dal Piccolo online del 15/07/14
All’interno del Cie si lavora per ripristinare le inferriate
La visita al centro immigrati di Gradisca da parte di una delegazione di amministratori comunali e regionali e rappresentanti di associazioni
GRADISCA. I lavori di ristrutturazione del Cie stanno andando avanti senza colpo ferire. A settembre potrebbe concludersi il primo lotto della ristrutturazione – dal costo di 800mila euro – mentre sarebbe già in itinere una seconda tranche di opere volte a riportare il centro di identificazione per immigrati irregolari alla sua completa operatività.
Anche se, relativamente a questo lotto di lavori, la Prefettura precisa di non averlo richiesto, né di avere a oggi contezza del suo effettivo finanziamento. Queste le Conferme trovate ieri dalla delegazione composta da consiglieri regionali, amministratori locali e associazioni umanitarie che in mattinata ha visitato il Cie, inagibile da novembre dopo i tumulti dell’estate scorsa. I lavori per ora proseguono. E il Cie sta venendo restaurato per l’appunto come un Cie, dunque con sbarre e offendicula che poche speranze lasciano a quanti vorrebbero che quegli spazi – se non chiusi per sempre – fossero utilizzati per ampliare e umanizzare il vicino Cara, il centro per richiedenti asilo. Ora tocca a Linda Tomasinsig, sindaco dI Gradisca, giocarsi il tutto per tutto in un’audizione a Roma con la commissione Schengen. In quell’occasione ribadirà la contrarietà di tutto l’Isontino e della Regione alla riapertura del Cie e all’ampliamento delle presenze al Cara. Ieri intanto gli amministratori locali hanno preso atto del consueto alone di mistero che avvolge qualsiasi aspetto riguardi il centro immigrati gradiscano. Lo hanno visitato, accompagnati dal viceprefetto vicario Gloria Allegretto, i consiglieri regionali Cremaschi e Lauri (Sel), il vicepresidente della Provincia Cernic, l’assessore gradiscano Colombi, il sindaco di Sagrado Pian, ed esponenti del comitato LasciateCIEentrare fra cui l’associazione monfalconese Tenda per la Pace. Che promette di non mollare: «Se davvero il Cie dovesse riaprire l’opposizione diventerà ancora più forte». La delegazione si è anche fermata nel punto della fatale caduta di Majid, giovane marocchino morto dopo 9 mesi di coma nel tentativo di fuggire dall’ex Polonio. . Cremaschi e lo stesso Lauri chiamano allo scoperto il Viminale: «ll ministro Alfano dovrebbe spiegare perchè sia stato dato avvio ai lavori di ristrutturazione del Cie quando egli stesso aveva affermato che il centro non riaprirà, se dal territorio arriverà un segnale di contrarietà. Quella contrarietà c’è tutta ed è unitaria. La ribadiremo anche in una mozione al consiglio regionale. Ci chiediamo anche come sia possibile che in un momento di grave crisi economica il Governo investa una quantità così ingente di risorse per il rifacimento di una struttura il cui utilizzo non è nè certo nè specificato. Ci è stato detto che i lavori su gabbie e inferriate, per noi assolutamente non compatibili con il rispetto dei diritti umani delle persone, riguardano il 2°lotto: ma abbiamo visto con i nostri occhi un operaio che vi stava lavorando».
Luigi Murciano