NO OGM: distrutto anche il terzo campo di Fidenato

Dal messaggero veneto online del 19/07/14

 

Distrutte le coltivazioni di mais Ogm

Prima i campi sono stati posti sotto sequestro. L’opera di distruzione è stata più lunga del previsto per gli ostacoli messi in atto da Fidenato

di Domenico Pecile

 

COLLOREDO DI MONTE ALBANO. Un’operazione di stampo militare con polizia, carabinieri e guardie forestali. Mancavano i vigili urbani perché nessuno – dichiara stizzito il sindaco di Colloredo di Monte Albano, Luca Ovan – ha avvertito il Comune di quanto sarebbe accaduto. «Non sono – commenta – né pro né contro gli Ogm, ma una telefonata al primo cittadino…».

 

Così, su ordine della Procura della Repubblica di Udine – in ottemperanza alla normativa nazionale relativa al divieto di coltivazione di colture transgeniche – il Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la forestale regionale, ha prima posto sotto sequestro i terreni nel comune di Colloredo di Monte Albano dove erano state piantumate coltivazioni di mais Mon 810 transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati e in tarda mattinata li ha fatti distruggere con mezzi meccanici.

 

 

E’ stata più lunga e complicata del previsto la distruzione del mais Ogm nei campi di Fidenato in quanto erano stati messi in atto una serie di accorgimenti tra cui un masso per impedire l’ingresso della mietitrebbiatrice della Forestale (video Petrussi Turco)

Il tutto di fronte alla protesta compatta di decine e decine di agricoltori favorevoli a quello che hanno definito «un esperimento a cielo aperto, in nome della ricerca e dell’innovazione». Nell’ambito dell’inchiesta tuttora in corso risultano indagati il proprietario dei campi, il biologo Leandro Taboga e suo fratello (favoreggiamento) e il coltivatore, Giorgio Fidenato, leader nazionale del movimento pro-Ogm.

 

A Colloredo di Monte Albano, si è consumata l’ennesima battaglia ideologica di un Paese che non riesce a scrollarsi di dosso le stimmate del manicheismo. Ci sono stati diversi momenti di grande tensione che le forze dell’ordine (sul posto era presente anche il questore di Udine, Antonio Tozzi) hanno saputo ammortizzare con molta professionalità. Alla fine, il campo è stato completamente distrutto.

 

«Oggi – è stato il commento di un giovane agricoltore – è il funerale dell’agricoltura friulana. Chi ci combatte fa finta di difendere la salute e invece è soltanto al soldo delle multinazionali che vendono pesticidi e veleni. Questa è la verità. Vedere distruggere un campo è una cosa che fa male, rabbia».

 

 

Rimossi gli ostacoli messi da Fidenato, leader di Futuragra e proprietario dei campi, l’operazione di distruzione del mais Ogm a Colloredo di Monte Albano è stata esaguita (video Petrussi Turco)

“La ricerca è l’anima del progresso”, era il testo di uno dei cartelli esposti dagli agricoltori di Colloredo. Che a fianco del campo trangenico avevano adagiato una serie di vasi per dimostrare che dentro quelle piante vivevano tranquillamente gli insetti a dimostrazione che la biodiversità non era messa in discussione. Gli agricoltori se la sono resa soprattutto con il corpo forestale, a lungo insultato («Vergogna, andate a lavorare, siamo noi che vi manteniamo») la cui massiccia presenza è stata giudicata uno spreco di denaro pubblico.

 

 

Dal Piccolo del 20/07/14

CAMPO DI MAIS OGM DISTRUTTO DAI FORESTALI

PORDENONE Il Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Forestale friulana, su delega della Procura della Repubblica di Udine, ha posto ieri sotto sequestro i terreni del comune di Colloredo di Monte Albano (Uine) dove sono state piantumate coltivazioni di mais transgenico MON 810 transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati. Contesualmente è partita l’opera di distruzione con mezzi meccanici di tutte le piante ogm seminate resa complicato dal fatto che i forestali hanno rinvenuto numerosi chiodi metallici infissi all’interno delle piante in grado di danneggiare i mezzi stessi. Sono stati indagati il coltivatore e i proprietari dei campi. A riferirlo una nota del comando nazonale del Corpo forestale dello Stato che ha ricordato «le importanti attività operative avviate già dal 2013 e mirate a monitorare i campi seminati in Friuli Venezia Giulia, ad accertare le contaminazioni di polline ogm sulle colture convenzionali e ad applicare la normativa nazionale relativa al divieto di coltivazione, attraverso attività di iniziativa e su delega della Procura di Udine». Proprio la Procura, con lo stesso Corpo forestale, ha applicato la specifica norma sanzionatoria di tipo penale stabilita dal decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 che prevede che chiunque violi i divieti di coltivazione di ogm rischi la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 10mila a 30mila euro. È stato accertato nei precedenti interventi di analisi che, a causa dell’inquinamento irreversibile prodotti in tutte le aree agricole, chi ha introdotto sul proprio territorio la coltivazione degli ogm non riesce poi in modo efficace a produrre vegetali che ne siano privi. Di recente il Consiglio europeo dei ministri ha deliberato circa la possibilità per ogni Paese dell’Unione europea di potere scegliere la coltivazione o meno sul proprio territorio della coltura di organismi ogm. Soddisfazione per la distruzione del campo di Colloredo di Monte Albano è stata espressa dalle tante voci che in questi mesi si sono levate contro gli ogm, da Legambiente a Coldiretti, passando per Sel.