TRIESTE: nuove denunce

da il piccolo

GIOVEDÌ, 29 NOVEMBRE 2012

Assalto alla Prefettura, 15 indagati

Arrivata in Procura la relazione sugli scontri del 14 novembre tra i più esagitati del corteo studentesco e la polizia

IL PERSONAGGIO

Tornatore già nel mirino degli inquirenti

A Luca Tornatore viene contestato dal pm Federico Frezza di aver organizzato il corteo che il 29 febbraio scorso ha seguito, o meglio “inseguito”, dal Municipio al museo Revoltella l’amministratore delegato di Ferrovie italiane Mauro Moretti. Una manifestazione tragicomica con qualche decina di attivisti No Tav che nella circostanza erano riusciti a mettere sotto scacco polizia, carabinieri e vigili urbani, costringendo gli uomini in divisa a un lungo girotondo attorno al museo in cui erano “assediati” Mauro Moretti, il sindaco Roberto Cosolini e l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi. «Non vogliamo l’isolamento ferroviario di Trieste, sosteniamo che esiste un collegamento tra la truffa della Tav e il depotenziamento drastico della linee locali dedicate ai pendolari», avevano detto nell’occasione. Nei giorni scorsi il ricercatore universitario indagato per aver organizzato una manifestazione non autorizzata è stato perquisito. Al suo posto di lavoro all’interno dell’Osservatorio astronomico si sono presentati gli agenti della Digos e della Polizia postale. Gli agenti hanno clonato il disco rigido della memoria del computer che appartiene al ricercatore per poterlo leggere con calma. Dai cassetti della sua scrivania sono emersi i quaderni: c’erano appunti di lavoro ma anche qualche poesia. Altri investigatori si sono contemporaneamente presentati nell’abitazione in cui Tornatore vive con la moglie e i due suoi bambini, altri ancora a Venezia nella casa di famiglia.

 

di Corrado Barbacini Quindici indagati per i disordini verificatisi nella manifestazione studentesca del 14 novembre che hanno avuto il culmine nel parapiglia davanti alla Prefettura con scontri tra gli studenti e le forze dell’ordine e con il lancio di carote, uova e bottiglie. L’informativa della Digos è stata inviata nei giorni scorsi alla procura. Nelle quattro pagine riassuntive vengono evidenziati gli episodi ritenuti più gravi. Ci sono riferimenti anche ai danneggiamenti e agli imbrattamenti di edifici avvenuti appunto con il lancio di uova. Episodi che sono stati descritti come veri e propri assalti al Palazzo del governo. A causa dei quali un poliziotto è rimasto ferito a una gamba ed è dovuto, quel giorno stesso, ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso. Tra i nomi degli indagati della manifestazione studentesca figurano quelli anche quelli di Alessandro Metz e Luca Tornatore. Il primo ex consigiere regionale dei Verdi, il secondo, ricercatore universitario, per anni portavoce degli studenti. Ambedue erano in prima linea. Allegate all’informativa sono le relazioni di servizio scritte dai responsabili dei vari reparti di polizia e carabinieri presenti quella mattina nell’area tra piazza Unità e l’hotel Savoia. Ma anche un rilevante numero di fotografie che erano state scattate da poliziotti in borghese durante gli scontri. In pratica per identificare le persone ritenute reponsabili degli assalti e delle aggressioni, gli investigatori della Digos sono partiti proprio dalle immagini fotografice e dai filmati. Le quali poi sono state integrate, appunto, sia dalle relazioni di servizio che dalle testimonianze acquisite dagli investigatori nei giorni successivi agli scontri. I circa 1.200 studenti (ma a sfilare c’erano anche insegnanti e genitori) si erano dati appuntamento alle 9.30 del mattino in piazza Goldoni. Unione degli studenti, Autogestito scoordinato studentesco, No Tav, Arcigay, Germinal, Spazi Sociali Venezia Giulia, Casa delle Culture, Cobas, tutti ad alimentare il lungo serpentone che fino alle 14 aveva mandato in tilt il traffico cittadino. Erano stati urlati slogan contro i tagli alla scuola, la precarietà degli edifici scolastici. Ma alcuni partecipanti avevano agganciato caschi da motociclista alla cintura. Un dettaglio, questo, che aveva messo subito in allarme gli agenti della Digos. Poi davanti alla prefettura erano scoppiati gli scontri. Manganelli alzati, urla e botte. Quindi il lancio di carote e uova. E ancora in rapida successione altre scaramucce al ritmo delle note della canzone «The Wall» dei Pink Floyd. Poi circa 250 dei milleduecento manifestanti del mattino, avevano puntato alle Rive dove c’è stato un altro scontro con la polizia davanti al Savoia. Quattro studenti erano rimasti contusi.