NO OGM: report, foto e rassegna stampa del presidio di trieste

TRIESTE NO OGM 26 06 14

 

REPORT DEL COORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’

Oggi c’è stato il presidio davanti alla Regione per chiedere
la distruzione dei campi ogm. Eravamo almeno una trentina di
persone in rappresentanza di varie associazioni. Si sono alternati
molti interventi che sostanzialmente ribadivano la contrarietà ad una
agricoltura sempre più industriale, basata sulla monocoltura del mais
che sta devastando, ora anche con l’aiuto del mon810, la
biodiversità dei territori. Non si deve dimenticare inoltre che la
maggior parte del mais prodotto non serve per il consumo alimentare
diretto bensí per l’alimentazione animale, altro settore che si
sta incrementando in modo abnorme diventando il principale artefice
dell’inesorabile distruzione dell’ecosistema. Si è puntato il
dito contro i trattati economici già stipulati ed altri in procinto di
essere firmati che non fanno altro che rafforzare il dominio delle
multinazionali non solo nei confronti dei singoli ma di intere
nazioni. Ancor più grave è il fatto che tutte queste rimangono e
rimarranno segrete. Abbiamo denunciato la pericolosità insita nella
decisione di lasciare libere le multinazionali di brevettare i semi
dando così ulteriori strumenti per monopolizzare la produzione
agricola mondiale. Ovviamente non ci siamo fermati alle denunce poiché
sia il nostro coordinamento tutela biodiversità che il coordinamento
zero ogm partono da un no deciso contro gli ogm per proporre un nuovo
modello di progresso sociale e agricolo, un modello che si avvalga di
un rapporto più stretto tra produttore e consumatore, rivalutando e
rinnovando il ruolo dei mercati cittadini, che supporta una
coltivazione varia e che utilizza le rotazioni colturali, e che si
basa sul libero scambio delle sementi, in speciale modo quelle
autoctone, ma anche che riduce drasticamente l’uso e l’abuso
di proteine animali. Le sfide sono molte e davanti a tutto ciò le
istituzioni sono ferme, vanno avanti a moratorie tenendo un profilo
molto basso, e non avendo un benché minimo straccio di proposte per il
futuro. Non si può andare avanti a moratorie, come dimostra la nuova
ondata di moria delle api. Verso le 12 è uscito Bolzonello, e la
situazione non era ancora ben chiara visto che si trincerava dietro al
solito “abbiamo fatto tutto il possibile!” Alle 14.00 infine
lo stesso Bolzonello ha ricevuto una delegazione di 10 persone, in
tale sede è stato garantito che nel pomeriggio sarebbe arrivata la
comunicazione a Fidenato in cui si intima la distruzione dei campi
entro 5 giorni, con la garanzia che, nel caso non fosse eseguita, il
corpo forestale entro 2 giorni eseguirà comunque l’abbattimento e
la rimozione delle colture. Vittoria? È certamente presto per dirlo.
Si vedrà il da farsi. In ogni caso grazie ai compagni e alle compagne
di Trieste per il supporto dato al coordinamento per la buona riuscita
del presidio. 

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ARTICOLO SUL FATTO QUOTIDIANO

 

Messaggero Veneto online del 27/06/14

Ogm, ora Fidenato sfida Serracchiani

Ordinanza per rimuovere le piante, lui contrattacca: continuerò a seminarle, ci vedremo in tribunale

di Michela Zanutto

 

UDINE. Gli agenti della Forestale hanno notificato ieri pomeriggio a Giorgio Fidenato l’ordinanza di rimozione delle piante Ogm. Per tutta risposta Fidenato non soltanto ha giurato di lasciare intatti i campi di Mereto di Tomba e Colloredo di Monte Albano, ma ha rilanciato: «Nei prossimi giorni seminerò ancora mais transgenico». Questa la sua sfida al presidente Serracchiani e al vice Bolzonello.

 

«Se sono certi di avere agito nei limiti delle norme europee, sono pronto a tagliare tutto anche domani. Ma se il tribunale dirà che avevo ragione, allora dovranno risarcirmi di tasca loro tutti i guadagni mancati. A me e ai 400 agricoltori che hanno firmato la petizione pro Ogm». Perché la battaglia prosegue in tribunale. «Finalmente ho gli atti delle contestazioni in mano» aggiunge Fidenato, raggiunto al telefono dal Messaggero Veneto proprio mentre gli agenti della Forestale gli notificavano l’ordinanza. Ora la palla passa agli avvocati.

 

«Mi dovrebbero conoscere: non esiste che io distrugga tutto: ce la vedremo in tribunale – spiega serafico –. Ora con gli atti in mano, presento ricorso. Chiederò di disattivare la norma, di sicuro non la eseguirò. Arriveranno provvedimenti penali, penso. Perché non ho ubbidito a ordini legittimamente ricevuti. Ma qui stiamo parlando di un provvedimento illegittimo perché manca dei crismi europei. La legge regionale che mi vieta di coltivare Ogm, doveva prima essere notificata in Europa. Passaggio mancato». È certo che la corte europea gli darà ragione Fidenato.

 

E la sua forza deriva anche dalla precedente assoluzione già incassata nel 2013. «Perché il fatto non costituisce reato», sottolinea l’agricoltore. Ora però le leggi sono cambiate. «Ma quelle leggi sono illegittime. Ci sono sentenze della Corte costituzionale e della Corte di giustizia europee che impongono l’applicazione del diritto comunitario ai paesi membri», giura.

 

Mentre le trebbie restano ferme, si accendono le seminatrici. Perché oltre agli appezzamenti di Mereto di Tomba (mille metri) e Colloredo di Monte Albano (6.500), Fidenato è pronto a estendere le coltivazioni geneticamente modificate. «Non dico dove e quando per motivi di ordine pubblico, ma sarà certamente tra poco perché i tempi per le semine ormai sono stretti». Quella di Fidenato non è più una battaglia per la categoria, «lavoro per me stesso» assicura. Salvo poi lanciare un attacco ai politici: «L’Ogm non fa male a nessuno, perché a loro non piace, non posso coltivarlo? Questa ormai è una lotta per aprire gli occhi ai cittadini: i politici non possono decidere per noi».

 

Ed ecco la doppia sfida alla presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani, e al suo vice, Sergio Bolzonello: «Se sono convinti di essere nel giusto e avere osservato tutte norme europee, sono disposto a trinciare il mais anche subito. «Ma devono assicurarmi – si avvia a concludere Fidenato – che se dovessi vincere in tribunale, loro dovranno pagarmi di persona il mancato reddito mio e dei 400 agricoltori che hanno firmato la petizione pro Ogm. Fidenato quando dice le cose le mantiene, ma voglio un loro impegno preciso davanti alla popolazione friulana». Dunque una battaglia che non conosce ancora la parola fine.

 

Dal Piccolo del 27/06/14

AGRICOLTURA Ordinanza di rimozione delle colture Ogm Il vicepresidente regionale con delega all’Agricoltura Sergio Bolzonello, incontrando a Trieste i rappresentanti del coordinamento delle associazioni “No Ogm”, ha confermato che la giunta regionale ha emesso ieri l’ordinanza di rimozione delle colture Ogm presenti in Friuli Venezia Giulia, con l’indicazione del termine di cinque giorni per l’estirpo. 

 

Dal Piccolo

2014-06-26

LA GIUNTA “ESTIRPA” LA SEMINA OGM

TRIESTE La Regione Friuli Venezia Giulia si appresta a emanare ordinanze volte a estirpare le colture di organismi geneticamente modificati sul territorio regionale. Lo ha annunciato ieri a Trieste il vicepresidente regionale e assessore alle Risorse agricole Sergio Bolzonello, tanto ai margini di una conferenza stampa quanto nell’aula del consiglio regionale. Premettendo la condanna di chi ha «violato la proprietà privata» per danneggiare quelle coltivazioni, Bolzonello ha spiegato che sono «attualmente in corso di predisposizione gli ordini di rimozione delle condizioni che determinano l’inosservanza» della legge regionale che impedisce quelle coltivazioni. Il vicepresidente ha rimarcato che «queste semine sono illegali – ha chiarito il vicepresidente regionale -, non c’e’ alcun dubbio che la regione Friuli Venezia Giulia sia Ogm-free». Bolzonello ha ricordato che «proprio la settimana scorsa in un incontro con tutti gli assessori regionali d’Italia il ministro Martina ha confermato l’intenzione del governo di andare verso un Italia Ogm-free: questo ci fa molto piacere – ha dichiarato – perché conferma l’impostazione che la giunta Serracchiani e il sottoscritto hanno sempre sostenuto in quest’anno di amministrazione». Il vicepresidente regionale ha aggiunto poi che l’imprenditore Giorgio Fidenato, responsabile delle semine, deve ottemperare alle leggi «della Repubblica italiana e della Regione Friuli Venezia Giulia. Se così non sarà credo che l’autorità giudiziaria emetterà qualche provvedimento». (g.tom.)