PORDENONE: comunicato sulle intimidazioni fasciste

Da mesi a Pordenone ci troviamo di fronte ad una novità quasi assoluta: l’apertura di una sede di un partito politico esplicitamente fascista nel pieno centro della città.
Dietro la maschera di un’associazione sportiva di scacchi, denominata “Circolo Ghibli”, è infatti stata aperta la sede dell’organizzazione dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound Italia.
Durante l’estate i “bravi ragazzi” di Casapound, si sono resi protagonisti a Pordenone ed in Provincia, di due azioni intimidatorie durante altrettanti concerti.
Nel primo caso hanno intimidito e tentato di aggredire un cantante durante un festival, annullando il suo concerto; stesse azioni compiute, una settimana dopo, nei confronti di un altro musicista.
Entrambi i tentativi di aggressione sono stati motivati dal fatto che i due artisti avevano espresso contrarietà alle azioni e al “pensiero” dei fascisti del terzo millennio, attraverso un social network.

Non contenti delle scorribande estive, stanno continuando anche adesso.
Sono ormai tre settimane consecutive che avvengono intimidazioni ai danni di giovani antifascisti.
La loro “colpa” è quella di vestire in un modo a loro non congeniale, avere idee differenti ed esporle pubblicamente, indossare una toppa o un adesivo: addirittura scrivere il proprio pensiero su Facebook è abbastanza per essere attaccato, strattonato e aggredito.
Martedì 3 novembre il primo caso: un ragazzo, rapper e antifascista, appartenente al collettivo PN Rebel è stato inseguito per il centro cittadino, nel primo pomeriggio, da 4 appartenti al partito politico Blocco Studentesco, giovanile di CasaPound Italia, usciti da un bar poco vicino piazzetta Cavour. Dopo il pedinamento, l’hanno seguito all’interno di un negozio per continuare le minacce, nonostante la presenza basita della proprietaria.
La settimana dopo, 10 Novembre, stessi attori, diverso copione.
Intimidazione e minacce, sempre in pieno centro cittadino al Parco Galvani, a causa di una toppa antifascista sullo zaino. Azione premeditata: accerchiamento, spinte e strappo dell’adesivo.
Non contenti, questa settimana, sempre GLI STESSI quattro aderenti al Blocco Studentesco, tra cui un rappresentante d’istituto di un liceo di Cordenons e interlocutore presso l’ATAP, hanno aggredito verbalmente un altro ragazzo, chiedendo di “spostarsi lontano dalle telecamere per risolvere la situazione, a pugni”.
La “situazione” consisteva nel fatto che il giovane stesse tranquillamente passando per il chiostro della Biblioteca Civica, luogo di passaggio e incontro di centinaia di studenti pordenonesi, indossando sullo zaino una toppa antifascista. Solo l’intervento di un altro ragazzo, che aveva seguito la scena, ha evitato che la situazione si evolvesse in peggio.

Non si può rimanere indifferenti di fronte ad un simile atteggiamento aggressivo e stupido.
Non si può tollerare che ci sia un gruppo politico che con metodi squadristi tenta di imporre una visione del mondo, barbara e piena di odio, a tutti i giovani della città.

Non possiamo più sopportare che ci sia qualcuno che tenti di negare la libertà di esprimerci, la libertà di sostenere le nostre idee, di vestirci come ci pare, di indossare i simboli che rappresentano i nostri valori e soprattutto la libertà di movimento: nessuno deve avere paura di girare liber* per la città!

E quindi questo il famoso doposcuola di cui parlavano gli aderenti di Blocco Studentesco e incensato da giornali e TelePordenone? Un laboratorio di bullismo e squadrismo?
È questo l’apporto sociale alla città di cui parlavano Casapound ai tempi dell’apertura della loro sede?

Non possiamo che ripetere lo slogan lanciato questo gennaio dopo i fatti di Cremona: chiudere tutti luoghi fascisti!
Come previsto, il comportamento prevaricante e violento degli aderenti a Casapound si sta ripetendo, come in tutta Italia, anche a Pordenone.
Invitiamo gli studenti, i giovani, i lavoratori e tutti a segnalare gli atteggiamenti squadristi, le aggressioni, le intimidazioni, anche con video e registrazioni.
Pensiamo che le idee e l’agire politico di questi neofascisti, siano in antitesi con la prospettiva di società che vogliamo: una società plurale, solidale e libertaria, senza gerarchie e discriminazioni, dove le differenze sono ricchezze e non scogli insormontabili, una società dove al centro ci sono i nostri bisogni e i nostri desideri e non odio, diffidenza, razzismo, violenza e prevaricazione.

 

Collettivo PN rebel