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NOOGM: Stato e regione ci stanno ingannando! – comunicato

BIODIVERSITA’ PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

STATO E REGIONE CI STANNO INGANNANDO!!

 

Mentre la maggior parte della società civile (8 italiani su 10) si dichiara contraria agli organismi geneticamente modificati (OGM), 
il governo italiano e la regione FVG, dichiarandosi falsamente contrari, hanno adottato dei provvedimenti che, di fatto, apriranno le porte alle coltivazioni transgeniche sul territorio nazionale e regionale.


Il governo ha emanato un decreto di natura provvisoria e precaria che impedirà per qualche mese la coltivazione del solo mais ogm Mon810, lasciando poi alle regioni il compito di applicare le norme per la coesistenza tra le coltivazioni transgeniche, biologiche e tradizionali. Nel frattempo, Monsanto ha pronte per la commercializzazione sementi brevettate con altri marchi aggirando di fatto il decreto.

La regione, per prima, ha già modificato la legge regionale che vietava la coltivazione degli OGM, togliendo il divieto ed introducendo le clausole per la coesistenza tra le colture.

Queste scelte, estremamente pericolose per la salute di tutti i viventi e l’ecosistema, vanno subito contrastate!!

E’ urgente promuovere un sistema agroalimentare rispettoso delle risorse ambientali, destinato ai reali bisogni del genere umano e non ai profitti delle multinazionali, sulla base del principio della sovranità alimentare e della tutela della biodiversità.

Di conseguenza le colture transgeniche coltivate illegalmente sul territorio friulano e lasciate impunemente maturare come tre anni fa, sono lesive dell’ambiente e del diritto alla salute e, pertanto, ne chiediamo la loro immediata distruzione.

PER QUESTI MOTIVI DOMENICA 1 SETTEMBRE ALLE ORE 10,00 VIENE INDETTO UN PRESIDIO PRESSO L’AREA CIRCOSTANTE IL CAMPO COLTIVATO A MAIS OGM A VIVARO (PN) IN CUI:

 

  • DICHIAREREMO LA NOSTRA CONTRARIETÀ AI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO E DELLA REGIONE FVG;

  • CHIEDEREMO CHE IL TERRITORIO FRIULANO VENGA DEFINITO OGM-FREE, COME PREVISTO DAI REGOLAMENTI COMUNITARI;

  • PROMUOVEREMO LA NECESSITÀ DI UN NUOVO MODELLO AGRICOLO;

  • CHIEDEREMO CHE LE COLTURE TRANSGENICHE PRESENTI SUL TERRITORIO FRIULANO SIANO IMMEDIATAMENTE DISTRUTTE (se le istituzioni preposte non interverranno, dovrà pensarci la società civile stessa?)

     

il COORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

NO OGM: verso il 1 settembre, rass.stampa

Dal Messaggero Veneto del 28/08/13

Mais transgenico In Friuli altri campi seminati a Ogm

La denuncia arriva dalle associazioni ambientaliste E intanto spunta anche la grana dei costi per le analisi

Sopralluogo ai terreni di Vivaro

 

Domani alle 12 l’eurodeputato Andrea Zanoni del Gruppo Alde effettuerà un sopralluogo al campo di mais Ogm a Vivaro. Ha scritto alla presidente regionale, Debora Serracchiani affinché le coltivazioni di mais Mon 810 presenti in regione siano distrutte: «Devono essere anche attivate tutte le autorità al fine di controllare e monitorare eventuali e potenziali contaminazioni in atto e future – dichiara Zanoni – causate da queste coltivazioni tramite polline ma anche tramite i tessuti vegetali che rimarranno nel terreno». (m.m.)

Sono molto più di tre i terreni seminati a mais transgenico in Friuli Venezia Giulia. La denuncia arriva dalle associazioni ambientaliste (Aiab-Fvg, Aprobio, Isde, Legambiente e Wwf) che, con una lettera inviata al vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, non solo dichiarano che sono avvenute semine di Mon 810 ad aprile oltre che a giugno, ma segnalano anomalie nella tenuta del pubblico registro delle notifiche di semina di mais Mon810: «La normativa prevede che l’albo delle notifiche sia pubblico e abbia la massima divulgazione – precisa Emilio Gottardo di Legambiente – in modo da permettere agli agricoltori della zona di semina di tentare di minimizzare le contaminazioni». «Invece – continua Roberto Pizzutti di Wwf – solo ora, dopo aver fatto richiesta di accesso al registro pubblico, siamo venuti a conoscenza di semine Ogm effettuate già ad aprile (oltre a quelle più note di giugno), verso le quali ormai non si può mettere in pratica nessuna misura di tutela». L’attenzione si sposta sull’associazione Futuragra, che non nega ma nemmeno conferma. «Sicuramente ci sono molti agricoltori che sono in regola con le direttive europee e non da oggi – dice il vicepresidente dell’associazione di Vivaro, Silvano Dalla Libera -. Di più non posso dire, è prematuro». Ma di più non serve: chi semina, in base alle direttive, deve denunciare la semina al registro. «Quello che speriamo è che quest’anno possa essere davvero l’anno di svolta per gli agricoltori – auspica il vicepresidente di Futuragra – ma anche per molti scienziati, altrimenti tanta gente chiuderà l’azienda e se ne andrà all’estero. Nessun Paese ha, come l’Italia, un ministero per la distruzione dell’agricoltura. Ad eccezione di De Castro, e in parte di Galan, gli altri ministri non hanno fatto altro che aumentare burocrazia e divieti». Dalla Libera è convinto che quest’anno ci sarà la svolta «anche perché avremo per la prima volta i risultati scientifici». Ciò vuol dire – non lo dice Dalla Libera ma è implicito – che non è stato solo Giorgio Fidenato a sperimentare le colture. I raccolti non Ogm secondo le associazioni sono a rischio, perché i centri di raccolta non vogliono correre rischi. «Chi si farà carico di questi costi di analisi, separazione partite e perdita di valore commerciale? – chiede Sergio Pascolo di Aprobio – Qui le autorità debbono rendersi garanti di tutti i produttori e far coprire i costi dell’operazione a chi ne ha comportato le cause». Le associazioni sollecitano la Regione «affinchè non si lasci imbrigliare dai lacciuoli giuridici paventati dai pro-Ogm, nè sia impaurita dalla loro aggressività, ma faccia tutto ciò che serve, ed in tempi utili, affinché la regione rimanga davvero libera da Ogm». Martina Milia

Coltivazioni Ogm, ambientalisti all’attacco

 

Dal Piccolo del 28/08/13

«Seminato in gran segreto ad aprile altro mais geneticamente modificato». Oggi presidio a Vivaro”

 TRIESTE Semine di mais Mon 810 Ogm sono state effettuate in Friuli Venezia Giulia nel mese di aprile, oltre a quelle già note del mese di giugno. La denuncia arriva dalle associazioni ambientaliste Aiab, Aprobio, Legambiente, Isde e Wwf, che lamentano anomalie nella tenuta del registro pubblico delle notifiche di semina. «La normativa prevede che l’albo delle notifiche sia pubblico e abbia la massima divulgazione – precisa Emilio Gottardo di Legambiente – in modo da permettere agli agricoltori della zona di semina di tentare di minimizzare le contaminazioni». «Invece – continua Roberto Pizzutti del Wwf – solo ora, dopo aver fatto richiesta di accesso al registro pubblico, siamo venuti a conoscenza di semine Ogm effettuate già ad aprile, verso le quali ormai non si può mettere in pratica nessuna misura di tutela». A ciò, affermano ancora le associazioni ambientaliste, si aggiunge il fatto che stanno iniziando le raccolte di tutti i produttori della zona di Vivaro e di Mereto di Tomba che vogliono qualificare le proprie produzioni come “non-Ogm” (non solo i biologici quindi ma anche chi conferisce a mangimifici con filiere dedicate). I raccolti sono a rischio, perchè i centri di raccolta comprensibilmente non vogliono correre rischi. «Chi si farà carico di questi costi di analisi, separazione partite e perdita di valore commerciale? – chiede Sergio Pascolo di AproBio -. Qui le autorità devono farsi garanti di tutti i produttori e far coprire i costi dell’operazione a chi ne ha comportato le cause». Di qui, dunque, il pressing sulla Regione affinchè «non si lasci imbrigliare dai lacciuoli giuridici paventati dai pro-Ogm, ma faccia tutto ciò che serve, ed in tempi utili, affinchè il Fvg sia davvero “Ogm free”». Un’identica richiesta arriva anche dall’eurodeputato Andrea Zanoni (Democratici liberali), che ha scritto alla presidente Debora Serracchiani, per chiedere di adottare un provvedimento affinché le coltivazioni di mais Ogm Mon 810 presenti in Friuli Venezia Giulia vengano immediatamente distrutte. Lo comunica lo stesso europarlamentare, che proprio oggi sarà a Vivaro, dove il coltivatore Giorgio Fidenato ha seminato mais Ogm. «Una scelta – aggiunge Zanoni – che viola la legge per cui è necessario provvedere rapidamente alla distruzione dei campi contaminati».

 

Dal Piccolo del 27/08/13

Domenica una protesta contro gli ogm  

UDINE Domenica primo settembre alle 10 a Vivaro di Pordenone ci sarà un presidio vicino al campo coltivato a mais Ogm, organizzato dal coordinamento sorto a tutela della bidiversita in Friuli Venezia Giulia. La manifestazione è volta ad «applicare la legge regionale e per la distruzione immediata di ogni coltura transgeniche coltivate illegalmente sul territorio friulano e lasciata impunemente maturare come tre anni fa». La coltivazione ogm è ritenuta «lesiva dell’ambiente e del diritto alla salute» e pertanto, ne viene chiesta l’immediata distruzione. Gli esponenti del coordinamento domenica chiederanno che il territorio friulano venga «definito ogm-free, come previsto dai regolamenti comunitari: che le colture trasgeniche presenti sul territorio di tutto il Friuli siano immediatamente distrutte». (m.c.)

 

VIVARO: presidio contro gli OGM per la biodiversità

biodiv1settDomenica 1 settembre a Vivaro si terrà un presidio contro la semina di mais OGM. Sarà anche il luogo simbolico dove si scontreranno due modi diversi di intendere il proprio rapporto con la terra e con il cibo: ad un modello di agricoltura industriale estensiva, fondato sulla monocoltura e su rapporti monopolistici e di tipo privatistico contrapponiamo un modello agricolo costruito dal basso, fatto di relazioni umane e sociali, condiviso ed autonomo, favorevole alla biodiversità e fondato sul principio della sovranità alimentare.

La semina di mais OGM a Vivaro ha come obiettivo quello di fare da apripista per altri coltivatori e di forzare la mano di modo che i governi locali e nazionali possano legittimare l’uso di OGM prima in forma sperimentale, per poi lasciare le briglie sciolte quando oramai la diffusione e la contaminazione è irreversibile.

In questo senso va la modifica della legge regionale (5/2011) che vietava tali coltivazioni, motivando tale atto come un recepimento delle normative europee, con l’introduzione della clausola di “coesistenza” che di fatto apre la strada alle coltivazioni OGM. Allo stesso modo, anche la recente quanto tardiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del D.L.187 del 10 agosto 2013 che vieta la coltivazione di mais MON810 e che, non essendo retroattivo, non permette la bonifica dei campi coltivati con OGM presenti nel nostro territorio. Continue reading →

NO OGM/ Foto Vivaro 1 settembre+volantino

COMUNICATO DI INIZIATIVA LIBERTARIA

RASSEGNA STAMPA

Foto della manifestazione (circa 200 persone) di Vivaro del 1 settembre 2013 

striscione

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Il mais malato di Fidenato

 

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NO OGM: rassegna stampa sull’iniziativa del 1 settembre

Come sempre i giornalisti brillano per professionalità e danno visibilità solamente a una delle componenti della manifestazione.

 

Messaggero Veneto del 02/09/13

 

“No Ogm”, tensione e piantine distrutte

Hanno invaso il campo seminato a mais Ogm di Giorgio Fidenato e distrutto diverse pannocchie, nonché il cartello indicante la proprietà privata, incuranti di possibili denunce e della massiccia presenza di forze dell’ordine (una sessantina di agenti). Avevano garantito, almeno a inizio mattinata, che non ci sarebbero state azioni di danneggiamento della coltivazione, ma così non è stato. E quello di ieri mattina a Vivaro ha tutta l’aria di non rimanere un episodio isolato. Gli ambientalisti contrari al biotech, che hanno preso parte alla manifestazione anti-Ogm, minacciano di mettere in campo azioni più pesanti. Intendono trebbiare con le gambe la coltivazione di Fidenato, come già fatto il 9 agosto 2010. In prima linea Luca Tornatore, dei centri sociali del Nordest. «Nessuna azione violenta, anzi. La nostra è resistenza. Quella di Fidenato è una violenza con gravi ripercussioni» è il commento di Tornatore, che, assieme ad altri ambientalisti, si è dichiarato pronto a «trebbiare, a breve, con le gambe il campo di Vivaro. Non escludiamo questa possibilità – ha detto -. La distruzione, comunque, dovrebbe già essere messa in atto sulla base del decreto interministriale di luglio, che vieta le coltivazioni Ogm». Tornatore ha rimarcato di non avere alcun timore per i provvedimenti che verranno assunti dopo l’atto di ieri. Ci sono gli estremi per una denuncia, ma questo è secondario per gli ambientalisti contrari al biotech. Oltre al danno alla coltivazione, infatti, è stata violata la proprietà privata. Il campo di Fidenato è circondato da una catena e in più punti sono presenti cartelli indicati il divieto d’accesso. I manifestanti hanno abbattuto i cartelli e si sono fatti spazio tra le pannocchie, distruggendone una parte. «Ci denuncino pure per quanto fatto – ha dichiarato Tornatore -: non abbiamo alcun timore e combatteremo anche questa battaglia nei tribunali. E’ necessario fare spazio alla vita dentro questo campi: quanto abbiamo messo in atto stamattina (ieri per chi legge, ndr) era il minimo che potessimo fare. Un atto simbolico per fare capire che sono le pratiche di massa a creare la legittimità. E’ necessario formare una coalizione sociale non soltanto contro gli Ogm, ma contro il sistema dell’agricoltura che va rivisto». In realtà, stando a quanto dichiarato dai manifestanti in apertura di mattinata, non doveva esserci alcuna invasione del campo di Fidenato. Tantomeno una distruzione. Era previsto solamente il deposito di alcune zolle di terra «non contaminate da semi alieni», come loro stessi hanno definito gli Ogm, accanto alla coltivazione. «Abbiamo deciso di non danneggiare una proprietà privata, ma di limitarci a un gesto simbolico di decontaminazione» aveva dichiarato intorno alle 10.30 Oscar Missero, coordinatore di Tutela biodiversità. Poi, però, la situazione, dopo le 11, è degenerata. Nel corso della mattinata, vari rappresentati dei gruppi contrari al biotech hanno espresso il proprio parere sulla questione. «Chi si schiera a favore degli Ogm compie un atto grave – ha dichiarato Graziano Ganzit, ex presidente di Pro bio -. Fidenato deve ricordarsi che quell’appezzamento che coltiva non è suo, ma è un pezzo di terra friulano. Dobbiamo puntare alla sovranità alimentare, altrimenti siamo finiti». Dopo pranzo, una discussione accesa tra tre agricoltori di Buttrio, favorevoli al biotech, e i manifestanti ha richiesto l’intervento della Digos e delle altre forze dell’ordine presenti. Nessuna violenza, soltanto uno scontro verbale che si è poi concluso con l’allontanamento degli agricoltori. Giulia Sacchi

 

Fidenato: «Sono fanatici Questa volta li denuncio»

«Sono cialtroni violenti e irrispettosi del lavoro degli altri: li denuncerò. E questa volta l’esposto sarà ancora più pesante, perché oltre al danno alla coltivazione c’è anche la violazione della proprietà privata. Questi fanatici meriterebbero una condanna immediata. Loro, comunque, procedano pure con la violenza, noi invece con la giustizia». Sono le parole di Giorgio Fidenato dopo avere appreso al telefono, in quanto si trova in Sicilia, che ieri mattina il suo campo è stato preso di mira dai manifestanti anti-Ogm, che hanno distrutto diverse pannocchie e pure il cartello indicante la proprietà privata e quindi il divieto di accesso. «Imporre le proprie idee con la violenza è un fatto grave: questa non è una battaglia di civiltà e di responsabilità. Tutt’altro». Non ha dubbi Fidenato sul fatto che la violenza non debba esserci. Mai. L’agricoltore respinge al mittente, ossia a Luca Tornatore, esponente dei centri sociali del Nordest, le accuse di essere lui un violento. «Quale violenza avrei commesso? – è l’interrogativo posto da Fidenato –. Le mie piante sono naturali. Questi ambientalisti sono convinti di avere la verità in tasca e che quanti la pensano come me non capiscano nulla. Proseguano pure con altre iniziative violente, tanto poi dovranno rispondere di quanto compiuto». Diversi manifestanti, che ieri hanno distrutto una piccola porzione di coltivazione a Vivaro, si erano già resi protagonisti di un episodio analogo il 9 agosto 2010, sempre ai danni di un campo di Fidenato, ed erano stati denunciati. Il processo si terrà il 14 gennaio 2014. «E’ passato sin troppo tempo – ha dichiarato Fidenato -. Questi meriterebbero una condanna immediata. Oggi ne sono ancora più convinto». La posizione dell’agricoltore è sostenuta anche dal collega di Vivaro Silvano Dalla Libera, anche lui proprietario di coltivazioni seminate a mais Ogm. «La mano del giudice, questa volta, dovrà essere ancora più pesante – ha detto -. Sono stati già condannati per quanto compiuto negli anni passati. Non abbiamo affatto intenzione di pagare un servizio di vigilanza privato per la sorveglianza dei campi, nonostante le minacce di distruzione degli ambientalisti. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine. Se decideranno di trebbiare con le gambe le coltivazioni, pagheranno le conseguenze». Dalla Libera, ieri mattina, non si è recato al campo di Fidenato, vicino al quale si è tenuta la manifestazione anti-Ogm: ha preferito stare a casa, per «evitare provocazioni, discussioni accese e scontri inutili. Sono convinto, comunque – ha aggiunto -, che la strada migliore sia quella di un dialogo costruttivo, che si basa su dati e non su ideologie». Giulia Sacchi

 

 

«Noi violenti? Ci sono confini invalicabili»

E’ un botta e risposta a distanza quello tra Giorgio Fidenato e Luca Tornatore dell’associazione Ya Basta, un dialogo tra Vivaro e la Sicilia, dove Fidenato sta trascorrendo le vacanze. Una distanza paragonabile a quella delle idee tra i due sul fronte ogm. Tornatore ha accusato Fidenato di essere un violento, l’agricoltore friulano ha rispedito al mittente le accuse. E quest’ultimo ribadisce: «chi si lamenta del fatto che oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo invaso una proprietà, ricordiamo che esistono confini biologici che vanno difesi e rivendicati e che non sono a disposizione di chi li oltrepassa con prepotenza e arroganza senza nemmeno chiedere permesso». Tornatore, esponente dei centri sociali del Nordest, punta il dito sull’agricoltore friulano. «Il campo di Fidenato, seminato con mais mon810 – sostiene – non è l’unico. Zitto zitto, Dalla Libera, e chissà quanti altri, ha seminato altri quattro campi in aprile». Insomma, la semina di quest’anno «non è più un atto corsaro individuale» come quello dell’agosto 2010, ma serve a «sfruttare sino al midollo una sentenza tecnicamente sbagliata della corte Europea per forzare le contraddizioni di una malfatta normativa italiana». Secondo Tornatore, «Fidenato e Dalla Libera si sono costituiti volontariamente come cavalli di Troia per la Monsanto», ovvero la multinazionale di biotecnologie agrarie che produce la varietà di mais ogm seminato nel campo di Fidenato. «A livello europeo – sostiene Tornatore – il tentativo è di creare una legittimità forzata all’inserimento delle colture ogm in barba a ogni volontà locale o nazionale: cibo e ogm sono un vero e proprio terreno di scontro imposto dall’alto. La semina di mais ogm non è una scelta privata ma l’imposizione di un modello di coltura, e cultura, della terra». Basti pensare che «il 60 per cento delle sementi è di proprietà di sei multinazionali, quattro delle quali controllano l’80 per cento della produzione di pesticidi». «Chi controlla il cibo controlla l’umanità – dichiara ancora Tornatore – e chi controlla e impone le sementi e le tecniche agricole controlla il cibo». Per fermare questo meccanismo, «bisogna costruire una coalizione sociale larga, per esprimere una reazione e una resistenza di comunità, costruire e praticare un “diritto dei beni comuni” che vada oltre l’evento in sé»

 

 

Stasera a Rauscedo un vertice per organizzare la mobilitazione

«Bisogna creare una coalizione sociale non soltanto contro gli Ogm, ma contro il sistema agricolo. E’ necessaria una rete di persone, che comprende esponenti di centri sociali, cittadini, agricoltori, associazioni, cooperative, sindaci, assessori, per creare un movimento d’opinione allargato contro il biotech. Da qui la necessità di organizzare una manifestazione a Vivaro e un’assemblea a Rauscedo». Così Luca Tornatore invita tutti gli interessati a partecipare all’incontro di stasera, alle 20, alla fattoria sociale agriturismo “Tina” a Rauscedo, nel comune di San Giorgio della Richinvelda. Obiettivo dell’incontro è «decidere come mobilitarsi in modo condiviso». Secondo gli attivisti «la semina di mais Ogm a Vivaro non è una scelta privata di un agricoltore, puramente tecnica e solo apparentemente locale ma l’imposizione di un intero modello di coltura e cultura della terra e del cibo. Essa coinvolge chi abita e coltiva il territorio circostante e, facendone un vero e proprio laboratorio nazionale, inevitabilmente coinvolge tutti». Alla manifestazione di ieri, al di là dei manifestanti, hanno partecipato ben pochi cittadini di Vivaro. Segno, forse, che la questione non suscita troppo interesse. O forse i vivarini sono stufi che il loro comune, peraltro tranquillo, stia diventando teatro di sempre più frequenti incontri-scontri sul caso. Diversi, invece, i rappresentati di amministrazioni del Maniaghese, come Monterale. (g.s.)

 

L’associazione Coscioni “adotta” il terreno

L’associazione Luca Coscioni, che combatte per la libertà di ricerca scientifica, “adotterà” il campo di Vivaro coltivato a mais Ogm da Silvano Dalla Libera. L’obiettivo è condurre indagini che possano fornire dati utili al mondo scientifico e politico. «L’auspicio è che anche altre associazioni decidano di condurre ricerche sulla mia coltivazione – ha dichiarato Dalla Libera –. I risultati ottenuti verranno poi divulgati a livello nazionale e serviranno anche ai politici per assumere decisioni che sinora non hanno mai preso. Quello che a noi interessa sono gli aspetti ambientali e sanitari». Questa settimana, alcuni studiosi delle Università di Milano e Napoli, si recheranno sul campo di Dalla Libera per effettuare alcuni prelievi. «Lo stato italiano non è stato in grado di fornire dati certi: io e Giorgio Fidenato ci siamo sostituiti allo Stato e renderemo pubblici i risultati della ricerca» ha dichiarato l’agricoltore, ricordando «quanto siano inutili le battaglie a suon di decreti. Il confronto con la politica deve basarsi su certezze, non chiacchiere».

 

Messaggero Veneto del 30/08/13

E domenica manifestazione “blindata”

Sarà una manifestazione blindata quella in programma domenica a Vivaro, promossa dalle associazioni ambientaliste del Friuli Venezia Giulia per dire no agli Ogm. A Vivaro è prevista la partecipazione anche di anarchici e disobbedienti provenienti da varie parti del Nordest. L’ultima volta che i disobbedienti hanno manifestato a Vivaro contro le colture transgeniche, le pannocchie di Mon 810 sono state“trebbiate” coi piedi (era il 9 agosto 2010). Vicenda che ha portato anche all’apertura di un procedimento penale per l’invasione della proprietà privata. Gli organizzatori del presidio di domenica – un coordinamento che riunisce anche singoli esponenti politici, perlopiù appartenenti al Movimento 5 stelle – assicurano però che non ci saranno blitz. «Saremo presenti per portare avanti le nostre idee – conferma Luca Tornatore, referente del movimento dei disobbedienti in regione – Sarà solo un presidio. Il problema a questo punto non sono più i cambi di Giorgio Fidenato».

 

Messaggero on line 1 serttembre


Attimi di tensione alla manifestazione anti-Ogm 

FOTO – 

 

VIDEO 1 – 

 

VIDEO 2

Senza grossi poblemi però la protesta a Vivaro. C’erano anche esponenti dei centri sociali giunti da diverse regioni. Distrutti alcune pannocchie e il cartello “proprietà privata” del campo di Fidenato

 
 

 

 

 

    VIVARO. Un centinaio di manifestanti ha preso parte stamani alla manifestazione “No Ogm, terra e libertà” a Vivaro contro le coltivazioni di mais transgenico. Tra loro anche esponenti dei centri sociali giunti da diverse regioni.

    Si sono susseguiti gli interventi sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine (una sessantina gli agenti inviati sul posto). Luca Tornatore, dei centri sociali del nordest, ha dichiarato: «Non é escluso che trebbieremo con le gambe il campo anche quest’anno. Non oggi, però». Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, ha replicato: «Facciano pure. Il giudice li ha già condannati due anni fa e questa volta la pena sarà più pesante. Non pagheremo una vigilanza provata per la sorveglianza dei campi. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine».

    Poi alcuni attimi di tensione, quando i manifestanti sono entrati nel campo dell’imprenditore pordenonese Giorgio Fidenato distruggendo alcune pannocchie e abbattendo il cartello “proprietà privata” sul terreno agricolo, seminandolo simbolicamente di “zolle non contaminate”. «Bisogna fare spazio alla vita dentro questo campo» ha dichiarato Tornatore, prima di uscire dal terreno agricolo.

    L’iniziativa si è svolta vicino ai campi seminati a mais Ogm dall’associazione che fa riferimento a Fidenato, sulla cui azione si erano pronunciati i giudici italiani ed europei in senso, rispettivamente, più restrittivo e più permissivo.

    Domani sera a Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda è previsto un secondo appuntamento alla fattoria agriturismo Tina. A promuoverlo una rete di persone che comprende agricoltori, associazioni, sindaci e assessori. Nell’occasione si cercherà di creare un movimento d’opinione allargato contro le coltivazioni di Ogm.

     

    NO OGM: Dalla parte della terra – comunicato

    DALLA PARTE DELLA TERRA – comunicato

    A pochi giorni dalla manifestazione contro gli OGM e per la sovranità alimentare di Vivaro, organizzata dal Coordinamento Tutela Biodiversità e in seguito agli articoli apparsi sulla stampa locale, ci sentiamo di esprimere alcune considerazioni:

    – denunciamo per l’ennesima volta l’atteggiamento strumentale assunto dalla stampa locale che con la stigmatizzazione intenzionale dell’abbattimento di poche piante di mais – diventato poco dopo distruzione dell’intero campo – ha volutamente negato visibilità ai contenuti della manifestazione e alla buona ed eterogenea partecipazione, facendo credere all’opinione pubblica che la questione OGM sia un problema che interessa solo i centri sociali e il sig. Fidenato.

     

    – Siamo convinti che gli organismi geneticamente modificati siano il prodotto di un modello di agricoltura industriale fallimentare fondato sulle monocolture e sussidiato, responsabile dei gravi e irreversibili danni all’ambiente e alle colture stesse, e che é oggi incapace di dare risposte concrete ai gravi problemi alimentari e sanitari che attanagliano la nostro sistema agro-alimentare.

     

    – Denunciamo la politica ambigua e connivente del governo nazionale e regionale che a parole si dichiarano contro gli OGM ma che nei fatti adottano provvedimenti legislativi che aprono la strada alle coltivazioni transgeniche (decreto interministeriale e modifica legge regionale 5/2011). Denunciamo anche le ambiguità delle associazioni di categoria e quelle ambientali che oggi formano il “tavolo verde” che dovrà decidere le regole di coesistenza in regione e che non appoggiano l’idea che il Friuli possa essere un territorio ogm-free.

     

    – l’unica opzione che riteniamo accettabile è l'”opzione zero” che esclude qualsiasi possibilità di coltivazione OGM sul territorio

    – Crediamo sia urgente promuovere un sistema agroalimentare rispettoso delle risorse ambientali, destinato ai reali bisogni del genere umano e non ai profitti delle multinazionali, sulla base del principio della sovranità alimentare e della tutela della biodiversità.

    Iniziativa Libertaria

     

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    Dal Messaggero Veneto del 04/09/13

    Fidenato torna a sfidare la Regione

    «Nessun effetto ovicida, piralide sul campo Ogm». Ma Iniziativa libertaria accusa

    Giorgio Fidenato sfida di nuovo la Regione. Lo fa scrivendo all’Ersa e all’assessore Sergio Bolzonello per chiedere all’ente di «verificare direttamente sul campo Ogm di Mereto di Tomba l’elevata presenza di biodiversità sul campo seminato a mais Ogm al fine di sfatare le manifeste bugie che vengono messe in giro su tali coltivazioni. Sarebbe eticamente corretto che il suo ufficio, al di la della volontà politica, si accertasse direttamente di quello che sta avvenendo sul mio terreno coltivato ad Ogm». Come dire, se la Regione non si prende la briga di verificare «la sua azione è solo propagandistica». La scoperta che Fidenato rivendica, fatta da un biologo che sta monitorando a sua volta le colture di Mon 810 messe a dimora a Mereto di Tomba, riguarda la presenza di imenotteri, piccole vespe che si riproducono all’interno delle uova della piralide. Questa presenza secondo l’esperto smonta il Decreto di adozione delle misure di urgenza riguardanti la coltivazione del mais geneticamente modificato Mon 810: il provvedimento sostiene infatti che la semente Ogm abbia effetto ovicida. «Il Mon 810 non ha effetto repellente sulla piralide visto l’elevato numero di ovature che ho riscontrato nel campo di Mereto – ha scritto il biologo a Fidenato -, molte delle quali parassitizzate in percentuale variabile (fino al 100%) da Tricogramma. Ciò significa che il Mon 810 non impedisce alla piralide di depositare le sue uova sulle foglie e all’ imenottero parassitoide Tricogramma di riprodursi al loro interno». Intanto Iniziativa libertaria rivendica le ragioni del Coordinamento che domenica scorsa ha manifestato a Vivaro. «Siamo convinti che gli organismi geneticamente modificati siano il prodotto di un modello di agricoltura industriale fallimentare fondato sulle monocolture e sussidiato, responsabile dei gravi e irreversibili danni all’ambiente e alle colture stesse e incapace di dare risposte concrete ai gravi problemi alimentari e sanitari che attanagliano il nostro sistema agro-alimentare – si legge in una nota -. Denunciamo la politica ambigua e connivente del governo nazionale e regionale che a parole si dichiarano contro gli Ogm ma che nei fatti aprono la strada alle coltivazioni transgeniche. Denunciamo anche le ambiguità delle associazioni di categoria e quelle ambientali che oggi formano il “tavolo verde”». Martina Milia

     

    NO OGM alla “Pordenone Pedala”

    Dal Messaggero Veneto 09/09/13

    Pazza domenica alla Pn pedala

    Bloccata dalla processione della Vergine a Grizzo, invasa dai volantini No-Ogm a Montereale Valcellina, tre capitomboli, alcuni feriti lievi e 100 ritiri. Ma alla fine avanti tutta per la Pordenone pedala 2013 più pazza e allegra di sempre. Un altro successo per il patron Demetrio Moras che ha messo in scacco anche il meteo, con il sole prenotato proprio alla vigilia delle prime piogge pre-autunnali. Edizione numero 41 con oltre 5 mila persone in sella dirette sull’anello della Pedemontana. Percorso di 50 chilometri e “pit-stop” a Montereale. Circa 100 ritiri, causa polpacci sotto stress, qualcuno si è fermato per tirare la bici a mano nei saliscendi e festa grande al traguardo, nel parco Galvani. Pace e preghiere. La benedizione apostolica del vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini allo start della Pordenonepedala ha fatto eco a Papa Francesco. «Invochiamo il Signore – ha detto il presule, affiancato da Moras, il sindaco sanvitese Antonio Di Bisceglie e l’onorevole Manlio Contento – perché questa sia un’occasione di pace e solidarietà». Fanfara dei bersaglieri e via, con in testa gli assessori comunali Bruno Zille, Nicola Conficoni, Flavio Moro, il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, Maurizio Salvador, l’ex sindaco Pasini & C e un plotone di gente. A Montereale il sindaco Pieromano Anselmi ha sbandierato il drappo a scacchi. Drone e fotovoltaico. Volo radente sulla folla dei ciclisti e videocamera in cielo: 5 mila in sella col naso all’insù, in piazza Risorgimento alle 8, per sorridere al drone del nostro fotografo Michele Missinato. Sperimentata una nuova tecnica nelle fotogallery del sito www.messaggeroveneto.it, con il quadricottero dotato di Go-Pro telecomandato. La Pordenone pedala è stata anche “hi-tech”, con la bici che fa il pieno di sole con tre pannelli fotovoltaici di Alessandro Gennaro, una “ibrida” con un’autonomia elettrica di circa 20 chilometri. Tra le curiosità, anche la bici spaziale F16 del Gruppo 31Atsg. Rino, Stefano, David, Daniel Antoniazzi, che fanno i pendolari da San Fior a ogni edizione della cicloturistica. «Tutto bene – è arrivato rilassato Marcello Nardini 89 anni -. Il segreto è l’allenamento». Imprevisti. Scivoloni e tre cadute sul percorso: due bambini che se la sono cavata con paura, sbucciature e contusioni per Eleonora, di Orcenico di Zoppola, che ha tamponato la bici dell’amica. Soccorsa, è stata portata dall’ambulanza nell’ospedale civile, a Pordenone. «Niente di grave» ha detto Demetrio Moras. Sorprese nella sosta a Montereale: Gino Segatti e Oscar Missero del Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg hanno volantinato e alzato gli striscioni no-Ogm. «Manifesteremo anche a Pordenonelegge». La prima parte del percorso Comina – San Quirino – San Martino di Campagna – Montereale è filata liscia: a Grizzo, la processione ei fedeli della devozione mariana ha, però, bloccato per una manciata di minuti la pedalata. Dopo il tour per Malnisio, Giais, Marsure e Aviano, il serpentone è arrivato a parco Galvani a Pordenone. Sul podio. Palco affollato da aspiranti miss e mister Pordenonepedala 2011: l’hanno spuntata Valentina De Simone (26 anni, di Torre) e Tomas Piccin (neo-geometra di Pordenone). Miss Tulipano Giorgia Buzzitta (studentessa classe 1992 di Cordenons) e miss Skatting club Anna Faggian (di Aviano, classe 1985). Il pasta-party Tomadini è stato cucinato al dente nella cambusa doc della Brigata Ariete: rancio servito in 6 mila piatti bio-degradabili. Chiara Benotti

     

    NO OGM: Fidenato e i suoi vanno avanti

    Dal Messaggero Veneto del 16/09/13

    «Semine di mais Ogm in tutto il Nord»

    Una semina di mais Ogm di massa, che coinvolga almeno duemila agricoltori nel Nord d’Italia. E’ l’obiettivo che si è prefissato per la prossima primavera Giorgio Fidenato, protagonista della prima semina transgenica italiana a Vivaro. Che il coltivatore non avesse intenzione di fermare la propria attività, nonché battaglia, è cosa nota, ma ieri, nel corso dell’iniziativa “Pannocchia Ogm brustolada” andata in scena a Vivaro, ha annunciato la volontà di coinvolgere nella semina di aprile il maggior numero di agricoltori, «così che non sia più soltanto Fidenato il protagonista di questi tipi di coltivazione». Neanche il divieto di semina di Ogm per 18 mesi, imposto dal decreto interministeriale del 12 luglio, ferma l’agricoltore, che ha ribadito di essere pronto a «impugnarlo, per smontarlo e ottenerne la sospensiva dal Tar del Lazio. L’obiettivo è avere un quadro legislativo chiaro entro due mesi, per far arrivare poi i semi e partire con una semina di massa in tutto il Nord d’Italia – ha detto Fidenato -. Coltivare Ogm è legale: illegale semmai è il decreto interministeriale, tant’è che la Francia lo ha bocciato. E’ lo Stato italiano, in questo caso, fuori legge». Anche ieri l’agricoltore di Vivaro non ha esitato a sferrare un duro attacco al Governo nazionale e in particolare «ai ministri, che quando sottoscrivono decreti che sono autentiche sciocchezze, come quello in questione, dovrebbero rispondere personalmente di quanto fatto e non far cadere la responsabilità sullo Stato. Basta con decreti fatti tanto per fare – ha rimarcato – e con provvedimenti volgari, per usare un eufemismo». L’agricoltore, nel party di ieri, ha anche sfatato «il falso mito della pericolosità del mais Ogm» e, assieme ad altri presenti, ha addentato e gustato sino all’ultimo chicco le pannocchie biotech seminate nel suo campo il 15 giugno, dopo averle cotte sulle braci. «Chi conosce le pannocchie può garantire che quelle “brustolate” oggi erano perfette – ha detto -. Buone e dolci. E’ ora di finirla con la storia che l’Ogm fa male e ammazza tutto». Toccata e fuga al party per il sindaco di Vivaro Mauro Candido, che ha precisato di avere preso parte all’iniziativa «perché invitato e non in qualità di sostenitore o meno di queste colture. Ho partecipato come avrei fatto per qualsiasi altro evento – ha specificato – e per verificare che tutto fosse regolare sul fronte dell’ordine pubblico (sul posto c’erano carabinieri e polizia, ndr). Il consiglio comunale di Vivaro ha voluto mantenere una linea neutra sul caso». Giulia Sacchi

     

     

    Adesioni anche da fuori Fvg «Prevalgono i pregiudizi»

    «Gli Ogm non fanno male, anzi. Smettiamola con questi falsi miti: è anni che mangiamo prodotti biotech importati. Sono sicuri e controllatissimi. Inutile temerli». A dare manforte a Giorgio Fidenato, alla festa di ieri a Vivaro, c’era anche Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra, l’associazione di agricoltori favorevoli all’introduzione degli Ogm, che ha rimarcato come questi prodotti siano migliori rispetto a quelli biologici. «Siamo qui per dare una dimostrazione concreta del fatto che le pannocchie Ogm si possono tranquillamente mangiare e non hanno effetti collaterali – ha aggiunto Campagnolo -. Inoltre, vogliamo far capire una volta per tutte i benefici del mais Ogm, che vanno dalla salute alimentare al rispetto ambientale, ai vantaggi economici, in termini di maggiore produttività e quindi reddito». Numerosi i sostenitori delle colture Ogm che hanno preso parte all’iniziativa organizzata da Fidenato, tra cui diversi giovani arrivati a Vivaro anche da fuori regione. Uno di questi è il milanese Federico Baglioni, 24 anni, promotore e referente di Italia per la scienza, un gruppo nato quest’anno, in cui studenti e appassionati di scienza, a livello nazionale e non soltanto, si confrontano sul tema Ogm, sfruttando i social network. «Le pannocchie Ogm vengono considerate come mostri, quando in realtà sono normali piante – ha dichiarato Baglioni -. Sul biotech ci sono solamente pregiudizi, che non consentono di avere una visione chiara sul tema. Non c’è né un’informazione corretta, né una cultura adeguata su queste coltivazioni e se la situazione attuale non subirà una svolta l’Italia perderà un’importante opportunità di crescita e sviluppo. L’Europa continuerà ad avanzare, mentre noi rimarremo un passo indietro. La scienza deve recuperare un ruolo da protagonista anche qui». (g.s.)

     

     

    Messaggero Veneto del 13/09

    Ogm a Vivaro Completati i prelievi di mais

    Si sono conclusi i prelievi scientifici e ambientali condotti dal professor Tommaso Maggiore, già ordinario di agronomia generale presso l’Università degli Studi di Milano, e dal biologo Leandro Taboga realizzati nel campo di mais Ogm di Vivaro di Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra. I risultati, ha reso noto la stessa associazione, saranno presentati in occasione della trebbiatura. «Attendiamo con impazienza il giudizio della scienza – ha dichiarato Dalla Libera –. I prelievi ci daranno risposte sulle soglie di coesistenza, sull’impatto delle tossine e sulla commistione tra i vari tipi di mais». «I dati forniti durante il seminario di ottobre saranno in grado di porre rimedio all’assenza della ricerca pubblica in Italia, alla quale da oltre 10 anni viene impedito di operare – ha continuato Dalla Libera –. La funzione del campo di Vivaro è fornire riscontri certi ai coltivatori e ai consumatori, nella speranza che anche la politica metta da parte la sua linea oscurantista e prenda atto dei benefici che possono portare gli organismi geneticamente modificati all’economia, alla salute e all’ambiente. La nostra è quindi una battaglia a favore della ricerca scientifica, a cui chiediamo di partecipare attraverso la campagna di raccolta fondi «Una spiga per la ricerca»: con una donazione di 10 euro tutti i cittadini potranno adottare simbolicamente una spiga e sostenere i nostri sforzi». Anche il Corpo Forestale dello Stato ha realizzato ieri una serie di prelievi a campione sul campo di mais di Vivaro, ottenendo la piena collaborazione di Silvano Dalla Libera. «La stessa Forestale si è complimentata con noi per la razionalità dell’impostazione del campo sperimentale – ha concluso Dalla Libera –. Siamo certi che i loro rilevamenti non potranno che confermare la nostra tesi che portiamo avanti da così tanto tempo».

     

    NO OGM: Vandana Shiva a Pordenone Legge (agg.24/09)

    Dal messaggero veneto del 24/09/13

    PORDENONE Parte dal piccolo Comune di Tramonti di Sotto la nuova battaglia istituzionale contro la semina Ogm in Friuli Venezia Giulia. Con una delibera approvata a maggioranza, l’amministrazione si proclama “Comune libero da produzioni agricole transgeniche”, facendo proprio un documento di Legambiente. «La delibera, che ha ovviamente un valore simbolico – spiega l’assessore all’ambiente e alle attività produttive, Gregorio Piccin – sarà inviata alla Regione oltre che all’associazione intercomunale di cui facciamo parte (ndr con Maniago capofila) e all’Anci (l’associazione dei Comuni), sperando che tutti i Comuni la adottino». Il documento arriva – non a caso – il giorno dopo l’iniziativa del Coordinamento per la tutela della Biodiversità in Friuli Venezia Giulia assieme all’attivista Vandana Shiva durante Pordenonelegge. (m.m.)

     

    Protesta anti-Fidenato: «Il mais geneticamente modificato favorisce la celiachia»

    «Il mais geneticamente modificato aumenta la sindrome della celiachia: no all’Ogm nel campo di Fidenato a Vivaro». Giovanna Casalini ha lanciato l’appello a Pordenonelegge, domenica scorsa, per il gruppo pordenonese di celiaci. Con il Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg, ha chiesto alla Regione di sequestrare e distruggere il raccolto, a base di mais transgenico, in agenda il 5 ottobre. «La celiachia – ha detto la Casalini che è molto attiva anche nel comitato contro le biomasse – è una patologia autoimmune sempre più diffusa tra la popolazione. Circa 135mila nuovi casi ogni anno: buona parte dovuti all’alimentazione di pasta fatta con il mais geneticamente modificato. L’80% di pasta che mangiamo è prodotta con mais che arriva dagli Usa: stop agli Ogm nelle campagne di casa nostra». L’intolleranza al glutine, una sostanza che si forma dall’unione di due proteine per mezzo dell’acqua, è la sindrome in aumento anche nel Pordenonese. I celiaci, in genere, non possono consumare i cereali che contengono questa sostanza: frumento, orzo e segale. Tra i più noti sintomi della celiachia vi sono i disturbi dell’apparato digerente in genere, gonfiore addominale, ma anche vomito e diarrea, disturbi dell’umore e spossatezza. «A tutto questo, ora si aggiunge anche il rischio di sviluppare una forma di tumore del sangue – indica Casalini – il “linfoma”. L’alimentazione deve essere sana». (c.b.)
     
     

    Dal Messaggero Veneto del 23/09/13

    «Dietro gli ogm c’è solo caccia ai soldi»

    PORDENONE «Eliminare il mais di Fidenato entro il 5 ottobre». Terre “free” dagli Ogm e stop alla legge regionale di coesistenza: l’ultimatum è partito da Pordenonelegge per Vivaro. Dove cresce il mais dai semi Monsanto 810: ieri, il Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg ha fatto il punto in due step con Vandana Shiva, leader indiana dell’eco-rivoluzione. Prima nel palatenda della Provincia e poi, sull’erba del parco San Valentino. «E’ illegale il raccolto di Fidenato – l’eco-scienziata che combatte le multinazionali come Monsanto ha appoggiato il fronte no-Ogm di Aiab-FVvg, Aprobio, Ctb, Isde, Legambiente Fvg e Wwf-Fvg -. Dobbiamo promuovere leggi di salvaguardia del territorio libero da Ogm». L’eco-rivoluzione è guidata dal cuore e dall’amore per il cibo naturale, i semi senza brevetti industriali, l’acqua, la libertà dei popoli, la biodiversità e la terra. «Ritorno alla terra»: lo ha predicato, intervistata da Valeria Palumbo a Pordenonelegge e nel faccia a faccia con il popolo no-Ogm. «Abbraccia il tuo nemico e agisci per cambiare la legge – è gandhiana la teoria della nuova ecologia sociale -. La globalizzazione ha generato una nuova schiavitù. E’ una guerra contro la natura, contro le donne, contro i bambini, contro i poveri. E’ una guerra di culture monolitiche contro la diversità. Agent Orange, l’agente chimico che fu spruzzato sul Vietnam, è usato come erbicida». E ancora: «Dobbiamo fare pace con la Terra perché è l’unico modo di proteggere i diritti umani». Vandana Shiva denuncia l’uso degli Ogm da parte di multinazionali come Monsanto: influendo sui governi ha cercato di affermare come colture predominanti le proprie. «Salviamo i semi, fonte preziosa e libera di vita – ha creato il gruppo Navdanya (“Nove semi”) nel 1991 con succursale a Firenze -. Un mondo fatto da semi creati per distruggersi, semi che producono una sola volta senza dare vita ad altre generazioni, perché creati e brevettati per non farlo, non è un mondo sano. E’ un mondo sotto scacco delle corporation, con l’obiettivo chiaro della caccia al denaro: senza limiti e contro natura». Chiara Benotti

     

    22/09/13

    Arriva Vandana Shiva, protesta anti-Ogm

    La protesta anti-Ogm approda a Pordenonelegge. Come aveva annunciato dopo la manifestazione di Vivaro, il coordinamento per la tutela della Biodiversità in Friuli Venezia Giulia oggi sarà a Pordenone. Prima all’appuntamento con Vandana Shiva – premio Nobel indiano divenuta un punto di riferimento nel mondo per la lotta al sostegno della biodiversità – programmato a Pordenonelegge e poi, alle 17.30, terrà una conferenza stampa con la stessa attivista . «Il coordinamento tutela biodiversità assieme ad associazioni ambientaliste e di categoria chiederà a Vandana Shiva – si legge in una nota – di essere la prima firmataria di un appello in cui si per ribadisce la nostra contrarietà agli Ogm in agricoltura e per forzare la Regione e il Governo italiano ad impedire l’introduzione degli Ogm sul territorio». Le richieste saranno: «Che i semi, siano considerati beni comuni (perché alla base del concetto di sovranità alimentare) e quindi siano proprietà di tutti; che venga considerata la necessità di continuare e implementare lo scambio di varietà autoctone e antiche e che non siano assoggettate a nessun brevetto», che i Comuni aderiscano alla campagna Ogm Free, che vengano distrutte le coltivazioni seminate. (m.m.)

     

    NO OGM: rassegna stampa del 2 ottobre

    dal Messaggero Veneto del 02/10/13

    Zanin: la biodiversità è la strada da seguire

    “Una legge per le biodiversità” è il tema del convegno in programma venerdì, alle 17.30, in Regione a Pordenone con gli interventi di Susanna Cenni, presentatrice della proposta di legge, Cristina Micheloni, Cinzia Scaffidi, Emilio Gottardo e Andrea Pitton. Coordina l’appuntamento, promosso dagli ecologisti democratici, il deputato del Pd, Giorgio Zanin, di cui ospitiamo l’intervento sul tema. * * * Il dibattito sugli ogm suscitato dalle semine nel territorio regionale ha visto sin qui prevalere soprattutto aspetti legali e di tutela della salute. Non v’è dubbio infatti che la maggioranza dei cittadini contrari al cibo ogm esprimano preoccupazioni proprio per la salute. Ma la posizione di salvaguardia responsabile di chi come me propende per un territorio ogm-free è legittima anche su altri piani. Non si tratta infatti di una posizione che mira ad accantonare la ricerca scientifica, come qualcuno più o meno maliziosamente sostiene, quanto piuttosto di usare il tempo e la ricerca per scopi coerenti con gli interessi di tutti. Qui in Friuli e nell’intero pianeta. Cosa che non corrisponde per nulla al principio della monocultura implicita con gli ogm. In linea generale gli effetti delle monoculture, come ha ricordato ancora una volta Vandana Shiva a Pordenonelegge, sono infatti sempre più chiaramente l’espressione di un processo economico, spesso ammantato di finalità umanitarie, che viceversa genera squilibrio: determina in larga misura profitto per pochi – il sistema delle multinazionali – e scarica nel tempo vari problemi sui residenti. La vera prospettiva in gioco a mio parere è soprattutto quella del modello di produzione agricola da perseguire. E’ fuori discussione infatti che gli aspetti anche economici della vicenda siano un motore fondamentale per chi ha ingaggiato la battaglia della semina. Ed è appunto la profittabilità di tale scelta che mi rende perplesso e contrario. Posto pure che non sia immaginabile per l’Italia un’agricoltura solo di nicchia, è indubbio che le forze in campo nello scenario europeo – si pensi alle agricolture forti di Francia e Germania, alla crescita della Spagna, ma soprattutto si dia un’occhiata alle produzioni agricole in forte ascesa dell’est europeo, Russia compresa – inducono a interrogarsi con forza sulla specifica vocazione agricola del nostro Paese. La cui qualità indubbia si fonda viceversa su vocazioni locali così esplicite, da non lasciar dubbi. La via della biodiversità, strada maestra della nostra agricoltura, è il campo dove gli agricoltori e il paese possono trarre maggior profitto. Assicurando tra l’altro la tutela dello straordinario nesso tra cultura e alimentazione che fa del nostro Paese un unicum. La scelta di tutelare e promuovere la biodiversità con una legge è dunque auspicabile in termini di prevenzione sanitaria, di giustizia e di vocazione economica. Una scelta di avanguardia culturale e di saggezza che le istituzioni italiane e regionali possono assicurare, mirando a realizzarla anche a livello europeo. Giorgio Zanin

     

    Ogm, uno studio non li boccia ma i grillini restano scettici

    C’è vita sul mais ogm seminato da Giorgio Fidenato a Vivaro e Mereto e questa non deve essere nascosta per ragioni faziose. Ne è convinto il biologo Leandro Taboga che ha individuato le uova della Pralide e anche larve e adulti di coccinella «che lo specialista in biodiversità del mais dell’Ersa Fvg, Gianluca Governatori, ha documentato scientificamente in presenza di testimoni». Taboga, che sta seguendo l’evoluzione del mais Mon 810 sui campi di Fidenato lo ha scritto alla Regione invitandola a divulgare e a non celare i risultati di questa scoperta scientifica in modo da consentire un vero confronto sul tema. «Questa scoperta ha una notevole importanza in ambito europeo ed è di fondamentale importanza per la definizione dei piani di coesistenza tra Mon 810 e mais ibridi di mais tradizionali, nonché per l’elaborazione dei piani di gestione volti a prevenire la comparsa di piralide resistente alla tossina espressa dal Mon 810» spiega il biologo che ha invitato a far visita alle colture di Fidenato anche Federica Ferrario di Greenpeace e la consigliera del Movimento 5 stelle Eleonora Frattolin. Quest’ultima ha declinato ribadendo che il movimento resta scettico sull’utilizzo di colture transgeniche. «Non è possibile – sostiene – affermare che tutti gli ogm sono sicuri così come non si può affermare che tutti gli ogm sono a rischio. La valutazione deve essere effettuata singolarmente. Nonostante i dati sulla sicurezza del consumatore forniti dall’Ersa riguardo i prodotti attualmente presenti sul mercato tendano a essere rassicuranti, almeno per il breve periodo, non esistono però ancora studi sugli effetti nel lungo periodo». Frattolin si interroga poi sull’assenza di studi legati all’impatto ambientale e sulla compatibilità delle colture ogm con l’agricoltura italiana. (m.mi.)