Entries Tagged 'Mare' ↓

RIGASSIFICATORE: pietra tombale sul rigassificatore di Trieste?

dal Piccolo

2014-04-16, 20 Nazionale

IL RIGASSIFICATORE A UN SOLO PASSO DALLO STOP DEFINITIVO

di Silvio Maranzana Dopo anni di pericolosi tiraemolla, stavolta è proprio finita: il rigassificatore di Trieste muore prima di nascere. «Il procedimento avviato dal Ministero dell’Ambiente presumibilmente si chiuderà con la revoca della Valutazione d’impatto ambientale positiva a suo tempo adottata e conseguentemente il Ministero dello Sviluppo economico dovrà rigettare la domanda di autorizzazione alla costruzione dell’impianto». È la risposta data ieri dal sottosegretario del Mise Claudio De Vincenti alla deputata di Sel Serena Pellegrino che oltre un anno fa, per la precisione il 9 aprile 2013, aveva presentato un’interpellanza sull’impianto di Zaule. Il 17 ottobre, il direttore generale del ministero dell’Ambiente Mariano Grillo aveva annunciato che il suo dicastero era sul punto di revocare il decreto di compatibilità ambientale, a Gas Natural a cui dava dieci giorni per replicare. Poi da Roma solo silenzio con in mezzo il passaggio dal Governo Letta al Governo Renzi. Resta in piedi soltanto la causa intentata da Gas Natural dinanzi al Tar del Lazio per invalidare la sospensione di sei mesi al decreto di compatibilità decretata dall’ex ministro Clini. All’udienza del 18 marzo però è stata la stessa società di Barcellona a chiedere un rinvio. «Lo schema del decreto di revoca – ha riferito ieri De Vincenti – era già stato firmato dall’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e inoltrato il 13 febbraio per la firma del ministro per i Beni culturali, ma essendo nel frattempo mutata la compagine governativa lo stesso decreto è stato restituito al ministro dell’Ambiente ora in carica (Gian Luca Galletti, ndr.) che sta procedendo ai controlli e agli approfondimenti procedurali e amministrativi prima della firma». Non ci fosse stato il cambio di governo, pare di capire, la domanda sarebbe già stata rigettata. E per l’impianto di Gas Natural non vi è alcuna speranza nemmeno in siti alternativi. «La delocalizzazione dell’impianto – ha specificato infatti il sottosegretario – poteva essere valutata dal ministero dell’Ambiente alla scadenza del termine, cioé il 18 ottobre, in funzione del verificarsi o meno di una delle due circostanze alternative previste nel decreto ministeriale, cioé lo spostamento dell’impianto in altra località da parte della società proponente o la revisione del Piano regolatore portuale per renderlo compatibile con la presenza dell’impianto». «Ma nessuna delle due ipotesi – si sottolinea più avanti – si è realizzata e il ministro dell’Ambiente ha avviato il procedimento di revoca». In una nota, Serena Pellegrino ha sottolineato come «l’azione di Sinistra Ecologia Libertà abbia ottenuto una fondamentale presa di posizione da parte del ministero dello Sviluppo economico». De Vincenti ha anche comunicato che «proseguono i lavori del Tavolo di coordinamento trilaterale (Italia, Slovenia, Croazia) di tutte le iniziative infrastrutturali dell’Alto Adriatico nel corso dei quali sono esaminati anche i progetti di terminali di rigassificazione in Slovenia, nel porto di Capodistria e nell’isola di Veglia in Croazia». Se il progetto di Capodistria avanzasse per Trieste sarebbe un’autentica beffa. 

RIGASSIFICATORE: il progetto di monfalcone incassa i primi no

Il Piccolo 20 agosto 2014 Monfalcone
«Progetto troppo vago, servono garanzie»
Il principe torre e tasso Sono assolutamente contrario al progetto: se si parla di turismo e ambiente questo piano non può andare avanti
Giudizio negativo dall’incontro con ecologisti, operatori economici e rappresentanti locali alla Casa della Pietra di Aurisina 
di Tiziana Carpinelli :DUINO AURISINA La parola d’ordine adesso è: guadagnare tempo. Come? Unendo le menti e facendo le pulci ai faldoni del progetto Smart gas, così da inoltrare al Ministero dell’Ambiente una richiesta di integrazioni alla procedura di Via, l’iter autorizzativo indispensabile alla realizzazione del mini-rigassificatore del Lisert. Un espediente per dilatare i tempi procedurali e capire davvero fino in fondo le “carte”. Perché – e su questo alla II commissione in audizione pubblica di ieri sera nessuno ha dissentito – la documentazione è corposa e non sempre di facile lettura. Un folto parterre di cittadini, politici, ambientalisti ed esperti ieri ha detto la propria sul progetto illustrato ai consiglieri comunali lo scorso 6 agosto in municipio da Alessandro Vescovini, imprenditore della Sbe, l’industria capofila di una cordata di 16 aziende consorziatesi per fare business con la distribuzione di gnl e l’acquisto di gas liquido a prezzo tagliato. E non sono mancate forti prese di posizione. A partire dal principe Carlo della Torre e Tasso, già a capo dei cortei di protesta ai tempi del terminal Snam, e pronto ora a ridiscendere in campo, almeno stando al suo segretario Luca Marcuzzi, mandato all’incontro in sua vece: «Il principe esprime assoluta contrarietà al progetto: se si parla di turismo e ambiente questo piano non può andare avanti. E vi si opporrà con ogni mezzo, appoggiando qualsiasi movimento che andrà contro al rigassificatore». L’architetto Danilo Antoni, duinese e ambientalista, ha suggerito “la costituzione di un comitato”, ritenendo “inaccettabile” la documentazione di Smart gas, che a suo dire contiene numerose falle: «Come piano paesistico prende di riferimento la normativa 2002 della regione Lombardia, visto che il Fvg non ce l’ha, e come riferimenti per la paesaggistica, allo scopo di affermare che il rigassificatore non sarà affatto visibile, prende 5 punti “furbi” sul territorio: trucchi maldestri che respingiamo». La componente slovena da più parti ha giudicato inaccettabili gli atti depositati da Smart gas, in quanto “sprovvisti di traduzione, sancita dalla legge 38” come osservato da Luciano Kocman della comunità di San Giovanni e irregolare la stessa commissione per “mancanza di traduttore” (così Carlo Crgic della Comunanza delle Comunelle). Parecchi i rilievi su impatti paesaggistici e ambientali, a partire da quelli riportati da Carlo Franzosini del Wwf («Nella Via nuovamente si rivedono gli errori dello “spezzatino di opere« e «si dà per scontata la valutazione dell’escavo del canale monfalconese»); e anche da Egle Tarasic del comitato L’altrabaia: «Intanto vorrei precisare che alla pagina 8 della relazione paesaggistica si parla di 90 arrivi e non di 22 gasiere all’anno. E poi mi domando: chi si accollerà, un domani, i costi di dismissione del rigassificatore? Ho appreso su internet che simili impianti hanno una vitalità di 30-40 anni: e dopo? Ora non c’è una legge che impone fideiussioni in tal senso e non vorrei che a pagare fosse la comunità… Idem per i dragaggi: è chiaro che il primo è carico del proponente, ma i successivi? Si sa che i canali si intasano e necessitano di manutenzione: dovrà farlo l’autorità portuale, magari coi soldi dei cittadini?. Inoltre questo mi pare essere un impianto che obbliga a interdizioni della navigazione – ancora Tarasic -: direi fortemente restrittivo per un’area già piccola e per lo sviluppo diportistico. Infine: a Gioia Tauro l’ipotesi di un rigassificatore è stata rigettata perché distante meno di 1500 metri dai centri abitati, qui parliamo di neanche un chilometro: com’è possibile? Quanto alla paesaggistica, facciamo i conti con due serbatoi da 36 metri di altezza e 60 metri di diametro e di una torcia di oltre 70 metri». 

RIGASSIFICATORE: entra nel vivo la discussione sul “mini” impianto a Monfalcone (agg.01/09)

1 settembre 2014 Il Piccolo Monfalcone

PARLA il segretario lucia giurissa

Il Pd: «Sul rigassificatore valutazioni senza pregiudizi»

La procedura di Valutazione di impatto ambientale e di Incidenza ambientale per l’insediamento a Monfalcone di un terminale di stoccaggio, rigassificazione e distribuzione del Gnl nel porto presentato da Smart Gas sta sollevando un acceso dibattito in città. «Spesso anche al di sopra dei toni», afferma il segretario del Pd monfalconese Lucia Giurissa, che ritiene che il progetto debba venir valutato con «approccio sereno e obiettivo, senza preconcetti ma anche e soprattutto senza superficialità». Si tratta infatti, per il segretario del Pd, di un’iniziativa imprenditoriale che vede coinvolto un pool di  aziende del territorio regionale e viene proposta quale sviluppo industriale di un comparto manifatturiero oggi in forte crisi, di cui dev’essere soppesata la complessità da diversi punti di vista. «Il Pd di Monfalcone, in un’ottica di responsabilità, sta portando avanti in questi giorni iniziative interne ed esterne di approfondimento e documentazione sul tema – sottolinea Giurissa – per giungere compiutamente a una valutazione seria e condivisa circa questa proposta  industriale». La valutazione «non riguarderà tanto la scelta imprenditoriale in sé, quanto il suo significato complessivo all’interno di una politica di sviluppo del territorio monfalconese». Il Pd, dopo aver approfondito ogni aspetto, proporrà le proprie riflessioni e osservazioni sia all’amministrazione comunale, che dovrà esprimere il proprio parere, sia alla città, cui va proposta una linea di indirizzo politico progettuale. «Non si intende però scivolare sull’onda dell’emotività e della polemica – sottolinea il segretario del Pd – che mal si sposano con le necessità di assumere decisioni importanti. I percorsi decisionali che portano a scelte strategiche di sviluppo di un territorio non possono venir condizionati dai malumori e polemiche personalistiche, ma devono essere frutto di approfondimento tecnico e valutazione politica, tenendo conto di tutti gli elementi in gioco: lo sviluppo economico e industriale del territorio, la salvaguardia del contesto ambientale, le interconnessioni con le infrastrutture e con le attività produttive già presenti a Monfalcone». Il Pd perciò «apprezza e sarà presente a tutti gli appuntamenti che in questo periodo vengono promossi da parte degli enti locali e della società proponente, portando il proprio contributo al dibattito». Intanto, in occasione del dibattito pubblico sul mini-rigassificatore proposto da Smart Gas, in programma venerdì 5 alle 18 al Kinemax, sono stati invitati anche i sindaci dei Comuni di Monfalcone, Staranzano, Doberdò e Duino Aurisina. Il vicesindaco di Doberdò, Daniel Jarc, al proposito afferma: «Non parteciperemo all’incontro perché conosciamo già il contenuto del progetto ed è troppo presto per eventuali prese di posizioni. Come amministrazione comunale possiamo già confermare che in linea di massima non siamo contrari alla realizzazione dell’impianto, pur con alcune riserve». Sul tappeto in particolare le garanzie di sicurezza dell’impianto. Jarc, tuttavia, ha comunicato che il tema della realizzazione del mini-rigassificatore sarà affrontato in modo esaustivo e completo in uno dei prossimi consigli comunali.(bl.vi.)

Il Piccolo 30 agosto 2014 Monfalcone

Iter d’informazione e confronto

Rigassificatore, il Comune chiama associazioni e comitati

È in partenza l’iter informativo messo in campo dal Comune di Monfalcone, relativo al progetto di rigassificatore presentato da parte della società Smart Gas. Si tratta di una serie di incontri aperti alla popolazione, di confronto e di audizione di tecnici, al fine di approfondire i diversi aspetti del progetto proposto da un consorzio di imprese locali capeggiati dall’imprenditore Alessandro Vescovini, che guida la Sbe di Monfalcone. Se, dunque, Smart Gas, proponente il progetto di rigassificatore da realizzare nella zona industriale-portuale del Lisert, ha organizzato un dibattito pubblico, venerdì prossimo, 5 settembre, alle 18, nel Kinemax cittadino, l’ente locale, da parte sua, avvia le fasi conoscitive, nell’ambito del proprio ruolo istituzionale. Il primo appuntamento è stato dunque programmato per martedì prossimo, 2 settembre, e sarà dedicato ad associazioni ambientaliste, comitati rionali e ordini professionali. Su richiesta specifica delle associazioni, infatti, è stato organizzato l’incontro nel corso del quale sarà possibile per i portatori di interesse assistere a una illustrazione “facilitata” del progetto da parte di un tecnico specializzato, con spiegazioni e risposte a eventuali domande in vista della presentazione delle osservazioni, il cui termine per i privati scade il 21 settembre prossimo. Nella giornata di mercoledì 3 settembre, invece, toccherà ad una seduta congiunta e aperta al pubblico delle Commissioni Ambiente e Territorio del Consiglio comunale: in quella sede si terrà l’audizione di un rappresentante della società Smart Gas. E ancora, il giorno successivo, giovedì 4 settembre, la stessa Commissione consiliare unificata ascolterà tutti i soggetti istituzionali interessati: l’Azienda Speciale per il Porto, il Consorzio per lo sviluppo industriale, la Capitaneria di Porto, nonchè altri enti statali. Infine, entro metà settembre, il Comune di Monfalcone renderà note alla cittadinanza le proprie osservazioni e prescrizioni sul progetto di rigassificatore, che saranno consegnate alla Regione Friuli Venezia Giulia entro il 18 settembre. Sempre l’ente locale monfalconese comunica che il materiale cartaceo relativo al progetto Smart Gas è già da ora liberamente consultabile nell’ufficio Servizi Ambientali e Mobilità, in piazza della Repubblica 25, mail ambiente@comune.monfalcone.go.it, orario di apertura al pubblico lunedì e venerdì 9-12 (si sta predisponendo un ampliamento dell’orario a partire dal 1° settembre). I documenti sono anche visionabili sul sito del Ministero dell’Ambiente, dove è anche possibile inviare le proprie osservazioni. L’indirizzo è: http://www.va.minambiente.it/it-IT. Intanto, il Wwf Italia, attraverso il suo delegato regionale Alessandro Giadrossi, facendo appello a un «confronto civile e di rispetto istituzionale e personale», in riferimento ai contenuti apparsi nella pagina a pagamento pubblicata sul quotidiano “Il Piccolo” che chiamavano in causa le argomentazioni sul progetto di rigassificatore espresse dal biologo Carlo Franzosini, si riserva una decisione sulla partecipazione o meno al dibattito organizzato da Smart Gas.(la.bo.)

Segnalazioni / Lettere Monfalcone

RIGASSIFICATORE/1 Nel progetto l’arrivo di 90 metaniere

 Toni abnormi, sarcasmo e colorite denigrazioni per tutti coloro che hanno osato porre dubbi su alcuni punti del progetto sono apparsi sulla pagina del Piccolo. Particolarmente offesa io, come portavoce di un Comitato, L’Altrabaia, che da sempre si spende per un uso oculato della risorsa ambiente. È da qualche settimana che stiamo esaminando i poderosi faldoni del progetto, dai quali è chiaramente emerso il numero di 90 metaniere, tra grandi piccole e medie “considerando il traffico complessivo di navi alla nuova banchina” (vedi allegato n.1- Quadro di Riferimento Progettuale pag 41 ,cartella 5 presso Comune di Duino-Aurisina). Che questo dato, a dire del proponente, abbia negato il termine “mini” con cui viene definito il progetto ed abbia perfino prodotto un danno di immagine, è, a dir poco, ridicolo, ma i numeri sono numeri e quindi inoppugnabili. O no? Se non basta ancora, ecco i dettagli (Vedi allegato n.2 – Quadro di Riferimento Ambientale,pag 273 ,Tabella 10.20: Traffici Navali in Fase di Esercizio Tipologia Navi metaniere; per approvvigionamento GNL capacità 125000 m cubi n.22, Per distribuzione GNLcapacità 9000 m cubi n.6, (per distribuzione GNL,)capacità 3500 m cubi n.62). Per capirci la più piccole metaniere sono pari, ciascuna, alla portata di 70 camion cisterna (vedi allegato n.3 tabella 10.18, capacità autobotti per distribuzione GNL 50 m. cubi ciascuno). Noi continueremo a esaminare il Progetto per poter fare una valutazione complessiva costi-benefici e presentare delle osservazioni pertinenti,inoltre parteciperemo agli eventi pubblici organizzati dal Comune di Monfalcone il 2, 3 e 4 settembre che potranno fare chiarezza nell’ambito di confronti pacati, equilibrati e democratici. Non ci interessano i momenti pubblicitari con rinfresco, i discorsi altisonanti e/o le denigrazioni personali e di bassa lega, da qualunque parte provengano.

Egle Tarasic- Monfalcone

RIGASSIFICATORE /2 Sono impianti a grande rischio

Caro Direttore, dobbiamo confessare che siamo rimasti sconcertati nel leggere la pagina a pagamento del 27 agosto scorso di Smart Gas. Il testo contiene alcuni ragionamenti che sarebbero stati apprezzabili (sviluppo del Porto, imprenditorialità, occupazione, etc.) se espressi senza invettive e non tanto velate minacce, che sembrano quasi uno sfogo da crisi adolescenziale. Come si fa a proporre un dibattito pubblico su un argomento con importanti ricadute sul territorio, ma anche criticità, in questo modo? Si vuol forse negare che strutture di questo tipo – definite impianti a rischio d’incidente rilevante – comportino dei rischi? Dichiarando che le domande serie verranno ampiamente soddisfatte, mentre le mistificazioni create ad arte, verranno definitivamente sbugiardate? (Ci sarà forse un arbitro indipendente?).Se vi fosse vero desiderio di dialogo, l’invito a intervenire non tradirebbe, nei toni usati, la voglia di gettare gli interlocutori scomodi in una specie di arena, nell’intento di usare populisticamente contro di loro le legittime aspettative dei lavoratori e dei giovani del territorio. Per quanto mi riguarda (Lino Santoro) risponde al vero che ho superato la soglia dei 68: auguro all’inserzionista di arrivarci, alla mia età, con il maggior numero di neuroni attivi e ben interconnessi. Non sono un esperto hacker, mi sono però documentato su alcuni studi della Commissione Europea, dei ministeri della Difesa e degli Esteri italiani, del ministero della Difesa e del Congresso degli Usa, che mi sono premurato di inviare a Fabio Del Bello, presidente della Prima commissione della Provincia di Gorizia, che mi ha cortesemente invitato all’audizione. Nell’occasione, ho fra l’altro sottolineato il pericolo del rollover (vanno impediti la stratificazione e il pericolo di incontrollato aumento della pressione) aggiungendo il suggerimento di interrare i serbatoi criogenici per assicurare una minore superficie di esposizione (anche paesaggistica), installando anche controlli multipli per proteggere l’impianto dal rischio del ciberterrorismo. Sottolineo che si tratta di suggerimenti ben presenti nella letteratura scientifica, riassunti ad esempio nel famoso testo LNG RISK BASED SAFETY Modeling and Consequence Analysis di Woodward e Pitblado, (John Wiley & Sons, del 2010). Da canto mio (Carlo Franzosini), sono biologo marino ma ho anche titoli professionali marittimi. In quanto “conduttore abilitato al traffico locale”, conosco qualcosa delle norme che regolano il traffico in ambito portuale e costiero. Questo mi ha consentito – nella Commissione istituita nel 2013 dall’Autorità portuale di Trieste dopo il decreto Clini – di interloquire con il Genio Civile Opere Marittime della regione, l’associazione Spedizionieri e altri. La Commissione concluse che per il progetto di rigassificatore a Zaule andavano ancora accertate le limitazioni al traffico e le distanze di sicurezza dalle gasiere. Il mio dilemma era – ed è tutt’ora – comprendere perché il progetto di un rigassificatore, ormai ad uno stadio avanzato, avesse consentito ai Vigili del fuoco di rilasciare il “nulla osta di fattibilità” ma non alla Capitaneria di porto di dirimere la questione della compatibilità dei traffici. L’inserzione lamenta un danno d’immagine a Smart Gas da parte di chi ha richiesto chiarimenti o espresso perplessità. La nostra impressione, caro Direttore, è invece che siano proprio il taglio aggressivo e le invettive dell’inserzione ad arrecare un danno a Smart Gas.

 Carlo Franzosini  –  Lino Santoro

 

Il Piccolo 28 agosto 2014 Monfalcone


Dibattito no-stop sul mini-rigassificatore
La società Smart Gas ha promosso l’evento per il 5 settembre al Kinemax dalle 18 a dopo mezzanotte con buffet serale 
le reazioni all’inserzione : L’ex sindaco di Capodistria Juri invita a un maggior rispetto di quanti non sono favorevoli all’impianto
La società Smart Gas, proponente il progetto di rigassificatore da realizzare nella zona industriale-portuale del Lisert, ha deciso di organizzare un dibattito pubblico il 5 settembre, alle 18, nel Kinemax di Monfalcone. Nel corso del dibattito, come afferma la società nella pagina pubblicitaria con cui ieri ha annunciato l’iniziativa, «verranno ribaditi ancora una volta, come avviene in totale trasparenza da un anno a questa parte, le caratteristiche tecniche dell’impianto proposto, verranno illustrati gli impatti ambientali, economici e occupazionali, verranno proiettati filmati, verranno spiegati nel dettaglio i documenti tecnici». Ognuno dei convenuti, precisa il dottor Alessandro Vescovini, che così firma la lunga nota pubblicata a pagamento, «potrà fare tutte le domande che ritiene necessario fare», dopo, però, essersi preventivamente prenotato. Come spiega Vescovini, presidente della Sbe, società capofila del progetto, «l’identificazione avverrà all’ingresso del cinema e a ognuno dei partecipanti verrà assegnato un posto, dal quale con un sms o con un’alzata di mano potrà prenotare il suo intervento indicando la propria ubicazione». L’evento sarà trasmesso in diretta streaming e la registrazione sarà pubblicata su YouTube e i proponenti il progetto risponderanno anche a domande on-line di coloro che non avranno la possibilità di essere presento all’incontro. L’evento sarà una no stop, come preannuncia la società, almeno fino a chiusura della struttura, prevista 30 minuti dopo la mezzanotte. E per questo motivo sarà allestito un buffet, tra le 20.30 e le 21, per spegnere i morsi della fame. «In questo modo, ne siamo certi – afferma Alessandro Vescovini – tutte le domande serie verranno ampiamente soddisfatte e le mistificazioni create ad arte in questi giorni verranno definitivamente sbugiardate». All’appuntamento il presidente di Sbe, tramite la pubblicità, ha invitato i sindaci dei Comuni di Monfalcone e Duino Aurisina, ma anche di Ronchi dei Legionari, Staranzano e Doberdò e le associazioni ambientaliste. Il tono e i contenuti dell’avviso hanno suscitato numerosi commenti a Monfalcone e la reazione dell’ex sindaco di Capodistria Aurelio Juri e di qualche lettore. Juri ringrazia dell’invito ricevuto a partecipare al dibattito al Kinemax e preannuncia al presidente di Sbe che ci sarà. «Per ascoltarla ma anche per dirle, con tutto rispetto, che è partito col piede sbagliato se vuol convincere l’opinione pubblica interessata sull’utilità e la sensatezza del rigassificatore che vuol impiantare sotto casa – afferma Juri -. Se il progetto nasce e cerca di farsi strada così come lei reagisce alle osservazioni e critiche, allora non ci sta proprio. Le cose che si dicono e si fanno, se da persone serie, esigono sempre una preventiva verifica dei fatti che stanno a monte e il rispetto degli interlocutori. Dalla sua risposta al dibattito di Aurisina giorni fa, non ce n’è una briciola di questo presupposto. Anzi. Si scatena e in termini tutt’altro che rispettosi, contro chiunque abbia avuto l’ardire di obiettare al suo progetto». L’ex sindaco di Capodistria sottolinea, fra l’altro, di aver fatto il proprio intervento in italiano ad Aurisina, dopo un doveroso saluto in sloveno «in una sala dove lo sloveno è di casa così come l’italiano». «Nel territorio bilingue le documentazioni pubbliche devono essere bilingui – afferma Juri rivolgendosi a Vescovini, ricordando la normativa vigente – e, a proposito, non manchi di assicurare la traduzione in sloveno e viceversa al Kinemax di Monfalcone il 5 di settembre. E magari di chiedere scusa alla comunità slovena per la sparata di intolleranza nazionale su Facebook. Quanto a me, avrebbe dovuto verificare un tantino meglio non solo la lingua, ma anche il tema del mio intervento». L’ex sindaco di Capodistria sottolinea di non aver toccato la questione dell’escavo del porto di Monfalcone, ma di aver parlato dello scalo di Capodistria solo per ricordare che «lì il rigassificatore di Gnl a terra, per altro simile, l’abbiamo rifiutato, nonostante la premessa di nuovi posti di lavoro». Il geologo triestino Livio Sirovich si dice invece «allibito per i toni usati dall’imprenditore Vescovini», dando la sua solidarietà alle persone citate nell’inserzione pubblicitaria. «Incidentalmente segnalo infine che il sito “www.smartgas.it” promosso da Vescovini nella sua inserzione oggi (ieri, ndr) 27 agosto non esiste», conclude Sirovich.


L’8 settembre l’audizione della Provincia 
Si moltiplicano ora a Monfalcone le occasioni di confronto istituzionale sul progetto di rigassificatore presentato da Smart Gas in vista della scadenza, il 21 settembre, del termine per la presentazione delle osservazioni nell’ambito della procedura di Via nazionale. Le commissioni del Consiglio comunale di Monfalcone si riuniranno la prossima settimana, mentre è stata convocata per l’8 settembre, alle 18, all’auditorium dell’Istituto Brignoli Einaudi Marconi di Staranzano la Commissione provinciale logistica. La commissione terrà un’audizione sul tema del rigassificatore di cui è stata proposta la realizzazione nell’area portuale-industriale del Lisert. Relazioneranno Lucio Bregola, direttore di Smart Gas, Paolo Maschio presidente dell’Azienda speciale porto, Carlo Franzosini, biologo della Riserva marina di Miramare, Lino Santoro, cultore della materia, Michele Tonzar di Legambiente Monfalcone. La seduta, spiega il presidente della commissione, Fabio Del Bello, è finalizzata da un lato all’audizione di esperti, dall’altro alla diffusione dell’informazione. Avranno prima la parola appunto i tecnici e rappresentanti delle associazioni ambientaliste, poi i componenti della commissione, quindi il pubblico. «Desidero rilevare l’apporto sempre prezioso delle associazioni ambientali cittadine – afferma Del Bello -, il Wwf che per primo ha indetto un incontro pubblico e Legambiente che ha partecipato e partecipa con contributi significativi».



RIGASSIFICATORE: il comune di Duino dice NO

Il Piccolo 17 settembre 2014

Duino, il Comune dice no al mini-rigassificatore                                                                                                                                                  Parere “non favorevole” al progetto del Lisert presentato della società Smart gas. Il documento non è vincolante ma sarà inviato al ministero dell’Ambiente 
di Tiziana Carpinelli -DUINO AURISINSA : Dopo 14 pagine, 7 capitoli e 36, tra osservazioni e richieste di integrazioni, arriva infine – nero su bianco – il parere “non favorevole” sul progetto esaminato ieri dalla Commissione consiliare II, in seduta congiunta con la Conferenza dei capigruppo. Dunque, contrariamente a quanto annunciato venerdì dal capogruppo dei democrats Michele Moro, l’assise ha voluto esplicitare l’orientamento dei componenti sulla proposta di realizzare a Monfalcone un terminale di stoccaggio, rigassificazione e distribuzione del gnl di piccola taglia. Non era obbligatorio: per esempio la Provincia di Trieste, la prima a deliberare, non l’ha fatto, limitandosi a trascrivere la trentina di osservazioni. Ma evidentemente i consiglieri di Duino Aurisina hanno inteso consegnare alla Regione (il sindaco ha assicurato che il “documento non sarà toccato” dalla giunta) non solo un atto che, in copia, andrà direttamente al ministero per entrare nel procedimento, ma anche un indirizzo di carattere politico. Difatti la dicitura “non favorevole” è stata apposta solo al termine della Capigruppo, avvenuta a porte chiuse, cioè a fine lavori della Commissione II, coordinata da Maurizio Rozza, durante la quale si sono invece “limate” le 36 osservazioni e richieste di integrazioni prodotte. Frutto di 5 commissioni, il parere (non vincolante) contiene 7 punti, così intitolati: valutazioni generali, aspetti legati alle esigenze di tutela del paesaggio, alla sicurezza, all’inquinamento acustico, al traffico; e ancora: interazioni con la nautica da diporto e con la pesca, aspetti legati alla tutela degli ecosistemi. Il primo rilievo riguarda la richiesta di provvedere “all’integrazione degli atti con le alternative progettuali”, in quanto “la procedura di Via esige, ai sensi dell’art 21 dlgs 152/2006, di identificare e valutare tutte le opzioni alternative al progetto stesso, compresa la sua non realizzazione (“opzione zero”)”. Se da un lato la Commissione ritiene che “l’implementazione dell’utilizzo del gnl quale integrazione a una politica spinta sul risparmio energetico” sia “da sostenere”, dall’altro esprime però “perplessità sulla sostenibilità economica dell’intervento”. Inoltre, sempre per la commissione, “vanno preliminarmente chiariti, anche da parte delle autorità regionali e nazionali competenti, le interazioni e relazioni tra il progetto qui proposto e quello programmato dalla società Gas natural nel Nord Adriatico”. Sollevate anche le questioni della compatibilità del progetto con la candidatura in itinere del Carso a patrimonio Unesco, delle “valenze storiche, trascurate nello studio, dell’ambito Timavo-Hermada” e della sovrapposizione di progetti in corso di valutazione, vedi l’escavo del canale d’ingresso al porto monfalconese. Quanto al tema del paesaggio, la commissione ha richiesto l’integrazione dello studio con nuovi foto-inserimenti del progetto, in particolare prendendo come riferimento Rilke, Castello e Belvedere di Sistiana. Sul capitolo della sicurezza, citando la nuova caratterizzazione del 2010 e dunque affermando che “in Italia non esiste un comune non sismico” e che “per inciso Monfalcone è inserita nella classe di sismicità 3”, la Commissione richiede al proponente di “aggiornare gli elaborati e lo studio”, “valutando potenziali effetti e rischi sugli impianti”. Sollecitato anche un piano di ricerca e bonifica di ordigni bellici per l’area. E una valutazione dell’opzione di interramento dei serbatoi. Articolate anche le osservazioni sul traffico, distinto su gomma e ferro. Quindi la Commissione ha vagliato le interazioni con diportismo e pesca, concludendo il parere con la tutela degli ecosistemi, in cui, tra i vari aspetti, si connota positivamente “la scelta di riutilizzare per gli scambi termini legati alla rigassificazione le acque di processo dell’impianto cartario esistente nell’ambito, evitando così gli impatti derivanti dall’abbassamento della temperatura dell’acqua”. «Si riporta però anche – ravvisa la Commissione – la soluzione alternativa in caso di chiusura o fermo della cartiera, ossia la captazione diretta dell’acqua. Lo studio va integrato con l’analisi degli impatti sul bacino Timavo-Locavaz in questo scenario, rammentando che buona parte dell’area è inserita nella Zsc».    
 RIGASSIFICATORE
E dalla Provincia una trentina di rilievi tecnici 
TRIESTE  : Anche il consiglio provinciale di Trieste ha assunto all’unanimità la deliberazione con la quale ha espresso le proprie osservazioni in merito al progetto relativo al terminale del Lisert. Gli uffici provinciali dell’assessore all’ambiente e pianificazione territoriale, Vittorio Zollia, hanno esaminato con particolare attenzione – dice una nota ufficiale – gli elaborati presentati da Smart Gas ed hanno formulato una trentina di rilievi di varia natura “evidenziando vizi procedurali, mancanze relative a puntuali riferimenti a vigenti atti programmatori sia nazionali che regionali, carenze progettuali ed esigenze integrative riferite a molteplici aspetti scarsamente analizzati”. La delibera ha, tra l’altro, evidenziato in via preliminare, dal punto di vista procedimentale, la mancata applicazione della legge Seveso secondo cui il progetto deve essere sottoposto all’attenzione della popolazione. Ma non solo. Per sommi capi, ecco gli altri addebiti. “Il progetto di rigassificazione in esame non può essere ritenuto attuativo delle infrastrutture definite dalla Strategia nazionale né dal Piano energetico regionale e pertanto non lo si può valutare in termini di coerenza con le esigenze energetiche derivanti. E non risulta dimostrata l’esigenza di un nuovo impianto di rigassificazione nelle acque costiere dell’Adriatico settentrionale… la presenza di un nuovo impianto non incide direttamente su un’eventuale riduzione del costo del gas, che la stessa Sen fa dipendere da altri fattori. E ancora: “L’impianto impatta su aree di vincolo ambientale inserite in una Zona Industriale, in modo temporaneo (costruzione del metanodotto) o permanente (area dell’impianto)… va analizzata l’attività in progetto in relazione con insediamenti umani, portualità, pesca e nautica: tutte queste funzioni sono previste in coincidenza sul piano programmatico”. E più avanti: “La realizzazione dell’impianto dipende dal completamento dei lavori di dragaggio del porto di Monfalcone (Via tuttora in corso). Riteniamo opportuno un maggiore raccordo tra i due procedimenti. È opportuno verificare se la disponibilità di Gn in loco possa favorire la riconversione a gas della centrale termoelettrica di Monfalcone”. Infine, “è necessario l’approfondimento dell’analisi economica del progetto, anche in relazione al quadro economico-finanziario dell’intervento e alla possibilità di ricevere contributi pubblici, in rapporto allo scarso impiego dei terminali Gnl esistenti a livello nazionale…” La Provincia chiede ancora lumi su altri aspetti non secondcari: il problrema della costruzione su pali, poco documentata; l’impatto del traffico terrestre e navale; le servitù; il crono-programma e il problema della profondità dei canali.

Il Piccolo 17 settembre 2014 Monfalcone
Rigassificatore, il Comune chiede “compensazioni”

L’amministrazione cittadina chiama in causa la Regione per sapere quanto l’impianto sia ritenuto strategico per la politica energetica del Fvg 

A maggioranza, con il non voto di buona parte dell’opposizione di centrodestra e “Cambiamo Monfalcone”, il Consiglio ha approvato la griglia di osservazioni al progetto di Smartgas al Lisert. In aula il Pd, primo partito dell’alleanza al governo della città, ha apportato dei correttivi al documento predisposto dagli uffici nell’ambito della procedura di Via nazionale del progetto. Ribadendo l’assenza dell’analisi costi-benefici, ritenuta fondamentale dal sindaco Silvia Altran per permettere di esprimere un giudizio finale, il Pd ha chiamato in causa non solo il proponente, sollecitato a fornirla, ma anche la Regione. In sostanza, il Comune vuole capire se l’impianto sia strategico per la politica energetica regionale, anche a fronte del fatto che il progetto «non rappresenta alcun vincolo per la conversione di altre industrie consumatrici di combustibili fossili». Leggi la centrale termoelettrica A2A. Nel caso in cui la risposta fosse affermativa, il Comune domanda alla Regione «gli impegni che la stessa intende assumere nei confronti della cittadinanza monfalconese». Il sindaco, oltre che il capogruppo del Pd Paolo Frisenna, pur sottolineando gli aspetti innovativi del progetto, ha ribadito come l’amministrazione ritenga fondamentale la salvaguardia del futuro del porto. Pur modificata, rimane quindi un’osservazione in cui il Comune chiede di chiarire i possibili effetti dei venti dominanti sulle navi gasiere in accosto e gli eventuali provvedimenti utili a evitare ostacoli alle procedure di emergenza in caso di avarie o incidenti ad altre unità navali in porto e in transito. «Il tema della sicurezza è importante – ha detto il sindaco – e non si può prescindere da esso. Credo questo sia un impianto che guarda avanti, ma ci sono però tanti aspetti da chiarire. Servono garanzie per l’ambiente e la salute in un territorio che sopporta già tanti carichi a vantaggio dell’intera comunità regionale». Sugli aspetti della tutela della salute in un’area che sta ancora pagando l’uso dell’amianto si è soffermato anche l’assessore all’Ambiente Gualtiero Pin che ha chiarito la propria posizione. Dalle osservazioni non scompare nemmeno, comunque, la richiesta di verificare se il progetto sia assoggettabile a Vas (Valutazione ambientale strategica), visto che le opere a mare rappresentanto per l’ente locale delle le modifiche sostanziali sia al Piano regolatore comunale sia al Piano regolatore del porto ancora vigenti. La maggioranza, con la condivisione di Giovanni Iacono di Sel, ha poi ribadito il resto delle osservazioni in cui si chiedono delucidazioni su localizzazioni alternative, impatti su aria, suolo, ambiente marino in fase di cantiere e di esercizio e approfondimenti anche sul tema paesaggistico a fronte di rendering dell’impianto giudicati poco efficaci. La maggioranza, sempre con il sostegno di Iacono, ha poi votato un odg con cui, richiamando la sua precedente posizione a favore di un progressivo superamento dell’uso dei combustibili fossili, impegna il sindaco innanzitutto a “riaffermare in tutte le sedi la volontà dell’amministrazione di favorire lo sviluppo del litorale, tutelando l’ambiente e la sicurezza dei cittadini». Il sindaco dovrà poi proporre alla Regione un tavolo sullo sviluppo energetico, industriale e portuale del litorale isontino che sia propedeutico alla programmazione strategica per il futuro della città e del litorale, coinvolgendo le principali realtà industriali e i soggetti che operano anche nel mercato dell’energia. La maggioranza ha approvato compatta l’odg presentato da Iacono con cui pure si sollecita la Regione a confrontarsi su nuovo Piano regolatore del porto e bonifiche delle aree industriali. In più, però, il sindaco è sollecitato a farsi promotore della costituzione di un consorzio pubblico-privato per la ricerca sulle energie rinnovabili, oltre che a coinvolgere le imprese che aderiranno al progetto Smartgas «affinché precisino come vorrebbero il mantenimento e lo sviluppo di posti di lavoro nelle loro aziende». Laura Blasich

 

RIGASSIFICATORE: Sospesa la VIA

www.triesteallnews.it

Battuta d’arresto per il rigassificatore di Zaule, Via sospesa e nuovo sito da individuare

  • CRONACA È quanto deciso dal ministro Corrado Clini. L’impianto non sarebbe compatibile con il traffico marittimo e con lo sviluppo portuale dello scalo triestino
  • 5.4.2013 | 15.20 – «Il ministro dell’ambiente Corrado Clini ha inviato per la controfirma al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, il decreto con cui viene sospesa per sei mesi l’efficacia della Via, la Valutazione di impatto ambientale, sul progetto della spagnola Gas Natural per la costruzione del rigassificatore nella baia di Zaule. Il decreto recepisce il parere espresso ieri dalla Commissione Via del ministero dell’ambiente a conclusione dell’istruttoria aggiuntiva sul progetto, effettuata sulla base del rapporto dell’Autorità portuale di Trieste del dicembre 2012 sui programmi di sviluppo dello scalo».

    «Durante l’istruttoria, la Commissione Via ha anche acquisito i pareri contrari al progetto presentati dal Comitato portuale e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia. Nello specifico, il provvedimento prende atto delle mutate situazioni del traffico marittimo a Trieste e delle prospettive di potenziamento delle attività previste dal Piano regolatore portuale. Il rigassificatore, se realizzato con le modalità progettate dalla Gas Natural, non appare compatibile con il traffico portuale attuale e soprattutto con gli sviluppi futuri». Così recita la nota comparsa poco fa sul sito del Ministero dell’Ambiente. 

     

    «Il nuovo decreto – è il commento di Clini – sospende l’efficacia della Via rilasciata nel luglio del 2009 e rinvia alla Gas Natural e all’Autorità portuale la decisione di provvedere entro sei mesi a individuare per l’impianto una localizzazione alternativa compatibile con il Piano regolatore portuale, oppure a modificare il Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale». La notizia sta rapidamente facendo il giro del web.

RIGASSIFICATORE: Clini rilancia

Dal Piccolo del 09/04/13

Clini: «Meglio un rigassificatore assieme a Slovenia e Croazia»

di Silvio Maranzana «In sei mesi Gas Natural avrà tutto il tempo per valutare e proporre per il rigassificatore di Trieste un’ubicazione alternativa a Zaule o in subordine l’Autorità portuale potrebbe riesaminare e riequilibrare le previsioni dei suoi traffici. Ma la presentazione del progetto di un impianto off shore al quale possano concorrere anche Slovenia e Croazia sarebbe auspicabile». Un paio di giorni dopo la firma del decreto con il quale ha temporaneamente sospeso l’efficacia della Valutazione d’impatto ambientale (Via) rilasciata nel luglio 2009 alla società catalana, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini fa il punto sul tormentato iter del più discusso impianto mai progettato sul territorio triestino. Ministro Clini, le conclusioni della Commissione incaricata del supplemento istruttorio sulla Via al rigassificatore di Zaule non ci sono o comunque non paiono nette e inequivocabili. Non è vero, le conclusioni ci sono e sono molto chiare. Si afferma che a fronte del tipo d’incremento di traffico portuale previsto la realizzazione di un rigassificatore in quella localizzazione non è possibile. Di conseguenza il via libera a quell’ubicazione sarebbe andato a pregiudicare i piani di sviluppo del porto e più estensivamente della città per cui ho ritenuto di non poterlo dare. Ciò però non significa una bocciatura del progetto? Così com’era doveroso sentire il parere delle amministrazioni locali, ho ritenuto altrettanto giusto che l’impresa potesse proporre un’ubicazione alternativa per il rigassificatore, appurato definitivamente che quella di Zaule non va bene. Ma se la proposta sarà fatta, non si renderebbe anche necessario modificare il Piano regolatore del porto la cui istruttoria è già in fase avanzata per l’approvazione? Non necessariamente, potrebbe essere individuata un’area che non vada a interferire con lo sviluppo del porto e comunque poi la valutazione su quali strumenti andare a modificare spetterebbe alle autorità competenti e alle amministrazioni locali. Quanto a Zaule, l’unico modo per mantenere quell’ubicazione, è modificare le strategie di sviluppo da parte dell’Autorità portuale. Ora la procedura perlomeno slitta di sei mesi o comunque il ministero dello Sviluppo economico (il ministro Passera è dichiaratamente favorevole a Zaule) potrebbe convocare anticipatamente la Conferenza dei servizi per l’Autorizzazione unica? Mi pare logico che non possa accadere. Sostanzialmente dunque passate la “grana” al prossimo governo? Non passiamo nulla al prossimo governo perché comunque non deve trattarsi di una decisione politica. Semplicemente dopo le posizioni contrarie delle amministrazioni locali e della Regione, non potevo essere io ad assumere una decisione che sarebbe andata comunque ad incidere sui piani di sviluppo della città. A livello ipotetico è stata avanzata in alternativa l’idea di un rigassificatore off shore realizzato con la compartecipazione di Italia, Slovenia e Croazia. Le sembra fattibile? Non so se esiste un’ipotesi concreta di questo tipo. Dico però che non vi è dubbio che le scelte di insediamenti energetici devono essere il risultato di valutazioni condivise. E soprattutto in questo caso, quando sono in gioco tre Paesi dell’Unione europea che si dividono lo spazio di un mare piccolo, ma in posizione altamente strategica. Se vi sono proposte in questo senso siamo pronti a valutarle. Non è ancora accaduto? Io stesso in un recente incontro bilaterale del governo italiano con quello sloveno ho auspicato la possibilità di collaborazioni di questo tipo perché un impianto del genere risulterebbe estremamente utile all’Italia: non si tratta solo di non dipendere dal gas russo, ma soprattutto di pianificare gli approvigionamenti energetici per uno sviluppo sostenibile

RIGASSIFICATORE: nuova sospensione dell’iter

Dal Piccolo del 30/04/13

Dal Ministero dello sviluppo altro “no” al rigassificatore

 

La notizia è arrivata inattesa (e gradita) all’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni: sospesa anche dallo Sviluppo economico l’autorizzazione al rigassificatore. «Il ministero – è il commento – ha preso atto del precedente decreto del ministero dell’Ambiente. Atto estremamente importante. Se non si troveranno altri siti, o non si modificherà il piano industriale del porto, credo che la sospensione diventerà definitiva». E adesso? Sei mesi di tempo. «Faremo una riflessione con gli enti locali, con l’Autorità portuale che è l’elemento decisivo. Con la Regione e col governo dove in pochi giorni il quadro è completamente cambiato. Parleremo coi nuovi ministri, col nuovo governatore. Comincia per Trieste un lavoro molto duro». di Gabriella Ziani All’ultimo minuto prima di chiudere l’ufficio, quando la lista dei nuovi ministri del governo Letta era forse già scritta, il ministero dello Sviluppo economico retto da Corrado Passera ha sospeso l’autorizzazione già concessa al rigassificatore di Gas Natural. Un secondo stop dopo quello, di 6 mesi, decretato dal ministero dell’Ambiente e controfirmato dal ministero dei Beni culturali. Questo ne è la diretta conseguenza e rimanda l’esame del problema altrettanto a fra 6 mesi. A quella data o si sarà trovata un’altra collocazione all’impianto per non impedire lo sviluppo dei traffici in porto (come dimostrato dall’Autorità portuale che ha dato determinante parere negativo all’insediamento), oppure al contrario il porto tornerà sui propri passi ridimensionando il piano industriale di ampliamento, e riaprendo così la porta alle navi gasiere. Se nessuna di queste condizioni alternative verrà soddisfatta, il rigassificatore si troverà definitivamente espulso dalla baia di Muggia per manifesta impossibilità. Un colpo di scena dopo l’altro, dunque, proprio nell’attimo in cui si chiude l’esperienza del governo Monti, con l’evidente dissenso tra i due ministri: Clini disposto ad ascoltare i “no” del territorio e della Slovenia, con coraggiosi atti conseguenti, e Passera incrollabilmente deciso a insediare il rigassificatore a Trieste, anche in ultimo con una sortita a Bruxelles per far inserire il progetto nel piano strategico europeo. Ma è stato Clini a condurre la partita. Prima riaprendo la procedura di Valutazione d’impatto ambientale già concessa nel 2009, alla luce dei nuovi dati previsionali del porto, quindi negando di fatto l’autorizzazione, anche se “pro tempore”, per lasciare spazio all’esame delle due opzioni: o meno porto, o un altro posto (ma quale?). Non solo, Clini subito dopo ha dato semaforo rosso anche al secondo rigassificatore, quello al largo di Fossalon proposto dalla tedesca E.On. E questo lascia a Trieste nel suo breve ma intenso periodo da ministro, oltre alla soluzione del “dramma bonifiche” e a un percorso avviato per la bonifica della Ferriera. Intanto non solo allo Sviluppo economico c’è adesso Flavio Zanonato, l’ex sindaco Pd di Padova, ma è cambiata anche la guida della Regione, con la Pd Debora Serracchiani contraria, mentre il governatore Pdl Renzo Tondo era stato favorevole, salvo poi assecondare in ultimo il vertice del porto. La nota spedita a Trieste comunica l’avvenuta «sospensione del procedimento di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del terminale di rigassificazione di Gnl localizzato nel posto di Trieste, località Zaule, in attesa della realizzazione delle condizioni risolutive della sospensione di efficacia previste dal decreto di sospensione del 18 aprile 2013».

 

RIGASSIFICATORE: partita ancora aperta per la UE

Dal Il Piccolo del 06/06/13

Gnl, Ue possibilista «ma non a Zaule»

 

La Ue, per bocca del commissario all’Ambiente, che è uno sloveno, Janez Potocnik, si dice ancora possibilista sul progetto del rigassificatore triestino, ma nel contempo ci mette un bel freno, quanto meno nella sua collocazione originaria di Zaule, e lo fa sulla base della sospensione del decreto di Via disposto dall’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, a fronte del parere espresso dall’Autorità portuale e da tutti gli enti triestini, secondo cui l’impianto di Gas Natural impedirebbe lo sviluppo del porto. Sospendendo l’autorizzazione ambientale (concessa nel 2009), in cui era stata data un’indicazione precisa: o Gas Natural trova una collocazione diversa per il rigassificatore, o l’Autorità portuale rivede i piani di sviluppo dei traffici. Le due cose insieme sono incompatibili. Ma in Europa sono state prese in considerazione pure le opposizioni di natura ambientale e in materia di sicurezza che sono state espresse in questi anni da amministrazioni locali, associazioni ambientaliste e gruppi di studio specifici. Nonché naturalmente dalla Slovenia. A farsi interprete del problema l’eurodeputato veneto Andrea Zanoni (Idv, iscritto nel Parlamento europeo all’Alleanza dei democratici e liberali per l’Europa animalista e ambientalista e membro della commissione Ambiente). Zanoni ha interessato il commissario Ue all’Ambiente. Che è, appunto, lo sloveno Janez Potocnik. Il quale ha detto che «la Commissione continuerà a seguire attentamente gli sviluppi del caso per assicurare il pieno rispetto delle disposizioni del diritto Ue». Ma si profila tuttavia uno snodo politico estremamente rilevante. Entro la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo l’Europa stilerà l’elenco dei progetti di interesse comune nell’ambito della predisposizione della rete energetica Ten-E. E Potocnik ha avvertito: «Il progetto di Zaule potrebbe esservi incluso. Ma l’effettiva inclusione sarà subordinata ad esempio all’esito della ricerca di un nuovo sito per il progetto o di un’altra soluzione al problema ambientale, nonché alle relative comunicazioni alla Commissione nei tempi prestabiliti». Era in vista del piano energetico europeo che l’ex ministro allo Sviluppo, Corrado Passera, era andato a Bruxelles poco prima che il governo Monti decadesse dalle sue funzioni, proprio per raccomandare l’inclusione dell’impianto triestino. Potocnik, interprete anche della fortissima opposizione slovena, ma soprattutto citando il decreto Clini, dice che valgono le indicazioni del ministero italiano: o si cambia posto, o cambiano le condizioni. E comunque in fretta, in tempo per l’inclusione nel piano energetico. «Il tentativo di inserire il rigassificatore di Zaule – commenta Zanoni – fra le 13 infrastrutture energetiche prioritarie del Piano per una rete energetica europea integrata costituisce un goffo e maldestro tentativo di bypassare le opposizioni italiane e slovene nonché la normativa comunitaria. Fortunatamente il commissario ha rimesso le cose a posto frenando l’irruenza sospetta dell’allora ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera».

 

VENEZIA/ No Grandi Navi

nograndinavi

 

 

http://www.huffingtonpost.it/manila-ricci/navi-da-crociera-dentro-la-laguna_b_3411640.html?utm_hp_ref=italy

RIGASSIFICATORE: gas natural fa ricorso

Dal Piccolo del 12/07/13

Gas Natural gioca la carta del Tar: «Rigassificatore, no allo stop»

di Matteo Unterweger Gas Natural Rigassificazione Italia contro tutti. Contro tre ministeri: dell’Ambiente, per i Beni culturali, dello Sviluppo economico. Contro l’Autorità portuale di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas, il Comune di Trieste e pure contro Ezit e Siot. La società che, per conto della gruppo Gas Natural Fenosa, vuole realizzare il rigassificatore di Zaule, ha infatti aperto una battaglia giudiziaria al Tar del Lazio, presentando un ricorso per l’annullamento del decreto ministeriale del 18 aprile scorso con cui è stata sospesa l’efficacia del decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009 relativo al progetto del rigassificatore di Zaule e alle opere connesse. Gas Natural, in pratica, ritiene illegittimo l’atto del ministero dell’Ambiente, firmato dall’allora ministro Corrado Clini e controfirmato dal collega dell’epoca ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi (si era nella fase finale del mandato del governo Monti), con il quale sono stati dati sei mesi di tempo a Gas Natural per individuare per l’impianto una localizzazione alternativa compatibile con il Piano regolatore portuale o all’Autorità portuale per modificare il proprio Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale. Il tutto posto che, sulla base dello studio con dati e scenari futuri presentato dalla stessa Authority, lo sviluppo del traffico marittimo del porto triestino e la presenza del terminale di rigassificazione non sono compatibili. Il decreto del 18 aprile scorso aveva di conseguenza indotto poi il ministero dello Sviluppo economico, retto in quel momento ancora da Corrado Passera, sostenitore del progetto, a sospendere il processo autorizzativo per la costruzione dell’impianto. Il 17 luglio, mercoledì prossimo, è in calendario l’udienza cautelare al Tar del Lazio: i giudici si pronunceranno sulla richiesta di sospensione del provvedimento avanzata da Gas Natural. Nel merito, si esprimeranno successivamente. Il ricorrente – attraverso gli avvocati Antonio Lirosi, Giuseppe Velluto e Stefano Cunico – ha chiamato in causa non solo i due ministeri che hanno siglato il decreto (Ambiente e Beni culturali). Ma anche tutte le realtà che, nell’arco degli anni, sono state in qualche misura coinvolte con atti e pronunce proprie nel procedimento autorizzativo collegato. L’udienza è fissata proprio a una settimana dal 24 luglio, giornata in cui la Commissione europea si pronuncerà in via definitiva sull’inserimento o meno anche del rigassificatore di Zaule fra le opere energetiche prioritarie comunitarie. In pochi giorni, dunque, due appuntamenti chiave. Con Gas Natural che non molla nonostante a più riprese il territorio abbia espresso, tramite enti locali, associazioni e gruppi di cittadini, la propria ferrea contrarietà al progetto. E proprio all’inizio di questa settimana anche la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha ufficializzato il «parere contrario» della Regione alla realizzazione dell’impianto attraverso una lettera inviata ai ministri Orlando (Ambiente), Lupi (Infrastrutture) e Zanonato (Sviluppo economico), e per conoscenza al premier Letta, oltre che alla Commissione europea (al presidente Barroso e ai commissari Tajani, Poto›nik e Oettinger).

 

13/07/13

Caso rigassificatore al Tar: la Regione sfida Gas Natural

di Pier Paolo Garofalo «La Regione si costituirà in giudizio davanti al Tar contro il ricorso di Gas Natural Rigassificazione Italia, anche per dare un segnale d’immutata contrarietà al progetto di rigassificatore così come è presentato allo stato attuale». All’indomani della mossa giudiziaria del colosso dell’energia, che chiede l’annullamento del decreto ministeriale del 18 aprile scorso con cui è stata sospesa l’efficacia del decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009 per il progetto del rigassificatore di Zaule e opere connesse, arrivano le reazioni. Quella della Regione è stata espressa, appunto, dall’assessore all’Ambiente Sara Vito. «Ne abbiamo discusso in giunta – precisa – e ci siamo trovati concordi: in quanto soggetto chiamato in giudizio, la Regione si costituirà. È un modo anche per offrire all’esterno un segnale di opposizione al progetto per Zaule. Per ora è solo una questione di iter procedurale, poi si vedrà». Sulla stessa linea anche il Comune di Trieste, come spiega il sindaco Roberto Cosolini. «Gas Natural – attacca il primo cittadino – aveva e ha il diritto di procedere a tale mossa e ha deciso di avvalersene. Vedremo come andrà a finire. Da parte mia posso solo ribadire il “no” al progetto, peraltro già espresso più volte in passato». Nello specifico, la società che per conto della gruppo Gas Natural Fenosa vuole realizzare il rigassificatore di Zaule ha aperto una battaglia giudiziaria al Tar del Lazio poiché ritiene illegittimo l’atto del Ministero dell’ambiente, firmato dall’allora ministro Corrado Clini e controfirmato dal collega dell’epoca ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi (fase finale del governo Monti), con il quale sono stati dati sei mesi di tempo a Gas Natural per individuare una localizzazione alternativa per l’impianto, compatibile con il Piano regolatore portuale, o all’Autorità portuale per modificare il proprio Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale. Gas Natural, dunque, si è messa contro ben tre ministeri (Ambiente, Beni culturali e Sviluppo economico) l’Autorità portuale, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas, il Comune e pure l’Ezit e la Siot. In base a studi dell’Authority, lo sviluppo del traffico marittimo a Trieste e la presenza del rigassificatore non sono compatibili. Il decreto del 18 aprile scorso aveva quindi indotto poi lo Sviluppo economico a sospendere l’iter autorizzativo per la costruzione del terminal. Mercoledì prossimo l’udienza cautelare al Tar laziale. «Non è strano che Gas Natural tenti la strada del ricorso al Tar, anche se non ci sono i presupposti per ribaltare i provvedimenti ministeriali e regionali impugnati – così la governatrice del Fvg Debora Serracchiani -. Coerentemente, abbiamo deliberato di costituirci in giudizio per sostenere la loro legittimità anche in sede di sospensiva».