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Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
GIOVEDÌ, 04 AGOSTO 2011
Pagina 12 – Regione
«Eurodeputati pro Tav»
Il comitato del no: dai politici troppe bugie sull’opera
UDINE «Troppe bugie sui cantieri Tav in Val di Susa». A dirlo è il portavoce dei Comitati No Tav del Fvg, Giancarlo Pastorutti, a commento dell’operato di alcuni eurodeputati sulla vicenda Tav, opera infrastrutturale fortemente contestata nel Nord Italia e che vede anche la Regione Friuli Venezia Giulia direttamente coinvolta nel progetto Alta velocità/Alta capacità. «Questi eurodeputati fanno un troppo facile moralismo sugli altri, e si dimenticano i propri comportamenti». Ma ecco cosa ha scatenato i No Tav Fvg: «Il 13 luglio scorso – afferma Pastorutti -, l’agenzia Ansa batteva la notizia che gli eurodeputati Carlo Fidanza, Antonio Cancian e Debora Serracchiani erano promotori di un documento inviato al presidente della Commissione europea Barroso e al Commissario ai Trasporti Kallas in cui si affermava che i cantieri in Valsusa erano stati aperti entro il termine previsto del 30 giugno. Tutto ciò veniva poi smentito dall’ispezione della delegazione composta dall’eurodeputato Gianni Vattimo il 14 luglio ai cantieri come testimonia il filmato su youtube. Situazione inverosimile, in cui le rappresentanze istituzionali risultano disinformate oppure in malafede, dichiarando il falso alle massime autorità europee per ottenere spiccioli di finanziamenti e alimentando negli italiani l’illusione che la Tav è finanziata dall’Europa. Certamente – evidenzia il portavoce dei No Tav – non si può criticare chi è favorevole all’opera (nel documento gli eurodeputati affermano di essere «completamente convinti che questo progetto debba essere realizzato») ma è intollerabile che rappresentanti istituzionali usino simili scorrettezze. Di tanto in tanto si ripresenta il tema dell’etica nella politica. Qualche giorno fa l’onorevole Debora Serracchiani sul blog del “Il Fatto Quotidiano” commentando la discussione alla Camera sul senatore Tedesco del Pd, aveva invitato il senatore, per fugare ogni dubbio e sgomberare il campo da sospetti per la saldezza delle istituzione democratiche pericolosamente corrose nella credibilità, di dimettersi, invocando che la causa della democrazia è forse più grande. Troppo facile fare del moralismo sugli altri», conclude Pastorutti. Francesca Artico
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
(ANSA) – CHIOMONTE (TORINO), 9 AGO – Un debito erariale compreso tra i 4 e i 5 milioni di euro e il mancato pagamento di rate a Equitalia per saldarlo e’ alla base della sentenza di fallimento della ditta Italcoge di Susa (Torino). Lo si e’ appreso dal leader del movimento No-Tav, Alberto Perino, che a Chiomonte ha letto le motivazioni della sentenza.
Il documento dice anche che il tentativo di fare inglobare la Italcoge da una societa’ immobiliare della famiglia Lazzaro e’ stato respinto in quanto la prima aveva un capitale sociale di un milione di euro mentre la seconda di solo 20 mila. (ANSA).
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
A questo link trovate alcune interviste, analisi, testimonianze sulla
quattro giorni No Tav in Val Susa.
http://radioblackout.org/2011/12/no-tav-lautostrada-e-le-reti-voci-testimonianze-riflessioni/
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COMUNICATO SULLE MANIFESTAZIONI
8 DICEMBRE 2005…..8 DICEMBRE 2011-12-09
Il movimento no tav ha voluto ricordare la liberazione di Venaus con una giornata straordinaria di lotta.
Da una parte l’accerchiamento alle reti e dall’altra il blocco autostradale della A32 andato avanti per ben 14 ore.
Oggi, come ogni volta, i giornali riportano quasi unicamente le versioni della questura inerenti ai gravi incidenti avvenuti introno alle reti; ma come sempre la verità è un’altra:
– Contiamo decine e decine di feriti chi con lesioni in viso, chi su altre parti del corpo.
Due particolarmente gravi, sia per le ferite che per le modalità dell’aggressione.
Un ragazzo di 16 anni abitante a Venaus mentre stava cercando di estinguere un incendio causato dai bossoli roventi dei lacrimogeni, è stato colpito alla tempia da un candelotto subendo un grave trauma cranico e un’importante lesione all’occhio. Vergognoso il comportamento di alcuni agenti che, nonostante la gravità della situazione, non hanno ritenuto opportuno chiamare i mezzi di soccorso; solo dopo 30 minuti la situazione si è sbloccata e l’ambulanza è potuta intervenire portando il giovane presso il CTO di Torino dov’è stato trattenuto in osservazione.
L’altro ferito grave è un operaio cinquantenne di Padova, anch’esso colpito da un candelotto lacrimogeno in pieno viso. I medici delle Molinette, hanno dovuto compiere questa mattina una delicata operazione tentando ti riattaccare la retina e asportarne i cristallini frantumati. I chirurghi che hanno compiuto l’operazione sono titubanti sul fatto che l’occhio si possa salvare mentre è certo che il recupero totale della vista non potrà più avvenire.
Molti altri feriti sono stati causati dal lancio di enormi pietre tirate dalle forze dell’ordine stesse; per fortuna questa volta alcuni operatori del Tg3 nazionale, bersagli anche loro prima di lacrimogeni e poi di pietre, hanno trasmesso le immagini in tutta Italia.
Ai feriti più o meno gravi va chiaramente tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.
– Dopo lo sgombero della baita/presidio (durato solo la notte di ieri: oggi la baita è di nuovo saldamente nelle mani del movimento) c’è stato un altro episodio inqualificabile: le forze dell’ordine sono entrate nella costruzione rovesciando una stufa ancora accesa, svuotando le pentole con il cibo sul pavimento, distruggendo piatti e suppellettili e in seguito, come se non bastasse, hanno fatto arrivare un camion caricandolo di zaini, giacche e qualunque cosa potesse avere valore, compreso un generatore elettrico, alcuni telefonini, attrezzi per tagliare la legna e per la manutenzione del presidio come accette, seghe, falcetti, tenaglie ecc.
– Continua l’abitudine di rilasciare fogli di via senza nessun motivo: ieri in 6 sono stati colpiti da questo assurdo provvedimento con il divieto di poter andare nei comuni dell’alta valle e ad Avigliana per 3 anni. Nelle macchine di queste “pericolose” persone sono stati rinvenuti una punta da trapano e alcuni kaway.
– Infine ancora oggi un brutto episodio di prepotenza da parte delle forze dell’ordine: un lavoratore di una cooperativa sociale della Valle è stato fermato mentre stava raggiungendo l’ecocentro di San Giorio che doveva essere aperto al pubblico. La cooperativa si occupa, tra le altre cose, anche di giardinaggio e sul furgoncino usato dall’addetto erano presenti alcuni attrezzi di lavoro (falcetti, piccoli coltellini, vestiti di ricambio…). La polizia ha pensato bene di sequestrare il materiale tenendo il malcapitato fermo due ore e facendo così ritardare l’apertura dell’ecocentro creando così un danno non indifferente alla cooperativa.
Dal 27 giugno, giorno dello sgombero della Maddalena, abbiamo promesso che continueremo a organizzare iniziative concrete di lotta fino a quando quelle reti non cadranno con il loro contenuto di distruzione.
Oggi, rafforzati dalla mobilitazione di questi giorni, ribadiamo ancora più forte che non faremo un passo indietro!
Comitato no tav spinta dal bass – spazio sociale libertario takuma
ALCUNI VIDEO FOTO, SERVIZI TV e ARTICOLI QUOTIDIANI SULLE MANIFESTAZIONI DEL 8 DICEMBRE
VIDEO e Diretta dai cortei dell’8 Dicembre da NOTAV INFO:
http://www.notav.info/movimento/diretta-dai-cortei-dell8-dicembre/
VIDEO Fatto Quotidiano “Lacrimogeni e idranti. Nuova guerriglia (con feriti) in Val Susa”
http://www.youtube.com/watch?v=WV7tnCdj-Pc&feature=player_embedded
Gas CS usati in Valsusa (8 dicembre)
http://www.youtube.com/watch?v=wAFbrlBlBVY&feature=player_embedded
VIDEO 8 dicembre 2011 su Lacrimogeni ad altezza uomo : http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=K1sdZpx3XcQ
Durante la manifestazione NOTAV in Val Susa la polizia spara, con l’evidente intenzione di colpire i manifestanti, lacrimogeni CS ad altezza uomo causando diversi feriti anche gravi.8 dicembre 2011
VIDEO 8 dicembre Gli ultimi minuti di una giornata di lotta : http://www.youtube.com/watch?v=hwrIw5YIZLw&feature=player_embedded
VIDEO Repubblica “No Tav, i manifestanti bloccano l’autostrada”
In centinaia hanno occupato la A32 Torino-Bardonecchia all’altezza dello svincolo di Susa, nei pressi dell’autoporto, per dire no alla Tav.
I gruppi più numerosi si trovano sulla carreggiata verso Bardonecchia; alcuni manifestanti sono giunti anche sull’altra carreggiata
(video di Alessandro Contaldo)
http://video.repubblica.it/edizione/torino/no-tav-i-manifestanti-bloccano-l-autostrada/83222?video
FOTO della Stampa e Repubblica “Caschetti e asce, l’arsenale degli attivisti violenti”:
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/torino/lstp/102114/
http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/12/09/foto/il_materiale_sequestrato_dalla_polizia_a_chiomonte-26344627/1/
FOTO Repubblica “No Tav all’assalto del cantiere” :
http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/12/08/foto/no_tav_all_assalto_del_cantiere-26292853/1/
SERVIZI TV :
TG R del 08-DIC-2011 ore 1400
http://www.youtube.com/watch?v=DrkEZBLON3s
TG 3 del 08-DIC-2011 ore 1900
http://www.youtube.com/watch?v=0cT4jXNglrE
Accuse alle forze dell’ ordine per il ferimento di videooperatori e procurati incendi con immagini in diretta !!!
TG R del 08-DIC-2011 ore 1930
http://www.youtube.com/watch?v=0A-ec_8wrbo
TG 5 del 08-DIC-2011 ore 2000
http://www.veoh.com/watch/v249179913CcgNTkm
Solite mistificazioni sui non violenti che cercano di isolare i violenti…
TG 2 del 08-DIC-2011 ore 2030
http://www.youtube.com/watch?v=meJ7edicI3A
“..Un centinaio di antagonisti hanno fronteggiato le forze dell’ordine…
TG R del 09-DIC-2011 ore 1400
http://www.youtube.com/watch?v=8MqsKoPH-l8
In Questura riunione con i Magistrati per esaminare.
Il Ministro Passera afferma che l’Opera s’ha da fare in ogni caso
TG R del 09-DIC-2011 ore 1930
http://www.youtube.com/watch?v=vOMyA4nwXnQ
Sceneggiata in Questura con esposizione di “armi improprie”: martello, maschere antigas, elmetti in plastica ecc. Intervista a Paini, sindaco di Giaglione e a Iengo del Comitato NOTAV
ALCUNI ARTICOLI DI RASSEGNA STAMPA
8 dicembre 2011 Stampa
“La diretta dai tre cortei in valle
Barricate No Tav, bloccata l’A32 Bombe carta e feriti nei boschi
Battaglia con la frangia violenta: gli attivisti aggrappati alle reti respinti con lacrimogeni e idranti
massimo numa, maurizio tropeano, niccolo’ cancan”
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/433540/
9 dicembre 2011 Stampa :
“Tav, la polizia: “Dovevamo difendere il cantiere Siamo stati aggrediti a freddo”
L’accusa: «Comandano i capi di Askatasuna. Sono loro a decidere cosa fare»
MASSIMO NUMA inviato a chiomonte”
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/433681/
9 dicembre 2011 Stampa :
“Tav, i manifestanti: “Una pioggia di lacrimogeni Hanno colpito gente inerme”
Le polemiche: un ragazzo di 16 anni è rimasto ferito al volto
NICCOLÒ ZANCAN inviato a chiomonte (to)”
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/433675/
9 dicembre 2011 Stampa :
“Torna la guerriglia in val susa Tav, scoppia la lite sui soccorsi al ragazzo ferito «Colpito in faccia da un lacrimogeno, nessun aiuto»
La polizia: «E’ falso, lo abbiamo scortato noi al Cto»
MASSIMILIANO PEGGIO torino”
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/433689/
9 dicembre 11 ANSA :
“Passera tira dritto: ‘Avanti con la Tav, rispettare tempi e tracciato’
Vicino a reti cantiere, respinti con getti acqua
ROMA – La Torino-Lione “deve andare avanti” e assicuro il “pieno rispetto del cronoprogramma e del tracciato”. Lo ha detto il ministro dello sviluppo, infrastrutture e trasporti Corrado Passera, annunciando che lunedì incontrerà in proposito a Bruxelles l’omologo francese Mariani
dall’inviato Mauro Barletta”
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/12/08/visualizza_new.html_8406466.html
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Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Questa mattina intorno alle 6 agenti della digos torinese hanno perquisito le abitazioni di alcuni notav tra cui Alberto Perino, e il centro sociale Askatasuna di Torino sfondando con un ariete la porta d’ingresso. Con in mano un avviso di garanzia da recapitare agli indagati e l’ordine di perquisizione, gli agenti hanno compiuto un blitz degno di una missione militare. I fatti contestati sono relativi alla notte del 23 maggio a Chiomonte, quando il movimento respinse il primo tentativo di presa del cantiere della Maddalena.
La questura su ordine della procura torinese ha eseguito un’operazione in tempi fulminei come non avviene per nessun’altra inchiesta, il tutto teso a mettere pressione e paura nel movimento notav.
Alle luci dell’alba mentre avvenivano le perquisizioni le notizie sono iniziate a circolare e siccome sembrava, vista la contemporaneità delle perquiszioni e il dispiegamento di forze, il preludio a degli arresti è scattata la mobilitazione. Un presidio si è formato a Condove sotto casa di Alberto Perino per denunciare il fatto e portare solidarietà.
A Perino viene contestato un reato d’opinione (istigazione a delinquere) relativo al comizio finale della manifestazione Rivalta-Rivoli del maggio scorso e un video su Youtube; agli altri : due studenti universitari del Collettivo Universitario Autonomo, uno dei comitati no nuclere di Saluggia e uno del CSOA Askatasuna, vari capi d ‘imputazione relativi alla prima notte di resistenza alla Maddalena. Una logica perversa da parte degli inquirenti che vorrebbero Perino ispiratore e gli altri esecutori.
Un’ennesimo atto, a cui siamo sicuri ne seguiranno altri, che vede la firma del Procuratore Giancarlo Caselli, che dopo i suoi nemici storici, terrorismo e mafia, ha ora individuato nel movimento notav l’ennesimo avversario da sconfiggere.
Per la mattinata è prevista una conferenza stampa
Seguiranno aggiornamenti.
video e atti qui http://www.notav.info/top/perquisizioni-allalba-contro-i-no-tav/
Qui il solito articolaccio di Repubblica
di seguito articolo del Corriere della Sera
torino-lione
Perquisita la casa del leader No Tav
Gli avvisi di garanzia sono 65
Solo oggi cinque nuovi indagati per i disordini del 24 maggio. Il capo del movimento Perino: «Un autogol»
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Alberto Perino, leader del movimento No Tav, davanti alla sua abitazione durante la perquisizione (Ansa)
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MILANO – Cinque nuovi avvisi di garanzia che si aggiungono agli altri 60 circa emessi negli ultimi giorni e che hanno raggiunto tutti esponenti del No Tav. È questo l’ultimo capitolo della vicenda che riguarda la linea ad alta velocità Torino-Lione e le relative proteste. Il leader storico del movimento Alberto Perino e altri quattro militanti del movimento sono stati raggiunti da un’informazione di garanzia inviata dalla Procura del capoluogo piemontese. I reati ipotizzati negli avvisi di garanzia sono istigazione a commettere reati, resistenza aggravata, interruzione di pubblico servizio e violenza privata, relativamente alla sassaiola della notte dello scorso 24 maggio al presidio della Maddalena di Chiomonte (Torino).
PERINO – Oltre a Perino, 65 anni, sono indagati Giorgio Rossetto, 49 anni, Brando Ratti, 20 anni, Lorenzo Carieri, 25 anni e Damiano Piccione, 30 anni. La casa del leader storico del movimento a Condove (Torino) è stata anche perquisita venerdì mattina intorno alle 7. «Ce l’aspettavamo – ha detto l’avvocato Danilo Ghia, legale di Perino – dopo avere ricevuto due informazioni di garanzia per le vicende del blocco dei carotaggi all’autoporto di Susa e della violazione dei sigilli alla Maddalena». Davanti all’abitazione di Perino si sono radunate circa 150 persone. «Hanno sequestrato solo l’agenda dove tengo solo i conti di casa. Dovevano pur portare via qualcosa. Credo che con la mossa della perquisizione abbiano fatto un autogol, perché hanno fatto arrabbiare la gente, che da oggi sarà ancora più determinata. Ci hanno fatto un favore», è stato il primo commento a caldo di Perino.
GLI AVVISI DI GARANZIA – Oltre ai 5 avvisi di garanzia odierni, relativi alla sassaiola dello scorso 24 maggio al presidio della Maddalena, gli altri riguardano episodi del 2010: 10 per i blocco dei carotaggi all’autoporto di Susa, 22 per la violazione di sigilli alla baita della Maddalena, sequestrata dalla magistratura in quanto abusiva, 28 relativi al blocco di un convoglio di operai che trasportavano materiale per i carotaggi avvenuto a Venaria Reale.
Redazione online
17 giugno 2011
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Corriere 26 giugno
ALTA VELOCITA’
15:20 POLITICA Il ministro: «Il cantiere si apre entro il 30, se no diciamo addio al contributo Ue»
Ferrero: «Il ministro dell’interno vuole sostituire la repressione alla politica»
«Tav, i cantieri si aprono entro il 30»
Maroni a La Padania: «L’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue»
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Roberto Maroni (Ansa) |
MILANO – Entro il 30 giugno dovranno partire i lavori della Tav Torino-Lione. Pena l’addio ai finanziamenti europei. Cosa che il governo vuole a tutti i costi evitare. «Il cantiere si apre entro il 30, e l’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, e quindi diciamo addio al futuro» afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni in un’intervista alla Padania. Dall’altra parte però si respira tensione. I No Tav si preparano alla «resistenza finale» in val di Susa, in attesa dello sgombero da parte delle forze dell’ordine dell’area del cantiere di Chiomonte.
MARONI – Il quotidiano della Lega dedica il titolo di apertura e due pagine all’interno del giornale alla Tav con un’intervista anche al viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli e un articolo che riferisce dell’allerta lanciato dal Viminale sui contestatori. «Chi si oppone non credo che riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo, perchè vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni, vuol dire, come è stato calcolato, far perdere due punti di Pil al Piemonte», dice Maroni. In merito alle critiche di carattere ecologista, «è stato fatto di tutto, è stato aperto un osservatorio, sono state fatte tutte le valutazioni necessarie», assicura il ministro. «Ciononostante c’è un no pregiudiziale che non può essere accettato». Più duro il viceministro Castelli, che definisce le ragioni addotte dai No-Tav «tutte balle». «Sono le solite argomentazioni trite e ritrite che i Verdi ad oltranza tirano fuori contro qualsiasi opera pubblica». In realtà, sostiene, «agli ultimi irriducibili rimasti, della Tav non frega più nulla. È diventata il pretesto per una sfida allo Stato. Partigiani contro lo stato nazista: sono ormai fuori dalla realtà». Senza la Tav, avverte Castelli, l’Italia sarebbe «tagliata fuori dai grandi traffici internazionali. Senza contare le perdite in prospettiva sul fronte dell’occupazione, pari a centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ogni miliardo speso – sottolinea – genera 20 mila posti di lavoro». Il quotidiano, nell’articolo «In arrivo gli estremisti più duri per provocare violenti scontri», riferisce di alcuni «rapporti in possesso del Viminale» in cui si documenta che «i No-Tav hanno avviato una serie di iniziative per contrastare l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine e l’inizio dei lavori».
FERRERO – Il «pugno di ferro annunciato da Maroni per far partire i lavori della Tav in Piemonte, suscita la replica di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista: «Questa sera parteciperò alla fiaccolata che da Chiomonte porterà al presidio della Maddalena e poi mi fermerò tutta la notte al presidio. Il proposito di Maroni di risolvere attraverso una manovra militare quello che è un problema politico che vede la contrarietà della maggioranza della popolazione interessata è completamente irresponsabile. Come Bava Beccaris, Maroni vuole sostituire la repressione alla politica. A Chiomonte si difende un bene comune, la vivibilità della Val di Susa contro uno spreco di danaro insensato in una fase di ristrettezze economiche».
Redazione online
26 giugno 2011
Repubblica 26 giugno
Il ministro dell’Interno in un’intervista alla Padania: “Chi si oppone non credo che riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo, perché vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni”. Nel presidio dei No Tav si attende l’arrivo delle forze dell’ordine, previsto per domani all’alba di FABIO TANZILLI
I sindaci No Tav al titolare del Viminale: “No all’uso della forza”
CRONACA
Tav, al “fortino” di Chiomonte
aspettando l’alba di fuoco
Vigilia piena di tensione al presidio degli oppositori della Torino-Lione. Perino: “Arriveranno in 1500 con i manganelli”. Stasera fiaccolata
di FABIO TANZILLI
TRANQUILLI, ma determinati. Sono le ore più lunghe, queste, per i presidianti “No Tav” della Maddalena, il Fort Apache della Valle di Susa. Quassù, sui sentieri sopra le vigne di Chiomonte, in una calda giornata di estate, da ieri si attende l’ora “X”, il giorno dei giorni, previsto per l’alba di domani. I “No Tav” lo sanno, e senza sorpresa aspettano le forze dell’ordine al varco per la battaglia finale. Per essere in regola con l’occupazione dell’area, ieri mattina hanno pure pagato l’utilizzo del suolo pubblico al Comune, con una spesa di ben 821 euro. Intanto, per 2 o 3 volte passa sulle teste un elicottero dei carabinieri, che viene salutato con battute ironiche e sberleffi.
Intanto stasera alle 21 partirà una fiaccolata no tav dal centro di Chiomonte, con partenza dalla stazione ferroviaria e diretta al presidio della Maddalena, da fine maggio base operativa degli oppositori alla Torino-lione.
“Non ci porteranno i fiorellini, ma useranno i lacrimogeni. Arriveranno 1500 agenti, suddivisi in gruppi da 500 – tuona in assemblea Alberto Perino – il loro obiettivo è raggiungere la Maddalena attraverso tre strade, passando anche da Giaglione e dalla via dell’Avanà. Molto probabilmente giungeranno qui a piedi attraverso i sentieri”.
Chi pensa però che al presidio No Tav siano tutti in assetto di guerra, si sbaglia di grosso: il clima è sereno, pacifico, molto simile ad un campeggio estivo. In tutta la giornata, saranno passate 7-800 persone.
All’arrivo alla Maddalena, a fare da Cicerone ci pensa Luca, programmatore informatico di Bussoleno che si occupa di “scortare” i giornalisti alla visita del presidio: “Le barricate sono un simbolo di resistenza passiva, ma è assurdo definirci eversivi. Qui ci sono famiglie e persone normali. La forza del nostro movimento è proprio questa”. Ci sono ragazzi dei centri sociali e del movimento antagonista, ma la maggioranza della Maddalena è fatta di gente comune, valsusini di tutte le età: bambini che giocano a pallone, o che si rincorrono con le pistole ad acqua. C’è Bertelloni, medico a Bussoleno, che insieme ad altri 130 dottori valsusini ha lanciato l’allarme salute in caso di partenza del cantiere, “essendo queste terre piene di uranio e asbesto”.
Donne e anziani che passeggiano e fanno picnic, e non solo rasta che bevono una birra di troppo. Il clima è di festa popolare, di aggregazione pacifica. Nulla fa pensare alla preparazione di uno scontro con le forze dell’ordine: appare quindi difficile definire questi presidianti come dei “para-terroristi”. Tra un dibattito e un piatto di spaghetti, tra una birra un momento di musica, i manifestanti aspettano l’irruzione delle forze dell’ordine, con un filo di preoccupazione. E sanno benissimo che questa battaglia potrà anche andare “persa”, con lo smantellamento del presidio: “Non sarebbe una tragedia – riflette Lele Rizzo – l’importante è riattivare la mobilitazione permanente della Valle di Susa, anche dopo la notte di domenica, che potrà fare la storia”. Anche perché l’esperienza di Venaus insegna che dopo le botte notturne, ci fu la mobilitazione popolare dell’8 dicembre, con migliaia di valsusini che rioccuparono i terreni conquistati dalla polizia: in molti pensano già ad un bis per Chiomonte. Ci sono anche gli avvocati del movimento, a turno giorno e notte alla Maddalena: “Se la polizia occuperà i terreni privati farà una violazione” spiega Stefano Bertone. Anche perché in molti attendono già di essere picchiati e malmenati dalle forze dell’ordine, come avvenne a Venaus: “E’ da 34 giorni che aspettiamo di prendercele, ce le hanno sempre date – aggiunge ancora Perino – arriveranno con i manganelli. Voi giornalisti dovete fare domande più intelligenti” aggiunge il Bovè valsusino con un filo di arroganza.
Lungo il percorso si vedono le barricate fatte di ferraglia, gommoni e legno, ma niente di più. Il più grosso timore dei manifestanti è quello che domani all’alba prevalga la frangia violenta: “Non dobbiamo mandare in malora 22 anni di lotta non- violenta, con azioni aggressive rimarremo isolati. Diciamo no alle pietre e alla violenza, non siamo in Vietnam” afferma il prof. Richetto, insegnante di Bussoleno. Della stessa idea la chiomontina Marisa Meyer, 66 anni, cuoca ufficiale del presidio: “I ragazzi che vengono dai centri sociali qui non hanno mai dato problemi. Devono rispettare la nostra ospitalità, e comportarsi bene”.
Intanto, questa sera – con ritrovo alle ore 21 e partenza alle 22 – si terrà una fiaccolata dal centro di Chiomonte fino al presidio, per coinvolgere maggiormente il paese e la gente, e non rimanere isolati alla Maddalena. In attesa della notte più lunga.
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
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Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Anche nella manifestazione a Roma ribadito il ruolo criminale del PD e di Fassino (video)
Bel manifesto, bravo chi l’ha ideato. La CMC Cooperativa Muratori Cementisti, che ha aperto il cantiere è una storica coop della Lega (delle Cooperative) si vede che le due Leghe legano bene, a dispregio del passato operaio e del vero federalismo.
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
In solidarietà alla Val Susa in lotta il Comitato NOTAV di Trieste e del Carso è subito sceso in piazza.
Lunedì con un veloce passaparola una dozzina di attivisti si sparso per il centro a volantinare e per magia numerose statue e monumenti hanno espresso la loro solidarietà ai valsusini in lotta.
Martedì è stato organizzato un vero e proprio presidio a cui nelle varie fasi hanno partecipato quasi un centinaio di persone.
Dopo il concentramento in p.Borsa si è mosso un piccolo corteo che si è diretto prima sotto il comune e poi sotto la prefettura con numerosi interventi al megafono e volantinaggi.
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Il mostro e la barricata
Domenica 26 / lunedì 27 giugno.
Un pozzo di stelle, che ti perdi a guardare. Una notte bellissima di
quelle che noi di città abbiamo dimenticato, forse mai saputo.
Prima la fiaccolata: migliaia e migliaia di luci da Chiomonte alla
Maddalena. Poi il lungo tempo dell’attesa. Tutti sanno cosa li aspetta.
Chi ne ha viste tante e chi ne ha viste poche, chi le ha solo sentite
raccontare dagli altri. Uno striscione dice “in Valsusa la paura non è di
casa”. La paura magari non ti passa ma leggerlo serve a farsi coraggio.
Quando la notte comincia a trascolorare nell’alba arrivano dall’autostrada
deserta e bloccata i primi mezzi. C’è un silenzio irreale, una calma
sospesa. La ruspa gigante avanza da sola sull’autostrada: si avvicina al
guardrail, esita, si ferma di fronte alle barricate cariche di persone,
che orgogliosamente sfidano il mostro.
Una sfida che va avanti da vent’anni, che attraversa le generazioni, che
entra nel DNA politico e culturale di un’intera valle. Ed è contagiosa.
Magicamente contagiosa.
Radio Maddalena Libera – l’emittente pirata della Repubblica – trasmette
dal piazzale: le notizie arrivano a tutti tra Susa e Salbertrand:
resisterà sino all’ultimo, in mezzo al caos e ai lacrimogeni.
Sull’autostrada, all’improvviso, compare Turi, anarchico e non-violento.
Scalzo corre verso la ruspa, brandendo due teste d’aglio. I poliziotti
scattano, lo placcano, se lo portano via. Dalla barricata al piazzale
tutti gridano forte, alcuni battono ritmicamente il guard rail. È come nei
disegni di Marcolino, che da anni segnano muri e piloni dell’autostrada:
un uomo che si para di fronte al mostro e, intorno, la gente che resiste.
La polizia annuncia che mancano dieci minuti all’assalto. Partono in
contemporanea su tre fronti: alla barricata della Centrale, e quelle di
Guaglione e dell’autostrada.
La ruspa avanza e con la pinza gigante comincia a frantumare la protezione
antirumore. Qualcuno spruzza vernice sugli scudi degli agenti. Il mostro,
incurante della gente sospesa in precario equilibrio sulle ringhiere della
barricata, va avanti buttandola giù.
Poi i lacrimogeni. Una nube tossica e maligna vela l’azzurro di una
mattinata limpida: la brezza della Valsusa non soccorre i No Tav. Vicino
alla barricata c’è un anziano: uno gli allunga un limone, lui lo prende,
lo guarda e chiede perplesso “a cosa serve?”. Ascolta la spiegazione, poi
se lo mette sul viso. Altri si passano bottiglie di acqua e malox.
Il gas brucia la pelle, soffoca, la gente arretra. La rabbia è tanta.
I poliziotti avanzano, volano pietre, sedie, quello che capita.
In contemporanea alla barricata della Centrale arrivano poliziotti e
ruspa. Gli uomini dell’antisommossa avanzano tenendo gli scudi sulla
testa, agganciano la ruspa al cancello e si guadagnano una doccia di
vernice rossa. Chi aziona la ruspa sradica tutto, incurante di chi era
arrampicato sul cancello di ingresso della Libera Repubblica. Una porta
aperta a tutti ma non alle truppe di invasione. Una fitta pioggia di
lacrimogeni obbliga i manifestanti ad arretrare sino alla barricata
successiva: una lunga marcia all’indietro lungo la strada dell’Avanà,
barricata dopo barricata sino al piazzale. Poliziotti e carabinieri
vestiti da tartarughe ninja avanzano come furie, danneggiando alcune
vigne. Ironia della sorte quella più colpita è la vigna del sindaco di
Chiomonte, Pinard, un fascista che iniziò la carriera negli anni Settanta
con i raduni paramilitari nei boschi. Oggi ha venduto il suo paese.
Alla barricata di Giaglione, lungo la mulattiera che collega il borgo
Clarea con il paese, la ruspa è pronta ad entrare in azione. I No Tav
resistono finché possono, poi chiudono la barricata sul ponte e
raggiungono gli altri tra l’autostrada e il piazzale.
Ancora lacrimogeni a pioggia.
Tanti prendono il sentiero per Ramats inseguiti dagli agenti che
continuano a sparare gas. Se nel bosco fosse scoppiato un incendio poteva
essere una strage. Per fortuna vanno a fuoco solo alcune tende sul prato
dietro il piazzale.
Si sale con il fiato mozzo e gli occhi gonfi per il gas e la rabbia. Ci si
guarda in faccia, si scambia un saluto e tanti chiedono “come stai? Serve
una mano?” E intanto ti allungano una bottiglietta d’acqua, un biscotto. A
me qualcuno passa persino una mezza tazza di caffé, che divido con quelli
che mi sono vicini.
Qualcuno non riesce a prendere il sentiero, viene placcato dai poliziotti,
minacciato, identificato, probabilmente denunciato. Una ragazza francese
tornata indietro per recuperare la sua auto viene messa in un angolo,
dileggiata, minacciata di stupro.
Alcuni, armati del coraggio che ci vuole a lavorare sotto gli occhi
irridenti di un esercito di occupazione, cominciano a smontare tende e
gazebo. Tante cose sono a pezzi, distrutte.
I poliziotti denunceranno 64 feriti, i manifestanti ne hanno
“ufficialmente” una trentina. La solita storia, vecchia e triste dei
militari che si fanno refertare anche le nocche sbucciate mente picchiano,
mentre chi manifesta si cura da se, va in ospedale solo se è
indispensabile.
I segni delle botte li vedo uno a uno sulle facce, sulle braccia e le
gambe di chi si raduna stremato alla Ramats.
La polizia ha chiuso autostrada sino a notte: le due statali – intasate
dai tir usciti dalla A32 - sono state invece bloccate per ore e ore dai No
Tav a Oulx, Bussoleno, Sant’Ambrogio.
Tanti hanno profittato della copertura data da CUB, Cobas e USB ed hanno
scioperato. Un compagno, cui il padrone aveva chiesto una dichiarazione di
sciopero, ha inviato alla ditta quella della CUB che “indice sciopero
generale (…) con decorrenza immediata e sino al ritiro delle forze di
polizia che stanno attaccando il presidio di Chiomonte”.
L’assemblea
La sera a Bussoleno la sala del Polivalente è subito stracolma: tantissimi
rimangono fuori, altri hanno dovuto stiparsi uno sull’altro in un catino
di sudore.
Sono tutti in piedi ad applaudire chi ha resistito. L’indicazione che
emerge è chiara: riprendersi al più presto la Maddalena.
Domenica 3 luglio viene proclamata una manifestazione nazionale.
Se pensavano di aver fatto paura si sono sbagliati e di grosso.
All’assemblea c’era anche chi ha provato a giocare la carta del “nuovo
soggetto politico”, l’ennesimo partito dei “movimenti”. Come se un sistema
di sfruttamento e dominio si potesse aggiustare con qualche santo in
parlamento. In questi anni i santi in parlamento (o in comunità montana)
per meglio accomodarsi sulle poltrone hanno dovuto sfilarsi le ali di
cartapesta. È da stolti cullare e diffondere l’illusione che la democrazia
si possa curare.
Alla Maddalena gas e manganelli hanno cantato la canzone della democrazia
reale, che non è tradita ma si tradisce. Solo l’azione diretta popolare,
l’autogestione delle attività che servono alla vita, l’autogoverno del
territorio possono scompaginare le carte e cominciare un gioco nuovo.
All’ombra del Rocciamelone sono ormai tanti quelli che l’hanno capito.
Sempre all’assemblea qualcuno si è fatto prendere la mano e ha detto che i
No Tav avevano scritto “La Storia”, ha parlato di battaglie e di guerre.
La tentazione di usare le parole di chi fa il mestiere delle armi è forte,
ma si può non cascarci. Il nostro dire è quello di chi rompe, a livello
simbolico e materiale, con chi continua a raccontare una sola “Storia”,
quella dei tiranni e dei loro guardiani.
Le nostre storie, quelle infinite di tutti e di ciascuno, sono contro la
“Storia”: si sono intrecciate e costruite nei 37 giorni della Libera
Repubblica. 37 giorni di libertà, autogestione, solidarietà, cibo
condiviso e incontro. 37 giorni dove le barricate che chiudevano la strada
hanno aperto la via ad un moltiplicarsi di storie uniche, che restano
racchiuse nei nostri cuori.
Su un quotidiano è apparsa l’immagine di un No Tav, stretto a braccia
aperte, occhi bruciati dai lacrimogeni, in mezzo alle tartarughe ninja che
avanzano. Un essere umano tra agli automi in divisa.
Il giorno dopo
Lo Stato si preso tutto. Il museo è diventato il bivacco per i cosacchi di
Maroni, la strada viene spianata. Cemento, reticolati, filo spinato, 800
uomini in armi. Un’occupazione militare.
Un anziano in prima linea alla barricata sul lato destro dell’autostrada,
ci racconta “mio fratello ha la medaglia d’oro: gliel’hanno data per la
lotta partigiana. Mi ha detto che se la polizia occupa la valle lui quella
medaglia la restituisce”.
Il filo tenace della memoria di chi lotta, indebolito dalla retorica e
dalle cerimonie tristi tra gonfaloni e ipocrisia dei nuovi fascisti, torna
forte nella resistenza attiva all’invasione.
Già dalle prime ore di martedì 28 i No Tav sono tornati al ponte sulla
Dora, dove ora c’è un check point militare che blocca e identifica le
persone. Un nuovo presidio sta nascendo di fronte all’ingresso della
Maddalena occupata.
In serata a Susa ventimila persone partecipano alla fiaccolata: il corteo
è un serpente che si morde la coda. Una risposta inequivocabile a chi dice
che l’aria è cambiata, che la gente ha cambiato idea.
Le tende piantate nel bosco sono state strappate e riempite di escrementi.
Forse i poliziotti che le hanno usate come gabinetti pensavano di
celebrare così il proprio trionfo: hanno mostrato la loro infinita
miseria. La miseria dei servi violenti e volgari che lo Stato usa per
imporre il proprio dominio, per sottomettere le popolazioni ribelli.
Non ci riusciranno. Torneremo.
Maria Matteo
(quest’articolo uscirà sul prossimo numero del settimanale Umanità Nova)
Marzo 17th, 2017 — General, Val Susa
Udine sabato 2 lugliio Piazza Matteott
|
Un presidio solidale, conviviale ed informativo si è tenuto ad Udine Sabato 2 luglio dalle 16.00 alle 20.00 in Piazza Matteotti a sostegno della manifestazione nazionale del 3 luglio in Valsusa. Il filo conduttore dell’iniziativa è stato: la gente ha capito i problemi del nucleare e dell’acqua, ma non ha ancora capito quello della TAV. Abbiamo potuto propagandare il sito infoaction come utilissimo strumento per accedere a tutte le fasi di lotta che in Regione FVG hanno portato alla delegittimazione del Corridoio 5.
In particolare ricordiamo ancora una volta a tutti/e l’importanza di vedere, (anche più volte) questo video. |
LEGGI L’APPELLO DEI COMITATI NOTAV PIEMONTESI
Partenze dalla regione
PORDENONE
In solidarietà alla lotta dei resistenti della val Susa abbiamo organizzato una
CAROVANA d’auto che partirà venerdì 1/07/2011
dalla sede del Prefabbrikato (dove c’è la biblioteca del Circolo Libertario E. Zapata) per raggiungere in tempo (senza blocchi) il presidio da dove partirà la manifestazione.
Tutte le INFO sul pernottamento verranno date al ritrovo della partenza o per maggiori delucidazioni scrivere a ilpn@autoproduzioni.net
TRIESTE
Si stanno organizzando delle auto:
per info: gruppoanarchicogerminal@hotmail.com oppure notavtriestecarso@gmail.com
UDINE
Partiranno anche alcune macchine dalla provincia di Udine
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