da Il Piccolo
Sbarchi: “Oltre 400 immigrati fra Trieste e il Friuli”
Spuntano le cifre della ripartizione fra le regioni italiane. La Seganti: “È solo il tetto massimo se ne arrivano 50mila”
TRIESTE Ora sono 400 o forse oltre 500. Almeno per la stampa nazionale e per le stime calcolate sui censimenti dell’Istat che attribuiscono al Friuli Venezia Giulia una quota precisa di immigrati da accogliere nelle strutture del territorio. È “Repubblica” a rendere nota per prima la ripartizione regione per regione, così come previsto dall’accordo siglato nei vertici delle scorse settimane a Roma tra Stato ed enti locali. Un patto per la “condivisione dell’emergenza” che, stando all’analisi del quotidiano, il ministero dell’Interno dovrà riabilitare dopo lo stop di Bruxelles alle richieste italiane. Il governo, infatti, aveva proposto di rendere esecutiva la direttiva 55 del 2001 targata Unione Europea che consente agli immigrati di muoversi nei Paesi del continente. Roma aveva varato poi un provvedimento, subito criticato dall’Unione, per concedere permessi di soggiorno temporanei. La bocciatura alla norma Ue costringerebbe il Viminale a bussare di nuovo alle porte delle Regioni.
Dopo giorni di voci e smentite ecco farsi largo, per il Friuli Venezia Giulia, quella che ora appare più di un’ipotesi. È il Palazzo stesso a confermare. Dice l’assessore Federica Seganti: «Questo è quanto avevamo negoziato fin da subito con il Viminale ed effettivamente sì, adesso potrebbe essere questa la situazione a cui dovremmo far fronte». L’assessore leghista, mette le mani avanti: «Attenzione, dobbiamo vedere come evolve l’emergenza, ci troveremmo a ospitare immigrati se il quadro peggiorerà». E precisa: «Noi accoglieremo 400 o 500 di questi nel caso si dovesse arrivare a quota 50 mila in Italia, ma per ora non siamo a livelli del genere».
Seganti, quindi, ammette che «dobbiamo navigare a vista e seguire passo dopo passo gli sviluppi. In ogni caso – chiarisce – non ci sono richieste per mamme e bambini, nessuno ci ha chiesto disponibilità in questo senso, il problema è che ci troviamo davanti sono gli sbarchi dei tunisini». L’assessore però non molla l’indirizzo stabilito dalla giunta e su cui il Carroccio si era battuto fin da subito e ribadisce che «dovranno essere prima le altre Regioni a muoversi, noi abbiamo già 700 immigrati».
19.360 le persone, tra clandestini e profughi, da ridistribuire in tutta Italia: 5 mila provengono dalla Libia. 14.360 invece sono giunti dalla Tunisia e otterranno il permesso temporaneo. Il piano del Viminale che “Repubblica” ha pubblicato elenca nel dettaglio il numero previsto per ogni singola regione; la tabella fissa in una proporzione di 1 migrante ogni 1000 abitanti la soglia massima di accoglienza. Alla Lombardia spetta la percentuale più elevata, il 16% del totale, vale a dire 3.240 persone. Alla Campania 1.920 e al Lazio 1.880. Il Friuli Venezia Giulia si troverebbe con una quota dell’1-2%, 400 appunto. O un centinaio in più, stando alle agenzie di ieri sera. In ogni caso la Regione è chiamata a fare concretamente la propria parte per la gestione dell’emergenza, quella che il ministro Roberto Maroni non aveva esitato a definire «uno tsunami umano». «Un esodo biblico» aveva detto invece il presidente del Veneto Luca Zaia, definendo «quello che sta accadendo» un fenomeno «mai visto».
E per il Friuli Venezia Giulia, stando ai programmi di palazzo Chigi, non si parla più dunque di «qualche decina di richiedente asilo» e neppure di «mamme e bambini». Per il momento, perché la situazione in corso a Lampedusa è in continua evoluzione e potrebbe riservare altri cambiamenti di rotta nei prossimi giorni, alimentando anche le tensioni politiche all’interno della maggioranza di centrodestra.