Entries from Marzo 2017 ↓

CRISI/ Sgomberata Zuccotti Park

#occupoywallstreet sgombero comunicato via twitter. Cariche ed arresti. Occupazione mobile

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RIGASSIFICATORE: cosa sta succendendo?

 

Dal Piccolo del 17/11/11

 

Vertice con Gas Natural «Invitato anche il Comune»  L’assessore regionale Ciriani ribatte alle accuse di Umberto Laureni «Anzichè criticare, poteva partecipare l’incontro». Ma è giallo sulla convocazione  il documento  Attenzione puntata sul progetto definitivo


Il botta e risposta a distanza tra Regione e Comune esaurisce solo un aspetto dell’ultimo atto della vicenda Gas Natural. Battibecchi istituzionali a parte, infatti, l’attenzione resta puntata sul contenuto dell’incontro dell’altro giorno, vale a dire sul progetto definitivo del rigassificatore di Zaule (in foto). Un documento atteso sia dall’esecutivo Tondo – che avrà ora 200 giorni di tempo per esprimere un parere -, sia dagli enti locali. Tra loro, però, solo la Provincia ha potuto finora visionare il materiale. Anche le amministrazioni di Muggia e San Dorligo attendono ancora di ricevere tabelle e proiezioni. Amministrazioni che, a differenza di quella guidata da Roberto Cosolini, non sono state proprio invitate al vertice di martedì. Una scelta, spiegano dalla Regione, dettata da motivi tecnico-procedurali visto che, ai sensi di legge, devono essere coinvolti in questa fase solo alcuni rappresentanti del territorio in seno alla Conferenza dei servizi. Una motivazione che non piace, però, agli esponenti dei due Comuni minori. «Se non ci hanno convocato, evidentemente ritengono che non abbiamo voce in capitolo – osserva il primo cittadino di San Dorligo Fulvia Premolin -. Peccato, perchè un sindaco è un rappresentante del territorio e interpellarlo dovrebbe essere utile anche ai sostenitori del progetto. In questo caso – conclude Premolin – Gas Natural avrà avuto le sue buone ragioni, almeno spero siano buone». Meno comprensivo l’assessore all’Ambiente del Comune di Muggia Fabio Longo: «Quando si affrontano progetti di questo rilievo, convocare gli attori interessati dovrebbe essere un atto dovuto. Specie se, come nel nostro caso, questi attori hanno già presentato ricorsi al Tar contro i progetti in discussione».di Maddalena Rebecca Ma quale seduta carbonara convocata nelle segrete stanze del palazzo della Regione. L’incontro di martedì con i vertici di Gas Natural, chiamati ad illustrare l’atteso progetto definitivo del rigassificatore di Zaule, si è svolto alla luce del sole e ha seguito alla lettera il protocollo istituzionale. A 24 ore dalla “fuga di notizie” sul faccia a faccia con i vertici del colosso spagnolo, l’assessore all’Ambiente Luca Ciriani ha replicato così alla “talpa”, l’esponente della giunta Cosolini Umberto Laureni, che aveva invitato tutti a vigilare sulle mosse della multinazionale. Anzichè fare il cane da guardia però, secondo Ciriani, l’assessore comunale avrebbe fatto meglio a presenziare all’incontro in questione. Sì perchè, fa sapere il vice di Tondo, a quel vertice il Comune di Trieste era stato invitato ufficialmente e con una ventina di giorni di preavviso. «La visione data da Laureni della riunione svoltasi in Regione e dell’avvio dell’iter per il progetto Gas Natura risulta completamente distorta – attacca il vicepresidente della giunta -. Si è trattato di un incontro preliminare all’avvio di qualsiasi procedura tecnica connessa all’analisi del progetto. La documentazione pervenuta all’assessorato – che ha in questa fase il compito di istituire le conferenze dei servizi –, è talmente ampia da rendere necessario una momento di coordinamento di tutti i soggetti che saranno coinvolti nel lungo iter di analisi e valutazione del progetto stesso. Un momento che ha messo le amministrazioni nelle condizioni di avere una visione d’insieme del materiale da analizzare». Il riferimento, non a caso, è a più di un’amministrazione. Oltre al Municipio, infatti, era stata invitata al tavolo con Gas Natural anche la Provincia di Trieste, puntualmente intervenuta con il direttore dell’Area ambiente Fabio Cella. «Registro pertanto la posizione del Comune di Trieste – continua Ciriani –, che non si è nemmeno presentato alla riunione necessaria a verificare anche la corretta trasmissione dei materiali che ogni ente dovrà valutare per propria competenza. Ritengo invece che un assessore comunale abbia il dovere di analizzare i progetti con grande serietà e sobrietà. Del resto siamo di fronte ad una documentazione imponente e a un lungo lavoro tecnico ancora tutto da svolgere, da affrontare con grande rigore. L’incontro aveva questo preciso scopo – conclude l’assessore all’Ambiente -. Spiace quindi che il Comune di Trieste confonda un incontro tecnico preliminare con una presentazione di carattere pubblico». Una versione che, sulle prime, sembra non convincere del tutto l’interlocutore istituzionale. «La convocazione? Ho verificato sia con i miei uffici sia con la segreteria del sindaco e non ne ho trovato traccia – risponde a distanza Umberto Laureni -. Se l’avessi ricevuta, sarei andato di corsa all’incontro vista l’importanza della posta in gioco, ma non mi risulta sia mai arrivata. Evidentemente, però, se Ciriani dimostrerà di avere ragione, sarò pronto ad ammetterlo». Ammissione che potrebbe arrivare a breve visto che negli uffici regionali, fa sapere lo staff di Ciriani, è saltata fuori la ricevuta del fax spedito in Comune. La data? Ventisei ottobre.

 

 

Dal Piccolo del 16/11/11

Misterioso incontro Gas Natural-Regione “svelato” da Laureni

Negli auspici dei diretti interessati, evidentemente, doveva restare un appuntamento riservato. Vista la contrarietà all’operazione gnl manifestata da più parti, deve aver pensato Gas Natural, meglio tenere un basso profilo e restare il più possibile sotto traccia. Ecco allora che l’incontro organizzato ieri in Regione per presentare il progetto definitivo del rigassificatore di Zaule, volutamente non è stato pubblicizzato. Nessun invito per la stampa prima del faccia a faccia con gli interlocutori individuati, tra cui l’assessore all’Ambiente Luca Ciriani. E nessun comunicato diramato a confronto concluso. L’intenzione del colosso spagnolo, insomma, era di far passare sotto silenzio la riunione tecnica di ieri. Riunione, per la verità, tutt’altro che banale, anche perchè ha di fatto interrotto un silenzio in piedi ormai da tempo. A guastare i piani della multinazionale ci ha pensato però Umberto Laureni. L’assessore comunale all’Ambiente, come noto fortemente critico nei confronti dell’impianto che Gas Natural vorrebbe realizzare in Zona industriale, ha infatti spiazzato tanto il gruppo spagnolo quanto l’amministrazione regionale. L’ha fatto diramando nel pomeriggio una nota con cui, in un colpo solo, è riuscito a mandare all’aria la trama “misteriosa” tessuta fino a quel momento re all’aria e ad accendere i riflettori sul nuovo passo avanti compiuto dal colosso dell’energia. «Oggi (ieri ndr) i funzionari di Gas Natural hanno illustrato in Regione, alla presenza di rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il progetto definitivo del rigassificatore di Zaule – ha dichiarato l’assessore – . Questo significa, pertanto che prosegue la realizzazione di un’opera contro la quale il Comune di Trieste si è più volte espresso, ritenendola pericolosa dal punto di vista ambientale e non giustificata da motivazioni energetiche, e in palese contrasto con sviluppi economici alternativi». A spingere l’esponente della giunta Cosolini a svelare l’esistenza dell’incontro tenuto segreto, infatti, è stata proprio la convinzione di dover tenere gli occhi bene aperti, senza correre il rischio di abbassare la guardia rispetto ad un progetto, evidentemente, tutt’altro che abbandonato. «Il Comune – ha continuato Laureni – conferma il suo impegno, a tutela dell’ambiente e contro l’impianto gnl in questione e comunica che avvierà, nei prossimi giorni, degli incontri con gli amministratori locali dei Comuni interessati e della Provincia, ai fini di formalizzare una posizione del tutto compatta e contraria a quest’opera. Un’opera tutt’altro che accantonata. Dopo aver ottenuto il parere favorevole del ministero, Gas Natural ha tutta l’intenzione di portare avanti la procedura autorizzativa». Con che tempi e con quali modalità, tuttavia, al momento non si sa. Alla richiesta di chiarimenti sull’incontro di ieri e sui prossimi passi, infatti, la multinazionale ha risposto con un secco «no comment». Una linea del silenzio identica a quella tenuta dalla stessa Regione. (m.r.)

 

 

NOTAV: foto e report dell’iniziativa a Trieste con Cancelli

Grande successo dell’incontro pubblico con l’ing.Claudio Cancelli organizzato dal Comitato NOTAV di Trieste e del Carso. Quasi un’ottantina di persone ha affollato la sala del Narodni Dom in via Filzi per seguire e applaudire il lungo discorso di Cancelli che, parlando a braccio, ha toccato varie questioni: dalla lotta in Val Susa all’inutilità dell’opera, dalla falsità dei dati spacciati per giustificare la tav alla corruzione che vi è dietro e così via. Il banchetto del Comitato ha diffuso vario materiale e sono stati allacciati nuovi contatti. Una bella iniziativa dunque, dopo quella con Cicconi, che da ulteriore spinta al Comitato anche in vista del NOTAV tour che passerà a Trieste e in Friuil il 2 e 3 dicembre.

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NO TAV/ Rassegna stampa da Caposile di Musile di Piave

Articoli di La  Nuova di Venezia e mestre sulla conferenza di Cancelli

 

16 novembre 2011

«Coesistenza impossibile tra Tav e treni merci»

L’ingegner Cancelli boccia l’ipotesi: «Una bufala, i costi sarebbero troppo alti» Incontro a Caposile dei comitati del Veneto e del Friuli contro l’Alta Velocità

CAPOSILE

A leggere lo studio di fattibilità delle Ferrovie, sulla futura Tav Venezia-Trieste dovrebbero transitare ogni giorno ben 138 treni merci e 26 convogli passeggeri. «Ma dire che su queste linee ad Alta Velocità possano transitare dei treni merci è una bufala totale».

Il giudizio tranciante è dell’ingegner Claudio Cancelli, docente oggi in pensione del Politecnico di Torino e consulente tecnico per la Tav della Comunità montana della Bassa Val di Susa. Cancelli è stato l’ospite di un’assemblea pubblica che si è tenuta lunedì sera a Caposile, promossa dal Coordinamento dei comitati No Tav di Veneto e Friuli. Obbiettivo: tenere una «lezione di Tav» per spiegare ai cittadini cos’è l’Alta Velocità e mettere in luce le tante «bufale» che sono state dette sull’ argomento.

«In questi mesi tutti i sindaci del Veneto Orientale hanno preso posizione sulla Tav per dire se era meglio spostarla di sopra o di sotto. Ma nessuno degli amministratori – ha ammonito Michele Zanette, presidente dell’Associazione naturalistica sandonatese – si è preoccupato di informarsi se la Tav sia sostenibile oppure no. Per questo abbiamo deciso di fare noi informazione».

E il messaggio emerso dall’assemblea di Caposile è chiaro: la Tav Venezia-Trieste non è un progetto che serve al territorio. L’ingegner Cancelli è entrato nel merito delle questioni, a iniziare da quella del transito dei treni merci, uno dei motivi per cui la Regione ritiene indispensabile il progetto. «Dire che sulla Tav possano transitare i convogli merci sono solo chiacchiere – ha scandito Cancelli – Non esiste una linea ad Alta Velocità in Italia, ma neppure all’estero, in cui sia finora passato un merci. Le tratte con velocità programmate sopra i 250 km/h sono considerate incompatibili con i treni merci».

L’ex docente del Politecnico ha spiegato che garantire la coesistenza di merci e treni passeggeri veloci implicherebbe costi di manutenzione troppo elevati, a causa dell’usura sui binari causata dai pesanti treni merci. Cancelli ha ripercorso la storia politica delle linee Tav in Italia e ha ribadito che una tratta veloce si può sostenere economicamente solo se unisce città di grandi dimensioni e distanti. «In Italia può reggere forse solo la Milano-Roma» ha aggiunto, di certo non la Venezia-Trieste».

Cancelli ha espresso anche dubbi sulla realizzabilità del cosiddetto «Corridoio 5» Lisbona-Kiev, di cui la Tav Milano-Venezia-Trieste sarebbe parte integrante. «Il Portogallo per i problemi economici si è già fatto da parte e poi ci sono problemi tecnici di integrazione tra le tratte nei vari Stati» ha rimarcato Cancelli.

Giovanni Monforte

 

 

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L’Alta velocità spiegata dal maggiore esperto

Riunione oggi a Caposile aperta a tutti i residenti e i gruppi del Veneto orientale Claudio Cancelli, del Politecnico di Torino, illustrerà l’impatto sul territorio

di Giovanni Cagnassi

MUSILE

No Tav, stasera alle 20.45 un incontro con tutte le associazioni del Veneto orientale con testimonanze di esperti per far capire ai cittadini cosa rappresenti realmente questa parola che sta divenendo sinonimo di protesta ovunque se ne parli. Appuntamento nella sala adiacente alla chiesa di Caposile, dove arriverà l’ingegner Claudio Cancelli del Politecnico di Torino, uno dei maggiori esperti internazionali sul tema dei treni ad alta capacità e velocità, a discutere con i cittadini e affrontare l’argomento che sta appassionando tutto il Nord Italia. E’ stato invitato dal Comitato No Tav Venezia-Trieste per una “Lezione di Tav”.

«Spiegherà le motivazioni che impongono il rifiuto delle grandi opere-spiegano gli organizzatori- che vengono spacciate come risposta alla disoccupazione ed invece ne sono la causa. Siamo molto preoccupati del fatto che in un momento di grave crisi economica come quello attuale, lo Stato italiano sprechi in questo modo grandi quantità di soldi pubblici per cui con questa e altre iniziative, cercheremo di chiarire perché si è arrivati a questo punto e come secondo noi se ne potrà venire a capo. La nostra idea dello sviluppo di interesse nazionale è ben diversa da quella del finanziamento delle guerre e delle grandi opere inutili, quali appunto la TAV, ma anche il ponte sullo stretto, le opere di salvaguardia del territorio. La Liguria dovrebbe servire da monito. Noi pensiamo al sostegno alle amministrazioni locali, garanzia di reale rappresentanza dei territori, la scuola, la ricerca, la sanità, le fonti di energia rinnovabili, le nuove tecnologie».

Alla riunione saranno presenti tutte le associazioni del territorio, sia sandonatesi, che jesolane che portogruaresi, oltre a quelli dei coldivatori.

All’incontro sono stati invitati a partecipare tutti i parlamentari che risiedono ed operano nel Veneto Orientale, i sindaci, gli assessori e i consiglieri dei Comuni, la Presidente di Provincia e il Presidente della Regione Luca Zaia. A fine serata, anche il pubblico potrà intervenire con le proprie domande in modo tale da avviare un piccolo dibattito finale che coinvolga davvero tutti. Tra i promotori, l’associazione naturalistica sandonatese di Michele Zanetti, in prima fila, per esaminare tabelle consuntivi e proiezioni assieme a chi è realmente competente e potrà sfatare certi miti legati alla Tav e ai suoi contorti percorsi fisici oltre che politici.

OCCUPYTRIESTE: assemblea pubblica in p.unità e corteo-rassegna stampa

 

Dal Piccolo del 18/11/11

NELLA GIORNATA DELLO STUDENTE

Occupy Trieste in corteo a difesa dell’istruzione

Un altro corteo organizzato da Occupy Trieste ha attraversato ieri il centro. La manifestazione è stata indetta in occasione della Giornata internazionale dello studente, un’occasione scelta dai dimostranti per ribadire le loro posizioni in tema di istruzione. Ma anche per protestare contro l’attuale sistema finanziario, le cui logiche, secondo i dimostranti, minano alla base la possibilità di avere una scuola pubblica dignitosa. Il corteo è partito poco prima delle 17 da Cavana. Circa 250 persone hanno sfilato per le vie del centro dietro uno striscione con scritto “No violenza, sì conoscenza”. I dimostranti avevano disegnato sul viso il simbolo della pace e per tutto il corteo in molti hanno fatto bolle di sapone. Il corteo è stato controllato da numerosi agenti, ma non si sono registrati momenti di tensione. Pesanti, invece, i rallentamenti al traffico. Il corteo ha toccato tutti i luoghi-simbolo della protesta di Occupy Trieste. Piazza Unità, dove il movimento è nato. La sede dell’AcegasAps, alla quale i dimostranti hanno chiesto (e ottenuto) una moratoria dei tagli di luce e gas fino a marzo. E ancora la Questura e la sede abbandonata dell’ex Banco di Napoli, dove venerdì scorso ci sono stati incidenti durante un tentativo di occupazione. Il corteo ha quindi proseguito verso piazza Goldoni e ha raggiunto infine piazza Oberdan. Al megafono sono stati scanditi attacchi contro le banche e contro il neonato governo Monti, visto dai dimostranti come portatore degli interessi dei poteri forti. Ma hanno trovato spazio anche altri temi, come il diritto al lavoro, la richiesta di uno spazio autogestito e la solidarietà ai precari e alle famiglie che stanno pagando la crisi economica. La manifestazione si è conclusa sotto la sede del Consiglio regionale. «La Regione, che sta facendo il bilancio, dovrebbe essere il nostro interlocutore principale, e invece nessuno si è mai fatto vedere alle nostre assemblee», ha detto una dimostrante. Prima di andare via alcuni ragazzi hanno lasciato di fronte alla Regione un maxi pacco regalo, che celava una proposta per una nuova legge regionale sul diritto allo studio e uno striscione, realizzato insieme a dei bimbi, con su scritto “Il futuro siamo noi”. Giovanni Ortolani

 

Dal Piccolo del 17/11/11

 

OCCUPY TRIESTE

Gli studenti tornano a sfilare lungo il centro

Oggi alle 15 corteo da piazza Cavana. E sugli scontri ribadiscono: «Nessun lancio di lattine”

I dimostranti di Occupy Trieste sono ritornati ieri in piazza Unità. Lo scopo era presentare ai cittadini la loro versione sugli scontri con le forze dell’ordine accaduti venerdì scorso durante il tentativo di occupazione della sede abbandonata del Banco di Napoli in Corso Italia. Alle 18 è stato proiettato un breve video sugli incidenti realizzato con i filmati registrati dai manifestanti e con immagini prese dal Tgr. «Noi avevamo solo piccoli filmati fatti con cellulari e telecamere di bassa qualità, ma la Questura ha i filmati dell’intera manifestazione – ha detto Tommaso Gandini, esponente di Occupy, di fronte ad un centinaio di persone -. Tutti noi abbiamo visto gli agenti che filmavano. Dicono che abbiamo ferito quattro poliziotti – ha aggiunto- quindi abbiamo chiesto di vedere questi filmati, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta». «Non c’è mai stato un fitto lancio di lattine – ha proseguito Gandini – ma mentre un ragazzo con la testa aperta veniva trascinato via, qualcuno ha lanciato qualche lattina mezza vuota». Nel frattempo in via del Sale, in Cavana, continuano le attività dello sportello anti-crisi che i dimostranti hanno realizzato all’interno di un piccolo locale occupato e ribattezzato “Buso”, ovvero Buco Sociale Occupato. I dimostranti raccontano che molti cittadini stanno cominciando ad avvicinarsi a loro per avere chiarimenti sulle ragioni della protesta. E nel prossimo futuro in via del Sale verranno organizzati, oltre a riunioni e cene sociali, anche corsi di ripetizione pomeridiani. «Inoltre – spiega un ragazzo- siamo a disposizione del vicinato per aiutare gli anziani a fare la spesa o portare loro le borse». Per oggi, poi, è in programma un corteo in occasione della Giornata internazionale dello studente. E i dimostranti lanciano un appello: «Invitiamo tutti a portare i propri bambini in Cavana alle 15 perché vogliamo creare uno striscione collettivo che unisca grandi e piccini. Poi lo consegneremo simbolicamente alla Provincia, ricordando gli impegni presi per lo sviluppo, per il miglioramento dell’edilizia scolastica e per la tutela del futuro delle nuove generazioni». Alle 16 il corteo partirà da Piazza Cavana per poi sfilare per le vie del centro. Giovanni Ortolani

RIGASSIFICATORE: presentato il nuovo progetto

Dal Piccolo del 18/11/11

 

Rigassificatore: un piano per sconfiggere i veti

PROGETTO DEFINITIVO»DOCUMENTO PRESENTATO IN REGIONE

Sei mesi di tempo per predisporre istruttorie e elaborare i pareri

Per poter esprimere un parere su un’opera come il rigassificatore di Zaule, non basta certo un incontro di un paio d’ore (tanto è durata, martedì scorso, la presentazione in power point organizzata da Gas Natural in Regione). Agli attori istituzionali coinvolti nell’operazione verrà quindi recapitato a giorni il dvd con il materiale da sottoporre al vaglio dei tecnici. Il tutto in tempi decisamente rapidi. La legge prevede infatti che la Regione esprima il proprio parere entro 200 giorni dal ricevimento della documentazione. Entro tale scadenza quindi i vari enti – dal Comune di Trieste alla Provincia, dall’Arpa e all’Autorità portuale -, dovranno predisporre le istruttorie e trarre le conclusioni da esporre poi alla Conferenza dei servizi. Se in quella sede tutti i convitati si esprimeranno a favore, l’opera otterrà il via libera. In caso di mancata unanimità, invece, il verdetto spetterà alla giunta regionale.

di Maddalena Rebecca Creazione di collinette artificiali chiamate a “mascherare” l’impianto. Raddoppio dei pontili, da realizzare uno a fianco all’altro, per garantire l’accesso anche in caso di incidenti o scoppi. Adeguamento dei criteri progettuali alle specifiche caratteristiche del golfo di Trieste, fotografate in modo puntuale dall’Ogs. Contiene questo e molto altro il progetto definitivo del rigassificatore di Zaule illustrato nei giorni scorsi in Regione dai vertici di Gas Natural. Un’illustrazione preliminare (ai partecipanti sono state mostrate solo delle tavole riassuntive), che segna però la decisa ripresa della procedura autorizzativa dell’impianto nell’area ex Esso, pur in assenza del via libera al gasdotto Snam Rete Gas, essenziale per l’avvio dell’operazione gnl. Il progetto definitivo del rigassificatore arriva a distanza di poco più di due anni dal decreto sulla compatibilità ambientale firmato dagli ex ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali Stefania Prestigiacomo e Sandro Bondi. Decreto che vincolava la realizzazione dell’opera all’adempimento di una lunga serie di prescrizioni, ora recepite da Gas Natural e confluite appunto nell’elaborato definitivo, diventato per molti aspetti “nuovo” e diverso rispetto al precedente. Le integrazioni riguardano sia aspetti squisitamente tecnici, sia misure di immediata comprensione anche per non addetti ai lavori. La prima e più visibile trasformazione riguarda l’aspetto “estetico” dell’opera. Su espressa richiesta del ministero dei Beni culturali, Gas Natural non procederà alla prevista rettifica della linea di costa, necessaria per realizzare una banchina lunga 400 metri, ma la interromperà creando delle collinette alberate. Una soluzione voluta per armonizzare l’impianto con il paesaggio circostante e ridurne visivamente l’impatto. All’occhio balza poi una seconda modifica: il raddoppio dei pontili. Un accorgimento preso in ottemperanza a quanto richiesto dal Comitato tecnico regionale per aumentare le garanzie di sicurezza del rigassificatore. La cosiddetta linea fredda di sdoppiamento ha il compito infatti di consentire l’accesso ai pontili in caso di incidenti o scoppi. Rientra nel capitolo sicurezza anche un’altra novità inserita nel documento definitivo: la scelta di riformulare la progettazione alla luce delle disposizioni antisismiche e delle ultime norme in materia di costruzioni, decidendo ad esempio di alternare macro e micropali per realizzare le fondamenta. Grande attenzione, inoltre, alla tutela del golfo (voce, secondo gli ambientalisti, non sufficientemente presa in considerazione da Gas Natural in passato). Per evitare che il ciclo del freddo alteri l’ecosistema marino, il colosso spagnolo ha elaborato un progetto di fattibilità che prevede la compensazione delle frigorie del processo di rigassificazione con le calorie prodotte dalla centrale Elettra Glt di Servola. Inoltre ha rivisto soluzioni tecniche e strutturali alla luce dei dati precisi su temperature dell’acqua, venti e correnti raccolti dall’Ogs (il preliminare era stato redatto invece su analisi fornite da esperti di Venezia). Infine il capitolo bonifiche. Nel progetto sono stati inseriti i risultati delle caratterizzazioni, già ultimate sia nella parte a terra sia nell’area a mare. Dai sondaggi è emersa anche l’esistenza di una fascia “non trattabile”, il cui terreno dovrà quindi essere asportato. E anche su questa voce arrivano nuove, precise indicazioni. Gas Natural, così come prescritto da Roma, effettuerà più del 70% delle movimentazioni dei terreni inquinati via mare, per ridurre al minimo l’inquinamento.

 

Ma il Wwf attacca: “Incompatibile”

L’area marina di Miramare diventa “sito di importanza comunitaria” (Sic), fatto che per il Wwf rappresenta «un ulteriore elemento per dire no al rigassificatore». Una nuova levata di scudi è arrivata ieri dagli ambientalisti triestini, decisi a chiedere «un’approfondita valutazione di incidenza ecologica che consideri quale impatto comporterebbe la realizzazione dell’impianto gnl sui delicati ecosistemi marini del neonato Sic» . «Questa novità impone una nuova riflessione – ha detto Dario Predonzan, esponente del Wwf – perché il Sic di Miramare è uno dei pochissimi esistenti oggi in Italia, il primo in regione. Nel golfo di Trieste e soprattutto a Miramare esistono interessanti microclimi e si sviluppano flora e fauna marine di particolare valore». «L’elemento comune dei rigassificatori già realizzati – ha ricordato il biologo marino Carlo Franzosini – è l’utilizzo dell’acqua di mare nel processo di rigassificazione, per risparmiare costi. L’acqua è preventivamente sterilizzata per evitare incrostazioni. Basterebbe utilizzare lo 0,87% dell’energia prodotta dal rigassificatore per alimentare la combustione ed evitare così l’utilizzo dell’acqua di mare. Quando si ricorre a quest’ultima, se ne filtrano 500mila metri cubi al giorno, un volume corrispondente a un palazzo di 20 piani. Finito il ciclo – ha continuato il biologo – si arriva a riversare in mare fino a 200 tonnellate all’anno di veleni. Le conseguenze sono la perdita di uova e di larve, l’interruzione di cicli biologici. Le alternative serie a questi progetti esistono, ma sono state omesse dai progetti, eppure garantirebbero meglio l’ambiente. Bisogna approfondire il dibattito, anche nelle sedi istituzionali». «Soltanto la “Via” sul rigassificatore di Zaule proposto dalla GasNatural – ha ripreso Predonzan – si è finora conclusa con un decreto ministeriale, giudicato però scorretto dagli ambientalisti e da alcuni Comuni, che lo hanno impugnato al Tar del Lazio, mentre mancano ancora le conclusioni dei procedimenti sul rigassificatore off shore di E.On. e sul gasdotto Trieste-Grado-Villesse proposto dalla Snam. Nei mari italiani, e specialmente in quelli come l’Adriatico che ha scarsa profondità e grande produttività primaria – ha concluso l’esponente del Wwf – la tecnologia a circuito aperto prevista nella maggioranza dei rigassificatori andrebbe sostituita da quella a circuito chiuso, che utilizzi per il processo di rigassificazione altre fonti di calore». (u.s.)

 

GUERRE:Libia, I “liberatori venuti dal Qatar”

Dal Manifesto del 15/11/11 (anche nei martedì precedenti ci sono articoli interessanti specie sulla guerra in libia)
I «liberatori» venuti dal Qatar

RUBRICA – Manlio Dinucci

I miraggi sono frequenti, specie nel deserto libico. Ne è affetto Farid Adly che, convinto della «genuinità della rivoluzione», continua a vedere un Cnt che «ha sì chiesto, accortamente, l’aiuto delle forze internazionali, ma si è anche opposto a qualsiasi intervento di terra» (Progetto Lavoro, ottobre). Eppure molti dei «ribelli libici», che la televisione ci mostra, non sono libici. Sono commandos del Qatar, addestrati e diretti dal Pentagono, camuffabili grazie alla lingua e all’aspetto. Lo abbiamo già detto, ma ora c’è la conferma ufficiale: «Noi qatariani eravamo tra i ribelli libici sul terreno, a centinaia in ogni regione», ha dichiarato il capo di stato maggiore Hamad bin Ali al-Atiya, precisando che «abbiamo gestito l’addestramento e le comunicazioni dei ribelli, supervisionato i loro piani, assicurato il loro collegamento con le forze Nato» (The Guardian, 26 ottobre). Il Qatar, scrive Le Figaro (6 novembre), ha inviato in Libia almeno cinquemila uomini delle forze speciali, che «sono arrivati con le valige piene di soldi, cosa che ha permesso loro di far ribellare delle tribù». E non è escluso che sia stato un agente segreto qatariano ad assassinare Gheddafi, «per ordine di una entità straniera, o un paese o un leader, perché non voleva che i suoi segreti fossero rivelati», come ha dichiarato alla Cnn Mahmoud Jibril, già primo ministro del Cnt. Lo stesso Jibril e Abdurrahman Shalgham, ambasciatore del Cnt alle Nazioni Unite, accusano ora il Qatar di «voler dominare la Libia». In realtà, questa monarchia del Golfo ha il compito di dare un volto arabo e islamico all’occupazione neocoloniale della Libia da parte delle potenze occidentali. Mentre la Qatar Airways inaugura la linea aerea Doha-Bengasi, viene potenziata la Libya TV, «il primo canale indipendente della nuova Libia» che trasmette dal Qatar. E mentre il fondo sovrano qatariano si accaparra quote dei fondi sovrani libici «congelati», tra cui quello in mano alla Unicredit, Doha firma un accordo col Cnt per aiutarlo a organizzare un nuovo sistema giudiziario. La competenza della monarchia ereditaria qatariana è indubbia: come documenta Amnesty International, frequenti sono le condanne soprattutto di immigrati per «blasfemia», fino a sette anni di carcere, e per «rapporti sessuali illeciti», trenta-cento colpi di frusta, mentre per gli oppositori (sono illegali i partiti politici) c’è la condanna a morte senza processo. Con questa «monarchia illuminata» l’Italia ha rapporti privilegiati. Frequenti le visite bipartisan a Doha, effettuate da Boniver, Frattini, Moratti, Craxi, Scajola, Bonino, D’Alema, Parisi, Dini e altri. Storica quella del presidente Napolitano due anni fa, mentre Bersani (allora ministro) accoglieva a Roma una delegazione qatariana. E quest’anno, durante la guerra di Libia, il parlamento ha approvato con voto bipartisan l’accordo di cooperazione militare col Qatar. Di cui l’on. Franco Narducci (Pd), il 27 luglio alla Camera, ha elencato i meriti: «È uno dei maggiori alleati dell’Occidente, collabora con la Nato ed è intervenuto anche nel Bahrein», schiacciando nel sangue la richiesta popolare di democrazia. L’emiro del Qatar può essere sicuro: il nuovo governo italiano onorerà l’accordo, votato dal Pd che ne esalta «il profilo politico e strategico».

STUDENTI UDINE/ Stand up for your rights

Stand up for your rights
(difendi i tuoi diritti)
Iniziativa degli studenti ad Udine
Rassegna stampa

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NO TAV/ Intervista ad Honsell VIDEO parte 01

 

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NOTAV: Incontro con il Sindaco di Udine Furio Honsell

Palazzo D’Aronco Udine, 17 novembre 2011 (part 1)

PREMESSA. Come comitati No Tav abbiamo assistito e siamo anche intervenuti all’iniziativa svoltasi nella facoltà di Economia ad Udine il 4 novembre 2011 alla quale iniziativa, nella fase finale è intervenuto anche il Sindaco di Udine Furio Honsell. I principali temi trattati sono stati il Corridoio 5 e il Corridoio Adriatico-Baltico. L’onorevole Debora Serracchiani nel suo interventi ha precisato che a livello europeo sono rimasti in auge 10 corridoi prioritari fra i quali appunto il Corridoio 5 (che in futuro si chiamerà corridoio 3 ma che noi per comodità per il momento continuiamo a chiamare corridoio 5) e il corridoio Adriatico-Baltico; a proposito di quest’ultimo va detto che mantiene in vita 2 opzioni o quella italiana o quella slovena.

Domande riguardanti il Corridoio 5 – TAV/TAC:

1. Cosa pensa del Corridoio 5, Lisbona-Kiev, che definisce una direzione di traffico passeggeri e merci Ovest-Est e che mantiene unite, nella sua definizione e progettazione le caratteristiche tecnologiche di Alta Velocità (passeggeri) ed Alta Capacità (merci)?

2. Non pensa che nell’attuale fase di crisi economica e debito pubblico sia quanto meno necessaria una moratoria per fermare questi ingentissimi investimenti improduttivi che per la tratta Torino-Lione sono di 22 miliardi di euro dichiarati e per la tratta Venezia-Trieste sono di 7,4 miliardi di euro dichiarati?

NO TAV/ Intervista ad Honsell VIDEO parte 02

17 novembre 2011 Intervista ad Honsell Parte 02 Corridoio Adriatico-Baltico

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PREMESSA. Come comitati No Tav abbiamo assistito e siamo anche intervenuti all’iniziativa svoltasi nella facoltà di Economia ad Udine il 4 novembre 2011 alla quale iniziativa, nella fase finale è intervenuto anche il Sindaco di Udine Furio Honsell. I principali temi trattati sono stati il Corridoio 5 e il Corridoio Adriatico-Baltico. L’onorevole Debora Serracchiani nel suo interventi ha precisato che a livello europeo sono rimasti in auge 10 corridoi prioritari fra i quali appunto il Corridoio 5 (che in futuro si chiamerà corridoio 3 ma che noi per comodità per il momento continuiamo a chiamare corridoio 5) e il corridoio Adriatico-Baltico; a proposito di quest’ultimo va detto che mantiene in vita 2 opzioni o quella italiana o quella slovena.

Domande riguardanti il Corridoio Adriatico-Baltico:

3. Abbiamo notato che i politici per esempio sia la parlamentare europea Debora Serracchiani che l’Assessore Regionale Riccardo Riccardi parlano delle infrastrutture ferroviarie a prescindere dalla verifica degli effettivi volumi di traffico, e dell’analisi costi e benefici delle opere. Come ha detto il Prof Maurizio Maresca il Corridoio Baltico ha senso solo se c’è un armatore disposto a fare una piattaforma portuale che garantisca un traffico di due – tre milioni di TEU all’anno e non ha senso con gli attuali volumi garantiti dal sistema portuale Regionale per esempio Trieste non arriva a 300 mila TEU mentre Capodistria ne fa 500 mila. Non pensa che vada affermato con forza, in sede politica, che venga dimostrata l’effettiva necessità delle infrastrutture e quindi sia necessario contrapporsi all’attuale sistema decisionale che impone grandi opere senza che ne sia dimostrata l’utilità e/o la necessità?

4. Le rifacciamo più o meno la stessa domanda che le ha rivolto il prof Maurizio Maresca il 4 novembre: pensa che sia più probabile che il Corridoio Adriatico baltico si realizzi in Italia o in Slovenia?