No si sa se ridere o piangere. Il ragazzo che per l’occasione avrebbe svolto il ruolo di giornalista non si è neanche accorto che c’è stato un corteo che ha attraversato Via Vittorio Veneto, Viale Ungheria, Via Aquileia, Viale Europa Unita, Via Roma per finire in Piazzale della Repubblica. Eppure gli era stato detto che il corteo partiva alle 17.30. Al momento della foto poi le persone in Piazza era oltre cinquanta; al momento della partenza del corteo un centinaio e successivamente sono ancora aumentate. Si vede che aveva premura di fare l’articolo, che per il resto, meglio così, ha riportato almeno integralmente il contenuto degli striscioni.
Messaggero Veneto DOMENICA, 23 FEBBRAIO 2014 Pagina 16 – Cronache
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IL PRESIDIO |
Striscioni e bandiere, i No Tav si prendono la Loggia |
Una trentina di persone in piazza Libertà per chiedere il rilascio dei quattro attivisti arrestati in Piemonte |
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Una trentina di aderenti al movimento “No Tav” si sono ritrovati, ieri, in piazza Libertà per partecipare alla manifestazione di protesta organizzata dal Coordinamento di Udine e della Bassa Friulana in occasione della giornata nazionale di mobilitazione e di lotta contro l’imputazione di terrorismo dei quattro attivisti detenuti in Piemonte in seguito all’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte. Dopo il blitz di venerdì sera, in cui due aderenti alla protesta si sono arrampicati sulla pensilina della stazione ferroviaria di Udine riuscendo ad appendere uno striscione con la scritta “No-Tav liberi. Contro la devastazione dei territori, la speculazione e la mafia”, il gruppo di protesta si è ritrovato all’ombra della Loggia del Lionello per esprimere solidarietà, e chiedere il rilascio dei loro quattro compagni (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò) in carcere dallo scorso dicembre. Oltre ai gruppi No-Tav che si riconoscono nei due Coordinamenti, hanno partecipato alla manifestazione una serie di comitati collaterali come quello “Per la vita del Friuli rurale” e il “Dumbles – feminis furlanis libertaris”. Tanti gli striscioni e le bandiere sventolare, srotolati sotto gli occhi attenti di polizia, carabinieri e vigili urbani. Si è partiti da “Contro la crisi del capitalismo, lotta di classe e antifascismo”, al “Giù le mani dalla terra” del “Comitato per il Friuli rurale”, ai “No-Tav liberi corpi, libere relazioni in libero territorio”, passando per “Fermeremo questo treno, la lotta è libertà, nel cuore sole e baleno, la Tav non passerà”, arrivando infine al manifesto del “Dumbles” in cui si poteva leggere “No Tav, si Tavan, ju lis zatis dal plui biel poete furlan”. Al di là della diversità di lotta il nucleo centrale della manifestazione si è svolto per protestare contro le decisioni della procura di Torino adottate nei confronti dei quattro attivisti arrestati dopo i sabotaggi in Val di Susa. Per i No-Tav, l’avallo da parte del tribunale del Riesame delle accuse lanciate dal pubblico ministero piemontese rappresenta «una gravità inaudita: se dovesse passare il teorema terroristico questo potrebbe essere applicato a qualunque lotta sociale». Da qui, quindi, la necessità di “agire concretamente contro l’occupazione militare, la devastazione del territorio e la predazione delle risorse”. (m.p.) |