Regione Tondo in visita a Trieste ha commentato dicendo che “i manifestanti in piazza Unità contro il rigassificatore sono 500 ma Trieste conta 200.000 abitanti, quelli che non ci sono evidentemente son d’accordo con la costruzione del rigassificatore di Zaule”. Dimostriamogli che non è così».
Stasera ci sarà anche il Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci che ha scelto il presidio contro il rigassificatore per onorare anche la giornata mondiale dei Diritti umani.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Ieri a Trieste si sarebbe dovuta tenere una conferenza, organizzata dalla Diocesi di Trieste, da titolo “Sviluppo e Ambiente: disinquinare Trieste”. Invitati di lusso il ministro dell’ambiente Clini e il presidente della Regione Tondo. Cioè due fra i maggiori responsabili e promotori del progetto di costruzione di un rigassificatore (o anche due… non dimentichiamolo!) nel golfo di Trieste. Altro che disinquinare…
Due cortei contro il rigassificatore – e contro la devastazione ambientale – sono partiti da Piazza Unità e da Barcola per ricongiungersi in Porto vecchio. Lì circa 1000 persone si sono ritrovate davanti al Magazzino 26, sede della conferenza (il luogo era indicativo di per sè: fuori dal centro e nascosto fra la stazione ferroviaria e Barcola… dove la maggior parte dei magazzini sono abbandonati e quei pochi che sono stati ristrutturati vengono lasciati vuoti…) per far sapere al ministro e al presidente che prima di costruire un rigassificatore a Trieste devono pensarci due volte!
VIDEO
COMUNICATO DEL GERMINAL
Continue reading →
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 13/12/12
«Mettiamo una pietra sopra al rigassificatore»
Il governatore Tondo all’affollato convegno sul porto: «L’altro obiettivo è di spostare il punto franco dal vecchio scalo alla banchina di Servola»
di Silvio Maranzana «Una pietra sopra il rigassificatore». Non poteva non focalizzarsi su questo tema il convegno “Il futuro è il porto” organizzato dal Piccolo, moderato dal suo direttore Paolo Possamai e svoltosi dinanzi a una folla strabocchevole dato evidentemente anche l’argomento caldo del momento. E su questo tema il governatore Renzo Tondo, seppure in scadenza di mandato, è stato chiaro come non mai: «Ci mancherebbe che si voglia insistere su una situazione non gradita – le sue parole – mettiamoci una pietra sopra e che sia finita. E pensiamo al futuro di questa città». Non solo, il presidente della Regione ha anche rimarcato il fatto che questa giunta non ha mai fatto un passo a favore dell’impianto di Zaule. «La sua strategicità – ha affermato – è stata dichiarata dalla giunta precedente. Il via libera all’Aia è stato un grossolano errore di un nostro dirigente che infatti è stato ora destinato ad altri incarichi. Io invece prendo atto di una forte contrarietà». Va ricordato che l’Autorizzazione unica a Gas Natural deve essere data dal governo, in accordo con la Regione. Ma in una serata evidentemente favorevole alle rivelazioni, Tondo è stato esplicito anche su Porto vecchio: «È indispensabile creare un’intersezione tra il Porto Vecchio e l’area della Ferriera di Servola. Chiaro che sono per la sdemanializzazione dello scalo antico e non mi interessa se i proventi vanno a Regione, Provincia o Comune, è importante invece che quesi proventi siano utilizzati per riconvertire a fini portuali l’attuale area della Ferriera dove dovrebbe essere spostato il Punto franco». Ma se su questi due snodi fondamentali s’intravede una via d’uscita, è nebbia fitta su alcune infrastrutture anch’esse vitali per il futuro dello scalo. «Che ne è del prospettato terminal ro-ro all’ex Aquila?», la domanda di Possamai. «È previsto da un accordo di programma nel 2005, poi nel maggio scorso è intervenuto un altro accordo di programma sulle bonifiche, ma quell’area ne è esclusa», la risposta di Paolo De Alti direttore dell’Ezit. «Ma a che punto siamo?» «L’accordo del 2005 è scaduto nel 2010. Bisogna riportare il soggetto privato agli obblighi che si era assunto» «Ma chi deve farlo?» «Non vorrei essere impertinente, ma la regia era in capo alla Regione». La domanda finisce a Tondo che risponde: «Sinceramente non posso sapere tutto, prendo atto di questa segnalazione». Un altro mistero, e nemmeno buffo, è il raddoppio del Molo Settimo. Pierluigi Maneschi, proprietario della società terminalista vuole ancora farlo? «Se cresce il traffico, deve essere fatto. Ma tutto passa attraverso la rampa ferroviaria automatizzata, struttura che fa sì che non siano più necessarie le lunghe e costose manovre ferroviarie. Tre anni fa l’abbiamo chiesta all’Autorità portuale che ha cercato di convincere le Ferrovie dello Stato. Rfi ha risposto: va bene, ma vogliamo gestirla noi. Impossibile perché Rfi non ha né gli uomini, né le macchine. Ora l’Autorità portuale e la Regione dovrebbero portare avanti questo progetto che ci permetterebbe di rendere molto meno onerosa l’operazione di prolungamento della banchina». «Avete parlato di questo in Comitato portuale?», la domanda di Possamai al sindaco Roberto Cosolini. «Mai parlato», la risposta. Le ferrovie sono tradizionalmente un punto di forza per il porto di Trieste e potrebbero essere la chiave di volta per un rilancio futuro come è apparso anche dalle relazioni iniziali del presidente dell’Ordine degli ingegneri Salvatore Noè e dell’ex direttore compartimentale delle infrastrutture delle Fs Mario Goliani. Eppure dopo l’incontro del 29 febbraio con l’ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti è calato l’oblio anche sul progetto di rafforzamento delle strutture ferroviarie portuali. «Una prima bozza non ha superato l’estate – ha tentato di spiegare Cosolini – una seconda è stata giudicate negativamente dagli operatori portuali. Spero che entro la fine dell’anno sia pronta una controproposta per chiedere un nuovo incontro a gennaio». «A Trieste abbiamo impiegato sei anni per liberarci del monopolio di Trenitalia che faceva pagare tariffe altissime – ha spiegato Maneschi – recentemente la situazione è migliorata perché abbiamo più società in competizione. Ma dobbiamo fare i conti con Capodistria dove le tariffe sono del 40% inferiori e dove si sono trasferiti anche molti nostri spedizionieri. Ora sono più rapidi anche i controlli doganali, ma nel frattempo i clienti sono scappati e dobbiamo riconquistarli». «É uno dei tanti mali dell’Italia – ha concluso Stefano Patriarca segretario della Camera di commercio – dove ci sono ben 17 enti con competenze doganali»
Sala blindata, i contestatori restano fuori
Massiccio lo spiegamento di forze dell’ordine, un centinaio i dimostranti di “Trieste Libera”
Che quello sul futuro di Trieste e del suo Porto sarebbe stato un convegno “blindato”, lo si è capito già un paio d’ore prima che iniziasse il dibattito, quando i mezzi delle forze dell’ordine si erano piazzati ai lati dell’ingresso principale dell’Hotel Savoia, mentre i reparti della Polizia e dei Carabinieri in tenuta antisommossa presidiavano la zona d’accesso completamente transennata. A sorvegliare le entrate laterali di via Cadorna e via Boccardi pattuglie della Guardia di Finanza. Un servizio d’ordine previsto ed inevitabile dopo l’irruzione dei manifestanti di lunedì scorso in Porto Vecchio, che ha mandato all’aria l’incontro cui doveva intervenire anche il Ministro dell’Ambiente Clini. Questa volta il filtro all’ingresso è severo: chi non è autorizzato non può entrare. Non manca la protesta di qualche cittadino che si sente “escluso” da un dibattito popolare. A restare fuori dalla porta anche qualche volto noto della politica locale e non solo. Sorvegliato speciale è il gruppo dei manifestanti che si profila all’orizzonte intorno alle 17. Sono circa un centinaio ma si fanno sentire con tamburi, fischietti e slogan che si rifanno al Territorio Libero di Trieste. Stavolta però si mantengono a distanza di sicurezza, sul lato opposto delle Rive. Poco più di una decina di metri in linea d’aria. Non c’è nessun contatto ravvicinato e nessuna irruzione in sala. Non mancano però gli attacchi verbali ai rappresentanti della classe politica locale. Sono da poco passate le 17 quando il Presidente della Regione Renzo Tondo fa il suo ingresso al Savoia scortato dagli agenti della Digos. Viso teso e passo veloce, ma non sufficiente per evitare i fischi dei manifestanti che lo beccano con “sei un falso”. Qualche minuto più tardi arriva l’altro atteso protagonista del dibattito, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, che sfoggia un sorriso di circostanza. Anche per lui si alza una dose di fischi e un “tornatene a casa”. Il convegno può iniziare regolarmente, ma fuori la protesta continua. Rumorosa ma pacata. «Quello che vogliamo sottolineare è l’assoluta incapacità di gestire un Porto internazionale come quello di Trieste da parte della classe politica – precisa Sandro Gombac, vice presidente di Trieste Libera -. Sdemanializzare il Porto significa farlo morire. Serve invece aprirlo ai grandi investitori mondiali che arrivano soprattutto dalla Russia e dal Brasile». Pierpaolo Pitich