STUDENTI/ Repressione a Milano

Studenti: arriva la repressione

Repubblica 4 gennaio

 

Scuole occupate, raffica di denunce
indagati decine di studenti milanesi

Immediata la protesta: “I ragazzi sotto accusa solo per aver manifestato. Una cosa mai accaduta”. Il vicesindaco De Corato: “Il Comune si costituirà parte civile”

 

Il primo fascicolo d’indagine è stato affidato al pm Grazia Pradella. Il magistrato – che nella sua carriera si è occupato di casi come la strage di piazza Fontana o le morti per malasanità alla clinica Santa Rita – ora dovrà valutare se decine di studenti appena maggiorenni che a novembre hanno occupato le scuole superiori di Milano per protestare contro la riforma Gelmini, hanno commesso o no i reati di occupazione abusiva e violenza privata.

L’inchiesta è una conseguenza della decisione di alcuni presidi di denunciare i liceali alla Digos e ai carabinieri. Le informative delle forze dell’ordine, alle quali sono allegati gli elenchi dei ragazzi identificati con tanto di foto segnaletiche, stanno arrivando in questi giorni in procura. La prima riguarda il liceo artistico Caravaggio, sgomberato il 18 novembre dagli agenti in tenuta antisommossa, che provvidero a far rimuovere i banchi che bloccavano l’ingresso. In quell’occasione furono identificati 13 studenti, alcuni dei quali non avevano ancora compiuto diciott’anni  –  per loro sarà disposto il trasferimento degli atti alla procura minorile  –  e sette appartenenti al centro sociale Bottiglieria che avevano dormito nell’istituto.

A chiamare la polizia era stata la preside del Caravaggio, che il 18 novembre scriveva una relazione piuttosto allarmata al provveditorato: “Un gruppo di alunni a viso coperto ha fatto irruzione a viso coperto”. Quello del Caravaggio non è l’unico caso in cui i dirigenti scolastici hanno denunciato gli studenti, che nel corso dell’autunno hanno proclamato l’autogestione in decine di scuole cittadine dal liceo pedagogico Tenca al classico Manzoni, dal Vittorio Veneto al Pascal, entrambi licei scientifici.

“Negli ultimi vent’anni non si ha notizia di procedimenti per occupazione abusiva a carico studenti: non è tollerabile, così s’innalza il livello repressivo”, protesta Mirko Mazzali, avvocato storico dei movimenti giovanili milanesi, difensore anche degli universitari che a dicembre sono stati fermati per il blocco stradale e il lancio di petardi davanti alla Bicocca. “Sono sicuro che la magistratura archivierà tutto”, continua Mazzali. Non se lo augura affatto il vicesindaco Riccardo De Corato, che invece incoraggia l’azione delle forze dell’ordine: “Ora attendiamo che la Digos faccia scattare le denunce per i cortei che hanno tenuto in scacco Milano, proprio come era stato già fatto dalla questura di Roma, che per i fatti del 14 dicembre ha indagato 68 manifestanti.

Il Comune è pronto a costituirsi parte civile nei procedimenti penali”. Poco importa, per l’esponente del Pdl, che nel capoluogo lombardo gli scontri siano stati molto meno aspri che nella capitale. “Vorrei ricordare che si è trattato di cortei, anche random, con percorsi non autorizzati, conditi da vergognosi scontri con forze dell’ordine, imbrattamenti vari, traffico cittadino in tilt con conseguente deviazione e rallentamenti delle linee Atm. E i costi di queste “simpatiche” promenade sono gravati sulla collettività. Che ha pagato un conto salatissimo. Un milione di euro solo per gli ultimi otto cortei”.

Ora spetterà al pubblico ministero titolare del fascicolo decidere se confermare le accuse e avviare un’inchiesta, oppure chiedere l’archiviazione per queste ipotesi di reato che, in passato, molto raramente sono state contestate agli studenti “occupanti”. Lo stesso pm Pradella dovrà valutare, sulla base di altri rapporti della Digos, la posizione di alcuni ragazzi che hanno partecipato alle manifestazioni durante i giorni caldi della protesta e sono stati coinvolti in scontri con le forze dell’ordine.