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NOTAV: il mostro e la barricata (cronaca della battaglia)

Il mostro e la barricata

Domenica 26 / lunedì 27 giugno.
Un pozzo di stelle, che ti perdi a guardare. Una notte bellissima di
quelle che noi di città abbiamo dimenticato, forse mai saputo.
Prima la fiaccolata: migliaia e migliaia di luci da Chiomonte alla
Maddalena. Poi il lungo tempo dell’attesa. Tutti sanno cosa li aspetta.
Chi ne ha viste tante e chi ne ha viste poche, chi le ha solo sentite
raccontare dagli altri. Uno striscione dice “in Valsusa la paura non è di
casa”. La paura magari non ti passa ma leggerlo serve a farsi coraggio.
Quando la notte comincia a trascolorare nell’alba arrivano dall’autostrada
deserta e bloccata i primi mezzi. C’è un silenzio irreale, una calma
sospesa. La ruspa gigante avanza da sola sull’autostrada: si avvicina al
guardrail, esita, si ferma di fronte alle barricate cariche di persone,
che orgogliosamente sfidano il mostro.
Una sfida che va avanti da vent’anni, che attraversa le generazioni, che
entra nel DNA politico e culturale di un’intera valle. Ed è contagiosa.
Magicamente contagiosa.
Radio Maddalena Libera – l’emittente pirata della Repubblica – trasmette
dal piazzale: le notizie arrivano a tutti tra Susa e Salbertrand:
resisterà sino all’ultimo, in mezzo al caos e ai lacrimogeni.
Sull’autostrada, all’improvviso, compare Turi, anarchico e non-violento.
Scalzo corre verso la ruspa, brandendo due teste d’aglio. I poliziotti
scattano, lo placcano, se lo portano via. Dalla barricata al piazzale
tutti gridano forte, alcuni battono ritmicamente il guard rail. È come nei
disegni di Marcolino, che da anni segnano muri e piloni dell’autostrada:
un uomo che si para di fronte al mostro e, intorno, la gente che resiste.
La polizia annuncia che mancano dieci minuti all’assalto. Partono in
contemporanea su tre fronti: alla barricata della Centrale, e quelle di
Guaglione e dell’autostrada.
La ruspa avanza e con la pinza gigante comincia a frantumare la protezione
antirumore. Qualcuno spruzza vernice sugli scudi degli agenti. Il mostro,
incurante della gente sospesa in precario equilibrio sulle ringhiere della
barricata, va avanti buttandola giù.
Poi i lacrimogeni. Una nube tossica e maligna vela l’azzurro di una
mattinata limpida: la brezza della Valsusa non soccorre i No Tav. Vicino
alla barricata c’è un anziano: uno gli allunga un limone, lui lo prende,
lo guarda e chiede perplesso “a cosa serve?”. Ascolta la spiegazione, poi
se lo mette sul viso. Altri si passano bottiglie di acqua e malox.
Il gas brucia la pelle, soffoca, la gente arretra. La rabbia è tanta.
I poliziotti avanzano, volano pietre, sedie, quello che capita.
In contemporanea alla barricata della Centrale arrivano poliziotti e
ruspa. Gli uomini dell’antisommossa avanzano tenendo gli scudi sulla
testa, agganciano la ruspa al cancello e si guadagnano una doccia di
vernice rossa. Chi aziona la ruspa sradica tutto, incurante di chi era
arrampicato sul cancello di ingresso della Libera Repubblica. Una porta
aperta a tutti ma non alle truppe di invasione. Una fitta pioggia di
lacrimogeni obbliga i manifestanti ad arretrare sino alla barricata
successiva: una lunga marcia all’indietro lungo la strada dell’Avanà,
barricata dopo barricata sino al piazzale. Poliziotti e carabinieri
vestiti da tartarughe ninja avanzano come furie, danneggiando alcune
vigne. Ironia della sorte quella più colpita è la vigna del sindaco di
Chiomonte, Pinard, un fascista che iniziò la carriera negli anni Settanta
con i raduni paramilitari nei boschi. Oggi ha venduto il suo paese.
Alla barricata di Giaglione, lungo la mulattiera che collega il borgo
Clarea con il paese, la ruspa è pronta ad entrare in azione. I No Tav
resistono finché possono, poi chiudono la barricata sul ponte e
raggiungono gli altri tra l’autostrada e il piazzale.
Ancora lacrimogeni a pioggia.
Tanti prendono il sentiero per Ramats inseguiti dagli agenti che
continuano a sparare gas. Se nel bosco fosse scoppiato un incendio poteva
essere una strage. Per fortuna vanno a fuoco solo alcune tende sul prato
dietro il piazzale.
Si sale con il fiato mozzo e gli occhi gonfi per il gas e la rabbia. Ci si
guarda in faccia, si scambia un saluto e tanti chiedono “come stai? Serve
una mano?” E intanto ti allungano una bottiglietta d’acqua, un biscotto. A
me qualcuno passa persino una mezza tazza di caffé, che divido con quelli
che mi sono vicini.
Qualcuno non riesce a prendere il sentiero, viene placcato dai poliziotti,
minacciato, identificato, probabilmente denunciato. Una ragazza francese
tornata indietro per recuperare la sua auto viene messa in un angolo,
dileggiata, minacciata di stupro.
Alcuni, armati del coraggio che ci vuole a lavorare sotto gli occhi
irridenti di un esercito di occupazione, cominciano a smontare tende e
gazebo. Tante cose sono a pezzi, distrutte.
I poliziotti denunceranno 64 feriti, i manifestanti ne hanno
“ufficialmente” una trentina. La solita storia, vecchia e triste dei
militari che si fanno refertare anche le nocche sbucciate mente picchiano,
mentre chi manifesta si cura da se, va in ospedale solo se è
indispensabile.
I segni delle botte li vedo uno a uno sulle facce, sulle braccia e le
gambe di chi si raduna stremato alla Ramats.
La polizia ha chiuso autostrada sino a notte: le due statali – intasate
dai tir usciti dalla A32 - sono state invece bloccate per ore e ore dai No
Tav a Oulx, Bussoleno, Sant’Ambrogio.
Tanti hanno profittato della copertura data da CUB, Cobas e USB ed hanno
scioperato. Un compagno, cui il padrone aveva chiesto una dichiarazione di
sciopero, ha inviato alla ditta quella della CUB che “indice sciopero
generale (…) con decorrenza immediata e sino al ritiro delle forze di
polizia che stanno attaccando il presidio di Chiomonte”.

L’assemblea
La sera a Bussoleno la sala del Polivalente è subito stracolma: tantissimi
rimangono fuori, altri hanno dovuto stiparsi uno sull’altro in un catino
di sudore.
Sono tutti in piedi ad applaudire chi ha resistito. L’indicazione che
emerge è chiara: riprendersi al più presto la Maddalena.
Domenica 3 luglio viene proclamata una manifestazione nazionale.
Se pensavano di aver fatto paura si sono sbagliati e di grosso.
All’assemblea c’era anche chi ha provato a giocare la carta del “nuovo
soggetto politico”, l’ennesimo partito dei “movimenti”. Come se un sistema
di sfruttamento e dominio si potesse aggiustare con qualche santo in
parlamento. In questi anni i santi in parlamento (o in comunità montana)
per meglio accomodarsi sulle poltrone hanno dovuto sfilarsi le ali di
cartapesta. È da stolti cullare e diffondere l’illusione che la democrazia
si possa curare.
Alla Maddalena gas e manganelli hanno cantato la canzone della democrazia
reale, che non è tradita ma si tradisce. Solo l’azione diretta popolare,
l’autogestione delle attività che servono alla vita, l’autogoverno del
territorio possono scompaginare le carte e cominciare un gioco nuovo.
All’ombra del Rocciamelone sono ormai tanti quelli che l’hanno capito.
Sempre all’assemblea qualcuno si è fatto prendere la mano e ha detto che i
No Tav avevano scritto “La Storia”, ha parlato di battaglie e di guerre.
La tentazione di usare le parole di chi fa il mestiere delle armi è forte,
ma si può non cascarci. Il nostro dire è quello di chi rompe, a livello
simbolico e materiale, con chi continua a raccontare una sola “Storia”,
quella dei tiranni e dei loro guardiani.
Le nostre storie, quelle infinite di tutti e di ciascuno, sono contro la
“Storia”: si sono intrecciate e costruite nei 37 giorni della Libera
Repubblica. 37 giorni di libertà, autogestione, solidarietà, cibo
condiviso e incontro. 37 giorni dove le barricate che chiudevano la strada
hanno aperto la via ad un moltiplicarsi di storie uniche, che restano
racchiuse nei nostri cuori.
Su un quotidiano è apparsa l’immagine di un No Tav, stretto a braccia
aperte, occhi bruciati dai lacrimogeni, in mezzo alle tartarughe ninja che
avanzano. Un essere umano tra agli automi in divisa.

Il giorno dopo
Lo Stato si preso tutto. Il museo è diventato il bivacco per i cosacchi di
Maroni, la strada viene spianata. Cemento, reticolati, filo spinato, 800
uomini in armi. Un’occupazione militare.
Un anziano in prima linea alla barricata sul lato destro dell’autostrada,
ci racconta “mio fratello ha la medaglia d’oro: gliel’hanno data per la
lotta partigiana. Mi ha detto che se la polizia occupa la valle lui quella
medaglia la restituisce”.
Il filo tenace della memoria di chi lotta, indebolito dalla retorica e
dalle cerimonie tristi tra gonfaloni e ipocrisia dei nuovi fascisti, torna
forte nella resistenza attiva all’invasione.
Già dalle prime ore di martedì 28 i No Tav sono tornati al ponte sulla
Dora, dove ora c’è un check point militare che blocca e identifica le
persone. Un nuovo presidio sta nascendo di fronte all’ingresso della
Maddalena occupata.
In serata a Susa ventimila persone partecipano alla fiaccolata: il corteo
è un serpente che si morde la coda. Una risposta inequivocabile a chi dice
che l’aria è cambiata, che la gente ha cambiato idea.
Le tende piantate nel bosco sono state strappate e riempite di escrementi.
Forse i poliziotti che le hanno usate come gabinetti pensavano di
celebrare così il proprio trionfo: hanno mostrato la loro infinita
miseria. La miseria dei servi violenti e volgari che lo Stato usa per
imporre il proprio dominio, per sottomettere le popolazioni ribelli.
Non ci riusciranno. Torneremo.

Maria Matteo
(quest’articolo uscirà sul prossimo numero del settimanale Umanità Nova)

NO TAV/ Il servizio di Telefriuli sul presidio di Udine

Per chi gira su facebook

http://www.facebook.com/video/video.php?v=228706633816882

 

alcuni fermo immagine del servizio-intervista, (girato verso la fine del presidio quando un po’ di gente se ne era già andata via)

 

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NO TAV: Domenica tutti in Val Susa

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Udine sabato 2 lugliio Piazza Matteott

Un presidio solidale, conviviale ed informativo  si è tenuto ad Udine Sabato 2 luglio dalle 16.00 alle 20.00 in Piazza Matteotti a sostegno  della manifestazione nazionale del 3 luglio in Valsusa.
Il filo conduttore dell’iniziativa è stato: la gente ha capito i problemi del nucleare e dell’acqua, ma non ha ancora capito quello della TAV.
Abbiamo potuto propagandare il sito infoaction come utilissimo strumento per accedere a tutte le fasi di lotta che in Regione FVG hanno portato alla delegittimazione del Corridoio 5.

In particolare ricordiamo ancora una volta a tutti/e  l’importanza di vedere, (anche più volte) questo video.

 

LEGGI L’APPELLO DEI COMITATI NOTAV PIEMONTESI

 

Partenze dalla regione

PORDENONE

In solidarietà alla lotta dei resistenti della val Susa abbiamo organizzato una
CAROVANA d’auto che partirà venerdì 1/07/2011
dalla sede del Prefabbrikato (dove c’è la biblioteca del Circolo Libertario E. Zapata) per raggiungere in tempo (senza blocchi) il presidio da dove partirà la manifestazione.
Tutte le INFO sul pernottamento verranno date al ritrovo della partenza o per maggiori delucidazioni scrivere a ilpn@autoproduzioni.net

TRIESTE

Si stanno organizzando delle auto:

per info: gruppoanarchicogerminal@hotmail.com oppure notavtriestecarso@gmail.com

UDINE

Partiranno anche alcune macchine dalla provincia di Udine

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VALSUSA/ FILO SPINATO OVUNQUE

DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE A MANIFESTARE IN VALSUSA

Misure da campo di concentramento, da apartheid, da colpo di Stato. Questo infatti è quello che sta succedendo in Valsusa per fermare la rabbia popolare. E’ il Golpe della “mafia politica” che va da Fassino a Berlusconi passando per Maroni e Castelli e dalla quale non si deve escludere nemmeno Di Pietro. La sinistra poi si oppone per modo di dire, ma non è mai stata veramente contraria alla TAV e al Corridoio 5.

a cura del “Gruppo per l’Ecologia Sociale”

 

 

La dirette autogestite  01 | 02 | 03 | 04

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NO TAV/ Rassegna stampa del presidio di Udine del 2 luglio

Notizia approssimativa, ma l’importante è manifestare e farlo sapere. Molti elementi ci fanno pensare che la gente è totalmente disinformata su quello che succede.

——————-

Messaggero Veneto DOMENICA, 03 LUGLIO 2011 Pagina 16 – Cronache

No Tav, solidarietà con la Val Susa

PIAZZA SAn GIACOMO

Manifestazione anti-Tav anche in città. In segno di solidarietà con le popolazioni della Val Susa (e in contemporanea con la loro protesta), il Movimento studentesco di Udine, con altre associazioni, ha manifestato ieri pomeriggio in piazza San Giacomo (m.z.)

 

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VALSUSA/ GIA’ TOLTO IL FILO SPINATO …

polizia
E’ solo l’inizio di una battaglia che si può e si deve vincere; qui si mette in ginocchio l’intero sistema mafioso che governa l’italia e non solo berluskoni
resistenzanotav
Seguono le dirette di movimento e le rassegne stampa
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Comunicato stampa: Pordenone-Val Susa-Pordenone

resistentivalsusaTornati i solidali pordenonesi partiti con tre auto colme per manifestare contro la devastazione della TAV e dare man forte a chi resiste contro la violenza inaudita della polizia mandata dallo stato a intimidire le popolazioni delle vallate, in massa contrarie a questa gigantesca truffa. Nonostante le informazioni distorte che a tamburo battente hanno raccontato i media mainstream e cioè di una manifestazione di poche migliaia di cui metà stranieri cattivi e infiltrati e dando seguito alle notizie incredibili e ridicole dei quasi 200 infortunati tra le forze dell’ordine la verità si fa largo. E passa di bocca in bocca, di blog in social network, da Indymedia ad altri canali alternativi per farsi raccontare persino da una TV francese. Verità che ci confermano i nostri compagni di ritorno, sfiniti, da una manifestazione enorme fatta da decine di migliaia di persone, determinata da percorsi diversi e legittimi come i cortei di famiglie con bambini e anziani e altri di giovani e non che hanno scelto i boschi o altri sentieri per riprendersi la valle, i presidi (come quello della libera repubblica della Maddalena) ed ostacolare il “mostro” ovvero un cantiere in odore di mafia e speculazione.

Ci raccontano di candelotti con gas CS, bandito ovunque e considerato cancerogeno, ma utilizzato solo in Italia, candelotti sparati ad altezza d’uomo, da proiettili di gomma rivestiti d’acciaio, di aria satura ed irrespirabile che ha provocato crisi di respirazione diffusa ed ancora di una ragazzo gravemente ferito per essersi preso un lacrimogeno al fianco. Con la violenza lo stato ha tentato di terrorizzare tutti ma non c’è riuscito. A solo una settimana dall’inavsione dei 2000 “soldati” oggi c’è stata un’altra memorabile lotta dei resistenti valligiani che applaudivano dai cavalcavia i giovani che rischiavano rispondendo con il coraggio ai robocop senza cuore e smentendo chi ha tentato da subito di dividere in buoni e cattivi.

Questo è il “vento nuovo”, l’unico, che noi sentiamo e sosteniamo. Sarà il loro Vietnam, dalla Val Susa al Friuli li fermeremo.

 

Iniziativa Libertaria  – Pordenone

La mobilitazione NO TAV, il contributo e l’andamento delle visite ad Infoaction

i visitatori unici, le pagine visite e le visite alle singole pagine, fino al 4 luglio 2011

 

Giorno Data VisitatoriUnici PagineViste
Lunedì 4-7-2011 213 628
Domenica 3-7-2011 150 830
Sabato 2-7-2011 101 319
Venerdì 1-7-2011 155 457
Giovedì 30-6-2011 145 374
Mercoledì 29-6-2011 228 791
Martedì 28-6-2011 203 632
Lunedì 27-6-2011 303 843
Domenica 26-6-2011 120 500
Sabato 25-6-2011 106 236
Venerdì 24-6-2011 93 321
Giovedì 23-6-2011 122 338
Mercoledì 22-6-2011 99 395
Martedì 21-6-2011 92 304
Lunedì 20-6-2011 91 453
Domenica 19-6-2011 74 212
Sabato 18-6-2011 82 250
Venerdì 17-6-2011 115 337
Giovedì 16-6-2011 90 285
Mercoledì 15-6-2011 149 433
Martedì 14-6-2011 123 302
Lunedì 13-6-2011 139 488
Domenica 12-6-2011 151 278
Sabato 11-6-2011 125 262
Venerdì 10-6-2011 119 384
Giovedì 9-6-2011 147 420
Mercoledì 8-6-2011 197 459
Martedì 7-6-2011 224 524
Lunedì 6-6-2011 143 470

 

 

Sezione NO TAV categoria Valsusa

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rilevazione 5 luglio 2011

 

1 VALSUSA/ GIA’ TOLTO IL FILO SPINATO … Administrator 213
2 VALSUSA/ FILO SPINATO OVUNQUE Administrator 63
3 NO TAV: Domenica tutti in Val Susa Germinal 116
4 NOTAV: il mostro e la barricata (cronaca della battaglia) Germinal 67
5 TRIESTE: foto delle due iniziative NOTAV Germinal 68
6 NO TAV/ Valsusa l’alleanza PD-Lega Administrator 72
7 VALSUSA/ Ore 6.48 inizia l’aggressione dello Stato Administrator 253
8 NO TAV/ Rassegna stampa 26 giugno 2011 Administrator 67
9 NOTAV: perquisizioni e nuove denunce contro il movimento piemontese Germinal 121
10 NOTAV: report e foto dalla Val Susa in lotta/2 Germinal 736
11 NOTAV: report e foto dalla Val Susa in lotta/1 Germinal 971
12 NOTAV: la lunga attesa Germinal 113
13 NOTAV: appello dalla Val Susa alla solidarietà Germinal 126
14 NOTAV: foto e volantino del presidio a Trieste per la Val Susa Germinal 259
15 NO TAV: Valsusa, questa notte primo tentativo fallito di impiantare i cantieri coordanarchicisontini 162
16 NOTAV: in Valsusa è iniziata la battaglia! Germinal 170
17 NOTAV: 15.000 in marcia nel torinese Germinal 176
18 TORINO:No Tav occupano sala vip della Freccia Rossa Germinal 231
19 NO TAV/ Val di Susa manifestano almeno 30 mila persone Administrator 324
20 No Tav/ Val di Susa: cariche della Polizia contro i manifestanti Administrator 302

 

Sezione NO TAV Categoria NOI

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Rilevazione 5 luglio 2011

 

1 Comunicato stampa: Pordenone-Val Susa-Pordenone Administrator 10
2 NO TAV/ Rassegna stampa del presidio di Udine del 2 luglio Administrator 60
3 NO TAV/ Il servizio di Telefriuli sul presidio di Udine Administrator 132
4 NO TAV/ Rassegna stampa sui presidi di martedì Administrator 83
5 NO TAV/ Ottima riuscita del presidio ad Udine Administrator 165
6 PORDENONE NO TAV in solidarietà alla Val Susa Administrator 83
7 APPELLI dalla Valsusa/ Imminente l’attacco dello Stato (in camicia verde) Administrator 186
8 NO TAV/ Giù le mani dalla Valsusa. Sabato 25 Presidio ad Udine Administrator 249
9 NOTAV: grande successo dell’assemblea a Visogliano-foto e report Germinal 263
10 NO TAV/ Report+Volantino per lo sciopero del 6 maggio ad Udine Administrator 316
11 NO TAV/ Volantinaggio giovedì al Deganutti ad Udine Administrator 375
12 NO TAV: continuano le iniziative del Comitato di Trieste e del Carso Germinal 281
13 NOTAV: foto del presidio sotto il comune di Trieste Germinal 291
14 NO TAV a Strasburgo Administrator 228
15 NOTAV: anche ad Aurisina grande interesse Germinal 221
16 NOTAV: continuano le assemblee pubbliche sul Carso Germinal 266
17 NO TAV/ Le basi di conoscenza per fondare una mobilitazione generale Administrator 572
18 NOTAV: iniziative dei comitati della Bassa Friulana Germinal 465
19 NOTAV: Tracciato Tav nella Bassa, i comitati a Bruxelles Germinal 689
20 NOTAV/ Volantinaggio nelle stazioni Administrator 298

 

 

Inoltre, per l’occasione, gli aggiornamenti venivano dati nella categoria “Notize Flash”

 

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1 NO TAV/ La minaccia di Castelli Administrator 430
2 GRECIA di nuovo in fibrillazione Administrator 98
3 REFERENDUM: raggiunto il quorum Administrator 125
4 Tokyo si sveglia Administrator 54
5 Rubbia: il nucleare costa troppo Administrator 83
6 DOPO FUKUSHIMA/ Fuga dall’atomo? Administrator 64
7 Fincantieri: verso il blocco dei tagli Administrator 51
8 FUKUSHIMA/ Mission impossible Administrator 108
9 La fine del berlusconismo Administrator 130
10 OPERAI/ Lotta dura contro Fincantieri Administrator 114
11 INTERNAZIONALE/ Spagna: il Movimento degli Indignados Administrator 157
12 Valle di Susa i NO TAV minacciano di bloccare il giro Administrator 110
13 La Confindustria applaude Espenhahn Administrator 138
14 MILANO/ Croce celtica in un commissariato Administrator 134
15 MUTAMENTI CLIMATICI/ Pauroso tornado nel sud degli Usa Administrator 107
16 FUKUSHIMA/ Soluzione lontana Administrator 105
17 FUKUSHIMA/ Un mese dopo. Pericolo al livello 7 Administrator 109
18 Il nostro tempo è adesso Administrator 170
19 Fuga di massa da Manduria Administrator 122
20 Esplosione nella centrale nucleare di Fukushima coordanarchicisontini 381

 

 

 

TAV: Mainardi commissario alla Tav del Nordest

Il Piccolo 05/07/11

Mainardi commissario alla Tav del Nordest

 

di Martina Milia  Il governo ha “partorito” il commissario della Tav per il Nordest. Nove mesi dopo la lettera inviata dai governatori di Veneto e Friuli Venezia Giulia, con la quale veniva chiesta a Roma la nomina di un commissario straordinario per l’emergenza dell’alta velocità tra Venezia e Trieste, Bortolo Mainardi diventa commissario. Il nome dell’architetto bellunese, già commissario straordinario delle infrastrutture del Nordest ai tempi del ministro Lunardi, attuale consigliere d’amministrazione dell’Anas, uomo gradito al Ministro Giulio Tremonti, era già stato indicato dai governatori lo scorso settembre ma nemmeno quello è servito a tagliare i tempi. Eppure il 7 ottobre, appena una settimana dopo la richiesta, il Tesoro, proprio a firma di Tremonti, aveva inviato il via libera alle Infrastrutture. C’è chi dice che sia iniziato un braccio di ferro per far dimettere Mainardi dall’Anas, chi racconta delle solite tensioni Tesoro-Infrastrutture. Quali siano state le vere ragioni, si sono perse nel passare dei mesi. Mainardi è stato nominato il giorno dopo gli scontri in Val Susa , ma non per questo si tira indietro. «Sono onorato dell’incarico, non ho mai voltato le spalle alle sfide». Il primo passo sarà «capire quali siano i poteri con cui potrò operare». Preoccupato dall’ombra della Val Susa a Nordest? «Vista l’esperienza del Passante, credo che possiamo lavorare per arrivare al consenso sociale. Questo non significa che tutti vogliano o vorranno la Tav, ma che cercheremo di realizzare un’opera che ottenga il consenso di larga parte della popolazione». E a Mainardi arrivano gli auguri di buon lavoro da tutti. Inizia il governatore Luca Zaia, felicitandosi per la nomina che «può rappresentare un’importante accelerazione perché in Veneto i commissari hanno sempre funzionato e sono riusciti a fare ciò che sembrava impossibile». Gli fa eco Renzo Tondo che parla di un esperto «adatto per dare impulso alla costruzione di una grande opera secondo un modello vicino a quello adottato per la terza corsia». L’assessore Riccardo Riccardi, nell’assicurare al commissario e amico la collaborazione della Regione, sottolinea come la nomina arrivi «in un momento di grande tensione che segna ancor di più l’importanza di quest’incarico, che abbiamo voluto con forza». Soddisfatto Renato Chisso, assessore alle Infrastrutture del Veneto e il suggello arriva anche da Confindustria. Per Andrea Tomat, presidente regionale degli industriali veneti, «la nomina contribuirà a dare certezza e celerità alla realizzazione di un’opera che è il nostro obiettivo più importante in tema di infrastrutture». Benedizione anche da Emma Marcegaglia che giudica “un fatto positivo” la nomina del commissario.

 

 

NOTAV: rassegna stampa locale 4-5 luglio

Il Piccolo del 05/07/11

«I violenti c’erano, ma erano i caschi blu»

 

di Giovanni Tomasin TRIESTE A loro la solita storia, quella dei manifestanti buoni e di quelli cattivi che attaccano la polizia, proprio non va giù. Luca Tornatore, esponente della Casa delle culture di Trieste che con una cinquantina di attivisti della regione ha partecipato al corteo No Tav in Val di Susa, racconta in presa diretta il punto di vista dei contestatori: «Si parla di “black bloc”, ma è un’etichetta che non significa nulla – dice -. Non ci sono spaccature nel movimento perché nessuno, fra i manifestanti, è andato in Val di Susa con intenti “militari”». La divisione dei cortei in più tronconi, spiega, era pensata a tavolino per ragioni pratiche: «Anni d’esperienza ci hanno insegnato che in questi casi la reazione delle forze dell’ordine è estremamente violenta – spiega -. Allora ci siamo divisi in tre gruppi: in uno abbiamo concentrato i sindaci, gli anziani, i bambini, nella speranza che la polizia non si accanisse». Ma per tutti e tre, quello sulla strada e quelli nei boschi, l’obiettivo era lo stesso: «Riappropriarci del cantiere della Maddalena, sgombrato lunedì scorso, smantellando la recinzione. Nessuna violenza, era un atto simbolico. Purtroppo, puntuale come sempre, è arrivata la reazione delle forze dell’ordine». Tornatore racconta episodi che domenica rimbalzavano su tutti i siti No Tav: «Appena ci siamo avvicinati polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno sparato un mare di lacrimogeni ad altezza d’uomo – ricorda -. Ad un certo punto hanno iniziato a tirarci addosso dei sassi dall’alto. Ci contestano perché indossiamo il casco: lo facciamo perché sappiamo cosa fa la polizia, sappiamo che se un candelotto ti arriva in faccia ti ammazza». Tornatore cita la testimonianza di Fabiano Di Berardino, il militante che racconta di essere stato picchiato per ore dalle forze dell’ordine: «Se tu stai cercando solo di buttar giù una rete e loro reagiscono così, tu devi difenderti – dice -. Anche a me piacerebbe fermare i violenti. Il problema è che i violenti sono i caschi blu. Noi non cerchiamo lo scontro, a nessuno piace rischiare la pelle». Le ragioni della protesta, dice, sono ben altre: «I referendum l’hanno dimostrato. Non siamo più disposti a vendere la nostra vita, per di più al ribasso. La Tav è un progetto vecchio di vent’anni, costosissimo, e nessuno tra i suoi sostenitori ha mai risposto alle critiche lucidissime avanzate dalla gente ma anche da tanti tecnici. Alle richieste di dibattito pubblico hanno sempre risposto con il mantra generico del “progresso”. Il vero assedio lo fanno loro».

 

Messaggero Veneto

05/07/11

No Tav, manifestanti anche dalla città Ugl: ora leggi speciali

 

 

Aderenti a Iniziativa libertaria hanno partecipato domenica alle manifestazioni “no Tav” in Val di Susa. «Ci hanno raccontato – afferma una nota del gruppo – di candelotti con gas cs, bandito ovunque e considerato cancerogeno ma utilizzato solo in Italia, di candelotti sparati ad altezza d’uomo, da proiettili di gomma rivestiti d’acciaio, di aria satura ed irrespirabile e ancora di una ragazzo gravemente ferito per essersi preso un lacrimogeno al fianco. Con la violenza lo Stato ha tentato di terrorizzare tutti ma non c’è riuscito. A solo una settimana dall’invasione dei 2 mila soldati, domenica c’è stata un’altra memorabile lotta dei resistenti valligiani che applaudivano dai cavalcavia i giovani che rischiavano rispondendo con il coraggio ai “robocop” senza cuore e smentendo chi ha tentato da subito di dividere in buoni e cattivi. Questo – conclude la nota – è il “vento nuovo”, l’unico, che noi sentiamo e sosteniamo». Di diverso parere l’Ugl della Polizia di Stato che chiede, invece, di procedere per tentato omicidio contro gli autori delle violenze sulle forze dell’ordine. «Ci troviamo di fronte non più ad una situazione di ordine pubblico – afferma il vice segretario nazionale Raffaele Padrone – ma ad un vero e proprio assalto all’uomo in divisa, che non possiamo più affrontare con i mezzi attuali se non a costo di numerosi feriti e con il rischio di avere delle vittime. A fronte degli oltre 150 feriti in pochi giorni, chiediamo di “militarizzare” il territorio e di usare leggi speciali che consentano il proseguimento dell’opera. Bisogna inoltre intervenire fermando all’origine i gruppi sovversivi come per i tifosi violenti degli stadi con apposite leggi visto che, come dimostrato, i violenti sono sempre gli stessi già denunciati in passato e mai domi dal compiere reati».

 

04/07/11

Scritte anti-Tav lungo il ring

 

Vai a capire le forme della solidarietà: per sostenere la lotta anti-Tav in Val Susa e salvare l’habitat dall’alta velocità, hanno imbrattato i muri a Pordenone. La sigla dell’anarchia, è stata fissata con lo spray sulla facciata di una casa che affaccia sul ring, di fronte al parco Galvani. Ma le paternità, in questi casi, sono difficili da stabilire. «La lotta no-Tav è la nostra lotta: in Piemonte e in Friuli». Dopo i presidi in Val di Susa, quello di Pordenone aveva alzato le bandiere in città, con Iniziativa libertaria e Cobas in piazzetta Cavour. Hanno detto no, in 150 minuti di sit-in, all’alta velocità ferroviaria a forte impatto ambientale. «Solidarietà alla Val di Susa che lotta contro la Tav – era in piazza Stefano Raspa con anarchici e Comitati di base -, a Piomonte e Chiomonte. Se riaprono i cantieri, il disastro potrebbe arrivare anche nella Bassa friulana sull’asse Venezia-Trieste attraversando il Carso e lambendo, forse, alcuni paesi del Sanvitese. L’alta velocità è insostenibile sotto il profilo geologico: il caso Mugello, insegna»

 

Gazzettino di Pordenone

Martedì 5 Luglio 2011,

«Noi al fronte dei No Tav»

Quattordici persone da Pordenone alla manifestazione in Val di Susa

C’erano anche quattordici pordenonesi domenica in Val di Susa, arrivati a Venaus alcuni già il sabato mattina alle 5, altri nel pomeriggio dello stesso giorno. Raccontano di un serpentone umano unitario e solidale; negano l’immagine passata dai media che vorrebbe due cortei divisi, l’uno buono, l’altro violento animato da black bloc.
Sono in due a parlarne: Emiliano Marra e Gianluca Greco, che assieme agli altri dodici, tutti vicini al movimento di Iniziativa Libertaria, sono partiti per il Piemonte. Dicono di non aver partecipato agli scontri violenti, ma dalla strada principale che va a Chiomonte, stando in mezzo del corteo, hanno visto quanto accadeva nei boschi e poi attorno alla centrale elettrica.
«Nessuna organizzazione squadrista o militarizzata – affermano – È stata una reazione violenta dopo gli sgomberi di lunedì 27. Abbiamo assistito alle riunioni di sabato sera, gli aspetti organizzativi riguardavano solo come strutturare il corteo».
Parlano di una “mitologia dei black bloc”, descrivono una guerriglia continua, a volto scoperto, nei boschi a partire già dalle 11 di domenica per creare un diversivo e distogliere l’attenzione delle forze dell’ordine e poi alla centrale, dalle 15, dopo che il grosso del corteo era già sceso verso il paese.
«Al mattino al bivio per Ramats – spiega Marra – gli organizzatori davano indicazioni su come il corteo si sarebbe sviluppato. Chi avesse voluto, sarebbe potuto salire nei boschi, ma solo chi era attrezzato con scarpe da montagna. Quanto alle maschere antigas, quelle che ho visto erano delle semplici protezioni bianche in plastica, forse una seria con il doppio filtro. Bombe carta, spranghe o sassi, c’erano, ma vanno ricondotti a iniziative individuali; la cosa più falsa é che ci sia stato un assetto paramilitare».
Spiegano come si é sviluppata la manifestazione, di come i valsusani fossero compatti: «Sono persone che hanno già perso tutto e che non hanno protestato contro i manifestanti violenti». Bambini, anziani, cattolici militanti, addirittura gruppi di preti e suore raccolti in alcuni momenti anche di preghiera, sindaci dei Comuni della Valle, gli anarchici piemontesi, tutti nel corteo principale, sul ciglio della strada a mangiare e «a osservare le traiettorie di lacrimogeni, i cui fumi arrivavano a centinaia di metri, ma anche di proiettili di gomma. Con gli organizzatori che ci distribuivano acqua e limoni da spalmarsi addosso per lenire gli effetti del gas lacrimogeno Cs».
Intanto ieri sera qualche decina di persone ha manifestato a Trieste contro il progetto dell’alta velocità in segno di solidarietà con i movimenti «No Tav» del Piemonte. La manifestazione si è svolta pacificamente ai piedi del municipio in Piazza dell’Unità d’Italia. I partecipanti hanno sventolato le bandiere No Tav e scandito slogan contro l’inutilità dell’opera infrastrutturale.
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