Messaggero Veneto SABATO, 13 OTTOBRE 2012 Pagina 15 – Cronache
Studenti, blitz davanti al Palazzo
Cento manifestanti lanciano un appello a Honsell: vogliamo uno spazio libero dedicato ai giovani
LA PROTESTA »CORTEO IN CENTRO
Corteo e slogan ieri in città per dire no ai tagli alla scuola. Gli studenti, circa un centinaio, hanno chiesto l’appoggio del sindaco. Davanti a palazzo D’Aronco cori e sit in: “Vieni anche tu a manifestare con noi” (Honsell, però, è in India per lavoro, ndr). Poi il serpentone si è rimesso in marcia, c’erano anche No Tav e qualche insegnate, dietro allo striscione “studenti sempre antifascisti”. Chiaro il riferimento agli scontri di dieci giorni fa. Classi pollaio, una scuola 2.0 fatta soltanto di proclami e insegnanti sotto pagati. C’è un’origine unica secondo i ragazzi: il sottofinanziamento. «È ora di dire basta. Se questa situazione non cambia è sciopero a oltranza», ha detto un giovane. Il corteo ha sfilato per le vie della città senza creare problemi, soltanto qualche rallentamento al traffico. A scortare i giovani c’erano carabinieri, polizia e vigili urbani. Partenza da piazza Primo Maggio per raggiungere attraverso via Vittorio Veneto, piazza Venerio dove è iniziata l’autocritica dei giovani. «Perché siamo così pochi? Questo è un numero ridicolo, tutti assieme non facciamo neanche un istituto superiore. Come pensiamo di cambiare le cose?», ha chiesto Shaban Zanelli del Movimento studentesco alla piazza. «Stiamo ancora tutti bene. Quando non avremo più da mangiare allora le cose cambieranno», ha aggiunto Shaban. Ma i racconti dei ragazzi hanno descritto un popolo friulano già in difficoltà. Famiglie costrette a vivere con 700 euro al mese, genitori senza lavoro e nuove emigrazioni. Molti vanno in Brasile. «I vestiti che ho addosso sono tutto quello che ho», ha detto una ragazza. «Papà ha perso il lavoro e già da un anno non paghiamo il mutuo. È una situazione destinata a peggiorare. Ma se ci toglieranno la casa come potremo riprenderci la vita?». Un vicolo cieco. L’unica via d’uscita che i giovani intravedono è l’istruzione. «La scuola insegna la storia, ma non è tollerabile che ignori le conquiste del ’68. Le nostre lezioni si stanno impoverendo – secondo Andrea Di Lenardo –. Capisco le difficoltà di un insegnante precario, ma questa è la nostra unica occasione». E Udine non aiuta. Mancano spazi per incontri e confronti. «Siamo stati cacciati dal centro sociale autogestito di via Scalo nuovo – ha sottolineato Shaban –, ma non vogliamo essere costretti a ordinare un “tajut” per scambiare le nostre idee. La sordità delleistituzioni sembra essere ispirata a quello stesso spirito che ha suggerito agli studenti di rifugiarsi in un bar piuttosto invece di manifestare per i propri diritti. Non crediamo più ai proclami del sindaco Honsell. Vogliamo uno spazio libero dedicato ai giovani». Michela Zanutto
SABATO, 13 OTTOBRE 2012 Pagina 15 – Cronache
SCIOPERO
Cgil: tante le astensioni e qualche scuola chiusa
Un lavoratore della scuola su 4, ieri, ha scioperato. L’astensione indetta dall’Flc Cgil in provincia di Udine ha toccato punte del 98% (l’Istituto comprensivo di San Giovanni al Natisone), con picchi anche in città dove sono rimaste chiuse la primaria Alberti e la scuola dell’infanzia di Paparotti. «Un’adesione altissima per essere uno sciopero indetto da una sola sigla sindacale – commenta il segretario regionale dell’Flc Cgil, Natalino Giacomini –. Normalmente si parla del 10%, mentre in questo caso le nostre proiezioni arrivano al 25. È il segno del malcontento diffuso che c’è nel mondo della scuola». La legge di stabilità, approvata in questi giorni dal consiglio dei ministri, interviene anche sui contratti degli insegnanti da anni al palo. «Il blocco continuerà fino al 2017 e questo è inaccettabile», dice Giacomini. Ma non è tutto. Perché stando a una prima bozza, pare che saranno toccati gli orari. Dalle attuali 18 ore settimanali a 24. Un terzo di lavoro in più e a titolo gratuito. In questo caso la Cgil ha calcolato che si perderebbero circa 30mila posti di lavoro: 25mila fra gli insegnanti e 5mila al sostegno. «La scuola non può più tagliare – protesta Giacomini – a perderne sarà il servizio. La pubblica amministrazione è sotto attacco e sembra che nel settore dell’istruzione si possa tagliare all’infinito. Se proseguirà questa politica saranno le famiglie a dovere intervenire». La scelta della Cgil di dichiarare uno sciopero di categoria è stata criticata dalle altre sigle sindacali. Una fuga in avanti, hanno detto. E, a quanto pare, lunedì i coordinamenti nazionali di Cisl, Uil, Snals e Gilda si incontreranno per discutere la questione. «Serve una seria riflessione unitaria – secondo Giacomini –: la Cgil non vuole nessuna primogenitura, ma è fondamentale dare una risposta al malcontento del mondo della scuola». (m.z.)
TRIESTE
Da Il Piccolo on line
Anche a Trieste (questa foto è stata pubblicata ieri su Twitter) gli studenti hanno manifestato davanti ai palazzi del potere. Qui si trovano davanti alla sede della Regione Friuli Venezia Giulia.
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Protesta studentesca a Trieste, centro bloccato
Corteo con circa mille ragazzi delle superiori mischiati a un nutrito gruppo di no global – Occupy. I più “duri” fermano il traffico sulle Rive: nessun incidente o tafferuglio con la polizia
Messaggero Veneto SABATO, 13 OTTOBRE 2012
Pagina 15 – Cronache
A Trieste tensione sotto la Regione
lo scatto
PORDENONE
MV SABATO, 13 OTTOBRE 2012 Pagina 15 – Pordenone
Gli studenti si riprendono la piazza
In duecento per dire no ai tagli e chiedere un’istruzione di qualità. Sit-in e slogan contro i politici
LA PROTESTA »CORI E STRISCIONI TRA LE VIE DEL CENTRO
“Profumo d’ignoranza”. E’ lo striscione che ha aperto il corteo con cui ieri è partito l’autunno caldo, a Pordenone. Dietro, 200 studenti a ritmare “Profumo in miniera – Monti in fonderia – questa è la nostra democrazia”. Sono stati Babu, del liceo Grigoletti, con Felice, del Leopardi, a rilanciare l’onda di protesta al megafono: “Tutti gli studenti in prefettura – contro questa dittatura”. Concentrati nella protesta, i ragazzi di Isis Zanussi, Flora, Isa Galvani, Isis di Spilimbergo e Maniago, Sarpi di San Vito e tanti liceali. Dopo anni di letargo, i giovani si sono si ripresi la piazza. “Siamo incaz…ti: vogliamo un’alternativa ai tagli”. Il neonato Collettivo Arrigoni ha unito le forze delle superiori con gli universitari Marco Zava e Federico Busetti per difendere l’istruzione statale. I ragazzi sono partiti alle 9.30 dall’auditorium Concordia in via Interna tra cori, dopo una brevissima assemblea su bolle economiche e crisi. “La crisi? Un’alibi del governo Monti e, prima, di quello di Berlusconi per scipparci la scuola e il futuro” non hanno fatto sconti. La sfilata per le vie del centro città ha raggiunto il Bronx. Sit-in sotto le finestre della Prefettura con sindacalisti Flcgil e Cgil, maestre, professori, bidelli e precari d’annata che, per lo sciopero della scuola statale e non, hanno incrociato le braccia. «Contro la svendita della scuola pubblica e la distruzione dell’Università – è stato il fronte comune – chiediamo un contratto di lavoro e lo stop alla violenza sui precari, perché 24 ore di lezione settimanali distruggono una cattedra ogni tre. Vogliamo risorse, tecnologia, futuro e meno tasse». Chiara Benotti
SABATO, 13 OTTOBRE 2012
Pagina 15 – Pordenone
CERCASI SICUREZZA
I ragazzi in coro: «Veniamo da istituti che cadono a pezzi»
«Piove dentro l’ingresso dell’Isis di Spilimbergo: i bidelli mettono i secchi a ogni acquazzone». Sara era al sit-in nel Bronx, ieri a Pordenone. «Abbiamo preso il pullman dalla Pedemontana per portare una testimonianza – ha detto l’amica Francesca dell’Isis Torricelli di Maniago -. Nel liceo e Ipsia il problema del radon, quello dei professori precari che cambiano ogni anno e la decimazione degli studenti». Altra scuola e problemi fotocopia. «Nell’Isis Flora di via Ferraris a Pordenone i professori dell’indirizzo enogastronomico portano i coltelli da casa – hanno raccontato Ilenia e Sara –. Le cucine promesse dalla Provincia non ci sono. Ci hanno tolto un laboratorio di informatica per fare aule: siamo oltre 700 studenti. L’edificio è stato costruito tre anni con i piedi, poi i soldi sono quelli pubblici». E poi l’inagibilità dell’Isis Galvani. «A Cordenons balordi hanno inondato i sotterranei un mese fa – hanno testimoniato i ragazzi -. Risultato: non abbiano il laboratorio di grafica né di fotografia». (c.b.)