Diga a Pinzano, tre sindaci
sono sul piede di guerra
Forgaria, idea già bocciata da tempo che ora torna inaspettatamente alla ribalta. Ordine del giorno congiunto anche con i primi cittadini della destra Tagliamento
FORGARIA. Nella Val d’Arzino non c’è stato il tempo per tirare un sospiro di sollievo da parte delle amministrazioni comunali che, accantonato il problema casse di espansione, hanno dovuto metterne a fuoco un altro, forse peggiore. Il documento di sintesi elaborato dal Laboratorio Tagliamento e approvato recentemente dalla giunta regionale rilancia infatti l’ipotesi progettuale di una diga a Pinzano, capace di contenere 18 milioni di metri cubi d’acqua.
Un’opera più piccola di quella che ormai 30 anni fa aveva sollevato la popolazione locale, protagonista di aspre battaglie contro l’inviso sbarramento, ma ugualmente devastante secondo le amministrazioni comunali della zona che sono già sul piede di guerra. I tre sindaci Pierluigi Molinaro di Forgaria, Debora Del Basso di Pinzano e Vincenzo Manelli di Vito d’Asio si dicono a una sola voce «contrari a un’opera di questo tipo, già bocciata dalla storia e che per nessuna ragione deve essere ripescata oggi». In questi giorni tra i primi cittadini si sono susseguite telefonate di preoccupazione per la nuova prospettiva che pare, a quanti hanno un po’ di memoria storica, una presa in giro.
Parola di Molinaro, che ricorda: «Le casse di espansione erano state proposte proprio in alternativa allo sbarramento e oggi mi pare del tutto fuori luogo che archiviando le casse si ripeschi un progetto morto e sepolto». Progetto che avrebbe una capacità d’invaso pari a 18 milioni di metri cubi d’acqua rispetto ai 30 delle casse. Comunque troppa, spiega ancora Molinaro, secondo il quale l’invaso, nell’eventualità di una piena, allagherebbe le due zone artigianali di Flagogna e Casiacco, le borgate di Pontaiba e Colle a Pinzano. Una sola piena – continua – e l’intera valle sarà distrutta».
«Inutile – rilancia Manelli – che le aziende vengano a investire, inutile parlare di rilancio della montagna, se poi con due opere (l’altra è l’autostrada Cimpello-Gemona) si rischia di azzerare una valle. Siamo decisamente contrari all’ipotesi dello sbarramento, diga o traversa che dir si voglia. Non si deve intervenire a Pinzano, ma su un ponte-traversa a Dignano, che è visto favorevolmente dalla maggior parte dei Comuni e che, tra l’altro, risolverebbe al medesimo costo anche il problema viabilistico».
I sindaci si propongono ora di elaborare un ordine del giorno congiunto da approvare nei rispettivi consigli, magari coinvolgendo anche San Daniele e Ragogna con i quali, soprattutto Forgaria, condivide interessanti progetti di sviluppo turistico. “Allo sbarramento siamo contrari per principio – conclude Del Basso – perché non si può proporre un’opera già bocciata anni fa. Ora agiremo in modo sinergico».