CIE DI GRADISCA: ricordata la morte di Majid di un anno fa

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Nella sera del 20 agosto, su proposta della Tenda per la pace e i diritti, un gruppo di antirazzisti si è ritrovato davanti al muro del CIE per ricordare la morte di Majid avvenuta poco più di un anno fa durante le rivolte di agosto, e anche tutte le altre vittime dei lager di stato.

  

La digos, dopo un’ora ha rimosso i cartelli appesi sul muro del lager. 

 

Nel frattempo Alfano “rassicura” la Serracchiani che il lager non riaprirà se gli enti locali non saranno daccordo, una cantilena già sentita su cui è assolutamente importante tenere gli occhi aperti e le orecchie tese.

Qui sotto alcune foto e l’articolo del Piccolo sulle dichiarazioni di Alfano

 

 

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2014-08-15 Piccolo

ALFANO RASSICURA SUL CIE DI GRADISCA

TRIESTE Sul destino del contestato Cie di Gradisca d’Isonzo il governo non si esibirà in prove di “forza muscolare”. Nessuna decisione presa nelle stanze romane e calata dall’alto, dunque, ma una linea di massima apertura, che terrà in considerazioni le richieste e le istanze del territorio. È la rassicurazione arrivata ieri da un interlocutore quantomai autorevole nel settore delle politiche dell’immigrazione: il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il responsabile del Vimimale – ieri sbarcato a Lampedusa proprio per fare il punto sull’emergenza sbarchi e delineare le prossime strategie in materia di accoglienza ai migranti in fuga da Paesi segnati da guerre e tensioni – ha scritto una lettera alla presidente della Regione, Debora Serracchiani. Lettera, come detto, dai toni rassicuranti. «Le decisioni riguardanti il Cie di Gradisca – si legge nella missiva firmata dal rappresentante del governo Renzi – saranno prese a seguito di un approfondito confronto con gli organi di governo locali». Una risposta, quella fornita dal ministro dell’Interno, arrivata dopo le sollecitazioni partite dalla governatrice, che aveva precedentemente posto all’attenzione del Viminale la necessità di un intervento urgente di revisione del Centro di identificazione e espulsione di Gradisca, attualmente chiuso e interessato dai lavori resisi indispensabili dopo i danni alla struttura arrecati lo scorso anno dalle violenti proteste inscenate dagli immigrati rinchiusi nell’ex caserma Polonio. Nel suo “pressing” sul governo, la presidente Serracchiani aveva ribadito la «netta contrarietà della giunta regionale e degli enti locali all’ipotesi di riapertura del Cie», evidenziando come «anche la permanenza della struttura del Cara (il Centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo) sul territorio sia resa sempre più complessa dalla mancanza di opere compensative che garantiscano la sicurezza della struttura e della viabilità contigua». Una sollecitazione che, appunto, il leader del Nuovo centrodestra non ha lasciato cadere. «Al riguardo – scrive ancora Alfano nella lettera inviata a Serracchiani – desidero assicurarti che le decisioni riguardanti il futuro della struttura verranno assunte a seguito di un approfondito confronto con gli organi di governo locale, tenendo conto delle esigenze che hai voluto evidenziarmi».