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Marzo 17th, 2017 — General, Isontino
Già da tempo circolava la voce della prossima creazione di un nuovo centro commerciale tra Pieris e Begliano (l’ennesimo della zona) ma è con una delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale del comune di Pieris-San Canzian (Comunisti Italiani e Rifondazione comunista compresi oltre a PD e centro-destra) che è iniziato l’iter burocratico. Immediata però è stata l’autorganizzazione della popolazione che ha costituito un comitato contro il centro commerciale.
Domani venerdì 26 alle 20.30 incontro con i commercianti in comune a Pieris
Venerdì 2 settembre alle 20.30 incontro pubblico con la presentazione del progetto presso la sala del consiglio.
Altre info sul blog del coordinamento libertario isontino e sul gruppo di facebook del comitato contro il centro commerciale
da Il Piccolo
Già 300 le firme contro il centro commerciale
24 agosto 2011 — pagina 24
di Laura Blasich SAN CANZIAN D’ISONZO Sono oltre 300 i cittadini che si sono già schierati contro il nuovo centro commerciale di Begliano-Pieris. Tante sono le firme raccolte dal comitato sorto contro la realizzazione della struttura di grande distribuzione da 15mila metri quadri prevista dal Comune di San Canzian d’Isonzo in un’area di 86mila metri quadri. Le firme di adesione all’appello contro il centro vanno inoltre a sommarsi vanno a sommarsi alle decine di e-mail e contatti facebook venuti da cittadini dei comuni limitrofi, tutti concordi, stando al comitato, nel sottolineare l’inutilità dell’ennesimo centro commerciale nell’Isontino. Il Comitato contro il centro commerciale ha inoltre trovato come alleati Arci, Comunisti Uniti, ma anche Legambiente e Wwf, convinte che la conservazione del paesaggio e la cura del suolo siano ormai obiettivi imprescindibili di qualsiasi attività politica. «Ciò che colpisce nella decisione presa dall’amministrazione di San Canzian d’Isonzo di creare un centro commerciale – afferma il comitato – è che si basa sul fatto che in ambito comunale c’è una presenza commerciale inferiore rispetto a quella negli centri vicini». Secondo il comitato, non si tratta di una giustificazione sufficiente per creare l’ennesimo doppione a qualche chilometro di distanza dalle strutture già esistenti: l’Isontino è piccolo e già gravato da una rete commerciale decisamente pervasiva. Il comitato chiede quindi all’amministrazione comunale, e per quanto di competenza alla Provincia e alla Regione, di creare un coordinamento con le altre amministrazioni locali, affinché si lavori per un piano unico sulla media e grande distribuzione, evitando di riprodurre a distanze ridottissime strutture commerciali identiche tra loro di cui non si sente l’esigenza. Il comitato e le altre organizzazioni che ne condividono le motivazioni hanno convenuto quindi sull’urgenza di affrontare la questione, confrontandosi con l’amministrazione comunale e promuovendo iniziative per informare la popolazione. Il progetto viene comunque sempre ritenuto una scelta sbagliata che «da un lato non offre prospettive di sviluppo per la comunità e dall’altro pianifica un consumo di territorio che rischia in futuro di lasciare solo strutture in abbandono». Se da un lato può apparire positiva la volontà espressa dall’amministrazione di istituire un percorso partecipativo di Agenda 21 locale, dall’altro questa non sembra al comitato una strada percorribile data l’esiguità dei tempi concessi: il periodo che va dal 2 settembre, data di presentazione del progetto, al 22 settembre, data di adozione della variante in Consiglio comunale, «non è assolutamente sufficiente per rendere davvero partecipe la popolazione su una scelta di tale importanza».
San Canzian: oltre 300 firme contro il centro commerciale
24 agosto 2011 — pagina 13 sezione: Regione
SAN CANZIAN L’appello contro il centro commerciale di 15mila mq di superficie di vendita, che coinvolgerebbe 86.000 mq nella zona a ridosso del cavalcavia tra Begliano e Pieris in comune di San Canzian, ha già superato le 300 firme di adesione, le quali vanno a sommarsi alle decine di e-mail e contatti facebook, partiti da cittadini di altri comuni limitrofi, i quali sono tutti concordi nel sottolineare l’inutilità dell’ennesimo mega-centro nell’Isontino. Adesioni all’iniziativa sono giunte anche da Arci, Comunisti Uniti e da associazioni ambientaliste come Legambiente e Wwf, concordi nel sottolineare come la preservazione del paesaggio e la cura del suolo siano ormai obiettivi imprescindibili di qualsiasi attività politica. Il gruppo di cittadini conclude: «Chiediamo all’amministrazione comunale – e per quanto di competenza alla Provincia e alla Regione – di creare un coordinamento con le altre amministrazioni comunali, affinché si lavori per un piano unico sulla media e grande distribuzione, evitando di riprodurre a distanze ridottissime strutture commerciali praticamente identiche tra loro di cui non si sente l’esigenza».
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Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
Pendolari, familiari vittime Viareggio, lavoratori e No Tav protestano a Roma

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Marzo 17th, 2017 — General, Isontino
da Il Piccolo – 29 novembre 2011 — pagina 29
Ultimo appello del Comitato contro il mega-centro
SAN CANZIAN D’ISONZO
Ultimo appello a dire “no”, dal Comitato contro il Centro commerciale, che esprime nuovamente la propria perplessità «per la fretta con cui l’amministrazione vuole portare all’adozione la variante» e il «proprio disappunto per il blocco del percorso partecipativo di agenda 21». «Abbiamo appurato – sostengono i rappresentanti del gruppo – che il Centro commerciale che vogliono costruire non è un servizio per la cittadinanza, come lo si vorrebbe spacciare, perché non offre una valida alternativa di servizio commerciale comodo per le persone anziane dei paesi, che sicuramente non andrebbero a farsi dai 2 ai 5 chilometri a piedi per fare la spesa e inoltre vedrebbero chiudere i già pochi servizi commerciali delle piazze». «Appuriamo anche – affermano i rappresentanti del Comitato contro il centro commerciale – che cade il problema di “far cassa” del Comune di San Canzian d’Isonzo poiché comunque vedremo tra poco reintrodurre l’Ici sulla prima casa e non sarà necessario lottizzare terreni per avere risorse economiche valide. Se aggiungiamo poi gli stanziamenti regionali per 55 milioni di euro dell’assessore Riccardi per la cura dei centri paese e dei comuni il problema di aver fondi per i servizi del cittadino e la cura del Comune non sussiste più. Quindi i motivi per portare avanti questo progetto “a forza” sono ben altri». «”A forza” – rincarano – perché l’amministrazione sta proseguendo sul suo percorso a testa bassa senza accettare alcun confronto democratico, senza accettare l’invito allo slittamento del progetto a dopo le elezioni e all’organizzazione di un referendum popolare vincolante». Il comitato ha raccolto «circa 600 firme contro il centro commerciale, nonostante ciò mercoledì si andrà all’adozione di questa variante». «Vogliamo cogliere quest’ultima occasione – sostengono – per fare un invito ai consiglieri che hanno un minimo di senso democratico a votare “no” a questa adozione, per una sua posticipazione al 2012 e una rivisitazione delle vere necessità, soprattutto perché stiamo rischiando veramente di distruggere una buona parte del nostro territorio comunale». «Noi – conclude il comitato – continueremo fino in fondo a lottare per difendere il territorio da queste lottizzazioni selvagge, presiederemo al Consiglio comunale di mercoledì, dopo aver protocollato le centinaia firme di contrarietà all’opera e, se questa variante sarà adottata, presenteremo le giuste osservazioni, invitando anche la cittadinanza tutta a contattarci per partecipare al lavoro».
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Da Il Piccolo
MERCOLEDÌ, 30 NOVEMBRE 2011
Emergono i dubbi degli industriali sul rigassificatore
Si allarga il fronte del no e degli incerti di fronte all’ipotesi del terminal traghetti nell’area ex Aquila davanti alla torre del lloyd
E i lavoratori danno vita ad un “picchetto”
Una protesta contro le condizioni di lavoro in porto. Quasi una sorpresa, ieri sotto alla Torre del Lloyd, il “picchetto” di lavoratori portuali durante lo svolgimento della seduta del Comitato portuale. La richiesta é stata quella di poter parlare con i funzionari dell’Authority per discutere di non meglio precisate mancanze, ancora in atto nonostante gli accordi successivi allo sciopero di maggio. Alla protesta non hanno partecipato le organizzazioni sindacali, che invece dovrebbero essere ricevute nelle prossime settimane.
di Riccardo Coretti Un’istruttoria completa per verificare che il progetto del rigassificatore non interferisca in alcun modo con le attività portuali. Ieri mattina il Comitato portuale ha rinviato il parere formale sull’impianto che Gas Natural intende realizzare nei pressi del canale navigabile di Zaule, ma il fronte del “no” pare allargarsi in attesa della Conferenza dei servizi che la Regione dovrà convocare per mettere attorno al tavolo tutti i soggetti interessati. Decisamente soddisfatto il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, che ha visto presa in seria considerazione la sua proposta: una verifica della compatibilità del gnl con lo sviluppo portuale dello specchio acqueo in fondo alla baia di Muggia. Una compatibilità praticamente inesistente, secondo Nesladek, dovuta alla presenza di un progetto (proposto da Authority e Teseco sull’area ex Aquila) per un vasto terminal traghetti e di un possibile allargamento delle aree retroportuali alla Valle delle Noghere. «Le due novità principali sono il cambiamento radicale di clima all’interno del Comitato e la volontà, da parte di tutti, di approfondire l’esame del progetto secondo le proprie competenze – ha commentato il sindaco di Muggia – compresa l’opportunità offerta dalle Noghere. Sono contento perché vuol dire che non abbiamo lavorato per niente e perché non siamo più i soli a pensarla in questo modo». In effetti alcuni distinguo restano evidenti, come quello dell’Associazione industriali espresso per bocca di Paolo Battilana a ribadire il proprio favore al progetto di Gas natural, al quale paiono aggiungersi alcuni “ma”. «Nell’istruttoria andremo a valutare bene gli aspetti legati alla sicurezza e la questione legata allo sviluppo delle Noghere come area portuale». «Io faccio riferimento a una delibera della Giunta camerale, peraltro quella precedente, con la quale ci dichiariamo favorevoli – ha detto Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio – però alle luce delle ultime novità dovremo esaminare bene il progetto. Non possiamo permetterci che interferisca in alcun modo con lo sviluppo dei traffici portuali o delle crociere». All’unisono le dichiarazioni della presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, ieri assente, e del suo assessore Vittorio Zollia: «Abbiamo chiesto di mettere a fuoco un’istruttoria completa per approfondire l’incidenza dell’impianto sulle attività portuali». Nota, invece, la posizione contraria all’impianto da parte dell’attuale amministrazione comunale di Trieste, ribadita ieri dall’assessore Fabio Omero. La palla, dunque, resta in mano alla Regione che dovrà convocare una Conferenza dei servizi: se in quella sede tutti soggetti interessati si esprimeranno a favore, l’opera otterrà il via libera. In caso di mancata unanimità, invece, il verdetto spetterà alla giunta regionale. Il progetto definitivo del rigassificatore é conseguenza del decreto sulla compatibilità ambientale firmato dagli ex ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali Stefania Prestigiacomo e Sandro Bondi.
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Messaggero Veneto GIOVEDÌ, 01 DICEMBRE 2011 Pagina 12 – Regione
No Tav tour domani sera a Porpetto
Farà tappa in Friuli Venezia Giulia, il “No Tav Tour”, che il Comitato No Tav della “Valle che Resiste”, la Valsusa, sta portando in giro nel territorio italiano interessato dalla realizzazione di questa “grande opera”. Il “No Tav Tour”, che approderà domani, con inizio alle 18 all’arena di Porpetto ospite dei Comitati No Tav del Fvg e del Veneto, sarà l’occasione per sentire dalla voce dei rappresentanti dei comitati della Val di Susa, le azioni di lotta contro la costruzione della Tav. «Come lottare assieme per impedire la costruzione di questo mostro che devasterà la Bassa Friulana e il comune di Porpetto in particolare. Il Corridoio 5 è una Grande Opera Inutile che non porterà nessun beneficio economico, ma farà solo incrementare paurosamente il debito pubblico», è il tema che si dibatterà alle 20.30 in centro civico, e riguarderà la tratta Venezia-Trieste. «Anche se l’opposizione sviluppata lungo i siti interessati a questo tracciato – sostengono i No Tav Fvg – non è certamente paragonabile a quella valsusina, si deve però dire che in sei anni di braccio di ferro la credibilità del progetto Av-Ac si è progressivamente indebolita». (f.a.)
Marzo 17th, 2017 — General, Generale
dalla pagina facebook di #OccupyGorizia
MARTEDì LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI DI GORIZIA SONO ANDATI NEL CONSIGLIO COMUNALE!
Mentre i consiglieri comunali discutevano chi fosse morto recentemente, invece che lavorare per questa città, abbiamo portato li dentro quelli che sono i nostri: abbiamo spiegato come ci troviamo in una città morta, una casa di riposo a cielo aperto che non solo non ci offre nulla ma anche una città in cui ci ve…ngono ostacolate tutte le nostre attività. Non ci sono spazi, e nemmeno agibilità politica, possibilità di partecipare. Abbiamo presentato quelle che erano le nostre proposte, secondo le nostre necessità.
Oltre al documento, abbiamo portato una bara tutta nera con scritto “RIP GORIZIA” per indicare come la mancanza di sazi e agibilità politica abbia propriamente ucciso la città.
Le nostre proposte (trovate la lettera al consiglio comunale nel post successivo xD ) parlavano della mancanza di spazi, diritto al sapere, diritto alla mobilità, diritto alla trasparenza delle scelte economiche e politiche della città e del diritto alla libertà di espressione.
Proposte uscite dal, le assemblee nelle scuole, nelle piazze e nelle strade, che spesso ci venivano ostacolate. Continueremo a farne, sempre di più. Ci riprenderemo gli spazi che ci sono dovuti, li libereremo, per restituirli alla cittadinanza e renderli davvero pubblici.
Questa volta siamo entrati noi nel comune, per la prossima chiediamo e pretendiamo legittimamente un confronto pubblico e aperto sulle tematiche che abbiamo posto tra sindaco, consiglieri comunali e cittadinanza. Perchè i nostri bisogni e i diritti che ci vengono negati non possono essere più calpestato!
LETTERA AL CONSIGLIO COMUNALE DI GORIZIA:
Siamo gli studenti e le studentesse di Gorizia, ci troviamo tutti i giorni a passare per una città ormai morta, da tutti i punti di vista. Attraversiamo i luoghi comuni consapevoli che ormai questi hanno perso completamente di significato.
La vita quotidiana nella nostra città è segnata da una freddezza e chiusura sempre più marcata nei rapporti sociali. Una società nella quale le relazioni si sfaldano in questo modo non può più contare sulla politica – che è l’arte di risolvere i problemi insieme – per superare gli ostacoli della vita comune. Questa chiusura nasce anche perché i luoghi comuni – fisici e non – vengono semplicemente attraversati e non realmente vissuti dalle persone, tanto che s’è addirittura persa la concezione stessa di ‘luogo pubblico’, ovvero di proprietà comune e utilizzabile realmente da tutti. Ciò è la conseguenza di un modello di società dove gli spazi mentali e i tempi sono contingentati e regolati dall’esterno, non dipendono più da noi e quindi noi stessi non riusciamo più a trovare spazi fisici dove esprimerci e confrontarci liberi da alcun vincolo.
Noi vogliamo che quei luoghi che dovrebbero appartenere a tutti, siano liberati, aperti, restituiti di nuovo alla cittadinanza. Vogliamo prenderli e poterli utilizzare nel migliore dei modi, quindi fare le nostre assemblee nelle piazze, nei giardini, utilizzare gli stessi per fare piani anticrisi, organizzarci, condividere opinioni e esperienze per crescere come persone e partecipare attivamente alla vita della città.
A questa questione si intreccia un secondo problema che potremmo definire ‘generazionale’: la nostra città è vecchia, ma non solo anagraficamente. I giovani, che pure sono una minoranza e spesso non sono neanche ‘appetibili’ per la politica, non avendo diritto di voto, vengono marginalizzati e con essi le loro istanze, i loro desideri, il loro futuro.
A Gorizia da anni il Comune costringe i giovani all’esodo notturno oltreconfine a causa dei regolamenti comunali ‘antischiamazzi’ che in realtà trasformano la città isontina in una casa di riposo a cielo aperto. Ai giovani non vengono lasciati spazi per la libera espressione della propria cultura e delle proprie forme di divertimento: i concerti e le altre iniziative, se non legate a logiche di profitto o di ascolti televisivi, sono relegate in periferia, o comunque fortemente ostacolate con barriere politiche e burocratiche.
Di fronte a questo scenario la nostra risposta vuole essere duplice: da una parte continuare a fare assemblee in piazza e nelle scuole per rendere realmente attiva la popolazione studentesca, dall’altra portiamo al consiglio comunale di Gorizia, delle proposte che abbiamo elaborato nei medesimi luoghi.
Quindi chiediamo:
1. Diritto al sapere
Ogni cittadino ha diritto ad una formazione di qualità, libera e laica. Per questo chiediamo che il Comune di Gorizia si impegni, nell’ambito delle proprie competenze, ad abbattere ogni barriera, di ordine economico e sociale, per il libero accesso ad ogni canale culturale dentro e fuori i luoghi di formazione.
In particolare il Comune di Gorizia si impegna, in collaborazione con la Provincia e la Regione:
a) per quanto riguarda gli studenti medi, ad incrementare l’offerta territoriale della Carta
Studentesca “Io Studio”, istituita dal Ministero della Pubblica Istruzione, nei settori delle fonti culturali (musei, cinema, teatri, mostre, centri culturali, librerie, negozi di articoli musicali, internet point etc.), dei trasporti e del vitto-alloggio (ostelli della gioventù, alimentari, etc.);
b) ad avviare progetti educativi in particolare nelle Scuole Superiori sui temi della memoria storica, dell’antifascismo, dell’antirazzismo, del rispetto delle minoranze, dei diritti costituzionali e della cittadinanza attiva.
2. Diritto alla mobilità
La maggior parte degli studenti di Gorizia proviene dai comuni della provincia (es. Monfalcone, Gradisca) che quindi sono costretti a pagare abbonamenti che possono raggiungere i 500 euro per ottenere il servizio di trasporto solamente i 9 mesi scolastici, il quale la maggior arte delle volte si dimostra essere insufficiente per la mancanza di un numero adeguato di corse. In particolare nel pomeriggio e durante il fine settimana. Ciò impedisce ai cittadini in formazione la completa libertà di movimento. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze e in collaborazione con la Provincia:
a) ad ampliare l’offerta di trasporto pubblico extraurbano in particolare nella fascia serale e notturna;
b) a garantire agevolazioni per lo stesso anche attraverso le Carte Studentesche sopracitate;
3. Diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche ed economiche
La democrazia non si esaurisce nel mero diritto di voto, e anche chi non lo ha ancora deve essere considerato a tutti gli effetti un cittadino: la democrazia vera si costruisce a partire dalle singole comunità coinvolgendo tutti nelle scelte collettive delle istituzioni. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi:
a) a rendere trasparenti le scelte prese a tutti i livelli, filmando e trasmettendo in diretta su
Internet le sedute pubbliche degli organi comunali, nel rispetto dello Statuto Comunale;
b) a costruire i documenti di programmazione, di bilancio e di gestione del territorio (Piano del Traffico, Piano Regolatore), a partire dal confronto democratico tra cittadini nelle Circoscrizioni e in generale nella comunità e nei luoghi di formazione;
c) a rendere possibile la fruizione di edifici di proprietà del Comune per la libera riunione ed associazione dei cittadini in formazione;
d) a rendere note, attraverso campagne informative dentro e fuori i luoghi di formazione e anche sulla Rete, le misure prese nei campi d’interesse specifici dei cittadini in formazione.
4. Diritto alla libertà d’espressione
Il diritto all’abitare e il diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche si completano naturalmente nel diritto alla libertà d’espressione. Per questo chiediamo al Comune di Gorizia di impegnarsi:
a) a semplificare ed eventualmente accorpare, anche in collaborazione con altri enti e /o
associazioni locali, le procedure burocratiche per l’allestimento di spettacoli, concerti e in generale eventi culturali, informativi e politici sul territorio comunale;
b) ad informare adeguatamente i cittadini ed in particolare i cittadini in formazione rispetto agli adempimenti burocratici di cui al punto a);
c) a rendere effettivo il diritto alla libertà d’espressione concedendo spazi alle associazioni culturali, informative o politiche e ai singoli che lo desiderino;
d) ad allestire spazi dentro e fuori i luoghi di formazione ove sia possibile affiggere, esentati dal pagamento di tariffe, fogli e manifesti, limitatamente per la divulgazione di informazioni od opinioni senza scopo di lucro;
e) ad avviare progetti e relativi stanziamenti per favorire la nascita di esperienze di espressione giovanile, nei campi della cultura, della libera informazione, della politica attiva;
f) ad avviare progetti e relativi stanziamenti per favorire lo sviluppo e la conoscenza diffusa dentro e fuori i luoghi di formazione della lingua e della cultura slovena.
da Il Messaggero Veneto 01 dicembre 2011 — pagina 25 sezione: Gorizia
E in consiglio si fa sentire la protesta dei giovani
Una bara di cartone a simboleggiare «una città morta» e uno striscione: «Uno spazio autogestito, senza alcun partito», rimasto affisso lì per tutta la serata. Una ventina di ragazzi dell’Unione degli studenti e del gruppo #OccupyGorizia hanno animato le fasi iniziali dell’ultima seduta del consiglio comunale, chiedendo di esporre le proprie idee e confrontarsi con i componenti della massima assemblea cittadina. A leggere in aula il documento con le istanze dei giovani è stato il consigliere Daniele Orzan (Pd): «La vita quotidiana nella città è segnata da una freddezza e da una chiusura sempre più marcata nei rapporti sociali: Gorizia è una città vecchia – si legge nel documento – in cui si costringono i giovani all’esodo notturno, a causa dell’antischiamazzi, che trasforma il capoluogo isontino in una casa di riposo a cielo aperto». Nel testo della lettera si fa riferimento inoltre a problematiche inerenti al diritto al sapere, alla mobilità urbana, alla libertà d’espressione e al diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche. L’aula, su proposta di Livio Bianchini (Sel), ha votato una mozione per consentire l’interruzione dei lavori consiliari e l’audizione dei giovani: la bocciatura della proposta da parte della maggioranza ha scatenato la reazione dei giovani, che dopo aver applaudito ironicamente e urlato «Vergogna!» e «La politica siamo noi», hanno lasciato l’aula. «Sono disponibile al confronto, ma non posso accettare che vengano poste delle condizioni», ha spiegato il sindaco, Ettore Romoli. «Li ho invitati in municipio per parlare, ma hanno rifiutato: non ho motivo di nascondermi», ha aggiunto il primo cittadino. Una delle portavoci del movimento studentesco: «Torneremo in piazza per un’assemblea pubblica, ma faremo una nuova irruzione anche in consiglio comunale, con toni e atteggiamenti forse meno pacati», ha annunciato. (chr.s.)
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Messaggero Veneto SABATO, 03 DICEMBRE 2011 Pagina 43 – Provincia

“No tav tour” in piazza

Porpetto, incontro dibattito coi cittadini della Val di Susa
PORPETTO Tappa regionale ieri sera a Porpetto del “No Tav Tour 2011: la valle che resiste incontra l’Italia”, indetto dai No Tav della Val di Susa. L’iniziativa ospitata dei comitati No Tav del Fvg e del Veneto, che hanno voluto associare al momento conviviale con vin brulé, castagne ed altro da bere e da mangiare, la proiezione di filmati. L’arena di Porpetto si è riempita di gente per assistere alla manifestazione e poi partecipare all’assemblea- dibattito con testimonianze degli ospiti della Valsusa. (f.a.)
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Marzo 17th, 2017 — General, Treni
Da Il Piccolo del 05/12/11
Treni massacrati, 5 ore da Trieste a Udine
Offerte choc in vista dell’orario invernale sul sito di Ferrovie. Zero collegamenti con Gorizia. Spariscono i notturni per Roma
di Marco Ballico
TRIESTE
Ogni cambio di orario la sua pena. Ma stavolta i “buchi” dell’offerta di Trenitalia sono più numerosi del solito. A una settimana dall’entrata in vigore dei nuovi orari, la mappa dei treni da e per Trieste sul sito della compagnia ferroviaria sempre una fetta di emmenthal. Mancano i collegamenti non solo per Budapest, che erano già dati a rischio, ma pure per Lubiana e Zagabria. Salta definitivamente il notturno per Roma, pure da Udine. E ci sono alcune soluzioni pomeridiane che sanno di presa in giro: oltre 5 ore per andare da Trieste a Udine, più di 15 per il Trieste-Vienna. Solo una settimana per aggiustare qualcosa. Il nuovo orario decollerà domenica 11 dicembre. Ma, al momento, non c’è da stare allegri: l’emarginazione del Friuli Venezia Giulia si aggrava pesantemente. Se confermato quanto prospetta il sito di Trenitalia in queste ore, si tratterebbe di un colpo durissimo per il ruolo di Trieste e della regione nell’area nordestina. Brillando per lentezza nell’inserimento dei dati, la società dei treni impedisce intanto al cittadino di programmare le vacanze di Natale.
Andiamo con ordine. I primi “buchi” si riscontrano all’interno del perimetro regionale. Non ci sono soluzioni da domenica 11 in avanti perfino sul Trieste-Gorizia. In questo caso, con tutta probabilità, si tratta di ritardi nell’aggiornamento del sito. Digitando il percorso Trieste-Udine ecco un’altra sorpresa. Il treno in partenza dal capoluogo alle 17.02 arriva a Udine alle 22.08 (5 ore e 6 minuti) con l’obbligo di scendere a Mestre alle 18.48 in attesa della coincidenza. Stesso discorso per il Trieste-Pordenone con arrivo nella Destra Tagliamento alle 21.34 dopo 4 ore e 32 minuti. «Nessuna soluzione trovata» è la risposta che gela quando si cerca un treno per Budapest, Lubiana e Zagabria. Sulla tratta verso l’Ungheria, nei giorni scorsi Trenitalia aveva già anticipato il possibile funerale del 441, il notturno in partenza fino a sabato, poi si vedrà, alle 21.54. Quel treno, non rientrando nel contratto universale, non è finanziato né dallo Stato né dalla Regione, spiegava la compagnia. E dunque se ne farà quasi certamente a meno. Così come si dovrà fare a meno di partire per Vienna alle 17.02 da Trieste. L’incredibile soluzione offerta dal nuovo orario è un arrivo dopo 15 ore e 32 minuti nella capitale austriaca alle 8.34 del giorno dopo, con coincidenza a Vicenza tra le 19.33 e le 23.20. Non cambia invece, almeno una buona notizia, l’agenda da e per Milano: alle 6.35, 9.38 e 17.02 continuano a essere previsti i diretti Frecciabianca che portano nel capoluogo lombardo mediamente in 4 ore e 20 minuti. Anche da Trieste a Roma è mantenuta l’offerta attuale con la coincidenza a Venezia per i tre collegamenti diretti per Milano, così come l’unica relazione diretta rimasta: l’Intercity delle 7.04 che arriva a stazione Termini alle 15.24 dopo 8 ore e 20 minuti di viaggio contro le 5 ore e 36/39 minuti delle Frecce. Ma, proprio su Roma, c’è un altro “buco” gigante. Pare evaporato il diretto notturno, quel Trieste-Napoli delle 21.54 che, causa incendio a Roma Tiburtina, già era stato limitato nella capitale. Al momento non è previsto nemmeno il notturno Udine-Roma. Si tratta dell’effetto del licenziamento da parte di Trenitalia (misura che scatterà proprio l’11 dicembre) di circa 800 lavoratori delle società che gestiscono il servizio a bordo e la manutenzione dei treni notturni. Già da qualche giorno, causa agitazione dei dipendenti, il vagone letto Trieste-Roma era saltato. Con il nuovo orario si procede in sostanza a ufficializzare l’addio a un servizio che già non c’era più. Niente notturno, dunque, per Roma, Napoli ma nemmeno per Lecce, con due sole soluzioni diurne suggerite, entrambe con coincidenza a Bologna e costi più che raddoppiati rispetto alla tariffa di 58,50 euro del viaggio in partenza alle 19.46. Penalizzazioni anche su Alessandria e Ancona. Tra qualche giorno qualcosa potrebbe auspicabilmente migliorare, ma Trenitalia conferma la linea degli ultimi anni: l’edizione cartacea dell’orario non è mai pronta per tempo, l’informazione del sito è lacunosa fino all’ultimo minuto.
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il piccolo del 05/12/11
Il Comitato No Tav al Comune: vogliamo risposte chiare
Il Comitato No Tav mette alle strette anche il Comune di Monfalcone, chiedendo a sindaco e giunta di esprimersi in modo chiaro sul progetto dell’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria. Una presa di posizione delle amministrazioni locali coinvolte, secondo il Comitato, è fondamentale ora che l’osservazione del Wwf contraria al metodo con cui il progetto è stato presentato (diviso in quattro tronconi portati all’attenzione dei territori interessati in modo diviso) ha riaperto la discussione con l’avvio di un nuovo Studio di impatto ambientale. E’ quanto il Comitato ha chiesto nell’incontro avuto mercoledì pomeriggio con il sindaco Silvia Altran e gli assessori all’Urbanistica Massimo Schiavo e all’Ambiente Mariella Natural, ottenendo una risposta del tutto interlocutoria. «E’ giusto che ci siano comitati che si occupino della questione, l’obiettivo comune però – ha detto il sindaco Altran – è quello di arrivare a gestire la situazione senza violenza. Nessun territorio deve essere devastato, ma non ci si deve trovare nella situazione di dover difenderci o dover attaccare con violenza. In merito alla vostra richiesta ne parleremo in giunta e in maggioranza, anche perché la posizione della giunta precedente era di grande pragmatismo: nulla è stato lasciato all’immaginazione e siamo stati aderenti alle nostre competenze». A preoccupare per quel che riguarda il territorio monfalconese è sempre la trasformazione del bivio di San Polo lungo la linea attuale, considerato un “collo di bottiglia” che, in vista dello sviluppo della portualità e quindi dell’aumento del traffico di merci e container, dovrà essere risolto. I timori sono comunque già stati espressi anche in Consiglio comunale durante la fase di presentazione delle cosiddette “interferenze” con il progetto, come ha ricordato l’assessore Schiavo. «Le abbiamo segnalate tutte, da quella ambientali, con le vibrazionie le interferenze magnetiche ai danni dell’ospedale – ha sottolineato Schiavo, a quelle provocate dall’apertura dei cantieri e ai vincoli urbanistici». Per ogni fase dei lavori il Comune di Monfalcone ha chiesto inoltre un’analisi trasportistica. Per i rappresentanti del Comitato il rischio è però che l’intervento sul bivio di San Polo funzioni come “cavallo di Troia” per il resto del progetto Tav. «Noi vogliamo che il bivio venga risolto, ma estrapolandolo dal progetto, migliorando la linea esistente, un’azione per la quale basterebbero 180 milioni di euro», hanno sottolineato gli esponenti del movimento No Tav.
Marzo 17th, 2017 — General, Noi
Nonostante la forte pioggia e il solito blackout mediatico l’incontro pubblico con due esponenti del movimento NOTAV piemontese ha riscosso un buon successo e molto interesse nei convenuti che alla fine hanno “preso d’assalto” il banchetto con i materiali.
I due compagni hanno illustrato la storia e le dinamiche del movimento che da 20 anni si batte contro questa megaopera e che è diventato un punto di riferimento e un simbolo per tutti coloro che si battono contro le grandi opere inutili e gli scempi ambientali.
La mattina si era svolto un presidio informativo in l.go barriera in cui sono stati distribuiti ai passanti 600 volantini ed effettuati numerosi interventi al megafono e diffusione di materiale informativo.
Il prossimo appuntamento è per l’8 dicembre in val susa.
INFO-ACTION REPORTER



