TERRITORIO/ Torviscosa: la Kaffaro patteggia adesso vedremo se bonifica

Messaggero Veneto VENERDÌ, 30 OTTOBRE 2009

Pagina 15 – Udine
Davanti al gup di Udine tutti gli ex manager che si sono succeduti nella guida dello stabilimento a Torviscosa. Disco verde per il dissequestro dell’area e degli impianti

Caffaro: patteggiano in 8, ma dovranno bonificare

La sentenza in tribunale per disastro ambientale impegna a redigere un piano con Comuni e ministero

UDINE. Un patteggiamento “tombale” sul disastro ambientale causato dalla Caffaro, ma con l’impegno di redigere un piano di risanamento dell’area, da adottare in accordo con i Comuni interessati e, soprattutto, con il ministero dell’Ambiente. E questo perché siano rimosse le eccedenze delle sostanze tossiche riscontrate. Su questi presupposti si fonda il patteggiamento ottenuto ieri dagli 8 ex manager succedutisi alla Caffaro di Torviscosa: così è stato ottenuto il dissequestro totale dell’area e degli impianti.
Era l’inchiesta che ipotizzava la cooperazione in disastro innominato ambientale colposo e contro la salute pubblica, sia per le emissioni in atmosfera sia per la contaminazione massiva del suolo, del sottosuolo, delle acque sotterranee e superficiali. Un reato “principale” sul quale il Gup del tribunale di Udine Paolo Lauteri ha così sentenziato: un anno tre mesi dieci giorni di reclusione per Faustono Romolo Ferrazzi di Gallarate (Milano), amministratore delegato dal 2001 al febbraio 2005; un anno tre mesi per Aldo Jaboli, di Bologna, amministratore delegato della Caffaro dall’aprile ’95 al gennaio 2000, e per Felice Tiburzi di Città Ducale (Rieti), procuratore della Chimica del Friuli poi divenuta Caffaro; undici mesi dieci giorni per Anacleto Dal Moro di Treviso, procuratore generale; un anno un mese dieci giorni per Mario Bergamaschi di Ostiglia (Mantova), procuratore generale; per i rimanenti tre imputati un anno quattro mesi di reclusione: a Oliviero Trebbi di Mestre (Venezia), responsabile servizi tecnici e logistica per Torviscosa; Guido Garone di Como, procuratore della Caffaro; Enrico Contu di Savona, procuratore della Caffaro. La pena è stata concordata con il pubblico ministero Lucia Terzariol. Per tutti sono arrivati proscioglimenti su altri capi d’accusa “minori” o perché non più previsti dalla legge come reato o per intervenuta prescrizione. Erano costituiti parte civile il ministero dell’Ambiente, il Wwf e i Comuni di Torviscosa, Marano Lagunare e Grado, assistiti dagli avvocati Salmini, Tudor, Cavallo e Giadrossi. Nel collegio difensivo, oltre all’avvocato Giuseppe Campeis, figuravano gli avvocati Lageard e Gebbia di Torino.
Gli otto imputati sono rimasti quelli iniziali, quando i carabinieri del Noe apposero i sigilli all’impianto cloro-soda, di fatto bloccando l’azienda.