REPORT PORDENONE: affollatissima conferenza con A. Kersevan

302112 500588689989155 2082937687 nAlmeno 150 persone, molte costrette a stare in piedi, sono intervenute alla prima iniziativa del Coordinamento Antifascista Pordenonese, nato un mese fa sulla necessità di aggregare in modo unitario realtà e singoli per contrastare il riemergere del fascismo a Pordenone con Forza Nuova e Casa Pound in fermento. 

La conferenza con Alessandra Kersevan, storica che stampa per una piccola casa editrice (Kappa Vu ed.) nella collana “Resistenza Storica” diversi libri sulla questione del “confine orientale“, ha relazionato per oltre un’ora toccando un arco cronologico che va dal primo fascismo fino alla fine della seconda guerra mondiale. Aiutata da diverse immagini e fotografie durante l’esposizione ha fatto il punto sulllo stato dell’arte per quanto riguarda la documentazione (per altro ampia) su vari argomenti controversi come i confini, l’occupazione fascista della Jugoslavia, i campi di concentramento, la pulizia etnica, le foibe e l’esodo.

 

Un lavoro di demistificazione basato su un approccio scientifico e che svela il vero obiettivo della “giornata del ricordo” e di tutto ciò che gli gira attorno: nazionalismo, xenofobia e rigurgiti irredentisti.

Durante la conferenza, finita intorno alle 19.30, tutte e tre le entrate della biblioteca sono state presidiate da* compagn*, una scelta necessaria per evitare altre aggressioni che la Kersevan ha già subito recentemente, come a Montebelluna e soprattutto a Verona, quando una cinqiuantina di militanti della destra hanno tentato di fare irruzione dentro l’aula dell’università, con il beneplacido del rettore, costringendo gli studenti a barricarsi dentro.

Il prossimo obiettivo è quello di costruire un 25 aprile ancora più partecipato e che sappia porre al centro della giornata i contenuti e l’attualità dell’antifascismo, scalzando da una parte commemorazioni imbalsamate ad uso e consumo di istituzioni spesso indifferenti se non accondiscendenti ai rigurgiti razzisti e xenofobi e dall’altra parte evitare che il revisionismo destrorso s’impadronisca di una data simbolicamente importante per chi nella resistenza trova la propria storia ma anche motivi di continuità.

 

Anarres

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