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25 APRILE UD: Fest/Azione Antifascista Ecologista No Tav

Udine: riprendiamoci il 25 aprile
 

Fest/Azione + pranzo vegetariano vegano

Programma

 

Ore 10.00 Piazza Primo Maggio

Partecipazione

libertaria e antagonista

al corteo.

Manifestiamo

contro

vecchi e nuovi fascismi

e contro

un sistema politico ed economico,

oramai in crisi irreversibile,

che rischia di distruggere

le nostre vite.

 

Ore 13.00 nel nuovo spazio sociale

presso la ex-caserma osoppo 

 (ingresso incrocio via Adige-via Natisone

via Natisone è una laterale di via Cividale)
Pranzo vegetariano-vegan

con  cibi e bevande biologici

a Km-zero,

stoviglie biodegradabili,

raccolta differenziata spinta

Antifascista

antifa-militante

Ecologista

antifa-antispecismo

No Tav

resistenza-no-tav 2

evento facebook

segue testo

 

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UDINE/ Foto 25 aprile

Il nostro 25 aprile 2013. Rassegna fotografica | Rassegna stampa e volantino |

25-aprile-2013 foto 05

 

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25 APRILE PORDENONE: Report + foto

25aprilepn2013Un 25 aprile lungo un’intera giornata quello del Coordinamento Antifascista Pordenonese. Un bilancio più che positivo grazie alla fatica delle decine di compagni e compagne che ne hanno consentito l’organizzazione e lo svolgimento culminato nel concerto finale con la maratona di 5 gruppi musicali al motto “Ama la musica, odia il fascismo”, accompagnando ben oltre 200 persone sotto il sole pomeridiano fino alla brezza della sera.

Tutto è cominciato la mattina, alle 9.30. Almeno una sessantina di persone hanno partecipato all’ALLERTA ANTIFA” indetto dal Coordinamento, contribuendo a tappare la bocca al vice-presidente della Provincia E. Grizzo. Il solito discorso fatto di retorica ipocrita iniziale che al momento del passaggio sulla “pacificazione” ha fatto scattare una corale Bella Ciao oscurando la parte conclusiva, durata sorprendentemente pochissimo e lasciando la canzone nel bel mezzo della sua durata.

La cosa ci ha lasciati sorpresi e col senno di poi non può che essere letta come il tentativo da parte del leghista di sbarazzarsi quanto prima dell’ingrato compito istituzionale sapendo cosa gli spettava…incommentabile.

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UDINE/ 25 aprile rassegna stampa e nostro volantino

Incredibile, scandaloso articolo del Messaggero Veneto.

Ma Michela Zanutto è forse simpatizzante di Casapound???

Dal sottotitolo dell’articolo sembra che ci fossero anche i fascisti in  Piazza. Poi sembra che abbia sfruttato la cosa per fare un ennesimo articolo di propaganda per i fascisti. Ancora ha completamente ribaltato il senso del volantino del CSA che esprimeva ovviamente entusiasmo per l’astensionismo al 50%

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MV VENERDÌ, 26 APRILE 2013 Pagina 19 – Cronache
 
Lo striscione: no alla sede di CasaPound
 
A colpi di slogan i movimenti di destra e di sinistra si sono dati battaglia in piazza Libertà
 
 
 
 
La celebrazione del 25 aprile in piazza Libertà si è trasformata anche in una battaglia a suon di volantini e striscioni. In questa cornice, ieri, ha debuttato con una specifica richiesta la Nuova autonomia udinese (Nau), il collettivo antifascista e apartitico: «Nessuno spazio ai fascisti nella nostra città: chiudiamo CasaPound». Questo perché, tra qualche giorno, una quarantina di “fascisti del Terzo millennio” inaugurerà la prima sede del gruppo di estrema destra in città, CasaPound appunto. Un ex negozio in piazzale Cella, 60 metri quadrati dedicati all’eroe dei cieli Francesco Baracca. «Il 25 aprile noi militanti del Nau siamo orgogliosi di celebrare il 68.mo anniversario della Liberazione italiana dal nazifascismo – scrive il collettivo nel volantino –, ma siamo costretti a denunciare alla popolazione che ancora oggi il concetto fondamentale di libertà viene messo in discussione dalla recente proliferazione di partiti neo fascisti, riconosciuti benché anticostituzionali. In questo contesto denunciamo la nascita della sezione locale di CasaPound». In piazza sono scesi anche i ragazzi del Centro sociale autogestito (Csa) di via Scalo nuovo, «in esilio» – come hanno sottolineato – dopo la confisca della palazzina occupata che li ospitava, resa alle Ferrovie dello Stato. I ragazzi del Csa hanno puntato il dito contro l’astensionismo alle recenti elezioni che ha segnato «la totale delegittimazione del sistema politico – scrivono nel volantino –. La Repubblica nata dalla Resistenza sta miseramente crollando, dobbiamo salvare l’antifascismo che è un valore popolare». In mezzo a bandiere No Tav e sindacali, la Resistenza è stata paragonata anche alla battaglia del Comitato per la vita del Friuli rurale. «Bagnata dal sangue dei martiri e dal sudore di generazioni è la nostra terra, l’unica che abbiamo – si legge a caratteri cubitali sul volantino distribuito in piazza». Nello stesso volontino si fa riferimento ai costi della politica, in particolare al rimborso spese dei consiglieri regionali che ha provocato «sfiducia e la diserzione dai seggi di un elettore su due. La Resistenza non è finita». Michela Zanutto

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Volantino distribuito i 500 copie

 

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UDINE/ Resistenza No Tav

Udine. Volantone di quattro facciate per il 25 aprile | FOTO

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UDINE 25 aprile rassegna stampa

Messaggero Veneto 26 aprile Pagina 16 –

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Cronache

No Tav e anarchici, fischi a Balloch

Tentativo di fermare il discorso del sindaco di Cividale. Il comandante partigiano Rapotez (92 anni) lo difende dal palco

 

25 APRILE»LA CONTESTAZIONE    le reazioni dei politici Saro (Pdl): una parte della Sinistra è intollerante. Il Pd: protesta inaccettabile. Honsell: i fischi sono stati zittiti dagli applausi
di Giacomina Pellizzari

Dalla piazza udinese del 25 aprile, anarchici e no Tav hanno fischiato il sindaco di Cividale, Stefano Balloch. L’hanno fatto ripetutamente per contestare il primo cittadino che assieme al collega di Tolmezzo, Dario Zearo, aveva tentato di boicottare la manifestazione di Udine e di organizzare un evento alternativo nella città ducale. Balloch ha preso la parola dopo il sindaco di Udine, Furio Honsell più volte inneggiato dalla folla, e appena ha iniziato a parlare dal palco di piazza Libertà sono partiti i fischi che le autorità e buona parte della gente hanno tentato di schermare con gli applausi. Ma è servito a poco perché i contestatori sono comunque riusciti a farsi largo insistendo con la protesta. Una protesta condannata poi dall’Anpi e da tutti i politici presenti sotto la Loggia di San Giovanni. A far arrabbiare un gruppo di anarchici e alcuni rappresentanti del movimento “No Tav” è stato l’invito all’unità rivolto più volte da Balloch mentre ripercorreva i passaggi salienti della lotta di Liberazione combattuta nelle valli del Natisone. Parole sentite accompagnate da un sottofondo continuo di fischi, tant’è che di fronte alla quasi impossibilità di farsi sentire ha cercato di sdrammatizzare dicendo: «In primavera ci sono molti merli che fischiano». Seppur a fatica, Balloch ha concluso il suo intervento ricordando che «il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani che amano la libertà». A quel punto, con il piglio che lo contraddistingue, il comandante Luciano Rapotez, lo speaker storico della manifestazione, prima di procedere con la scaletta ha condannato duramente la contestazione: «In questa splendida giornata non pensavo di assistere allo spettacolo dei fischi. In democrazia ognuno ha diritto di parlare. Scusate – ha concluso – ho dato quasi la vita per la libertà e, in quel momento, nessuno fischiava». Altrettanto duro contro i contestatori il presidente onorario dell’Anpi, Luigi Raimondi: «Prima di fischiare bisogna ascoltare, chi parla qui è un ospite e come tale partecipa per onorare la Resistenza. Questo ha fatto Balloch come rappresentante di Cividale, medaglia d’argento alla Resistenza. Fischiare è un gesto infantile che denota una scarsa conoscenza storica». E il presidente dell’Anpi, Federico Vincenti, ha aggiunto: «Non gradisco questo comportamento anche se i sindaci di Cividale e Tolmezzo avevano cercato di dividere la Resistenza. In ogni caso nelle nostre manifestazioni si può applaudire o farne a meno, ma non fischiare». «I fischi sono stati zittiti dagli applausi» si è limitato a dire Honsell, mentre il senatore Carlo Pegorer e l’europarlamentare Debora Serracchiani (Pd), definivano la protesa «inaccettabile». Più duro il commento del senatore Ferruccio Saro (Pdl) che anche in veste di mediatore tra Udine, Cividale e Tolmezzo ha affermato: «I fischi dimostrano che una parte della sinistra è intollerante e in contraddizione con la Resistenza che dava spazio a tutti. Balloch ha fatto un discorso equilibrato cercando elementi di unione, un passo avanti rispetto al passato». Anche per il vice segretario regionale dell’Udc, Fabrizio Anzolini, «i fischi sono inaccettabili, Balloch rappresentava una città decorata al valor militare e ha fatto un discorso di alto profilo». E ancora: «I fischi – ha aggiunto Natale Zaccuri (Pdl) – confermano che si cambia vestito, ma non l’identità». In effetti, il sindaco di Cividale si è detto dispiaciuto perché «quei fischi hanno colpito la memoria di quanti sono caduti per la libertà»

 

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Il Quotidiano del FVG

qfvg26aprile2012

LA CERIMONIA. Battimani entusiasti per l’ex Rettore. Fischiato e “buato” il primo cittadino di Cividale, Balloch
«Vergogna per chi nega la Lotta Partigiana!»
I PRESENTI PLAUDONO LA PROVOCAZIONE DEL SINDACO: «LA RESISTENZA HA VINTO NUOVA M E N T E
CONTRO CHI HA CERCATO DI MINARE L’INTEGRITÀ DI QUESTA MANIFESTAZIONE NELLA NOSTRA CITTÀ»
………………………………………………….. ……….
LUCIABURELLO
cultura@ilquotidianofvg.it
È sceso imbarazzo ieri, quando davanti
alla cappella dedicata ai caduti
in piazza Libertà, il sindaco di
Cividale, Stefano Balloch è stato
fischiato dagli udinesi. Ricordiamo,
infatti, che qualche mese fa il
pidiellino aveva lanciato la proposta,
insieme ad altri sindaci di centrodestra,
di celebrare la Liberazione
separatamente dal capoluogo
friulano, ritenuto politicamente
troppo di “sinistra”. «È primavera –
se ne è uscito Balloch interrompendo
per un attimo il suo lungo discorso,
provocatoriamente il doppio di
quello di Honsell – ci sono molti
merli che cantano» un commento
che si poteva risparmiare. E l’im –
barazzo è stato soprattutto del nostro
sindaco che, più volte, sembrava
suggerire a Balloch d’interrom –
pere la sua “straziante” performan –
ce. Ma a proposito d’interventi,
quello del primo cittadino udinese
ha certamente riacceso gli animi,
entusiasmato i più giovani, e commosso
i più anziani. Appassionato
come poche volte lo abbiamo visto,
Honsell ha “gridato” un vero inno
alla Resistenza, non risparmiando
frecciatine alle fazioni “opposte”.
Ma ecco alcuni stralci del suo intervento:
«la Resistenza, ricca di
coraggio e d’ideali, segnò la rinascita
del nostro paese dal buio morale
della violenta dittatura fascista
e dalla feroce occupazione nazista,
restituendoci democrazia, libertà,
giustizia, solidarietà, equità sociale
e pari opportunità, nel rispetto
delle diversità e del pluralismo. (…)
Ma sarebbe un’offesa a questi eroi
se la Festa della Liberazione si riducesse
ad occasione di retorica
commemorazione, o venisse strumentalizzata
come molti preferirebbero.
E proprio per questo hanno
cercato di minare l’integrità di
questa manifestazione a Udine.
Gioiamo perché alla fine la forza
della Resistenza ha prevalso, e ci ritroviamo
ancora tutti qui uniti! (…)
La Resistenza fu la fucina dove maturarono
i principi che oggi sono
espressi in quel documento di altissima
civiltà che è la nostra Costituzione.
Fondamento della nostra
Repubblica democratica perché
l’unica garanzia dei diritti civili nei
confronti di una possibile arroganza
dell’autorità. Basata sulla separazione
dei poteri ha potuto resistere
a innumerevoli attacchi negli ultimi
anni, diversamente da quanto è
accaduto recentemente in altri paesi
europei. (…) Alto è oggi il rischio
di derive totalitarie anche a causa
della gravissima recessione economica
che sta colpendo in modo
sempre più spietato. Recessione
negata fino all’ultimo da chi era al
potere, solamente per lasciarci in
una situazione drammatica. Alto è
oggi il rischio di sperequazioni e
dunque di rottura della solidarietà
sociale. (…) Dobbiamo resistere a
un ritorno dei tiranni camuffati da
buffoni! Dobbiamo però anche resistere
all’asservimento a una logica
che tutela i bisogni dei bilanci finanziari
ma è cieca di fronte a quelli
degli uomini. Dobbiamo resistere
affinché, parafrasando la famosa
frase di D’Azeglio, una volta fatto
il decreto “Salva Italia” si faccia
anche un decreto “Salva Italiani”.
(…) Dobbiamo resistere a chi pensa
di superare la recessione togliendo
la voce ai lavoratori. (…) Resistere
al Fascismo e combattere il “non
dissenso” al fascismo. Cittadini,
allora come oggi, l’indifferenza, il
non prendere posizione, sono già
complicità. (…) Sapremo essere
all’altezza del sacrificio di chi partecipò
alla Resistenza, dei valori
che da loro abbiamo ereditato? Sapremo
assumerci responsabilità
collettive, come seppero fare i Partigiani?
Avremo il coraggio di esercitare
una cittadinanza attiva? La
Resistenza è il nuovo Umanesimo,
è il nostro patrimonio di ideali anche
per il futuro! (…) Vergogna per
chi tenta di cancellare la memoria e
il significato della Lotta Partigiana!
(…) Cittadine e cittadini seguiamo
l’esempio dei partigiani, siamo
attori coraggiosi e mai spettatori
passivi! Viva la Resistenza! Viva la
Costituzione! Viva la Repubblica
Italiana!».

PORDENONE: 25 aprile R*esistente [foto+report+vol.]

25_02Anche quest’anno il presidente della Provincia di Pordenone A. Ciriani, ex Fronte della Gioventù (MSI), poi Alleanza Nazionale e ora PDL, ha parlato dal palco ufficiale delle celebrazioni per il 25 aprile.

Anche quest’anno il suo discorso era pregno di revisionismo e offese a chi morì per la libertà e, non pago, ha incluso offese anche a chi da anni lo contesta, dando dei “facinorosi, patetici e ammuffiti” agli anarchici.

Anche quest’anno abbiamo sovrastato di canti partigiani e di fischi la sua indegna orazione.

Dalle 10.30 circa ci siamo trasferiti come consuetudine presso l’ex Caserma Martelli dove abbiamo allestito il presidio antifascista con musiche, cibo e interventi al microfono sulla storia della resistenza e sulla sua attualità. Oltre una sessantina di presenza hanno accompagnato il presidio.

Una delegazione ha deposto una corona di fiori sul muro, ancora crivellato di colpi, dove vennero fucilati dai fascisti i 10 partigiani del pordenonese.

NO PASARAN! Continue reading →

PORDENONE. Ciriani, Lo Perfido e Ribetti: perchè tanto odio?

Ciriani, Lo Perfido e Ribetti: perché tanto odio?

Apprendiamo che anche quest’anno è andato in scena nel municipio pordenonese lo psicodramma del 25 aprile “nessuno fischi Ciriani” con una novità però. Cambia il direttore artistico e a presentare questa “sentitissima” interrogazione comunale non è più il prode Lo Perfido, sgamato e sputtanato pubblicamente mentre il moderato si faceva immortalare in pieno saluto fascista, pensando fosse appena il caso di concedere l’onore al suo collega pidiellino ovvero Francesco Ribetti che, dopo il secondo piazzamento di Cosmopolitan “I tre boys del concorso più sexy d’Italia”, chiede che i facinorosi che interrompono con canti partigiani e fischi il loro presidente vengano sanzionati dai vigili con una multa.

Ora, a parte ricordare a questi sciagurati che anche a Pordenone la crisi ormai è arrivata e di licenziati, cassaintegrati e precarizzati si contano a migliaia, le aziende chiudono a decine ogni mese e chi non riesce a pagare l’affitto e i servizi aumenta senza soste, per tanto si potrebbero occupare di ben più decenti propositi, vorremmo comunque ribadire che in democrazia sia ad uno spettacolo che non piace così come a un’orazione che disgusta è lecito manifestare disapprovazione o al contrario, vista miglior performaces, si è soliti applaudire e congratularsi. Lo sappiamo che prima, quando c’era Lui, era tutt’altra cosa ma dopo tanti anni una ragione potrebbero farsela. D’altronde per risolvere il problema basterebbe cambiare oratore il 25 aprile, così da una parte si eviterebbe di offendere la resistenza e dall’altra lasceremmo i nostri rispettivi coniglieri pidiellini l’uno alle gite a Predappio e l’altro ai fotoromanzi. Contenti loro, contenti noi, contenti tutti.

 

Iniziativa Libertaria

25 APRILE PORDENONE: CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO

Leggi il comunicato di Iniziativa Libertaria
Leggi la Rassegna Stampa

Nel 2001 Azione Giovani e Alleanza Nazionale decidono di sfilare in corteo e depositare una corona “a tutti caduti” della “guerra civile” proprio il 25 aprile immediatamente dopo le celebrazioni ufficiali nel giorno della liberazione dal nazifascismo.
commemora25Allora gli anarchici furono l’unica realtà ad organizzare in velocità una risposta, tentando d’impedire lo scempio che altro non era se non il tentativo di equiparare i fascisti ai partigiani, i carnefici alle vittime, una dittatura ad una resistenza contro il regime liberticida di Mussolini. Era da poco tempo cominciata un’onda lunga di revisionismo e mistificazione a livello nazionale, contro la lotta partigiana e il tentativo di riscrivere la storia ad uso e consumo del rigurgito nazionalista e militarista che vedeva leghisti, post fascisti e centrodestra in prima linea con il beneplacido però di una sinistra istituzionale (ex PCI) che concedeva spazio alle rivendicazioni reazionarie per sbarazzarsi in fretta di quelli che riteneva scomodi scheletri nell’armadio dei giochi che furono subito dopo la capitolazione dell’Italia e la nascita della costituzione repubblicana. Nel giro di pochi anni però questa ondata reazionaria si è accreditata nelle piazze, nelle amministrazioni di vario grado e persino nelle scuole, a dimostrazione che le “istituzioni” altro non sono che un vestito duttile buono per tutto e il suo contrario.
Ci abbiamo messo 5 anni anni, aggregando con determinazione tutti i sinceri antifascisti della città e non solo, attuando momenti di resistenza passiva, avvinghiati a terra e vittime di una repressione poliziesca costante fatta anche di denunce e processi ma alla fine abbiamo di fatto cacciato i fascisti e il loro infame gesto dalla piazza. Continue reading →

PORDENONE: rassegna stampa prima e dopo il 25 aprile

Messaggero Veneto del 26/04/11

Giallo delle corone al 25 aprile

 

di Enri Lisetto A sorpresa il presidente della Provincia Alessandro Ciriani si è presentato alla cerimonia del 25 aprile al monumento ai Caduti di Pordenone: contestato da esponenti di Iniziativa libertaria, ha concluso il suo discorso ignorandoli; solidarietà dall’assessore regionale Elio De Anna, dal sindaco Sergio Bolzonello, presente con una decina di primi cittadini, dal sindacato Ugl. A zittire i manifestanti è stato il nipote della medaglia d’oro Terzo Drusin: «Avete cantato Bella ciao? Ora basta, accontentatevi e non disturbate». E tra i giovani è calato il silenzio. Giallo sulle corone deposte al mattino e rovesciate alla sera. Piazza Ellero transennata per impedire invasioni di campo durante la cerimonia, a margine un banchetto referendario per l’acqua pubblica, una cinquantina di manifestanti con lo striscione “Se loro globalizzano il dominio, noi globalizziamo la resistenza”, una trentina di bandiere di Cgil e Spi, una dell’Ue, e uno sparuto numero di pordenonesi. Inno nazionale, onori ai Caduti dal comandante della Brigata Ariete Salvatore Camporeale, dall’assessore regionale Elio De Anna, dal presidente della Provincia Alessandro Ciriani, dal sindaco del capoluogo Sergio Bolzonello e dal prefetto vicario Alessandra Vinciguerra. «Non sta nel ruolo di un amministratore – ha esordito Ciriani – parlare di storia, sfoggiare una competenza che non ha». Silenzio. «A noi spetta il compito di onorare una data comunque cruciale per la storia della nostra nazione, una data tra tante storie con le loro contraddizioni, con dolori e gioie». Silenzio. «Sarebbe un errore portare nell’agone politico il dibattito storico: la storia va lasciata agli storici». Ancora silenzio. «Non esiste più il pericolo dittatoriale: libertà, democrazia e pluralismo sono valori solidi e stabili nel nostro Paese. Fascismo, nazismo e comunismo sono nella soffitta della storia, con i loro pesantissimi fardelli di responsabilità». Apriti cielo. «Nessuna pacificazione con i fascisti: a Piazzale Loreto c’è ancora molto posto», sono stati alcuni degli slogan intonati dagli esponenti di Iniziativa libertaria. Ciriani non ha fatto una piega, concludendo il suo discorso: «E’ una data che non deve né può essere coperta da una sorta di diritto d’autore». I manifestanti intonano “Bella ciao”, Elio De Anna si stacca dalle autorità e s’affianca a Ciriani, in segno di solidarietà. I disturbatori proseguono, a loro si avvicina Silvano Drusin, nipote di Terzo, dell’Anpi di Manzano: «Basta disturbare, avete cantato Bella ciao, accontentatevi: non rovinate la festa». Silenzio imbarazzato. Segue una pioggia di applausi per Cristina Pellicanò, consigliere regionale dell’Anpi, 37 anni, delle Rsu Fiom di Porcia: «La democrazia è garantita dalla costituzione nata dalla lotta di liberazione»; auspica «equilibrio tra i poteri dello Stato», sottolinea «l’importanza della magistratura autonoma e indipendente», ricorda i giudici uccisi Amato, Coco, Falcone e Borsellino, la scuola «pubblica e libera». Chiude lo storico Fulvio Salimbeni. Doveva andare a Maniago, Ciriani, ma «molte sollecitazioni» l’hanno dirottato a Pordenone con la giunta provinciale al completo. Eligio Grizzo, che aveva in tasca due discorsi, uno in presenza e uno in assenza di contestazioni, non ha parlato. «Depurato della presenza di un gruppetto isolato di giovani – tira le somme Ciriani – è andata bene. I disturbatori sono stati redarguiti dalla stessa Anpi». Gli insulti? «Non replico neppure. Mi auguro che l’Anpi finalmente prenda posizione: a difesa delle istituzioni, non di me». Il corteo si avvia al cippo di Franco Martelli e Terzo Drusin, gli striscioni tornano nei portabagagli delle auto. Chiosa un cittadino: «Il cippo di Martelli aveva una deiezione di colombo sul capo: non potevano pulirlo almeno per oggi?». Giallo sulle corone deposte e, nel pomeriggio trovate a terra. Sul posto volanti e scientifica: sono state acquisite le immagini della videosorveglianza, ma molto probabilmente si è trattato di un colpo di vento.

 

24/03/11

Liberazione ad alta tensione Ciriani: «Proteste ridicole»

 

Sarà una presenza “eventuale” e a sorpresa, dove e quando non è noto, quella del presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, alle celebrazioni del 25 aprile. «Le contestazioni – spiega – paradossalmente vengono messe in atto da gente che non c’entra nulla con la Liberazione. E’ ridicolo e io non intendo farmi ridicolizzare». Non è detto che Ciriani partecipi a una cerimonia domani, dal momento che in alcuni paesi la manifestazione viene posticipata a sabato e domenica prossimi, ma il luogo sarà top secret fino all’ultimo momento. Ciriani non esclude, in caso di problemi, di trasferire la celebrazione, in futuro, all’interno del palazzo della Provincia. Quanto alla cerimonia in piazza Ellero dei Mille, domani comincertà alle 9.45 con la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, quindi i saluti delle autorità, l’intervento dello storico Fulvio Salimbeni e, alle 10, la deposizione di corone ai cippi al Centro studi. Contestualmente, nella stessa piazza, è annunciata la manifestazione di Iniziativa libertaria con «allerta antifa» dalle 9, la «resistenza partigiana contro tutti i revisionismi e il razzismo dilagante» alle 10.40 e la deposizione di una corona alla memoria dei dieci partigiani fucilati all’ex caserma Martelli in via Montereale subito dopo

 

23/04/11

Liberazione, sostituito il relatore dell’Anpi

 

di Stefano Polzot Le celebrazioni del 25 aprile, che rischiano di farsi incandescenti con l’annunciata protesta da parte dei gruppi di Iniziativa libertaria alla manifestazione in piazza Ellero dei Mille, in programma dalle 9.30, si arrichisce di una nuova polemica. A lanciarla il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Michele Negro, il quale annuncia che sarà presente anche lui lunedì mattina «a cantare Bella ciao contro il fascio-leghismo della giunta provinciale». Contestato in particolare il presidente, Alessandro Ciriani, che «ha tolto l’oratore ufficiale, Giuseppe Mariuz, scelto unitariamente da tutti, ma che evidentemente gli fa paura». A confermare che in piazza Ellero dei Mille doveva essere lui a tenere l’orazione ufficiale, lo stesso Mariuz, storico e poeta. «A quanto mi risulta – afferma – c’era stata una riunione alla presenza di Comune, Provincia, Anpi e forze armate per concordare le celebrazioni. L’associazione partigiani ha proposto il mio nome per l’intervento ufficiale, una scelta condivisa dai presenti. Dopo ho saputo che Ciriani ha cambiato il nominativo del relatore, una scelta che è stata contestata dall’Anpi». Una decisione che Mariuz ritiene incomprensibile: «L’unica polemica che ho avuto con Ciriani è sulla gestione del Centro studi Pasolini di Casarsa, null’altro. Non capisco, pertanto, tale ostalità visto che da anni tengo relazioni sulla Liberazione. In ogni caso l’Anpi mi ha invito a parlare il 5 giugno alla manifestazione in Piancavallo». Esclude una questione personale il presidente dell’ente intermedio. «Nessun veto – replica Ciriani – semplicemente ritengo che vada introdotto un meccanismo di rotazione, tra gli organizzatori delle celebrazioni, sulla scelta del relatore. L’anno scorso è toccato all’Anpi, quest’anno alla Provincia. Non ci vedo nulla di strano. Su segnalazione di Pietro Angelillo, ho indicato il nome del professor Fulvio Salimbeni, storico equilibrato e affermato». L’orazione di Salimbeni non sarà ascoltata da Ciriani che ha preferito, per l’ennesima volta, non partecipare alla manifestazione in piazza Ellero, delegando il vice presidente, Eligio Grizzo, per evitare scontri o polemiche che ritiene inutili. Si è riservato, però, una mossa a sorpresa: «Non escludo – anticipa – di essere presente a qualche analoga cerimonia in provincia lunedì. Avevo chiesto la disponibilità di Roveredo in Piano, ma in realtà loro organizzano delle iniziative il 1° maggio. Vedremo, mi sto informando e da qualche parte è probabile che vada». Iniziativa libertaria attiverà il presidio in città dalle 9, con microfoni aperti, interventi liberi e sound system, e quindi, alle 10.40, si sposterà nell’ex caserma Martelli di via Montereale dove deporrà una corona alla memoria dei dieci partigiani fucilati in quel luogo, tra i quali lo stesso Franco Martelli.

 

22/04/11

Ancora un 25 aprile di fischi e proteste

 

Il copione si ripeterà anche quest’anno. Da una parte la cerimonia organizzata dalla Provincia in piazzale Ellero per ricordare il 25 aprile, dall’altra la contromanifestazione degli anarchici di Iniziativa libertaria che si richiamano alla «resistenza partigiana – si legge nel volantino – contro tutti i revisionismi e il razzismo dilagante». Da una parte i discorsi ufficiali, dall’altra i fischi. A “prendesreli” quest’anno sarà, per decisione della giunta provinciale, il vicepresidente della Provincia Eligio Grizzo, per altro già avvezzo al ruolo visto che due anni fa si trovò nella medesima situazione. «Non ci sarò per ridurre i toni della provocazione – conferma il presidente Alessandro Ciriani -. Visto che non trova consenso la mia proposta di organizzare una manifestazione a porte chiuse, per poter davvero dibattere del valore di questa festa, temo che anche quest’anno sarà maggiore lo spazio mediatico riservato ai fischi e alle proteste. Per questa ragione non solo non mi presenterò ma faccio anche un appello alla controparte: stiano a casa anche loro e diano la possibilità, a chi vuole partecipare alla cerimonia, di farlo davvero». Ma l’appello è destinato a cadere nel vuoto. «Ci abbiamo messo cinque anni – scrive Iniziativa libertaria che da piazzale Ellero poi si sposterà all’ex caserma Martelli -, ma alla fine abbiamo di fatto cacciato i fascisti e il loro infame gesto dalla piazza. Così ogni anno vigiliamo che non si ripresentino, consci che “non un passo indietro” è possibile in questa lotta simbolica ma importante di memoria e resistenza»