da Il Piccolo del 13 settembre 2014
È ufficiale: il Cie non riaprirà più
Il sottosegretario Manzione a Brandolin: «Al limite verrà utilizzato come centro d’accoglienza»
GRADISCA Il Cie di Gradisca non riaprirà. Non si contano le volte in cui negli ultimi anni il territorio isontino, la sua gente, i suoi amministratori hanno sognato di sentire questa affermazione. Ebbene, il Cie non riaprirà. A confermarlo è il governo stesso. Ma la politica, si sa, è fatta di sfumature. E questa affermazione in realtà ne potrebbe celare un’altra, come in una matrioska. Va tradotta, esplicitata, interpretata. Il Cie di Gradisca non riaprirà come Cie, ovvero non sarà piu’ una struttura di detenzione amministrativa per immigrati irregolari. Ma all’occorrenza – leggasi in caso di emergenze – l’ex caserma Polonio potrebbe essere utilizzata come Cda, ovvero centro di accoglienza. Ecco perche’ la notizia, anziché farla gioire, fa tremare Gradisca. E con la Fortezza, un po’ tutto l’Isontino. La conferma che il Cie di Gradisca non riaprirà i battenti come Centro di identificazione ed espulsione è arrivata dal sottosegretario all’Interno Domenico Manzione che, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Giorgio Brandolin (Pd), ha fornito non pochi elementi di riflessione sulle ipotesi di riapertura del Cie. Il funzionamento del Cie è temporaneamente sospeso a partire dal mese di novembre scorso, per lavori di ripristino dopo le rivolte che lo devastarono nell’estate dello scorso anno. «Attualmente – ha spiegato il sottosegretario in risposta alle richieste di Brandolin – sono in fase di completamento i lavori necessari per ripristinare l’agibilità della struttura, al fine di un suo eventuale riutilizzo, in via eccezionale, come Centro di accoglienza (Cda) per far fronte agli sbarchi di profughi sul territorio nazionale». «Come era stato più volte annunciato – commenta Brandolin – arriva la conferma che il Cie non riaprirà e il vicino Cara non sarà ampliato: i lavori attualmente in corso sono solo di riparazione in vista di una eventuale apertura (solo in casi eccezionali) come Cda a supporto dell’attuale Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) che già ora ha anche funzioni di Cda”.Lo scorso luglio il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, di cui Brandolin è vicepresidente, aveva ascoltato la relazione del sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig, che aveva esposto un’elaborata relazione sulla situazione del centro, spiegando quali sono le pressioni a cui il territorio deve rispondere. Nel corso dell’audizione si era ribadito quanto il Ministro dell’Interno aveva messo per iscritto, ovvero che il Cie non riaprirà e sul Cara “non si prenderanno decisioni non condivise da Comune e Regione”. La stessa Tomasinsig commenta con prudenza le parole del sottosegretario. “Prendiamo atto della possibile non riapertura del Cie. Ma ora bisogna capire quali siano le condizioni per un suo riutilizzo come presunto Centro di accoglienza in caso di emergenze. A noi sembra peraltro – afferma decisa Tomasinsig – che in piena emergenza-immigrazione ci siamo da tempo. Il vicino Cara ha gia’ funzioni anche di Cda ed attualmente ospita piu’ di 200 persone richiedenti asilo».
Dipendenti del Cara, dalla Prefettura nuovi versamenti per gli arretrati
Ancora una piccola schiarita nella complessa situazione dei dipendenti del Cie e del Cara. Dopo l’anticipo dell’80% degli stipendi da luglio a dicembre 2013, per il quale poi nelle scorse settimane era stato reperito il denaro per erogare il restante 20%, è arrivato negli scorsi mesi sempre dalla Prefettura la corresponsione di un’ingente somma da utilizzare per il pagamento del personale e dei prestatori d’opera che permettono il funzionamento della struttura per migranti di Gradisca. È questa la buona notizia riferita dal sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, all’interrogazione del deputato Giorgio Brandolin in merito alla grave situazione economica di lavoratori dell’ex Cie, gestito come il Cara dal consorzio Connecting People di Trapani. La risposta è stata che la Prefettura «ha provveduto a corrispondere, in due tempi, l’80% delle retribuzioni previste da luglio a dicembre 2013, comprese le tredicesime» e che «inoltre, nei mesi giugno e luglio scorsi, ha corrisposto un’ingente somma all’ente gestore, quale corrispettivo dei servizi resi». Il Sottosegretario ha inoltre voluto assicurare che «la vicenda è seguita con la massima attenzione dalla Prefettura, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori che prestano servizio al centro, e allo stesso tempo, garantire adeguati standard di accoglienza».