ANTIFASCISMO/ “La Ritirata di Russia”

La documentazione sulla rievocazione fascista che hanno tentato di attuare

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Messaggero Veneto 21 gennaio 2015

Palmanova, marcia dimezzata: si risolve il caso sollevato da antifascisti e Anpi

L’Ana: «È stata una decisione dolorosa, ma non vogliamo essere fraintesi»

Don, rievocazioni cancellate Fuori Italica Virtus e Anvg

PALMANOVA La “Marcia del Don” si farà, ma sarà limitata alle cerimonie commemorative. Nessuna presenza di plotoni in divisa d’epoca, né di mezzi militari storici. L’evento sarà gestito soltanto dall’Ana, senza la partecipazione delle altre associazioni che erano state coinvolte per curare questi aspetti, l’Italica Virtus e l’Associazione nazionale volontari di guerra (Anvg), contro la quale avevano puntato il dito il Coordinamento antifascista friulano e l’Anpi. «È stata – spiega il vicepresidente sezionale dell’Ana, Stefano Padovan – una decisione dolorosa compiuta per rispetto alle istituzioni che ci hanno dato il loro patrocinio e per evitare strumentalizzazioni. Alla manifestazione togliamo quei corollari che avrebbero potuto dar adito a interpretazioni del tutto estranee alla nostra volontà che era e rimane quella di onorare i caduti e perpetuare la memoria. Lungi dai nostri intenti quello di organizzare una manifestazione di vocazione militarista o di fare apologie ideologiche». L’annuncio è stato dato ieri dall’Ana alla presenza di alcuni sindaci dei Comuni patrocinatori dell’evento e del presidente dell’Anpi provinciale Dino Spanghero. La Marcia pertanto si svolgerà sabato, da San Giorgio a Palmanova, non vedrà la presenza di plotoni in divisa d’epoca e mezzi storici e non si concluderà alla caserma Piave. Annullata anche la conferenza. «Come Comuni – così i sindaci Martines e Tiussi – prendiamo atto della decisione dell’Ana, della cui buonafede siamo sicuri e che è stata sempre stato il nostro unico interlocutore. Manteniamo il patrocinio alla manifestazione. Siamo consapevoli delle responsabilità storiche dell’episodio ricordato e ribadiamo la natura antifascista delle comunità che amministriamo in tutti i cinque comuni che hanno patrocinato l’iniziativa. E, a nome di tutti i cinque sindaci, invitiamo i primi cittadini della zona ad essere presenti per il dovere istituzionale di ricordare i caduti e come risposta alle polemiche sollevate. La loro natura strumentale è dimostrata dal fatto che la manifestazione (stessi organizzatori, stesse collaborazioni), si è svolta a Udine, senza alcuna protesta». Ha espresso soddisfazione per la decisione il presidente provinciale dell’Anpi, Dino Spanghero: «L’Anpi non intende polemizzare con l’Ana, né con le istituzioni: non disconosciamo certo i fatti del Don, ma in questa manifestazione c’erano degli aspettiche avrebbero potuto turbare la sensibilità di un territorio che con l’antifascismo e la resistenza ha un profondo legame». Monica Del Mondo

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Per divertirsi un pò

 

questo è l’evento fb della “rievocazione” storica di Italica Virtus 
(il logo è tratto dalla scrittura autografa di Mussolini)
 
https://www.facebook.com/pages/Italica-Virtus-Rievocazione-Storica-Regio-Esercito-Italiano/481641728528766
almanacco
 
 
Italica Virtus aderisce ad Associazione nazionale Volontari di Guerra
questa è la pagina facebook della Associazione Nazionale Volontari di Guerra (c’è perfino un mi piace con relativo link alla pagina di Junio Valerio Borghese oltrechè Almirante)
 
https://www.facebook.com/pages/ANVG-ASSOCIAZIONE-NAZIONALE-VOLONTARI-DI-GUERRA/251050878242399
 
almirante
 
borghese

 

questo è un mezzo esposto a Palmanova il 18 gennaio

 

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altri articoli di stampa

 

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2555:antifascismo-no-alla-qmarcia-del-donq&catid=81:storia-ed-attualita

 

Messaggero Veneto 20 gennaio 2015

PALMANOVA

LO STORIOGRAFO GIORGIO COIANIZ I primi cittadini dovrebbero ricordare che l’antifascismo è uno stile di vita e non un comportamento a richiesta

PALMANOVA «Ha ragione l’Anpi quando scrive che gli eroici alpini sono morti sul Don, ma solo per l’alto senso del dovere verso il giuramento alla Patria e non certamente per i gerarchi fascisti di Roma. I sindaci di San Giorgio, Palmanova e Bagnaria, ora che sono a conoscenza dei fatti, dovrebbero ritirare il patrocinio a questa “marcia” ricordando che l’antifascismo è uno stile di vita e non un comportamento a richiesta». Giorgio Coianiz, ex presidente Anpi e storiografo di San Giorgio di Nogaro, esprime così il sentire comune della Bassa Friulana sulla “Marcia del Don”, polemica che si scalda giorno dopo giorno anche in seguito all’inaugurazione che si è tenuta domenica a Palmanova. «Le larghe intese del nostro governo – attacca – sono esattamente equivalenti a questo caso in cui centro destra e centro sinistra la pensano allo stesso modo convalidando in pieno la frase della gente che ultimamente ripete: sono tutti uguali. Attenzione friulani, l’ombra del duce potrebbe strisciare di nuovo nelle nostre contrade. Qual era la ragione per cui nel 1942 un giovane friulano si trovava sulle rive del fiume Don, in Russia, non con una canna da pesca ma con un fucile mitragliatore in mano? É questa la domanda alla quale una rievocazione storica dovrebbe rispondere riguardo quella tragica storia. Invece nel volantino che presenta questa “Marcia del Don” non c’è traccia della parola “fascismo”, il regime responsabile della morte di 100 mila nostri militari e, assieme ai nazisti, di 23 milioni di russi». «Non si scrive – prosegue – forse perché, assieme agli Alpini di Palmanova, partecipano all’evento anche due associazioni: l’“Italica Virtus”, che ha il logo firmato dal duce e l’Associazione Nazionale Volontari di Guerra, di cui Mussolini è stato presidente onorario dalla fondazione». Coianiz, evidenzia che la rievocazione dovrebbe ricordare che «i nostri alpini furono mandati a migliaia di chilometri di distanza dalla Patria ingannandoli sul “nemico” e sull’efficienza delle armate e riempiendo loro la bocca di onore e fedeltà. Li avevano staccati dalle proprie montagne e paesi, dalle loro madri e fidanzate e dagli affetti più cari. Avevano obbedito, sebbene sapessero che il nemico non poteva essere odiato perché stava difendendo la terra in cui viveva. Eravamo noi gli invasori e i nostri soldati hanno comunque continuato a rispettare le consegne rischiando continuamente la vita». «Ecco – conclude l’ex presidente Anpi – , chi ora protesta per questa Marcia del Don vorrebbe sia ricordata la verità storica e non i camion e le divise del tempo. Credo che tutti gli italiani siano orgogliosi di ricordare degnamente i nostri militari che hanno patito sino alla morte la tragedia di quella guerra con il calvario dei nostri prigionieri negli spaventosi lager russi». Francesca Artico

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Il sindaco Francesco Martines: «L’Ana è amareggiata, dobbiamo trovare una soluzione»

E ora si pensa a una modifica del programma

PALMANOVA Si sono susseguiti ieri gli incontri e i contatti tra i Comuni, patrocinatori dell’evento, e la sezione Ana di Palmanova che ha organizzato “La marcia del Don”, nell’intento di capire come gestire un evento che, dalla connotazione di manifestazione storica, rischia di essere vissuto con altri significati. Da giorni è infatti scoppiata una polemica da parte degli antifascisti che contestano la presenza tra gli organizzatori di sigle vicine alla Destra e all’ideologia fascista. Anche l’Anpi è stata coinvolta. «Gli organizzatori dell’Ana – spiega il sindaco di Palmanova, Francesco Martines – sono amareggiati per le dichiarazioni apparse sulla stampa che danno alla manifestazione un significato diverso da quello per il quale essa è stata proposta. Stiamo assieme valutando di studiare una soluzione che permetta uno svolgimento dell’evento tale da mantenere lo spirito originario della manifestazione, che come Amministrazioni abbiamo appoggiato, ma al tempo stesso garantisca di evitare strumentalizzazioni di ogni genere». Insomma si tratterà di capire se verranno o meno inserite della modifiche al programma della Marcia che si svolgerà durante l’intera giornata di sabato. Intanto proseguono le visite alla mostra “Lame di Ghiaccio” dedicata alla campagna di Russia e al corpo d’armata che vi combattè, con particolare attenzione alle truppe alpine. Curata da Francesco Comoretto, l’esposizione vede anche la collaborazione dell’Associazione Pro Museo Palmanova ed è ospitata nei locali della direzione del Museo Militare di piazza Grande. La mostra si articola in una sala principale e tre sale più piccole. Lo spazio maggiore è dedicato all’armamento dell’epoca. Vi si trova la dotazione base del soldato, il fucile modello 91/41, ma anche un moschetto automatico Mab 1938 A, che poteva essere acquistato per mille lire dagli ufficiali che ne avevano la possibilità. Vi si trovano mortai, casette per le munizioni, alcune giacche nominative e alcuni cappelli alpini di comandanti di corpo d’armata, ma anche un colbacco acquistato in loco… In mostra anche gli apparati per le comunicazioni (apparecchi telefonici, radio, ecc.). Una delle tre sale più piccole è invece dedicata all’approvvigionamento e alla vita quotidiana del soldato in Russia, con gli oggetti che servivano per nutrirsi, con una particolare attenzione ai problemi legati all’approvvigionamento dell’acqua. Un’altra contiene materiale sanitario, barelle, divise invernali, gli scarponi in dotazione con le connesse problematiche legate al freddo e alcune lettere dal fronte. Infine una terza sala mostra l’uniforme estiva e propone tre uniformi nominative, non da combattimento. (m.d.m.)