Ogm in Friuli Venezia Giulia: Déjà vu
Il 9 luglio scorso il Corpo forestale della regione FVG avrebbe dovuto bonificare il campo coltivato a Mon 810 a Colloredo di Montalbano, come annunciato il 26 giugno dal vice-presidente della regione e assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello, durante un incontro avvenuto dopo un presidio sotto la sede istituzionale dell’amministrazione del FVG.
E invece, la forestale si è trovata di fronte trattori e un nutrito gruppo di persone che ne hanno impedito la bonifica. Addirittura con la notizia del 14 luglio apprendiamo che la Procura di Udine ha deciso di non sequestrare quel campo, né di fare alcun tipo di intervento, e sta valutando il da farsi e nel frattempo quel mais sta fiorendo e il suo polline si sta propagando nell’ambiente.
Questa tragica situazione é il risultato di un quadro legislativo contraddittorio e carente che, pur dichiarando fuorilegge le coltivazioni transgeniche (abbiamo un decreto interministeriale il 187 del 2013 e una legge regionale la 5 del 2104 con una moratoria), non é in grado di fermare le azioni provocatorie di chi coltiva Mon 810.
La farsa della Procura di Udine é l’ennesima dimostrazione che le leggi valgono solo per difendere gli interessi dei potentati economici, mentre il singolo cittadino si vede calpestare quotidianamente i più elementari diritti: per chi protesta e lotta contro gli Ogm ci sono i divieti a manifestare, mentre per chi fa il gioco delle multinazionali come la Monsanto é permesso qualsiasi deroga legislativa.
E non poteva mancare, infine, l’atteggiamento pilatesco dell’amministrazione comunale di Colloredo di Montalbano che non degna la minima attenzione all’iniziativa di alcune persone che, di fronte alla fioritura delle piante di mais transgenico e al baraccone dei pro-ogm, hanno provato ad organizzare una raccolta di firme, cercando l’appoggio del consiglio comunale.
Il nostro scetticismo verso le “leggi imbroglione” e le dichiarazioni di facciata di qualche politico locale non può che aumentare dopo quanto deciso dalla Procura di Udine, mentre si rafforza in noi l’idea che ė finito il tempo delle parole e che solo l’azione diretta potrà fermare gli interessi criminali di chi minaccia la nostra autodeterminazione alimentare, come ci insegnano i movimenti contadini d’oltralpe.
15 luglio 2014