Guarda guarda, che super attivismo, il sasso nello stagno ha dato i suoi effetti. Vediamo come andrà a finire. Speriamo che si possa dire che fra i due litiganti … il CSA gode
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Messaggero Veneto VENERDÌ, 26 AGOSTO 2011 Pagina 13 – Cronache
IL PDL
«Ok alla sede di Bankitalia no al museo nell’ex Frigo»
«Sull’ormai annosa questione dell’ex Frigorifero, dell’ex macello e del Museo di storia naturale, il Pdl di Udine è unito». A esserne convinti sono il vicecoordinatore del Pdl Vincenzo Tanzi e il capogruppo in Comune Loris Michelini, secondo i quali il museo va realizzato nell’ex caserma dei vigili del fuoco di piazzale Cadorna, mentre la Regione può impegnarsi nell’acquisto di palazzo Antonini. «Di fronte a quella che è stata un’incauta spesa per l’acquisto dell’ex Frigo – continuano Tanzi e Michelini – è bene che Honsell faccia autocritica. Noi non permetteremo la rinegoziazione dell’accordo di programma siglato nel 2001. Di quale bene per la città e rilancio economico parla Honsell? Dal 2008 il commercio cittadino è bloccato – concludono Tanzi e Michelini – perché quest’amministrazione non ha realizzato alcuna opera strategica per la città. Il conto di oltre 10 milioni di euro che il sindaco vuole presentare è un modo per buttare risorse in ristrutturazioni fine a se stesse come l’ex Frigo e l’ex Macello. Ristrutturazioni che servono solo ad accontentare i centri sociali».
Messaggero veneto GIOVEDÌ, 25 AGOSTO 2011Pagina 20 – Cronache
Museo e macello, Udine chiede udienza a Tondo
Il sindaco scrive al governatore: «Tenere fermi 9 milioni non conviene a nessuno Operiamo in sintonia per realizzare queste opere. Così si fa il bene della città»
di Giacomina Pellizzari
«Gentilmente e rispettosamente Ti chiedo al più presto un incontro tra amministrazione regionale e amministrazione comunale». Inizia così la missiva inviata ieri dal sindaco, Furio Honsell, al governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, per cercare di districare la rete dove sono rimaste impigliate la ristrutturazione dell’ex Macello e la costruzione del Museo friulano di storia naturale nell’ex frigorifero. Due opere indispensabili per riqualificare l’area dismessa di via Sabbadini. Non va dimenticato, inoltre, che per il museo si sono già mobilitate 5 mila persone che ora si preparano a tornare nuovamente in piazza con una raccolta di firme. L’obiettivo è sbloccare i 5 milioni di euro vincolati per la realizzazione del museo nell’ex caserma dei vigili del fuoco di piazzale Cadorna e rinegoziare l’accordo di programma siglato dal Comune di Udine nel 2001 per dirottare altri 4 milioni nel recupero dell’ex macello e nel raccordo tra le vie Popone-della Valle. Un’annosa questione che divide soprattutto il Popolo della libertà visto che il gruppo consiliare non ne vuole proprio sapere di spostare i fondi del museo dall’ex caserma all’ex Frigorifero. A tutto ciò va aggiunto l’impegno della Regione a investire nella realizzazione del pala concerti e nell’acquisizione di palazzo Antonini, l’edificio palladiano di via Gemona, messo in vendita dalla Banca d’Italia. Il consigliere regionale Alessandro Colautti (Pdl), infatti, ha già proposto di utilizzare i 5 milioni del museo per restituire alla città il palazzo, con tanto di giardino storico, di via Gemona. Ed è proprio per evitare di dover modificare il piano delle opere che Honsell ha deciso di scrivere a Tondo certo che il governatore condivide «l’urgenza di poter utilizzare questi fondi per il bene della città di Udine e per sostenere l’economia in un momento delicato come quello attuale. Non è conveniente per nessuno – ribadisce il primo cittadino – tenere questi finanziamenti inoperosi». Il sindaco è convinto, infatti, che solo operando in sintonia con la Regione queste opere si possono realizzare in tempi rapidi. E nella missiva, Honsell assicura anche la disponibilità del consiglio comunale a definire l’utilizzo dell’ex macello a beneficio di tutta la comunità udinese, dai bambini agli anziani. Mentre per quanto riguarda il Museo di storia naturale, Honsell sottolinea che questa deve essere «concepita come un’opera di interesse regionale e non solo comunale». L’obiettivo, insomma, è affrontare la questione allo stesso tavolo con la Regione prima di rischiare che quest’ultima decida senza consultare il governo della città.