OGM: Fidenato ha seminato il suo mail ogm

Dal Piccolo del 16/06/13

Riparte la sfida degli Ogm Semina pubblica a Vivaro

 

di Domenico Pecile w VIVARO Polizia, carabinieri, vigili urbani. E anche la celere di Padova. Un deterrente tanto inevitabile quanto inutile. Si temevano proteste. Si ipotizzavano manifestazioni di dissenso. Si temevano addirittura provocazioni e scontri. Previsioni smentite. Tutto è filato liscio con buona pace delle forze dell’ordine e, soprattutto, di Giorgio Fidenato destinato a passare alla storia come il primo agricoltore che ha seminato mais transgenico in Italia, sfidando anche una recente decisione del nostro Parlamento. La “vittoria” di Fidenato. Forte, infatti, del decreto di dissequestro del tribunale di Pordenone che fa presagire una sentenza di assoluzione per la semina di mais Ogm risalente ormai all’aprile 2010, ieri Fidenato ha messo a dimora le sementi “incriminate” nel campo antistante la caserma Forgiarini. In quello stesso terreno che nell’agosto di tre anni fa fu preso d’assalto dai disobbedienti proprio quando le pannocchie erano pronte per essere raccolte. E ieri mattina, prima della semina sui tremila metri quadrati di supeficie, erano in molti a scommettere che le piante non arriveranno a maturazione. Probabilmente, ne è consapevole anche lo stesso Fidenato, che comunque è andato all’incasso di un successo sicuramente simbolico, ma di certo insperato fino a poche settimane fa. Nessuna protesta. Nessuno garantisce l’“incolumità” di quella semina per i prossimi mesi. «Quelle pannocchie non saranno mai raccolte», sentenzia un agricoltore. Era questo uno degli argomenti più gettonati tra quanti hanno assistito alla semina. Fidenato non ci pensa. Comunque vada, per lui è un successo anche perché ha potuto realizzare il suo sogno senza contrasti. Nessuna protesta organizzata, si diceva. Solanto alcuni dissidenti, qualche esponenti del M5S tra i quali la consigliera regionale Eleonora Frattolin e l’immancabile Graziano Garzit, ex presidente dell’Aprobio e agricoltore biodionamico. Imponente la presenza delle forze dell’ordine, tra cui Polizia di Stato in assetto antisommossa – sul posto anche il questore di Pordenone, Sergio Cianchi – e Carabinieri del Comando provinciale. Le forze dell’ordine temevano la presenza di no-global e movimenti ambientalisti che, invece, non sono arrivati. Attacco alla Coldiretti. Dura la presa di posizione di Garzit secondo cui quanto avvenuto ieri a Vivario «è la fase finale di un disastro annunciato. In 50 anni di monocoltura i nostri terreni hanno perso il 3/4 per cento di sostanza organica. Colpa della monocoltura e delle sirene come quella degli Ogm». «Balle – è la secca replica di Fidenato che in questa battaglia, oltre che dall’Associazione agricoltori federati, di cui è presidente, è spalleggiato dal Movimento Libertario, ieri presente con il presidente bergamasco Leonardo Facco – perché qui in molti barano. Credo sia doveroso ripetere che su 800 mila ettari di terreni coltivati a mais, in Italia vengono utilizzati 800 mila chilogrammi di antiparassitari. Un’enormità. Uno scandalo. Ma queste cose la Coldiretti le nasconde e non le dice. E non le dicono neppure i media quando affrontano questo problema». «In Regione – è il commento della consigliera regionale del M5S, Frattolin – spingeremo affinché venga applicata la clausola di salvaguardia approvata di recente dal Senato. È vero che c’è la sentenza europea cui Fidenato si sta aggrappando, ma è altrettanto assodato che in Italia vige la legge 5 del 2005 che prevede l’autorizzazione nazionale per la semina degli Ogm. Oggi siamo qui soltanto per manifestare il nostro sacrosanto dissenso». La Frattolin parla mentre Fidenato sale sul trattore per dare il via alla semina che si è svolta davanti a duecento persone, tra cui soprattutto sostenitori dell’iniziativa e, come detto, pochi dissidenti che si sono limitati a esporre alcuni striscioni tra i quali campeggiava la scritta provocatoria “Pianta canapa – più posti di lavoro, più soluzioni ambientali. Questa è una soluzione innovativa. No Ogm”. «Nel mondo – ha affermato Fidenato, dopo la semina delle sementi transgeniche e parlando da un palco improvvisato sopra un carro – c’è spazio per tutti»

 

 

 

Dal Messaggero veneto del 17/06/13

Semina di mais ogm

anche a Mereto

 

Dopo Vivaro, ieri Fidenato ha coltivato un altro campo. Proteste degli ambientalisti e del M5S che chiedono un intervento

 

di Alessandro Cesare

 

MERETO DI TOMBA. La battaglia di Giorgio Fidenato contro quella che definisce «la cultura totalitaristica» degli anti-Ogm prosegue. Dopo aver messo a dimora mais transgenico su un campo di 3 mila metri quadrati a Vivaro, ieri Fidenato ha cosparso le sementi Ogm anche in un terreno di Mereto di Tomba, in una sua proprietà di mille metri quadrati.

 

«Sto solamente continuando la mia attività di imprenditore agricolo», commenta Fidenato, quasi a voler scansare le polemiche nate dopo la sua semina transgenica.

 

Le critiche più aspre sono state sollevate dalle associazioni ambientaliste (Aiab, Legambiente, Greenpeace, Isde Wwf) e dal Movimento 5 Stelle, ma non tanto contro l’azione dell’agricoltore friulano, piuttosto contro la politica, per non aver ancora preso una decisione chiara e definitiva in merito. «C’è poco da protestare – continua Fidenato – perché c’è una sentenza della Corte di giustizia europea che mi permette di seminare questo mais.

 

L’Italia, essendo uno stato membro dell’Ue, deve accettare questa disposizione e adeguarsi. Siamo di fronte a una cultura totalitaristica di un gruppo – aggiunge – che tenta di imporre il proprio modello. È ora di lasciare libertà d’azione agli agricoltori». Fidenato è consapevole che il mais transgenico seminato sui suoi terreni, difficilmente potrà essere raccolto, essendo esposto ad atti di tipo vandalico. «Le persone di poco spessore culturale – continua l’agricoltore – non accettando chi la pensa diversamente da loro, si comportano mettendo in atto atti violenti.

 

La mia azione vuole essere una chiamata per tutti gli agricoltori, perché si rendano conto di cos’è il mais Ogm e di quali siano i suoi vantaggi». Fidenato è convinto dei benefici che il mais Ogm può portare alle coltura del Fvg: rendere inefficace l’attacco della piralide, un parassita in grado di riempire di tossine il granturco, e, di conseguenza, non costringere all’utilizzo di trattamenti insetticidi piuttosto vigorosi.

 

Le associazioni ambientaliste, però, non sono dello stesso avviso. «A forza di aspettare che qualcun altro agisca, si è lasciato il campo libero per il Fidenato’s show. È vero che il quadro normativo è a dir poco intricato – accusano Aiab, Legambiente, Greenpeace, Isde Wwf – ma a forza di aspettare che altri disbroglino la matassa il tempo passa, i semi germinano, le piante crescono, i pollini si disperdono, e le potenzialità di un modello agricolo di qualità si dissolvono. A questo si aggiunge il processo di perdita di fiducia nelle istituzioni, che in questa occasione sono accorse a protezione di pochi arroganti, calpestando la volontà della stragrande maggioranza di consumatori, cittadini e contadini friulani, che gli Ogm non li vuole».

 

Tra coloro che hanno criticato la semina transgenica, ci sono anche i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo, Eleonora Frattolin e Cristian Sergo. «Non ce l’abbiamo con l’agricoltore Fidenato, che è nel pieno esercizio dei suoi diritti, ma con chi, per lentezza burocratica o incapacità decisionale, ha permesso di arrivare a questo punto. Fidenato – proseguono – sostiene che debba essere garantita la libertà di coltivazione finché non risulti dimostrata la pericolosità per la salute degli Ogm.

 

Noi, invece, riteniamo sia essenziale seguire il principio di precauzione, per il quale finché non venga dimostrata la non pericolosità del mais, non si debba coltivare – concludono i “grillini” –. Dove queste colture sono già presenti, stanno diventando la rovina dei piccoli agricoltori che, a fronte di un risparmio esiguo sui pesticidi, non hanno più la possibilità di produrre le sementi in modo autonomo».