da Il Piccolo del 29 aprile 2013
vedove e orfani al maxi-processo
In pullman a Gorizia il giorno del verdetto
Davanti al tribunale di Gorizia le mogli, i figli delle vittime dell’amianto, gli esposti incosapevolmente al minerale killer sul posto di lavoro ci sono andati spesso negli ultimi anni.
Davanti al tribunale di Gorizia le mogli, i figli delle vittime dell’amianto, gli esposti incosapevolmente al minerale killer sul posto di lavoro ci sono andati spesso negli ultimi anni. Lo hanno fatto per sollecitare un’accelerazione delle indagini e quindi dell’accertamento della responsabilità di morti ritenute evitabili, per chiedere giustizia. Quella che sperano di poter vedere riconosciute a fine giugno, quando sarà emessa la sentenza al maxi-processo per le morti da amianto. Ecco perché gli esponenti dell’Associazione esposti amianto ieri, davanti al monumento che ricorda le vittime del minerale, hanno annunciato l’organizzazione di una serie di pullman per portare familiari, amici, altri esposti a Gorizia per ascoltare la sentenza. Un atto che pare dovuto per un’associazione da sempre impegnata nel sostenere i diritti di chi è stato esposto e delle famiglie di quanti non ci sono più a causa dell’amianto.
L’appuntamento a Gorizia è comunque tra un paio di mesi. Al termine delle arringhe dei difensori, il giudice monocratico Matteo Trotta ha fissato al 25 e 26 giugno prossimi le udienze per le repliche, già annunciate dei pubblici ministeri, delle parti civili e della difesa. Al termine il giudice entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza. Sarà questo probabilmente l’ultimo atto di Trotta, che da luglio, come già annunciato, lascerà la presidenza del tribunale di Gorizia per assumere quella del tribunale di Trieste. Nell’ultima udienza, intanto, il 24 aprile, si sono conclude le arringhe della difesa. A chiudere questo capitolo è stato l’avvocato Giovanni Borgna, difensore di Vittorio Fanfani, già presidente dell’ex Italcantieri, sul quale pende una richiesta di condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione, la più alta tra quelle avanzate dai pubblici ministeri Luigi Leghissa e Valentina Bossi.