Entries from Marzo 2017 ↓
EGITTO/ Manifestazioni contro la giunta militare
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
FERROVIE: altre linee tagliate!
Marzo 17th, 2017 — General, Treni
Da Il Piccolo del 22/11/11
TRIESTE Mentre per Trenitalia si parla soltanto di ventilata soppressione, per le ferrovie ungheresi il Budapest – Venezia è già dato per morto. La cancellazione dell’ultimo convoglio che permette di varcare il confine dalla provincia di Trieste è già pubblicata sul sito ufficiale delle ferrovie ungheresi “Mav – start”. Ma in Italia non è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale da parte di Trenitalia che, anzi, non ha ancora confermato la notizia. Paragonando i dati pubblicati via web, sul sito di Trenitalia l’unica sentinella di allarme la si ottiene cercando il Budapest – Venezia dopo la data dell’11 dicembre, quando entrerà in vigore il nuovo orario che dovrebbe decretare la soppressione del treno internazionale: digitando di voler prendere il convoglio prima del 10 dicembre, la ricerca permette di ottenere gli orari di arrivo e partenza del viaggio. Ma quando lo si cerca dall’11 dicembre in poi, il sito di Trenitalia risponde che «nessuna soluzione è stata trovata». E a fronte di quella che in Friuli Venezia Giulia appare soltanto una «ventilata soppressione», il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Roberto Antonaz, interroga il governatore Tondo per sapere se la Regione cercherà di fare qualcosa per salvare il treno, che già rappresenta l’unico superstite a tratta internazionale. L’interrogazione di Antonaz è a risposta immediata: dovrà pertanto essere discussa in Consiglio domani o al massimo giovedì. «Avendo appreso – scrive Antonaz – che dall’11 dicembre verrà, con ogni probabilità, soppresso l’ultimo treno internazionale rimasto, dei diversi che fino a qualche anno fa collegavano il capoluogo regionale con le principali capitali dell’Est Europa, vogliamo conoscere quali iniziative immediate l’amministrazione regionale intenda intraprendere nei confronti di Rfi per impedire l’ulteriore impoverimento dei collegamenti che fanno capo a Trieste. Tale ipotesi danneggerebbe i cittadini e l’economia dell’intera regione». Secondo Antonaz «c’è da preoccuparsi seriamente per l’isolamento ferroviario che si prefigura in regione», visto che sono in bilico anche gli altri collegamenti notturni diretti a Roma e Lecce: «sarebbe più logico utilizzare le risorse destinate alla tanto conclamata Tav per mantenere e migliorare il servizio ferroviario esistente, il cui impoverimento passa sotto il silenzio dell’amministrazione regionale». (el.pl.)
Da Il Piccolo del 21/11/11
di Elena Placitelli
TRIESTE Se siete tra quelli che hanno sempre sognato di prendere il treno per Budapest, vi conviene non rimandare più. Il 10 dicembre potrebbe essere il suo ultimo viaggio. In gergo i ferrovieri lo chiamano il 440–441. Per tutti è da sempre il Budapest–Venezia, l’unica possibilità a tutt’oggi rimasta per varcare il confine in treno dalla provincia di Trieste. Il conto alla rovescia sull’ultimo “superstite” internazionale è già partito e, a meno di “miracoli”, terminerà l’11 dicembre con l’entrata in vigore del nuovo orario che ne decreterà o meno il mantenimento. Per ora, in verità, Trenitalia non ne conferma la soppressione, ma nemmeno la smentisce: «Quel treno non rientra nel contratto universale e pertanto non è finanziato né dallo Stato né dalla Regione. L’azienda, siccome il convoglio non riesce a incassare tanto quanto costa, sta valutando il da farsi con gli Stati e le reti estere. Se ci sono problemi di ricavo, ciò significa che quel treno è poco frequentato: su quella tratta hanno ormai la meglio i voli low cost. Perché passare una giornata in treno (14 ore, ndr) quando spendi come se prendessi un aereo?». Che sia scomodo partire da Trieste per salire sul Budapest non è una novità. Fino a qualche anno fa i collegamenti erano due, uno notturno e uno diurno. Poi è rimasto solo quello notturno. Ma la stazione centrale di Trieste è stata tagliata fuori e il Budapest lo si può prendere solo da Monfalcone o da Villa Opicina. Con il risultato che in treno bisogna fare i salti mortali anche solo per raggiungere la vicina Lubiana. Ma se il rischio dovesse concretizzarsi, svanirebbe anche quest’ultima chance. Che si inserisce peraltro nell’elenco degli altri collegamenti notturni in bilico da Trieste, come il treno delle 21.54 diretto a Roma, già accorciato perché una volta arrivava fino a Salerno. Il suo futuro è ancora incerto, per quanto Trenitalia abbia chiarito che è stata bandita una gara comunitaria per individuare il nuovo soggetto che gestirà i viaggi notturni. Così anche per il Lecce, che parte alle 19.48 servendo tutta la costa adriatica. Tutto dipenderebbe dalla rottura degli accordi con la società francese Wagons-Lits, che gestiva i vagoni letto. Il responsabile dell’associazione triestina “Ferstoria”, Leandro Steffè, conta che entro il 10 dicembre verranno soppressi 100 vagoni letto, poco meno della metà dei 250 che attualmente percorrono l’intero Paese. «Significa che sono a rischio i treni notturni a lunga percorrenza: è in forse perfino il Milano–Parigi, figuriamoci il nostro per Budapest. Nella logica di “tagliare il tagliabile” è da tempo che si parla di sopprimerlo, ma ora ci sono forti dubbi che il Budapest venga mantenuto. Nel momento in cui viene strombazzata l’Alta velocità Torino-Milano-Roma–Napoli con la deviazione per Venezia, si taglia tutto il resto. La logica di bilancio che domina Trenitalia – incalza – sta penalizzando soprattutto una città di confine come la nostra. E la politica non presta abbastanza attenzione ai danni economici e turistici che ne conseguono sul territorio». Secondo Steffè, non si può comunque escludere che l’Austria e l’Ungheria decidano di mantenere il Budapest su un vettore non italiano: un esempio simile al Trieste–Berlino, convoglio tedesco per passeggeri con auto a seguito «che Trenitalia bada bene a non pubblicizzare»
NO OGM: respinto il ricorso di Fidenato
Marzo 17th, 2017 — General, No OGM
Dal Messaggero Veneto del 22/11/11
Ogm, la Cassazione respinge il ricorso di Giorgio Fidenato
di Enri Lisetto L’azienda dell’imprenditore agricolo di Arba Giorgio Fidenato Introis resta sotto sequestro: la terza sezione della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del presidente di Agricoltori federati, avverso il rigetto della stessa istanza, del 21 aprile scorso, da parte del tribunale del Riesame di Pordenone. La Corte suprema si è uniformata alla decisione del collegio del Friuli occidentale. L’imprenditore dovrà anche rifondere le spese processuali. Il sequestro preventivo dell’azienda (ovvero dei due terreni di Vivaro e Fanna, 4 ettari in tutto, dei 17 sacchi di sementi di mais transgenico, del trattore e del conto corrente) era stato disposto il 2 aprile scorso dal giudice monocratico del tribunale cittadino Rodolfo Piccin. La procura contesta la violazione del decreto legislativo 212/01 ovvero la messa a coltura di sementi mais Mon 810 senza autorizzazione. Il pubblico ministero Piera De Stefani aveva dissequestrato solo il computer di Fidenato, in quanto i dati relativi alle coltivazioni Ogm erano stati prelevati subito dopo l’attuazione del provvedimento. «Attendiamo le motivazioni», ha commentato Fidenato, non sorpreso dalla decisione: «Ero scettico, il traguardo, ho sempre pensato, sia la Corte di giustizia europea. Avevo messo in conto il percorso da effettuare, dal quale non si può deviare e pertanto, oltre la Cassazione, c’è l’Europa». E su Bruxelles Giorgio Fidenato è piuttosto fiducioso: «La Francia nel 2008 aveva bloccato la coltivazione di mais Ogm. Il 6 ottobre scorso è stata condannata dalla giustizia europea in quanto avrebbe dovuto preventivamente chiedere alla Commissione europea la possibilità di vietare semina e coltivazione». Insomma, conclude Fidenato, «tocca andare avanti». La Cassazione ha depositato il dispositivo, mentre per le motivazioni della decisione toccherà attendere qualche settimana. E attende proprio quelle il legale di Fidenato, l’avvocato Francesco Longo: «I fatti non sono contestati, Fidenato ha fatto tutto alla luce del sole. Il danno all’ambiente e alla salute è stato escluso dallo stesso consulente della procura. Ora attendiamo le motivazioni, quindi agiremo di conseguenza».
ALLUVIONI/ E adesso tocca al Sud
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
RIGASSIFICATORE: la palla passa alla regione
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Dal Piccolo del 23/11/11
Rigassificatore «Alla Regione l?ultima parola»
Il rigassificatore di Zaule? «Non si può più costruire» esultano i capigruppo della maggioranza durante la conferenza stampa per la presentazione delle direttive sul nuovo Prg. Le direttive e le relative salvaguardie non lasciano margini di dubbi. «A Trieste il rigassificatore non lo vogliamo», attacca Paolo Bassi dell’Idv. Il comunista Marino Andolina rivendica l’approvazione del suo emendamento, il numero 35, scritto con la Legambiente, con cui il Comune rifiuta la costruzione del rigassificatore in qualunque punto del territorio triestino. Resta aperta la questione del rigassificatore off-shore, quello in mare, dove il prg di Trieste non arriva. Tutto tranquillo, allora? Macché. «La Regione ha trasmesso al Comune il progetto del rigassificatore per un parere consultivo», gela la sala l’assessore Fabio Omero. E le nuove direttive? E le salvaguardie? «L’ultima parola spetta alla Regione», aggiunge l’assessore. «La Regione non sarà così matta dà imporci il rigassificatotore – attacca l’ex sindacalista Marino Sossi, capogruppo di Sel -. Questo territorio ha già dato dal punto di vista energetico». E quindi? «Siamo pronti a fare i picchetti sotto i palazzi della Regione. Ma non sarà così matta…». Già. Non sarà così matta. Proprio qui poi, nella città di Franco Basaglia.
OCCUPYTRIESTE: continuano le attività
Marzo 17th, 2017 — General, Manifestazioni Regionali
Dopo il corteo del 17 novembre il movimento di Occupytrieste continua le sue attività.
Presso il Buso occupato in via del Sale sono iniziate le ripetizioni gratuite per gli studenti e ogni giorno si svolgono riunioni e assemblee nella vicina Piazza Cavana.
Nei prossimi giorni sono previste varie nuove iniziative nei quartieri e in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.
Qui di seguito l’ultimo comunicato:
NO TAV/ Serracchiani “in Europa non si sa nulla della Venezia -Trieste”
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
BENE, BENISSIMO!! Possiamo affossarla!!
22-11-2011 | |
TAV: SERRACCHIANI, IN EUROPA NON SI SA NULLA DELLA VENEZIA-TRIESTE | |
(ASCA) – Trieste, 22 nov – ”In Europa non c’e’ nessuna notizia sul tratto Venezia-Trieste della nuova linea ad Alta Capacita”’. Lo afferma l’europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani, al termine dell’incontro della commissione Trasporti con i coordinatori dei Progetti prioritari. Serracchiani riferisce che,”rispondendo a una mia domanda in commissione sullo stato di avanzamento del progetto preliminare della tratta Venezia-Trieste, il coordinatore del PP6 Laurens Jan Brinkhorst ha sostenuto che su questo tracciato ancora non si sa nulla”. Secondo l’europarlamentare ”e’ una risposta assai preoccupante, perche’ ci fa capire che l’Italia non ha ancora deciso nulla, mentre l’Europa ha bisogno di un progetto approvato per continuare a finanziare il progetto definitivo ed esecutivo. E non a caso – ha sottolineato Serracchiani – il commissario straordinario per l’asse Venezia-Trieste Bortolo Mainardi sta facendo pressioni soprattutto sul Veneto, affinche’ approvi il tracciato e non si continui a rimandare”. fdm/lus/rl (Asca) |
RIGASSIFICATORE: la regione nasconde il progetto
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Dal Piccolo del 24/11/11
«Impianto gnl, la Regione rifiuta di dare il progetto»
«La Regione rifiuta di consegnare copia del progetto definitivo del rigassificatore di Zaule, con motivazioni che riteniamo inaccettabili e contraddittorie. Sia allora la stessa Gas Natural a divulgarlo, integralmente, a chi lo richiede, se non ha nulla da nascondere». L’invito al colosso spagnolo dell’energia arriva dal Wwf Friuli Venezia Giulia. «Lo scorso 30 settembre – sottolinea una nota degli ambientalisti – il Wwf aveva richiesto la copia alla Direzione ambiente della Regione, in base alla normativa vigente sul diritto di accesso. Spetta alla stessa Regione convocare la conferenza dei servizi, che dovrà esaminare il progetto ed emanare l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto». Datata «25 ottobre», invece, «la risposta negativa, a firma del direttore del Servizio energia della Direzione centrale ambiente Pietro Giust», prosegue il Wwf prima di definire «incredibile» la collegata motivazione. Così riepilogata: «La lettera prima riconosce che “il diritto di accesso agli atti amministrativi ha lo scopo di assicurare la trasparenza dell’attività amministrativa”. Dopo di che, però, aggiunge che “il diritto di accesso non può in nessun caso essere inteso come diritto dei privati di prendere visione di documenti prodotti da altri privati nell’ambito di un procedimento amministrativo che veda interessati questi ultimi». Ma c’è un passaggio ulteriore che gli ambientalisti evidenziano: la Regione scrive ancora che «sussiste inoltre la necessità di tutelare gli interessi intellettuali, industriali e commerciali della società Gas Natural». Come possono qui, si chiede il Wwf, i privati «vigilare sull’operato dei soggetti pubblici al fine di verificarne la correttezza»? Da ciò, il Wwf accusa la Regione di dimostrare «di non temere di offrire di sé l’immagine di chi bada esclusivamente agli interessi dei poteri forti». Conseguenza ulteriore, l’invito a Gas Natural. Che in merito fa sapere: «Gas Natural Rigassificazione Italia conferma la ricezione in data odierna della richiesta del Wwf del Friuli Venezia Giulia. La richiesta verrà valutata e verrà data una risposta direttamente all’associazione».
NO TAV TOUR/ Porpetto venerdì 2 dicembre-Trieste 3 dicembre
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
OCCUPYTRIESTE: rassegna stampa del 23-25 nov.+prossime iniziative
Marzo 17th, 2017 — General, Manifestazioni Regionali
Dal Piccolo del 25/11/11
INCONTRO PUBBLICO
Occupy Trieste domani a San Giacomo
Nuove iniziative di Occupy Trieste, il movimento giovanile la cui sede è ora in un locale di via del Sale. Domani alle 17 in campo San Giacomo si terrà un incontro pubblico «per riaffrontare diritto all’abitare, edilizia scolastica, crisi economica globale, moratoria Acegas e tutto ciò che ci “indigna” di questo Paese in cui viviamo e che vogliamo cambiare». Sarà anche l’occasione «per socializzare con vin brulè, torte a prezzi sociali e giochi per bambini». Nella giornata contro la violenza sulle donne, oggi alle 16 ritrovo in Cavana per un presidio «in riferimento alla nuova legge anti-aborto promossa dalla Regione: “L’unico contraccettivo è il lavoro precario”». Per sostenere l’acqua pubblica infine nuovi flashmob domani alle 16 a San Giacomo. Sull’occupazione dell’edificio di via del Sale intervengono tanto Fli quanto Un’Altra Trieste. Franco Bandelli e Alessia Rosolen definiscono «gravissimo che il vicesindaco Martini abbia pensato a una convenzione per sanare un abuso che viola la proprietà privata e lede i diritti della collettività». Da Fli invece un’interrogazione del consigliere circoscrizionale Ignazio Vania che chiede «cosa intende fare il sindaco per liberare il sito occupato dal movimento».
Dal Piccolo del 23/11/11
Non “sbirri” ma poliziotti al servizio del cittadino
In merito al susseguirsi delle manifestazioni da parte del Movimento Studentesco “Occupytrieste” che da settimane si mobilita per chiedere spazi sociali per tutti, come segretario provinciale del sindacato di Polizia Adp (Autonomi di Polizia) ho voluto toccare con mano ed essere presente di persona ad una riunione svoltasi in piazza Unità d’Italia a Trieste il 16 novembre. Vorrei precisare innanzi tutto che credo sia necessario essere vicini alla gente e tanto più alle giovani generazioni per capire, dialogare e comprendere il loro linguaggio. Detto ciò, ho dovuto mio malgrado constatare, ancora una volta, una netta divisione tra una parte della società civile e forze dell’ordine. Uno dei relatori durante il discorso, dopo aver tracciato per pochi minuti i motivi per i quali sono scesi in piazza, hanno iniziato ad attaccare con frasi irriverenti e offensive e senza alcun ritegno la figura del poliziotto fino ad arrivare dentro la divisa, colpendo dritto al cuore. Mi sono dovuto trattenere per ovvi motivi, conscio del fatto che un mio intervento avrebbe potuto scatenare reazioni strumentalizzabili. Consapevole di ciò mi sono quindi dovuto limitare ad ascoltare. Il giovane, forse dovuto all’enfasi del momento e dalla folla che lo stava applaudendo, tra le varie disquisizioni indicava “gli sbirri” come il reale problema della società e quindi la malattia da estirpare. «Lo sbirro non pensa con la propria testa – lo sbirro se gli viene dato un ordine picchia anche donne e i bambini e quando torna a casa è sereno perché non ha una coscienza». Il relatore poi ha rincarato la dose: «Quando hanno giurato gli sbirri erano consapevoli che sarebbero diventati, di fatto, servi dello Stato e quindi schiavi del padrone». E ancora: «Godono nel picchiare e non guardano in faccia nessuno e se vedono una persona a terra indifesa, la picchiano con ancora più gusto». Ma non è finita. Alla conclusione del discorso, dopo aver proiettato video con degli scontri dove non si vedeva assolutamente nulla di rilevante, un altro relatore ha preso in mano il microfono paragonandoci a squadristi fascisti. Ancora una volta se fosse necessario, ribadisco in qualità di rappresentante sindacale, ma anche da poliziotto e soprattutto da uomo, che noi siamo al servizio del cittadino e che se dobbiamo rispondere a qualcuno è solamente alla Costituzione e alle leggi. Non siamo servi di nessuno e quando andiamo a casa abbiamo come tutti una famiglia che ci aspetta. Quando guardiamo negli occhi i nostri figli, trasmettiamo loro tutto il nostro bene, consci del fatto che ogni santo giorno lottiamo in strada per il loro futuro. Vogliamo dare sicurezza e tranquillità a tutti senza distinzioni di religioni, sesso o colore; non abbiamo pregiudizi e vogliamo dialogare con la gente e forse è giunto il momento di dire basta con le strumentalizzazioni e basta con le ideologie errate. Voglio ricordare ai relatori che ci hanno “schernito” in piazza davanti a tanti giovani, che se oggi possono urlare per i propri diritti e possono schernirci ed insultarci liberamente è anche merito di chi ogni giorno dà loro la possibilità di riunirsi in totale sicurezza. Voglio far sapere a tutti che la maggior parte dei poliziotti che si infortuna durante gli scontri di piazza, il giorno dopo è ancora al proprio posto perché nonostante l’età media sia di 48 anni, nonostante le divise non adeguate e con mezzi a dir poco obsoleti, vogliono essere sempre presenti al servizio del cittadino, credendo nel proprio lavoro che non è, come detto da qualcuno, quello di picchiare la gente ma quello di assicurare lo svolgimento pacifico di ogni manifestazione. *Segretario provinciale Nuova Federazione Autonoma di Polizia