25 APRILE 2016/ Foto, video, reports, Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste

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Udine 25 aprile, partenza del corteo da Piazza 1° Maggio        | UD Video 1 | UD Video 2 | PN Foto |

Un 25 aprile militante ma anche di festa quello ha visto impegnati i compagni e le compagne anarchici e anarchiche del Coordinamento libertario regionale.

A Udine e Pordenone i due appuntamenti principali all’insegna dell’antifascismo e della solidarietà alla resistenza dei compagni e compagne curde. Non a caso lo striscione “solidarietà senza confini alla resistenza curda” era in testa in entrambe le iniziative di piazza. A Udine lo spezzone libertario era numeroso e sicuramente il più animato, organizzato e visibile del corteo ed infatti durante il percorso molti singoli e gruppi si sono aggregati per poi “prendere d’assalto” nella piazza finale i banchetti di cibo e bevande (benefit per i progetti di solidarietà in kurdistan) e quello informativo. Ottima anche la diffusione di Germinal e Umanità Nova. A Pordenone molto buona la presenza nelle varie fasi dell’iniziativa (piazzale ellero, corteo e poi commemorazione all’ex caserma) di oltre un centinaio di persone che poi si sono spostate nel Prefabbrikato di via pirandello per proseguire la giornata con concerti e socialità. Questi due importanti appuntamenti non hanno impedito ad alcuni compagn* (soprattutto dell’isontino ma non solo) di essere presenti al presidio antifascista organizzato il giorno precedente dagli antifascisti goriziani in risposta alla provocazione di Casapound che ha voluto celebrare i “morti degli eccidi comunisti” proprio il 25 aprile una cosa mai vista prima in città e non solo. Infine a Trieste alcuni compagni e compagne hanno volantinato massicciamente per promuovere la nostra presenza al corteo del 1 maggio fuori dalle celebrazioni in risiera e diffondendo il Germinal. E ora ci si prepare a scendere in piazza il primo maggio a Trieste (appuntamento per lo spezzone regionale in solidarietà alla resistenza curda) e anche a Cervignano.

info-action reporter

 

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Udine Partenza da Piazza 1° Maggio

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Udine Partenza da Piazza 1° Maggio

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Udine Partenza da Piazza 1° Maggio

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Udine Piazza Libertà

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Udine Piazzale XXVI Luglio i nostri chioschi e banchetti distro

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Udine Piazzale XXVI Luglio: i nostri chioschi e banchetti distro

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GORIZIA contro casapound. Una cinquantina di antifascisti ha contrastato casapound

che aveva annunciato 150 buzzurri, ma alla fine non erano più di cinquanta

e hanno incominciato con mezzora di ritardo in attesa di rinforzi  perché alle 13.30 erano scarsetti …

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Gorizia

 

Report da Pordenone
Come da diversi anni, una cinquantina di compagn* hanno partecipato alla manifestazione ufficiale in P.le Ellero organizzata dalla Provincia di Pordenone e durante la quale sono intervenuti il sindaco, l’Anpi ed uno storico dell’università di Udine. La manifestazione é poi proseguita con un corteo fino al cippo dedicato a Franco Martelli e una volta arrivati a destino, abbiamo proseguito autonomamente fino all’ex caserma Martelli e lì siamo arrivati ad un centinaio, molti i giovani, un luogo strappato all’oblio e dove dal 2002 raccontiamo, compagni fra compagne, senza palchi e retorica le storie della resistenza ma anche il filo rosso che unisce le tante storie di resistenza di oggi, perché i fascismi non solo sono sopravvissuti (e le responsabilità sono molte) ma oggi dilagano con complicità a volte chiare e altre subdole. Con noi non potevano non esserci i profughi, i senza voce, ultimi fra gli ultimi, un altro filo rosso che unisce le tante resistenze, pronti anche loro a conoscere questa storia di libertà e giustizia.
Un 25 aprile quest’anno dedicato alla resistenza curda e a quel progetto che vede nella Rojava un tentativo autogestionario a cui non è possibile rimanere indifferenti.
E ancora una volta ai 10 partigiani, prima torturati per giorni alla casermette e poi fucilati nel muro ancora crivellato dei colpi dei nazifascisti, è stato dedicato un piccolo corteo e due corone da parte del pnrebel e degli anarchici, chiamandoli per nome e ricordando che la lotta di liberazione non fu solo dall’oppressore in camicia nera o nazista ma anche dallo sfruttamento, perché nonostante questa parte della lotta antifascista sia stata via via accantonata per poi sparire dai palchi delle orazioni ufficiali noi vogliamo rivendicarla: fu anche lotta di classe, perché i migliaia di antifascisti, prima arditi del popolo e poi partigiani assieme a tanta parte della società complice erano operai, contadini, proletari e sottoproletari che in quella liberazione ci videro anche la possibilità di liberarsi dallo sfruttamento. Traditi allora da chi salendo sul carro dei vincitori amnistiò i fascisti facendo marcire in galera centinaia di ribelli, rimettendo i gerarchi nei posti di comando, nuovamente padroni nelle fabbriche e poi questori e prefetti nelle città.
Questa storia della resistenza è la nostra storia, compagno per compagna, ribelle per ribelle, questa storia siamo noi oggi, saranno altri domani.

Il pomeriggio il programma delle nostre iniziative per il 25 aprile é continuato con un festival musicale presso il prefabbrikato di Villanova al quale hanno partecipato 150/200 persone.
Alla fine, possiamo valutare positivamente la giornata del 25 aprile sia per il numero delle persone coinvolte ma, soprattutto, per i contenuti di attualizzazione dei valori della resistenza fuori da una rappresentazione imbalsamata, retorica e militarizzata.

 

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Foto dal messaggero online

dello striscione sui Curdi

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Gorizia Rassegna stampa da il Piccolo del 26 aprile

IL PICCOLO 26 APRILE 2016

Anpi e movimenti antifascisti restano in silenzio e si limitano a una contestazione con uno striscione provocatorio. Polizia e carabinieri fanno da “cuscinetto” CasaPound contro il 25 Aprile la cerimonia fila via liscia

di Francesco Fain Gli ingredienti c’erano tutti per assistere a un assai poco tranquillo pomeriggio goriziano. CasaPound che organizza una contromanifestazione al 25 aprile intitolata, senza mezzi termini, «In ricordo dell’eccidio comunista sulle nostre terre”. E l’Anpi e i movimenti antifascisti che si radunano nelle immediate vicinanze per contestare un’iniziativa «di una gravità enorme che rappresenta un inaccettabile insulto, vista anche la scelta della data, verso una città insignita della Medaglia d’oro alla Resistenza, verso tutti i cittadini che si riconoscono nei valori che la Festa della Liberazione rappresenta e verso tutti i partigiani caduti». Ma la Questura non ha sottovalutato la concomitanza (e la pericolosa vicinanza) delle due manifestazioni e ha schierato oltre trenta agenti fra polizia e carabinieri a fare da “cuscinetto” fra le due fazioni. Presente anche un mezzo blindato. Ed è così che tutto è filato via liscio, senza quei problemi e quelle tensioni che Gorizia aveva vissuto anche di recente. La cerimonia di CasaPound sarebbe dovuta iniziare alle 13.30 al Parco della Rimembranza. Alla fine è slittata alle 14 per attendere che il gruppetto, all’inizio piuttosto sparuto, si ingrossasse. La cinquantina di partecipanti, in fila indiana, molto ordinati, hanno raggiunto i resti del tempietto circolare con cupola innalzato su progetto di Enrico Del Debbio realizzato nel 1929 e fatto saltare in aria nella notte del 12 agosto 1944. Gli attivisti, uno per uno, hanno depositato una rosa sul monumento: il tutto nel più totale silenzio. Poi, ha preso la parola un militante di CasaPound che ha reso onore ai caduti. «Siamo venuti qui per omaggiare con un fiore le vittime di una guerra civile – le sue parole -. Siamo venuti qui oggi perché nessuno dirci quando, dove e in che maniera dobbiamo ricordare delle persone». Poi, il sciogliete le righe. Alla manifestazione, anzi ad entrambe le manifestazioni, non ha partecipato nessun amministratore, nessun politico: chiaro il desiderio da parte di tutti di non essere “invischiati” in possibili polemiche. In contemporanea, nella zona del Parco della Rimembranza che si affaccia a via Duca d’Aosta, si è svolta la manifestazione di contestazione dell’Anpi e dei gruppi antifascisti: una quarantina di persone giunte anche da Trieste. Si sono limitate ad esporre uno striscione «Via i fascisti da Gorizia» rimanendo però in silenzio e non contestando nemmeno verbalmente o con canti provocatori la fazione contrapposta. Questo ha semplificato al massimo la vita alle forze dell’ordine che non hanno avuto grossi problemi nella gestione dell’ordine pubblico. Presente anche il questore Lorenzo Pillinini che ha seguito, a distanza, lo svolgimento delle due manifestazioni. I primi a lasciare il Parco sono stati i militanti di CasaPound, seguiti successivamente dai movimenti antifascisti e dagli esponenti dell’Anpi. 

IL PICCOLO 26 APRILE 2016

L’altra manifestazione Presidio simbolico con le bandiere rosse

Le bandiere rosse e nerorosse sulla piramide di corda al Parco della Rimembranza e uno striscione con la scritta bilingue “Fascisti via da Gorizia-Fasisti ven z Gorici”: le forze antagoniste di sinistra hanno protestato così contro la cerimonia organizzata nel primo pomeriggio di ieri da Casapound. Nella parte del parco che si affaccia su via Duca d’Aosta si sono radunate una cinquantina di persone in tutto. La manifestazione si è svolta in maniera assolutamente pacifica: a parte le bandiere e lo striscione, non ci sono state altre forme di protesta. Per evitare ogni tipo di frizione, gli antifascisti non hanno neppure intonato “Bella ciao”. Il presidio è stato soprattutto simbolico. Non solo il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa giunto da Padova non ha dovuto intervenire, non è stato nemmeno avvicinato dai manifestanti che si sono accontentati di dimostrare contro l’associazione di destra con la loro presenza. Se non fosse stato per il “Presente” urlato dagli associati di Casapound, gli schieramenti non avrebbero neppure avuto consapevolezza l’uno dell’altro. Lo striscione con le “F”, le “V” e le “G” evidenziate in rosso è stato esposto prima su via Duca d’Aosta, poi all’interno del parco della Rimembranza. La distanza troppo breve tra i due alberi del viale alle spalle del tempietto progettato da Emilio del Debbio distrutto nel 1944 ha però “nascosto” le prime tre lettere della parola “fascisti”. «Si legge solo ‘Cisti’? Va bene comunque, perché i xé scarsi», ha sottolineato con ironia uno dei manifestanti di sinistra, divertito dalla coincidenza linguistico-dialettale del risultato ottenuto. Più politico è stato invece il messaggio postato sui social-network da uno dei promotori dell’iniziativa: «Sventola a Gorizia la bandiera rossa in questo 25aprile contro i casapoundisti e la loro ignobile iniziativa che a colpi di presente e rose hanno tentato di macchiare questo giorno laicamente sacro per la nostra storia», ha poi scritto Marco Barone. (s.b.)