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Il Ministero ha bocciato la Tav Venezia Trieste

L’intera tratta Venzia-Trieste è stata bocciata dalla commissione VIA Ministeriale

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/05/15/news/roma-boccia-l-alta-velocita-ronchi-trieste-1.13477909

 

PS. Personalmente sono sempre stato convinto della insormontabilità delle gallerie carsiche come ho sempre sostenuto, anche polemicamente, con prestigiosi relatori come Cicconi e Cancelli vedasi a Muzzana del Turgnano il 14 marzo 2013  e anche al convegno contro le GOII a Bagnaria Arsa il mese di luglio 2015

Paolo De Toni

 

 

«Non c’è un solo euro per l’alta velocità»

da Il Piccolo del 6 febbraio 2015

Mainardi, ex commissario della Tav Venezia-Trieste, smonta le certezze regionali sul piano di Rfi

 

«Non c’è un solo euro per l’alta velocità»

 

TRIESTE «Nel piano industriale Rfi 2014-17 non c’è un euro per l’alta velocità in Friuli Venezia Giulia, ma nemmeno per il Nord Est. Né ci sono fondi nello Sblocca Italia e nella legge di Stabilità». Bortolo Mainardi, commissario della Tav Trieste-Venezia dall’agosto 2011 al marzo dell’anno scorso, smonta le certezze della Regione sull’avvio della progettazione preliminare della velocizzazione della linea ferroviaria (un investimento da 1,8 miliardi condiviso anche dal Veneto) rese note al termine dell’incontro della scorsa settimana tra Debora Serracchiani, l’assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro e l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Michele Mario Elia. «Dopo 13 anni non c’è ancora un tracciato definito, condiviso, progettato, approvato», rileva l’architetto bellunese ricordando che, prima che la politica decidesse la sua mancata riconferma, «fu lo stesso ministro Lupi, muovendo dalla mia proposta di modernizzazione/potenziamento per fasi del tracciato esistente, ad affermare l’opportunità di abbandonare il progetto del dicembre 2010 di Rfi e di avviare gli studi per velocizzare la linea in modo da portarla a 200 km all’ora». Mainardi dice però di essere perplesso sui numeri che Ferrovie aveva trasmesso rispetto a quel ridimensionamento (dai 7,4 miliardi iniziali a 1,8 miliardi): «Quest’ultima cifra a oggi non si sa su quale documentazione tecnica di fattibilità è stata definita. Nelle oltre trenta relazioni mandate al ministero ho sempre sostenuto che, per la prima fase di modernizzazione, con interventi mirati appunto alla velocità di crociera di 200 km/h da Mestre a Trieste, i costi complessivi, compresa la Linea dei Bivi in Veneto e la variante in galleria a Latisana, si aggirano attorno agli 800 milioni». Fatto sta che, prosegue l’ex commissario, «al febbraio 2015 nemmeno l’iter procedurale/autorizzativo si può dire concluso. Il progetto preliminare Rfi del 2010 previsto nelle quattro tratte da Venezia a Trieste è ancora in fase istruttoria in commissione speciale Via e rimane quindi in attesa di un parere. Nessuna richiesta ufficiale di sospensione è stata depositata mentre Rfi ha già versato al ministero dell’ambiente più di 3 milioni di euro e per la progettazione a Italferr altri 11,3 milioni». Detto che, «per quanto di mia conoscenza nessun “lotto costruttivo” è immaginabile cantierabile entro il giugno 2015, e dunque non sono previsti fondi neppure nello Sblocca Italia», Mainardi conclude: «In Italia si continua a non capire che anche per le linee ad alta velocità dei Corridoi europei bastano e avanzano interventi di tipo upgrading. E si continua a non obbligare gli attori che progettano e realizzano le opere al rispetto dei contratti e dei tempi, in assenza pure di una “responsabilità terza” che controlli la qualità tecnica delle scelte dei tracciati di progetto e verifichi costantemente i costi».

Mainardi: «La Tav lungo la rete esistente»

dal Messaggero Veneto del 16 novembre 2013

 

«La Tav lungo la rete esistente, così si riducono anche i costi»

Il commissario straordinario Mainardi illustra il progetto per la linea ferroviaria ad alta velocità. Investimento di 7,4 miliardi. «La politica sia cosciente delle decisioni strategiche per il territorio»

UDINE. Ha detto no alla linea costiera «perché non trova la condivisione della popolazione» e ha sempre invitato le amministrazioni e i governi di turno a guardare in modo pragmatico l’obiettivo dell’alta velocità ferroviaria, a guardare prima al potenziamento, possibile, della linea esistente.

Perché il progetto Rfi del 2010, da Mestre a Ronchi, è quello di una linea ad alta capacità e perché «si ipotizza una velocità massima di 250 chilometri l’ora, quando oggi, sulla linea esistente, si potrebbero raggiungere i 200 chilometri orari. Di cosa parliamo?».

Bortolo Mainardi, commissario straordinario della linea Av/Ac da Mestre a Ronchi, torna su un tema a lui caro, quello di uno sviluppo infrastrutturale integrato al paesaggio, condiviso dalle comunità e sostenibile economicamente. Lo fa con la schiettezza che lo contraddistingue ma «da professionista – ci tiene a precisare –. A me spetta l’analisi e la proposta, le scelte sono compito della politica».

Commissario pochi giorni fa a Trieste, il Ministero delle Infrastrutture ha confermato la priorità della Tav a Nordest ma ha anche detto che non basta più, che servono nel frattempo interventi che migliorino la linea esistente come l’eliminazione dei passaggi a livello. Le stanno dando retta?

«Naturalmente non posso che apprezzare questa linea, ma non credo che il Ministero si muova in questa direzione perché l’ho detto io. Sta nella logica del buon senso, anche perché in pochi anni il mondo è cambiato e quindi tutte le priorità, anche quelle dei grandi investimenti, vanno riviste sotto una nuova luce. Io parto da un assunto: tutte le opere devono essere compatibili con l’ambiente, devono trovare il consenso della comunità su cui ricadono e devono essere sostenibili finanziariamente».

Requisiti che però non sembrano esserci in Italia. Ce la possiamo ancora permettere un’opera come quella pensata nel 2010?

«Tra le criticità che ho riscontrato c’è sicuramente quella delle risorse e va affrontata in un quadro complessivo. L’investimento per la tratta di cui parliamo è stimato in 7,4 miliardi».

Perché la Tav non è l’unica opera su cui puntare?

«Nel senso che la logica dei corridoi è ben più complessa e che il Friuli Venezia Giulia, per esempio, deve guardare con molto interesse anche il corridoio Adriatico Baltico. E poi gli investimenti ferroviari vanno messi in relazione con quelli autostradali».

Anche il consenso di cui lei parla non è così radicato, basti pensare al movimento dei No Tav …

«Quando parlo di consenso intendo che le rimostranze delle popolazioni devono essere tenute in debita considerazione, purché sia il rigore scientifico dell’analisi a generare una contrarietà. Non è accettabile invece una posizione ideologica. Nel caso del Veneto e del Friuli partiamo da una sostanziale condivisione sulla necessità di avere una linea ferroviaria moderna e competitiva ed è per questo che non vanno illusi i territorio con progetti dai costi faraonici».

I governatori Zaia e Serracchiani hanno chiesto al Ministero di studiare “una terza via” alternativa al tracciato 2010 della Mestre-Ronchi. È soddisfatto?

«Credo che lo siano prima di tutto i territori e quello conta. La politica ha i suoi tempi, l’importante è che ci sia coscienza nelle decisioni, che si diano risposte concrete ai problemi e non promesse astratte».

Pressing a Roma per la Tav, sindaci contro la linea costiera

dal Messaggero Veneto del 17 novembre 2013

Pressing a Roma per la Tav,  sindaci contro la linea costiera

Il commissario Mainardi annuncia un incontro al ministero per evitare l’attuazione del progetto 2010. «È contestato da Regioni e Comuni, non è economicamente sostenibile e funzionale per il Nordest»

UDINE. Il tracciato costiero della Tav non è stato ancora scongiurato. Dopo le delibere delle due Regioni (Veneto e Fvg) che chiedono al ministero delle Infrastrutture di studiare un’alternativa, seguirà un pressing congiunto su Roma per far sì che «lo studio di fattibilità condiviso con i sindaci diventi il punto da cui ripartire con la progettazione. Se passa questa volontà il preliminare potrà essere ultimato in 6/8 mesi». Lo ha detto ieri il commissario dell’Av/Ac (alta velocità/alta capacità) Bortolo Mainardi ospite dei Lions club del distretto 108 Ta2 a Concordia Saggittaria. E sul tavolo del commissario anche un’altra richiesta: quella di inserire la linea Casarsa-Portograro, da elettrificare, nella progettazione dei corridoi europei.

La resistenza

Pungolato dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, Mainardi ha spiegato che nel giro di qualche settimana ci sarà un incontro tecnico al ministero con i due presidenti di Regione – Debora Serracchiani e Luca Zaia – per cercare di far passare la richiesta, che parte dai territori, di un’alternativa. Fino ad allora il “pericolo” che si proceda con la realizzazione della Tav sulla costa (dopo Mestre toccherebbe Campalto, Camposile, La salute di Livenza, Portogruaro o San Michele per poi rientrare in affiancamento all’autostrada nel tratto friulano) non sarà scampato.

Le criticità

Secondo il commissario il progetto non può essere quello del 2010 perché è contestato in blocco dalle amministrazioni locali, perché non risponde alla logica che l’opera potrà avere a Nordest – di alta capacità e quindi di trasporto merci, non di trasporto persone – e perché non è economicamente sostenibile: «Parliamo di un costo di 44 milioni a chilometro, molto più alto di quello di altre tratte». E poi, come ha ammesso il commissario incalzato da Monestier, le tratte italiane precedenti non sono garantite (per ragioni di fondi e anche di accordi sui progetti) per non parlare di quel che c’è dopo Trieste: il vuoto. E i tempi? «I cantieri dovrebbero partire il prossimo anno per concludersi nel 2023 e sapete a che punto siamo».

La nuova idea

Da qui Mainardi è arrivato ad ipotizzare – ed è questa la via tracciata dallo studio di fattibilità – di lavorare sulla linea esistente e «preparare già la progettazione di un quadruplicamento da realizzare quando ci sarà la saturazione della linea esistente». Una saturazione che non avverrà nel medio termine perché già oggi intervenendo sulla rete esistente «possiamo, risolvendo alcuni nodi come quello di Latisana, arrivare a 200 chilometri orari». La politica in due fasi consentirebbe di risparmiare tempo e denaro: «Anche perché sono le ferrovie che rendono grandi i porti – ha proseguito il commissario – e Trieste e Venezia non possono reggere a lungo la concorrenza degli altri senza un supporto ferroviario». In quest’ottica il commissario invita a mantenere così l’impegno nel corridoio est-ovest e allo stesso tempo spinge la politica a puntare «sul corridoio Adriatico Baltico che si collega con l’Eurasian Bridge, la vera porta per i mercati asiatici».

Le altre linee

In questo contesto i sindaci di San Vito (Antonio Di Bisceglie) e Portogruaro (Antonio Bertoncello) hanno ribadito l’importanza di elettrificare la Casarsa-Portogruaro, linea sempre meno strategica per Rfi, e di farla rientrare nello sviluppo dei corridoi. Il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, ha invitato a ragionare sul potenziamento della logistica per rilanciare il manifatturiero valorizzando l’Interporto di Pordenone «assieme a Portogruaro. Possiamo farcela, però, se abbiamo anche un porto che funziona». Se ne parlerà il 29 novembre in un incontro aperto, a Portogruaro, con Debora Serracchiani e Renato Chisso.

Autority

Secondo Mainardi è urgente una regia, quella che lui chiama Autority per le infrastrutture almeno di livello regionale o interregionale perché, «se quattro concessionarie autostradali del Nordest incamerano 1 miliardo dai pedaggi di cui 410 milioni dal traffico pesante», bisogna capire se sono sostenibili investimenti “contemporanei” su opere quali la terza corsia e la Pedemontana veneta da un lato e sull’alta capacità dall’altro. Alla politica la risposta.

TAV: spunta la tav adriatica!

Dal Piccolo del 16/01/14

Asse tra Regioni per la Tav adriatica

 

TRIESTE Un appello a Debora Serracchiani affinchè, in virtù del suo doppio ruolo di governatrice e responsabile Trasporti del Pd nazionale, partecipi al pressing su governo ed Europa per la stesura di un piano per l’Alta Velocità sulla dorsale adriatica. A lanciarlo il presidente dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, che ieri ha dato ufficialmente sostegno alla petizione avviata nella sua regione per portare la Tav lungo la dorsale adriatica. Petizione che ha già raccolto 15mila firme e, presto, approderà anche in Friuli Venezia Giulia grazie al tour di uno speciale bus-banchetto atteso nei prossimi giorni a Trieste. Un’iniziativa, ha affermato Chiodi, che ha bisogno del contributo anche di Serracchiani. «Dobbiamo usare l’alleanza delle regioni adriatiche – ha detto il governatore chiamando esplicitamente in causa la “collega” del Fvg – perché l’Alta Velocità sulla dorsale adriatica entri nelle prospettive dei piani di governo. Verso quest’ opera – ha sottolineato Chiodi, ricordando i 400 milioni stanziati per il miglioramento della rete e la velocizzazione – occorre un approccio pragmatico perché si tratta di un’opera costosissima alla quale però non bisogna rinunciare. Se mancherà, fra 20-30 anni tutta l’area sarà fuori dai mercati». Chiodi ha proposto quindi di rinegoziare in Europa il piano reti, anche se su questo «occorre un intervento dello Stato», e assunto l’impegno a consegnare al premier le firme raccolte, mettendo inoltre a disposizione pullman perché sindaci e classe dirigente allargata possa essere presente al deposito delle sottoscrizioni a Roma.

 

TAV Trieste-Lecce???

da Il Piccolo 05 febbraio 2014 —   pagina 17   sezione: Regione

Debora preme su Roma per la Tav adriatica

TRIESTE «Il collegamento con treni veloci tra la Puglia e l’Italia settentrionale è fondamentale per Trieste quanto e per l’intero Fvg, perchè riguarda l’asse nord-sud sul lato Adriatico e quindi significa avere una portualità più competitiva e un sistema ferroviario efficiente e la possibilità di sfruttare fino in fondo le autostrade del mare». Lo ha affermato ieri a Udine la presidente della Regione Debora Serracchiani, intervenendo alla presentazione della petizione per realizzazione il progetto dell’Alta velocità ferroviaria tra Lecce e Trieste. Dopo aver firmato la petizione promossa da La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha già raccolto 18mila firme nelle regioni meridionali a partire da quella del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, Serracchiani ha aggiunto che «questo collegamento è fondamentale anche nell’ottica della strategia della Macroregione Adriatico-Ionica, nella quale il Fvg è capofila per il pilastro trasporti e infrastrutture». Non solo per il trasporto passeggeri, ha precisato, ma anche per il trasporto delle merci. «Se riuscissimo a realizzare l’alta capacità sull’asse adriatica sarebbe di fondamentale importanza per la capacità che avremmo di rendere competitivi i porti dell’Adriatico, un’area che può intercettare traffici per l’est e per il nord Europa». Serracchiani ha poi ricordato che per potenziare questi collegamenti «da parte delle istituzioni deve esserci la volontà di trovare delle soluzioni da mettere in atto anche nell’attesa di individuare dei finanziamenti sicuramente cospicui del governo e dell’Europa per tutto l’asse. Come abbiamo fatto per la modernizzazione della linea Venezia-Trieste può essere avanzata la richiesta di una “fasizzazione”, cioè l’opportunità di fare degli interventi che comunque velocizzino il trasporto su ferrovia – ha concluso la governatrice – utilizzando una parte dei tracciati esistenti e treni che possano viaggiare su quelle tratte di alta velocità che già esistono». Un pressing su Roma aupiscato anche dal collega dell’Abruzzo. ««Dobbiamo usare l’alleanza delle regioni adriatiche – ha affermato Chiodi – perché l’Alta Velocità sulla dorsale adriatica entri nelle prospettive dei piani di governo. Verso quest’ opera occorre un approccio pragmatico: se mancherà, fra 20-30 anni tutta l’area sarà fuori dai mercati».

 

 

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http://www.youtube.com/watch?v=BxvuaP1Lghw

 

 

NO TAV/ Udine Messaggero Veneto scandaloso

No si sa se ridere o piangere. Il ragazzo che per l’occasione avrebbe svolto il ruolo di giornalista non si è neanche accorto che c’è stato un corteo che ha attraversato Via Vittorio Veneto, Viale Ungheria, Via Aquileia, Viale Europa Unita, Via Roma per finire in Piazzale della Repubblica. Eppure gli era stato detto che il corteo partiva alle 17.30. Al momento della foto poi le persone in Piazza era oltre cinquanta; al momento della partenza del corteo  un centinaio e successivamente sono ancora aumentate. Si vede che aveva premura di fare l’articolo, che per il resto, meglio così, ha riportato almeno integralmente il contenuto degli striscioni.

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Messaggero Veneto DOMENICA, 23 FEBBRAIO 2014 Pagina 16 – Cronache

IL PRESIDIO

Striscioni e bandiere,

i No Tav si prendono la Loggia

Una trentina di persone in piazza Libertà per chiedere il rilascio dei quattro attivisti arrestati in Piemonte

 

Una trentina di aderenti al movimento “No Tav” si sono ritrovati, ieri, in piazza Libertà per partecipare alla manifestazione di protesta organizzata dal Coordinamento di Udine e della Bassa Friulana in occasione della giornata nazionale di mobilitazione e di lotta contro l’imputazione di terrorismo dei quattro attivisti detenuti in Piemonte in seguito all’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte. Dopo il blitz di venerdì sera, in cui due aderenti alla protesta si sono arrampicati sulla pensilina della stazione ferroviaria di Udine riuscendo ad appendere uno striscione con la scritta “No-Tav liberi. Contro la devastazione dei territori, la speculazione e la mafia”, il gruppo di protesta si è ritrovato all’ombra della Loggia del Lionello per esprimere solidarietà, e chiedere il rilascio dei loro quattro compagni (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò) in carcere dallo scorso dicembre. Oltre ai gruppi No-Tav che si riconoscono nei due Coordinamenti, hanno partecipato alla manifestazione una serie di comitati collaterali come quello “Per la vita del Friuli rurale” e il “Dumbles – feminis furlanis libertaris”. Tanti gli striscioni e le bandiere sventolare, srotolati sotto gli occhi attenti di polizia, carabinieri e vigili urbani. Si è partiti da “Contro la crisi del capitalismo, lotta di classe e antifascismo”, al “Giù le mani dalla terra” del “Comitato per il Friuli rurale”, ai “No-Tav liberi corpi, libere relazioni in libero territorio”, passando per “Fermeremo questo treno, la lotta è libertà, nel cuore sole e baleno, la Tav non passerà”, arrivando infine al manifesto del “Dumbles” in cui si poteva leggere “No Tav, si Tavan, ju lis zatis dal plui biel poete furlan”. Al di là della diversità di lotta il nucleo centrale della manifestazione si è svolto per protestare contro le decisioni della procura di Torino adottate nei confronti dei quattro attivisti arrestati dopo i sabotaggi in Val di Susa. Per i No-Tav, l’avallo da parte del tribunale del Riesame delle accuse lanciate dal pubblico ministero piemontese rappresenta «una gravità inaudita: se dovesse passare il teorema terroristico questo potrebbe essere applicato a qualunque lotta sociale». Da qui, quindi, la necessità di “agire concretamente contro l’occupazione militare, la devastazione del territorio e la predazione delle risorse”. (m.p.)

 

 

 

 

NO TAV/ Adesso la parola alla Serracchiani

Commento. Piaccia o non piaccia, in un modo o nell’altro, tutti i Sindaci si sono espressi contro il progetto 2010, e anche se questi qui sotto, manovrati da Sonego e Lupi, lanciano un patetico invito a non fare un “salto nel buio”, in realtà, ciò che deve prevalere è la logica amministrativa e cioè che la Regione deve prendere atto che, al di là delle formulazione di alternative più o meno fantasiose, ciò che conta è il parere, di fatto contrario, che è stato dato al progetto che ha in mano il Ministero dell’Ambiente. Quindi ora a conculsione dell’Iter della procedura VIA la Regione dovrebbe trasmettere al Ministero un parere negativo. Ovviamente la logica politica continuerà a prevalere sulle regole, che le istituzioni stesse si sono date. Certamente faranno di tutto per forzare la situazione e andare contro ogni logica; staremo a vedere come ne esce la governante del FVG da questo inghippo.

 


Messaggero Veneto DOMENICA, 23 FEBBRAIO 2014 Pagina 53 – Provincia LATISANA

Tav, i primi cittadini chiedono

chiarezza alla Regione

 

LATISANA Prima la Regione faccia chiarezza su quale potrebbe essere il progetto successivo a quello del 2010. E poi si può chiedere al ministero di fermarne la verifica ambientale. Lo sostengono nove sindaci della Bassa friulana, ribadendo che non parte da loro la richiesta di fermare il progetto della Tav, «perché si tratterebbe di un salto nel buio», non sapendo quale delle versioni al momento oggetto di discussione potrebbe prenderne il posto: il quadruplicamento dell’attuale linea, che non piace agli stessi sindaci, o lo sdoppiamento della linea, (portato avanti dagli amministratori della Bassa), da Mestre a nord, seguendo la Pordenone-Udine, per le merci e a sud, sulla Portogruaro-Latisana-Cervignano, per i passeggeri. E’ quanto hanno scritto alla Regione, pochi giorni fa, i sindaci di Latisana, Salvatore Benigno, San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, San Giorgio di Nogaro, Pietro del Frate, Palazzolo dello Stella, Mauro Bordin, Muzzana del Turgnano, Vittorino Gallo, Precenicco, Massimo Occhilupo, Ronchis, Vanni Biasutti, Carlino, Diego Navarria e Porpetto, Pietro Dri, constatando l’assenza di una regia regionale o meglio interregionale, «visto che la questione rischia di provocare tensioni e fratture fra i sindaci che si trovano ad affrontare un’opinione pubblica locale sospettosa rispetto a una così importante e impattante opera infrastrutturale», si legge nella lettera inviata alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, per chiedere la convocazione un incontro con tutti i sindaci e fare chiarezza sull’iter progettuale dell’alta capacità-alta velocità, dopo che gli stessi sindaci, a ottobre, hanno rivolto analoga richiesta al presidente della Regione Veneto, che li ha incontrati a metà novembre per una verifica della situazione sul versante veneto. «E’ difficile affrontare la questione Tav nel silenzio della Regione e in assenza di indicazioni – scrivono i nove sindaci alla Serracchiani – o forse sarebbe più corretto dire in presenza di indicazioni contrastanti, considerato che quanto era stato riferito ai sindaci del Friuli Venezia Giulia, durante un incontro dell’estate scorsa, è stato, poi, smentito con una delibera della giunta regionale, che di fatto ha preso in considerazione la possibilità di un tracciato alta velocità-alta capacità diverso dal progetto attualmente in corso di valutazione al ministero delle infrastrutture, comprendente lo sfruttamento della “linea storica” Trieste-Venezia, sen    za tenere in dovuta considerazione le problematiche dei territori interessati». Paola Mauro

TAV: Polo intermodale al decollo

da Il Piccolo di DOMENICA, 9 MARZO 2014 – Pagina 49 – Gorizia-Monfalcone

Polo intermodale al decollo presto l’intesa con la Regione

L’accordo di programma approderà in giunta per la firma entro la fine del mese L’atto permetterà di sbloccare l’iter avviando l’acquisizione delle aree e l’appalto

di Luca Perrino RONCHI DEI LEGIONARI Qualcosa di muove. Dopo mesi di attesa e di tentennamenti, il Polo intermodale dei trasporti di Ronchi dei Legionari sembra sia arrivato a una svolta, in termini positivi. È in ballo la firma dell’accordo di programma ed entro una quindicina di giorni è previsto il passaggio nella giunta regionale, momento chiave per arrivare in fondo a una questione che si trascina ormai da lunghissimo tempo. A farlo sapere è il consigliere regionale, Diego Moretti, che, nelle settimane passate era stato nuovamente investito del problema dal capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, Francesco Pisapia. «Ho avuto modo di verificare direttamente con l’assessore regionale alla Programmazione, Francesco Peroni – spiega il consigliere regionale Moretti – i tempi previsti per la firma dell’accordo di programma sul Polo intermodale di Ronchi dei Legionari, un’opera che anche io ritengo sia di interesse strategico per il Friuli Venezia Giulia. L’assessore Peroni mi ha assicurato che il passaggio in giunta regionale dovrebbe avvenire tra una quindicina di giorni, impegnandosi personalmente a verificare che l’iter di tale atto segua i tempi previsti. Sono convinto, conoscendo la serietà dell’assessore – conclude Moretti -, che l’impegno sarà rispettato». Dunque si va verso un atto che avrà quale pregio, tra l’altro, quello di sbloccare tutto l’iter previsto per l’appalto. Un’opera sollecitata più volte anche dall’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari che, attraverso il sindaco, Roberto Fontanot, aveva sottolineato come Regione, Comune e società di gestione del “Pietro Savorgnan di Brazzà”, già il 29 novembre del 2011, avessero sottoscritto una specifica convenzione per la realizzazione del Polo intermodale dei trasporti. Lo scorso settembre si sarebbe dovuta tenere la Conferenza dei servizi che, però, è rimasta lettera morta. Senza la Conferenza dei servizi non si possono fare passi avanti e non si possono appaltare i lavori che l’Unione europea, che ha concesso cospicui finanziamenti, vuole siano rendicontati entro e non oltre il 2015. Ora si tratta di arrivare presto all’accordo di programma con la Regione. Si passerà, quindi, all’acquisizione delle aree (i proprietari hanno già ricevuto una prima comunicazione) e successivamente all’appalto integrato che contiene all’interno dello stesso anche la progettazione delle opere. I tempi di realizzazione sono stati fissati in 17 mesi. Sono due i lotti che si susseguiranno nei prossimi mesi. Il primo riguarda proprio la fermata ferroviaria, la stazione dei bus, i parcheggi e il collegamento con lo scalo. Successivamente, tutto andrà rendicontato alla Comunità europea, che ha concesso un finanziamento di sei milioni di euro. Il resto sono fondi regionali e quelli messi a disposizione dalla Spa aeroportuale.

 

TAV: polo intermodale di Ronchi

da Il Piccolo del 10 aprile 2014

Polo intermodale ronchese un progetto “mondiale”

Lo studio è tra i finalisti in due categorie del “Global Air-Rail Awards 2014”: a Oslo il 15 maggio concorrerà come miglior “Concept” e “Project” dell’anno

In attesa che la Regione sblocchi il contratto di programma con gli enti interessati e che, finalmente, dopo tanti e tanti anni di attesa, partano i lavori, il polo intermodale dei trasporti di Ronchi dei Legionari raccoglie consensi anche a livello internazionale. Così il progetto coordinato dalla società di gestione dell’aeroporto regionale è tra i finalisti per la prossima assegnazione del “Global AirRail Awards 2014”, in programma a Oslo. L’elaborato è stato selezionato da una giuria internazionale, composta da esperti del settore, quale finalista per due delle nove categorie previste dalla manifestazione, nello specifico: “Concept of the Year” e “Project of the Year”. Quella dei “Global AirRail Awards”, va detto, è una competizione internazionale dedicata al mercato aereo e ferroviario, promossa dalla Global AirRail Alliance, che è un’organizzazione internazionale dedicata all’intermodalità aria-ferrovia e che unisce operatori ferroviari, aeroporti, compagnie aeree ed altri operatori di tutto il mondo, orientati alla creazione di un’esperienza di viaggio senza soluzione di continuità tra l’aereo e il treno. La cerimonia di premiazione, giunta alla sua quarta edizione, si terrà ad Oslo il 15 maggio in occasione della conferenza internazionale “Customer Experience” ed individuerà le migliori soluzioni sviluppate a livello mondiale per facilitare l’intermodalità nei trasporti, ponendosi al contempo come momento di incontro tra operatori e quindi quale opportunità per la creazione di nuove alleanze e forme di cooperazione. La realizzazione del nuovo polo intermodale di trasporto collegato con l’aeroporto di Ronchi dei Legionari è uno degli obiettivi più importanti delineati dalla Regione nel suo piano dei trasporti. Si tratta di un investimento, per complessivi 17,2 milioni di euro, principalmente finanziato con risorse pubbliche messe a disposizione dalla Comunità europea e dalla Regione, attraverso il quale sarà possibile sfruttare sia la potenzialità che la posizione strategica dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari che sarà ulteriormente rafforzata con l’avvento della linea ferroviaria ad alta velocità (Corridoio V). Una volta completato, nel 2016, il polo intermodale ronchese offrirà una vasta gamma di mezzi di trasporto, che oltre a migliorare l’accessibilità dello scalo, permetterà agli utenti di adottare una cosiddetta politica di “park & ride”, soprattutto come pratica ed agevole alternativa per raggiungere il centro di Trieste, riducendone così i livelli di traffico e di inquinamento.