ANTIFASCISMO OGGI/ Casapound ha fatto flop. Il “fiume in piena” è l’astensionismo

Dopo la prima elezione di un nazi-fascio (tale Bonazza) a Bolzano, i casapoundini si erano un bel pò eccitati fino ad autodefinirsi un “fiume in piena”. Ma è stato proprio il caporione Simone Di Stefano a fare un plateale flop nelle elezioni regionali in Umbria con un misero 0.65%. Certo i “fascisti del terzo millennio” cercano di consolarsi con qualche risultatino qua e là, in qualche comune minore, ma niente di che; di loro, non resterà traccia in questa tornata elettorale.

fascio-flop

 

La tattica di entrismo istituzionale, attraverso il cavallo di troia della Lega Nord è senz’altro furbesca, ma per ora non ha dato grandi risultati. In realtà il vero insuccesso del fascio-leghismo, nonostante Salvini gridi vittoria, sta nell’astensionismo, quello sì un “fiume in piena”. Avevano gioco facile, ma non sono stati capaci di attrarre, in maniera massiccia, un elettorato che pure è ideologicamemnte sensibile alla demagogia razzista dello stop all’invasione, del radere al suolo i campi rom, del prima gli italiani, dei 35 euro al giorno ai “clandestini” e via discorrendo. Un elettore su due non ha votato e questo è il dato rilevante, eppure la cosiddetta “offerta politica” è oggi molto varia, più di così non è possibile a meno che il prossimo colpo non si presenti il partito marziano, o veramente l’edizione aggiornata di cetto laqualunque, perchè la prima è già superata dalla realtà degli impresentabili che vincono le elezioni. Fatta questa premessa, qual’è lo stato del neo-fascismo in questa Italia che il fascismo non lo ha mai veramente sconfitto? La vicenda della manifestazione nazionale di Casapound a Gorizia del 23 maggio è stato un ottimo laboratorio e banco di prova dei rapporti di forza in atto, ma anche dei regolamenti di conti all’interno delle varie bande neofasciste. Si tenga infatti presente che contemporaneamente alla manifestazione goriziana, nella Città di Udine si svolgeva un convegno nazionale con Roberto Fiore per forza nuova assieme ad altre formazioni per fondare il “fronte nazionalista”; ebbene non c’erano più di 60 persone. Quindi vuol dire che casapound ha prosciugato le altre formazioni neofasciste. Da anni sosteniamo che il fascismo virulento e veramente pericoloso è quello dei varii Jannone, Antonini e Di Stefano. Sosteniamo anche che costoro siano finanziati e, soprattutto, coperti dagli apparati statali. Se poi è vero che Salvini è una creazione di Renzi per avere un avversario che, per quanto forte, non può fare alleanze vincenti a centrodestra, allora nel calderone ci sta anche un contestuale sdoganamento per casapound che, da destra a manca, viene legittimata nel gioco politico. Quindi se abbiamo di fronte un neofascismo che nel più classico degli stili gattopardiani si presenta nella formulazione “di lotta e di governo”, l’antifascismo si sposta anch’esso più sul piano della controinformazione e della mobilitazione di massa, che su quello dell’azione militante, che peraltro resta indispensabile. Oggi è fondamentale dare risposte non minoritarie, ma, quanto più possibile partecipate, cioè bisogna invogliare la gente ad aderire alle menifestazioni antifasciste rafforzando quello che è un principio basilare e cioè che il fascismo non ha diritto di esistere. L’abitudine alla convivenza, agli sdoganamenti, e alle pacificazioni del passato, hanno creato un abbassamento delle difese immunitarie e molti giovani non percepiscono perchè si debba essere antifascisti e credono che i casapoundini fascisti siano una delle tante opzioni politiche sul mercato. Questo è il punto fondamentale, sul quale si deve lavorare perchè altrimenti si rischia di trovarsi di fronte ad una situazione irreversibile almeno in certi ambiti urbani e territoriali. Per ora la situazione è meno preoccupante di quello che ci si poteva aspettare, ma proprio l’esperimento goriziano, nel senso della risposta che è stata data in termini di manifestazione determinata, ma pacifica, è la strada che dobbiamo seguire. Ciò non toglie che l’Antifascismo Militante sia un fatto costitutivo del movimento, necessariamente da sviluppare anche in termini pratici. Il punto delicato della questione però è che spetta proprio agli antifascismi militanti organizzare anche l’antifascismo di opinione, di cittadinanza, di territorio, di normale manifestazione di protesta, se non altro perchè oggi come oggi, nessuno neanche si pensa di scendere in piazza a manifestare e a fare un contro-corteo come brillantemente si è realizzato a Gorizia, mentre, si ricordi che a Udine l’8 novembre 2014, contro Forza Nuova non si riuscì a fare nulla di tutto questo, anche se un corteo sarebbe stato in linea di principio realizzabile. Per quanto riguarda il livello regionale, trovare critiche pesanti alla manifestazione di Gorizia, perchè non ha soddisfatto le istanze di antagonismo frontale, latenti nel corteo, peraltro fortemente minoritarie, vuol dire semplicemente non avere i piedi per terra, ogni discussione è sempre utile, ma bisogna fare necessariamente i conti con la realtà ed essere in grado di sviluppare una strategia politica ed una continuità di iniziativa valide e realizzabili per questa Regione.

Paolo De Toni