Slovenia, dilaga la rivolta sociale nelle piazze (agg.5 dic.)

Oggi, 6. dicembre alle 17:00 in piazza Tito a Koper/Capodistria una nuova protesta (così su Facebook e sui giornali)
Oggi nuovamente anche una protesta a Kranj.
Ieri a Lubiana una protesta degli studenti di fronte alla facolta di lettere – circa 500 persone. Oggi una protesta studentesca a Lubiana sulla piazza del Congresso.
Ieri, a Lubiana come a Maribor la prima “assemblea” di differenti realtà, gruppi e individui (a maribor quasi 100 persone), si sta aprendo uno spazio di idee sul come andare avanti dopo la dimissione di tutti i politici.
Ieri sera i media hanno riportato che oggi il sindaco di Maribor darà le dimissioni dalla funzione di sindaco. Ma per il momento nulla di concreto. La reazione generale della gente è che solo questa dimissione non vuole dire ancora nulla – perchè se ne dovrebbe andare anche dalla funzione di consigliere nel consiglio di stato (il senato sloveno). E dovrebbero dare le dimissioni tutti i consiglieri comunali …
La prossima manifestazione a Maribor è indetta per il 14 dicembre.
Per il 21 dicembre invece  manifestazione generale in tutta la Slovenia

 

La situazione in Slovenia sta crescendo

Filmato su youtube Protesta a Lubiana 3.12.012 Tutti in strada! Vsi na ulice!

Oggi (3 dicembre) manifestazioni in 6 città tutte finite in modo pacifico tranne quella a Maribor:

Ravne na Koroškem 500 persone

Ptuj 600 persone

Trbovlje 400 persone

Celje piu di 3000 persone

Lubiana intorno alle 5.000 persone, come riportano le/i compagni/e un’energia mai vista prima. La manifestazione è andata in tutto il centro città con compagne/i alla testa del cordone. I media riportano di due detenuti – tra loro nessun/a compagna/o.

Maribor 20.000 persone una manifestazione mai vista a Maribor che per le prime due ore è sfilata con musica, dichiarazioni … pacificamente. Poi esattamente alle 19:00 (quando inizia la trasmissione diretta per il telegiornale scoppia la lotta fra un gruppo di manifestanti e la polizia. Una coincidenza? Il dubbio rimane. Ma questa volta la polizia ha usato il gas in modo più “diretto” – contro i gruppi in prima linea. La maggior parte dei manifestanti incomincia ad andarsene, giovani infuriati incominciano a raggrupparsi. Gli scontri fra i gruppi (la maggiorparte di giovani) e la polizia va avanti ancora adesso 23:00. Bruciati due radar della compagni privata, vetri rotti, cassonetti bruciati e più di 120 detenuti per il momento e 6 poliziotti al ospedale. Il grido rimane lo stesso “che se ne vadano tutti” e come primo il sindaco di Maribor, poi i consiglieri del comune e poi il governo ….

La differenza fra Lubiana e Maribor sembra ovvia – venerdì a Lubiana gli scontri sono scoppiati per via di un gruppo neonazista, e sembra più uno scenario gia visto a Belgrado al tempo di Miloševič. A Maribor invece sembra una ribellione di giovani come quella vista in Grecia o forse anche in Francia. Se a Lubiana i giovani hanno ancora un futuro nella propria città, per i giovani a Maribor questo futuro è disoccupazione e povertà. Tra i detenuti anche a Maribor nessun/a compagno/a.

saldud y Gotofi so fsi!

REPORT 30 novembre e 1 dicembre DA UN COMPAGNO SLOVENO
Il 30 novembre, venerdì, si sono svolte proteste simultaneamente in 7 città Slovene: Novo mesto, Nova Gorica, Koper/Capodistria, Velenje, Ajdovščina, Trbovlje e Lubiana.
In tutte le città (tranne Lubiana) tra 200 e 700 persone a protestare, con poca polizia e senza conflito diretto tra polizia e manifestanti.
A Lubiana c’erano piu di 10.000 persone e varie centinaia di poliziotti in pieno equipaggiamento. Dopo piu di un’ora di manifestazione pacifica sulla piazza del congresso la gente è andata di fronte al parlamento. Un grupo ben organizzato di una 30 di neonazisti (la maggiorparte parte del gruppo di neonazi autonomi di Lubiana), formati in blocco con insegne neonazi, hanno incominciato a bruciare torce e scandire slogan. La polizia gli ha lasciati passare sulla piazza della rivoluzione (di fronte al parlamento) dove i neonazi sono andati direttamente verso il blocco anarchico. I neonazi hanno incominciato a provocare, buttando petardi e sassi sulla gente. Gli anarchici e moltissimi altri hanno incominciato a gridare “fascisti”  e per non diventare vittime del gioco neonazi della provocazione i/le compagni/e anarchiche/i si sono sparsi e il blocco anarchico (il piu visibile nell’ intera manifestazione) si è dissolto. Dopodichè i neonazi si sono scontrati con la polizia e come è successo a Maribor lunedi 26. novembre la gente ha incominciato a ritirarsi, la polizia ha usato i lacrimogeni e per la prima volta nella storia anche i cannoni ad acqua. Gli scontri fra polizia, neonazi e anche gente comune sono andati avanti per qualche ora. Il bilancio è di piu di 30 arrestati – tutti rilaciati il giorno dopo tranne tre che restano reclusi per attacco a pubblico ufficiale.
alcune foto delle proteste:
http://www.delo.si/zgodbe/fotozgodbe/protesti-po-sloveniji-skozi-fotografije.html
video lubiana: http://www.delo.si/novice/slovenija/ljubljanski-protest-v-gibljivi-sliki.html
Ieri, domenica, 1. dicembre si e svolta la protesta a Krško – intorno alle 300 persone e un gruppo di compagni/e anarchici di quella regione.
oggi, lunedi 3. dicembre proteste in cinque città: Lubiana, Maribor, Celj, Ptuju e Ravne na Koroškem. Tutte indette per le 16:00 o 16:30.
La piu grande sarà sicuramente quella a Maribor – il III. leventamento di Maribor (come la chiama la gente).
domani, martedi 4. dicembre –  per il momento le proteste sono indette a Jesenice e a Brežice.

 

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da Il Piccolo 28 novembre 2012

 

Slovenia, dilaga la rivolta sociale nelle piazze

La protesta per la crisi economica si espande in tutto il Paese. Dopo Maribor e Lubiana manifestazioni previste anche a Postumia e Capodistria

La rivolta di piazza si espande in Slovenia a macchia di leoprado. Dopo gli scontri di Maribor a scendere nelle strade è stata la capitale Lubiana. Per proteggere il palazzo del Parlamento e quello del governo la polizia ha schierato un cordone di poliziotti in assetto anti-sommossa. Il motto dei manifestanti è “Gotof je” (è finito) che rieccheggia quello scandito nelle strade di Belgrado al momento della cattura di Milosevic e la sua consegna al Tribunale dell’Aja. Altre manifestazioni di piazza sono attese ancora a Lubiana, venerdì, e a Postumia, Capodistria, Murska Sobota, Novo Mesto e Kranj.

 

 

da Il Piccolo 1 dicembre 2012 —   pagina 13   sezione: Attualità

Slovenia alle urne, ma è rivolta di piazza

di Mauro Manzin TRIESTE Un ordinario venerdì di protesta. La Slovenia è scesa di nuovo in piazza a Lubiana, Velenje, Novo Mesto, Capodistria, Nova Gorica e Trbovlje. Per urlare la sua rabbia contro una classe politica corrotta e incapace. E domani si vota per il ballottaggio delle presidenziali. Danilo Türk, uscente, contro Borut Pahor. Entrambi nel mirino degli arrabbiati del movimento “Gotof je” (è finito) simbolo della ribellione al sistema. A questo punto viene da chiedersi quale sarà l’affluenza alle urne e soprattutto se le operazioni si svolgeranno senza incidenti. Ieri pomeriggio la capitale Lubiana era in stato di assedio con i poliziotti in assetto anti-sommossa che presidiavano i palazzi del governo, della presidenza della Repubblica e del Parlamento. Parlamento che dopo una riunione mattutina del presidente Gregor Virant con i capigruppo ha sospeso la seduta in calendario per ieri pomeriggio e che aveva all’ordine del giorno proprio il mare di proteste che sta sommergendo il Paese. La polizia aveva avvertito i deputati che hanno l’ufficio sulla Šubi›eva cesta che divide il palazzo del Parlamento dal Trg Republike di non occupare, per motivi di sicurezza, la propria stanza. I due candidati al ballottaggio hanno espresso pareri diversi sulle proteste. Pahor ha invitato i manifestanti a non lasciarsi manipolare dai provocatori mentre Türk ha polemizzato per l’ennesima volta con il premier Janez Janša reo, a sua detta, di spaventare il Paese. Sta di fatto che nelle scorse ore si è parlato di un possibile impiego dell’Esercito nelle strade delle città slovene per garantire l’ordine, ma, per ora, nulla si muove in questo senso. In questa temperie non certo idilliaca gli ultimissimi sondaggi parlano di una netta vittoria di Borut Pahor su Danilo Türk (60 a 40) etichettato quest’ultimo come uomo delle istituzioni e garante, in un certo senso, dello status quo che la rabbia di piazza vorrebbe demolire. Pahor poi godrà dell’appoggio dell’elettorato di centrodestra che Türk non può vedere neanche in fotografia. Ma l’interrogativo chiave resta quanti andranno a votare perché avere un presidente eletto dal 30% degli aventi diritto sarebbe un capo dello Stato decisamente poco legittimato. L’impressione è che la Slovenia è alla resa dei conti. Ieri i manifestanti (oltre 10mila a Lubiana) avevano tra le mani i garofani simbolo di una “rivoluzione” non violenta. C’erano pensionati, studenti e famiglie con i bambini in carrozzina anche se in serata, davanti al Parlamento, si sono però aggiunti alcuni incapucciati sospettati di appartenere a un gruppo neonazista che hanno lanciato petardi ma sono stati subito dispersi dalla polizia (alcuni anche fermati) i cui agenti, peraltro, cominciano a fraternizzare con i manifestanti loro che non portano a casa più di 650 euro al mese e che sono stati i primi a subire i tagli del rigore governativo anti-crisi. E ieri hanno ricevuto i garofani dalle mani dei manifestanti. Ma anche sanpietrini e bottiglie in faccia dalle solite frange violente. Sono volati gli sfollagente e in piazza è scoppiato il caos tra il nacio di gas lacrimogeno e con le sirene delle ambulanze che squarciavano la notte lubianese. Intanto i sindacati del pubblico impiego hanno abbandonato il tavolo della trattativa con il governo per un ulteriore abbassamento degli stipendi e hanno preannunciato un nuovo sciopero generale. Insomma la situazione è bollente. Anche perché gli “arrabbiati” se la prendono anche con i giudici e i sindacalisti additati assieme ai politici di essere la causa dell’attuale catastrofe socio-economica. La protesta non ha, per ora una matrice politica. «Non siamo né di sinistra, né di destra, siamo solo i truffati» gridavano ieri in Kongresni trg a Lubiana. Il tam tam viene lanciato da Facebook e puntualmente la piazza risponde.

REPORT 29 novembre

oggi (giovedì 29 novembre) alle 16:00 e fino alle 20:00 più di mille persone hanno protestato a Kranj, fra loro anche compagni/e anarchici/e. Questa volta la polizia non ha reagito anche se alcuni hanno provato a entrare nello stabilimento del comune di Kranj e hanno distrutto un paio di vetri.

Il sindacato della polizia si è espresso a favore dei manifestanti ma hanno detto che per il momento deve eseguire gli ordini e che anche se capiscono la gente non possono togliere gli elmetti e andare a manifestare fra la gente. Anche se cosi scrivono i media, questo è gia successo anche a Maribor, dove 50 poliziotti lunedì scorso hanno deciso di non andare a lavoro per non essere sul lato opposto dei manifestanti. Cosi pare anche oggi a Kranj dove c’erano pochissimi poliziotti, dalle foto nessuno in tenuta antisommossa e perfino alcuni con fiori al petto – come simbolo di solidarietà con la gente in protesta.

Il capo di stato maggiore che era martedì alla riunione con il primo ministro ha detto che i militari non ci pensano nemmeno ad andare sulle strade contro i manifestanti. E ha perfino detto che il capo di governo dovrebbe conoscere le leggi slovene che proibiscono all’esercito un intervento del genere (più o meno queste sono le parole del capo di stato maggiore). E poi che per quanto riguarda loro (i militari) la situazione non è per niente più grave di quello che era tempo fa.

 

Sembra che un po’ tutti si stiano rendendo conto che con quello che è successo a Maribor si e aperto il vaso di Pandora. E provano a calmare la gente (tranne il primo ministro che non ha ancora detto una parola, e il ministro degli interni che sarebbe meglio per tutti se tacesse, perchè in ogni frase butta benzina sul fuoco).

 

Perfino i media stanno cambiando tono – se prima una finestra rotta era abbastanza per dire che la manifestazione era violenta, oggi hanno usato termini come – solo due vetri rotti e la manifestazione era pacifica durante tutto il tempo.

 

Per domani (venerdì, 30. novembre) sono indette tre manifestazioni:

Lubiana alle 16:00 in piazza del Congresso – vicino al parlamento

Koper alle 17:00 in fronte alla Taverna (centro città)

Nova Gorica alle 18:00 in centro città (Bevkov trg)

 

Nei prossimi giorni ancora proteste a Celje, Murska Sobota e lunedì nuovamente a Maribor alle 16:30 in piazza Liberta (trg Svobode).

 

que se vayan todos!