Dal Piccolo del 19/05/13
Gestione Cie, truffa da 2,3 milioni
di Franco Femia GRADISCA Non sono noccioline i soldi che, secondo la Procura della repubblica, sono stati truffati allo Stato nella gestione dei due centri di immigrazione di via Udine, il Cie e il Cara. Il primo ospita extracomunitari in attesa di identificazione ed espatrio, il secondo i richiedenti asilo politico. Entrambe le strutture sono gestite dalla Connecting People. Il capo di imputazione con cui i pubblici ministeri Enrico Pavone e Enrico Pavone hanno chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere dei vertici del consorzio siciliano parla di un milione e 800 mila euro riferiti alla gestione del Cie nel periodo 2008-2011; 500mila euro invece riguardano il Cara. In tutto 2 milioni e 300mila euro. Una truffa che, secondo la Procura, sarebbe avvenuta gonfiando i numeri delle presenze degli ospiti all’interno dei centri immigrati. Le fatturazioni presentate alla Prefettura per i pagamenti, quindi, non sempre sono state conformi alle reali presenze degli ospiti. La Connecting people, secondo il contratto dì’appalto, percepiva in quel periodo 42 euro al giorno per immigrato. E con questa cifra doveva gestire i centri e cioè fornire agli ospiti pasti, medicinali, vestiario e quanto di altro necessario. Ma anche su questi servizi sono state rilevate delle irregolarità sempre stando al capo di imputazione e di qui l’accusa pure di inadempimenti nella pubblica fornitura. Imputazioni che dovranno ora passare al vaglio del giudice delle udienze preliminare, che ha già, come anticipavamo ieri, fissato l’udienza al prossimo 2 luglio. Udienza dove è già annunciata battaglia da parte dei difensori degli imputati che cercheranno di smontare, dati alla mano, le accuse mosse dalla Procura. Diversa la posizione dei due imputati, dipendenti della Prefettura. La viceprefetto vicario Gloria Sandra Allegretto e il ragioniere capo Telesio Colafati devono rispondere solo di falsità materiale e ideologica in atti pubblici. In concreto si imputa a loro di non aver verificato la congruità di quanto dichiarato in fattura sul numero degli ospiti presenti al Cie e al Cara. C’è da sottolineare che per Colafati, sin dall’inizio dell’inchiesta, l’accusa è stata quella di falso e che mai è stato indagato di corruzione. Contrariamente alla viceprefetto Allegretto, che a un certo punto dell’indagine si era vista notificare anche l’accusa di corruzione. Nel prosieguo dell’inchiesta – nel frattempo erano cambiati anche i pm titolari dell’indagine – questa ipotesi di reato è caduta ed è rimasta quella iniziale di falso
Per i dipendenti torna lo spettro del ritardo nei pagamenti
GRADISCA E intanto per i dipendenti del Cie e del Cara, in tutto una settantina, sembrano concretizzarsi nuovi ritardi nell’erogazione degli stipendi. Da fonti interne si apprende che sarebbero due le mensilità attualmente in arretrato per i lavoratori della Connecting People: operatori, personale sanitario e amministrativo, magazzinieri. La cartina tornasole di un rapporto difficile, quello fra Prefettura e il consorzio cooperativistico trapanese. Dopo un’infinita guerra a colpi di carte bollate, Connecting People è rimasta in sella. La cooperativa siciliana si è vista aggiudicare dalla Prefettura una nuova gestione che si concluderà nel 2014. Formalmente si tratta di una compagine societaria differente rispetto a quella che gestisce il Cie dal 2008 . Anche se tutti i posti di lavoro esistenti – avevano spiegato i vertici di Connecting People – sono stati confermati “con contratti a tempo indeterminato”. I lavoratori sono stati tutti riassorbiti dalla “nuova” società. «Il pagamento delle retribuzioni – dichiarava l’ultima nota ufficiale di Connecting – é stato regolarmente effettuato fino a gennaio 2013. Tale situazione di arretrato – era stata la precisazione del cda di Connecting – é da addebitare in toto al ritardo nei pagamenti da parte della Prefettura, che sono fermi a dicembre 2012 e che sono stati decurtati per ben 18 mesi del 20% di quello spettante all’ente gestore per i servizi resi». (l.m.)